Capitolo 2
È il secondo giorno dopo la rottura. Sono davvero stanca. Mi sento persa, come se neanche mi riconoscessi più proprio come persona. Non so che cosa mi piace fare, non so quali sono i miei hobby preferiti.
Stamattina ho provato a fare colazione ed è stato davvero difficile. Era come se il mio stomaco si rifiutasse di avere del cibo. Non avevo per niente fame ma sapevo che dovevo mangiare. Poi, ho provato a fare una doccia. Ma quando mi sono svestita e ho tolto la maglietta del mio ex fidanzato, sono crollata a piangere. Sono rimasta in bagno per due ore, con la schiena appoggiata alla parete e le gambe rannicchiate.
Stanotte l'ho sognato. Eravamo felici. Io, ero felice. Stavamo facendo una delle nostre solite passeggiate pomeridiane insieme ai suoi due cani, che molto probabilmente, non rivedrò mai più. Quando mi sono svegliata, ho provato un senso di malinconia e un senso di vuoto enorme. Ci ho messo un po' a realizzare che era solo un sogno. Ovviamente anche in quel momento mi sono messa a piangere.
Il problema di oggi è che la mia curiosità sta aumentando sempre di più, minuto per minuto. Voglio sapere cosa sta facendo ma se inizio a controllarlo sui social, so che mi farebbe tanto male. Devo cercare di resistere il più possibile anche se so che prima o poi crollerò a queste tentazioni.
Tiro su le tapparelle e apro la finestra per far cambiare un po' d'aria. Decido di prendere una vecchia scatola di scarpe e di infilarci tutte le cose che gli appartengono, incominciando dalla maglietta, che oramai, ha perso il suo profumo. Stacco dal muro due fotografie. Rimango a guardarle un paio di minuti prima di metterle via. Eravamo felici. Sorridevamo. Una delle mie tante lacrime bagna la foto e da quel momento, capisco che è ora di metterle dentro la scatola.
Guardo l'anello con un piccolo diamantino che mi ha regalato per il nostro primo anniversario. Per due anni, non l'ho mai tolto dal dito. L'ho sempre avuto con me. Quando lo sfilo, provo un immenso dolore al cuore. Decido di metterlo subito dentro la vecchia scatola di scarpe e di chiuderla. Più guardo i nostri ricordi e tutto ciò che ci appartiene, più fa male. Sento la sofferenza ricoprirmi l'intero corpo. Inizio a piangere in un modo disperato e urlo:«mi manchi. Mi manchi, amore mio». Mi lascio andare dal dolore. Mi arrendo e faccio uscire tutta la rabbia che sto incominciando a provare nei suoi confronti. Mi ha abbandonata. Mi ha lasciata come se fossi il nulla più totale.
Com'è possibile che una persona che è stata così presente nella mia vita, con cui ho condiviso tutto, ad un certo punto, sparisce.
Gli ho dato tutto l'amore del mondo. Gli ho fatto capire che per me era l'unica persona. Era la mia persona. Ma non ho perso questa battaglia, perché so che l'amore che provavo e che ancora provo gliel'ho dimostrato in cento modi diversi, mentre lui... lui ha perso. Ha perso perché non ha saputo riceverlo.
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