Capitolo VII
➢ Ho letto e tradotto sulle note di Alfonso – Levante
"E sembrerò seria e sembrerò in vena
Che gioia mi dà
Stare in mezzo alla ressa
Si parla di festa
Berrei volentieri un caffè
Mi pestano i piedi da un'ora
Ho le scarpe da sera ma non sono in vena
[...]
L'imbarazzo è palese ma sono cortese
Che vita di merda"
༻♡༺
Prima di entrare nella sala ricevimento Jiang Chen, che stava camminando davanti a me, improvvisamente si fermò. Fece qualche passo indietro per mettersi al mio fianco e piegò il gomito, guardandomi come ad aspettare che lo afferrassi.
Lo occhieggiai con sospetto: «Dobbiamo metterci in posa? Qualcuno deve scattarci una foto?»
Mi lanciò un'occhiata contrariata così mi misi subito a ridere, gli occhi socchiusi: «Ti sto solo prendendo in giro.»
Dopo aver finito di parlare, feci scivolare la mano nell'incavo del suo braccio e lo strinsi delicatamente: «C'è una cosa nei film in cui tutti devono essere a braccetto quando fanno un'entrata.»
Guardai la mia mano allacciata al suo vestito nero e all'improvviso mi sembrò che mi si formasse un nodo nel petto, non potei fare a meno di stringergli saldamente il braccio.
Lui chinò la testa per guardarmi e mi parlò dolcemente, come a cercare di calmarmi con gentilezza: «Allora guardati intorno come se stessi guardando un film.»
Mi guardai intorno nella sala dei banchetti. Un grande lampadario di cristallo pendeva dal soffitto, scintillando in una moltitudine di luci brillanti e colori limpidi. Sotto il lampadario si muovevano uomini e donne, tutti dall'aria frizzante e con bicchieri di vino tra le mani.
Lunghi tavoli erano ricoperti di tovaglie color champagne ed erano così pieni di cibo da far venire l'acquolina in bocca. Se fosse stato un film sarebbe stato di sicuro uno di quelli di cucina.
«Chen Xiaoxi, non limitarti a guardare il cibo, sorridi.» Jiang Chen si era chinato all'improvviso e aveva sussurrato troppo vicino al mio orecchio, solleticandomi col suo respiro caldo. Non potei fare a meno di lanciargli un'occhiata irta.
«Sorridi.» disse ancora una volta.
Seguii la sua traiettoria: un gruppo di persone camminava lentamente verso di noi, tutte intorno a un uomo più anziano, dalla statura bassina e che mi parse dