Capitolo XIV
➢ Ho letto e tradotto sulle note di Howling – Dutchkid
"Last night I tried to call ya
Dial tone out on the corner
I keep on waiting at the phone"
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«Chen Xiaoxi, non credi che lasciare che il tuo ospite aspetti sulla soglia sia una cosa molto scortese da fare?» Wu Bosong bussò sull'ampia anta di metallo, creando un rumore fragoroso.
Mi scansai su un lato per farlo entrare, lui andò a sedersi sul divano mentre ancora rideva. Io ero ancora troppo immersa nei ricordi e nello shock per riuscire a riprendermi; sbattei le palpebre ancora e ancora, ma lui era ancora lì. Posai i miei occhi su di lui: dalla sua polo a righe blu oceano, alle sue scarpe da ginnastica Nike, fino al suo viso che dimostrava non più di 17-18 anni. Su Rui avrebbe dovuto imparare a prendersi cura della sua pelle da Wu Bosong.
A un certo punto tirò fuori qualcosa dalla tasca e me lo porse in un pugno: «Gli snack neozelandesi che ti devo.»
Allargai il palmo incerta, lui spostò il pugno sopra la mia mano e lasciò andare un pacchetto di dolciumi, verde e allungato. Quella confezione era di un dolce piuttosto internazionale: la gomma da masticare Doublemint di Wrigley.
Mi stava ancora sorridendo. Voltai la testa, colta da un'improvvisa voglia di piangere. Non è che volessi essere pretenziosa, ma... era l'amico che mi aveva trattato meglio di chiunque durante la mia adolescenza, ed era scomparso all'improvviso e ora all'improvviso è apparso di nuovo! Come se non si fosse mai davvero perso una parte della mia vita.
Inoltre, sembrava ancora così giovane. Il tempo non sembrava avergli voluto sfregiare la faccia neanche un po', però aveva fatto a pezzi la mia. Come potevo non essere triste? Come potevo non piangere?
Wo Bosong fu colto di sorpresa: «Perché piangi?»
Battei i piedi e gli gridai: «Dove sei stato in tutti questi anni? Quando litigavo con il mio ragazzo non c'eri, quando mi sono innamorata non c'eri, quando ho perso il lavoro non c'eri, quando avevo fame non c'eri nemmeno!»
Rise mentre mi guardava, mi tirò giù per farmi sedere sul divano: «Calmati, non sono il tuo Chen Shi Mei*, non dovresti piangere così.»
Lo guardai in lacrime. Stavo piangendo come un fiore di pero*, ero così pietosa. Stavo portando rispetto alla nostra giovinezza perduta da tempo, piangendo per la nostra incomprensibile amicizia.
Dopo di che ci sedemmo a gambe incrociate sul pavimento davanti al divano e bevemmo un po' d'acqua, iniziammo a parlare del nostro passato.
Wu Bosong mi raccontò: «Dopo aver raggiunto la Nuova Zelanda, dopo circa quindici giorni che ero riuscito a sistemarmi, mio padre mi chiamò per dirmi che la sua azienda aveva dichiarato bancarotta.»
Non avevo mai sperimentato una bancarotta, né la capacità finanziaria della mia famiglia aveva i requisiti per dichiarare bancarotta.
Al massimo potevamo dichiarare di non avere soldi.
Per cui non riuscì a cogliere la gravità della cosa, nonostante ciò non volevo sembrare un'ignorante per cui esordii, con profonda tristezza: «Ah! Come può essere...»
Sia il cielo che la terra erano consapevoli che le mie parole fossero un mero eufemismo, solo per confortarlo. Tuttavia, Wu Bosong spiegò nel dettaglio come suo padre si fosse fidato della persona sbagliata, come gli affari calarono a picco, come ci furono problemi di entrate. Spiegò finché i miei occhi non diventarono completamente spaesati. Alla fine disse: «Se ti dico troppo, probabilmente non ci capirai niente.»
Dopo che mi disse così, mi impegnai ancor di più a far finta del contrario. Così prese a spiegarmi in termini legislativi più tecnici e dovetti far finta di essere molto turbata, anche se non riuscivo a capirci una parola. Alla fine non ce la feci più, così lo interruppi: «Basta così, sono dispiaciutissima. Se continui a parlerà mi verrà voglia di farti l'elemosina.»
Wu Bosong mi guardò negli occhi molto seriamente: «Non hai capito, vero?»
Alzai le spalle: «Penso di no. Perché non inizi a parlare del motivo per cui sei scomparso, invece?»
Rise amaramente. «Amica sono passato dall'essere un rampollo della società a dover lavorare giorno e notte per sopravvivere in un paese straniero. Mi dici dove avrei dovuto avere il tempo di farmi sentire?»
Annuii con la testa per mostrargli la mia comprensione. «Allora, sei tornato qui con un'attività di successo?»
Mi lanciò un'occhiataccia: «Non pensi che dovresti mostrare un po' più di sensibilità nei miei confronti, che ho faticato così tanto negli ultimi anni?»
Dissi: «Lo farò. Ma il livello di sensibilità dipenderà dal tuo successo.»
Wu Bosong fece finta di volermi gettare l'acqua del bicchiere addosso: «Ammetto che in questi pochi anni in cui non ci siamo visti, sei diventata anche più spiritosa.»
Me ne rallegrai: «L'educazione del nostro Paese non è male, dai.»
Lui continuò a raccontarmi di tutti i sacrifici fatti per ambientarsi in quel Paese straniero, del lavoro part-time, della domanda per una borsa di studio, di come era entrato in una multinazionale... Fu così positivo e stimolante che il mio sangue ribollì di ardore; mi fece venir voglia di lottare per il meglio.
Gli chiesi: «Quindi la tua azienda ti ha rimandato qui?»
Wu Bosong annuì: «Esatto, sono appena tornato e ancora non riesco ad ambientarmi. Ho la diarrea da tre giorni e ho incontrato Jiang Chen in ospedale.»
«È stato Jiang Chen a dirti che fossi qui?»
Solo allora ricordai il mio problema con Jiang Chen, per cui presi a raccontargli tutto– aggiungendo un po' di pepe alla storia, lo ammetto.
Alla fine Wu Bosong sospirò: «Devo dire che Jiang Chen è stato davvero sfortunato a incontrarti.»
A sentirlo mi arrabbiai un casino, balzai in piedi e lo minacciai di mandarlo via a suon di scopa.
Lui rimase in piedi sul pavimento come un ago che tenta di calmare un oceano e asserì, con molta calma: «Ma ci hai pensato bene? Sei riuscita finalmente a conquistarlo dopo essergli andata dietro spudoratamente. Dopo però hai irragionevolmente rotto con lui però speri ancora che lui: primo, si pianga addosso, secondo faccia una scenata, o terzo, si disperi in suppliche. Non pensi di stargli rendendo le cose un pochino difficili?»
«Non puoi essere... così. Dobbiamo avere dei principi. Sei mio amico e dovresti stare dalla mia parte. Il tuo principio è sostenermi, nel senso che se dovessi uccidere qualcuno, allora dovresti distruggere il cadavere per me, questo è il principio.»
Wu Bosong bevve un sorso d'acqua. «Non ti ho contattato dopo essere partito e per così tanto tempo dopo... anche perché sapevo che se non ci fossi stato io, Jiang Chen si sarebbe preso molta cura di te.»
Esordii: «Sei ingiusto. Hai abbandonato la nostra amicizia dopo averla fatta sembrare così degna di importanza. È giusto dal tuo punto di vista? Adesso perché ti comporti anche come un genitore?»
Wu Bosong continuò: «Sai, durante i tempi in cui stavamo sempre insieme, potevo sempre sentire addosso lo sguardo delicato di Jiang Chen. I suoi sentimenti nei tuoi confronti non sono di certo inferiori a quelli che tu provi per lui.»
«Wu Bosong, sei senza vergogna. Definisci delicato lo sguardo di Jiang Chen per descrivere i sentimenti nei miei confronti? Allora perché non noti dai mio sguardo delicato che mi stai facendo saltare i nervi? Forse dovresti solo tornartene in Nuova Zelanda a dormire sugli alberi insieme ai koala.»
Ma lui continuò: «Voi pensate che sia impossibile per voi stare insieme, che sua madre non sarà d'accordo. Non sei tu quella a cui piace il romanticismo, a cui piace guardare drama? Il vero amore non trionfa sempre su tutto il resto? Se non trionfa su tutto, perché dovrebbe essere dannatamente chiamato vero amore? Inoltre, i koala sono australiani, non appartengono alla Nuova Zelanda.»
Pensai che non saremmo potuti arrivare a un punto d'incontro neanche se fossimo stati a parlare mezza giornata. Per cui solennemente suggerii: «Lascia perdere, dimenticalo. Non parliamone più, parliamo di qualcosa di serio.»
«Quale cosa seria?» fece Wu Bosong.
«Sei appena tornato dall'estero, dovrai aver portato qualcosa, no? Magari del cibo, dei vestiti o degli oggetti... anche se è solo una busta di plastica, dammene una. Sono davvero interessata a tutte le cose straniere.»
Wu Bosong sospirò di nuovo: «Spero solo che correggerai il tuo atteggiamento. Smettila di fingere, pensavo fossi una di quelle ragazze giovani e forti.»
Risposi: «Quanto sei scortese. Parla in modo appropriato! Chi credi di essere per attaccare l'età delle persone? Inoltre vorrei ricordarti che avevo 15 anni dieci anni fa.»
Infine, sganciò una bomba: «Jiang Chen mi ha convinto a dirti che ha un grosso intervento chirurgico questo pomeriggio e sarà di turno la notte. Non ha tempo per la cena... per cui chiede se puoi portargliela tu.»
Risposi che non ero mica la sua cameriera, non sarei andata. Non sarei andata. Non. Sarei. Andata.
Lui scrollò le spalle: «Questo lo vedremo.»
༻♡༺
Wu Bosong rimase a casa mia rifiutandosi di andarsene. Si sdraiò sul mio divano e prese a tormentare la mia TV vecchia di 1o anni.
A proposito: i prodotti elettronici al giorno d'oggi vanno di male in peggio. Le batterie del telecomando di quel televisore vecchio di 10 anni potevano durare un anno, mentre a casa, i miei, avevano recentemente acquistato una nuova TV LCD. Le batterie del telecomando dovevano essere sostituite una volta al mese. Ogni fine mese, quando chiamavo a casa, mia madre si lamentava sempre del controller della TV che stava esaurendo di nuovo la batteria; diceva che fosse tutta colpa di papà che aveva insistito per sostituire la buona vecchia e resistente TV con quella nuova.
Si fece ora di mangiare. Non riuscii a resistere a lungo, così presi la borsa e dichiarai: «Wu Bosong, offrimi una cena! Ti farò fare una bella scorpacciata come augurio di benvenuto.»
Si bloccò per un po' e si accigliò: «La tua logica è piuttosto spudorata.»
Accettai i suoi complimenti con modestia.
Lo illusi portandolo in un ristorante d'élite, uno dei più lussuosi che solitamente potevo permettermi solo di guardare da lontano. Lui si aggrappò alla portiera del taxi, dicendo che si rifiutava di scendere. Disse: «Posso dire da uno sguardo che gli ingredienti in questo ristorante sono tutti come me, sono appena stati spediti dall'estero. E poi se vuoi far sentire meglio Jiang Chen non dovresti usare i miei soldi per farlo. I miei soldi sono soldi guadagnati duramente. Mio padre è in bancarotta!»
Il tassista guardò la tariffa del tassametro che aumentava. Il sorriso diabolico sul suo viso dalla carnagione scura fu tenero quanto un cioccolatino fuso. Ci disse: «Ah! Ragazzi smettete di litigare. Parlate con calma, non ho fretta! Queste giovani coppie ormai sono tutte così...»
Mi sentii molto impotente nei confronti dei cittadini che lavoravano sulle linee di trasporto e che avevano la mania di accoppiare ragazzi e ragazze. Non era giusto e in realtà tutti, in ogni settore, amavano accoppiare i ragazzi e le ragazze che vedevano ed era una logica spesso immorale. Ad esempio una volta io e mio padre andammo in un grande magazzino a comprare delle scarpe. La commessa elogiò le scarpe di pelle che mio padre stavamo provando e a un certo punto se ne uscì con: Miss, ha da erro buon gusto! Le scarpe che ha scelto si adattano perfettamente al tuo ragazzo...!»
Alla fine finimmo in un ristorante di buona qualità, ma abbordabile. Non seppi perché, ma il ristorante in cui mi era improvvisamente venuta voglia di mangiare si trovava vicino l'ospedale. Beh, immaginai che dovesse essere destino.
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Curiosità
- Chen Shi Mei: era un uomo che abbandonò sua moglie e suo figlio per ricchezze e influenze politiche nella dinastia Qing. Da allora il suo nome è usato per descrivere un uomo senza cuore.
- Come un fiore di pero: similitudine che richiama Yang Gui Fei che piange. Era una delle quattro bellezze dell'antica Cina. Ora è usata per descrivere quanto sia delicata una ragazza quando piange.
Mamma mia, tradurre questo capitolo in certi punti era un inferno! 🤯 C'erano espressioni così inusuali per noi che alcune parti le ho proprio dovute adattare! Comunque sia, per chi già lo conoscesse, vi mancava Wu Bosong? 🥰
Nel libro è molto diverso, vedrete... ma lo avrete già intuito.
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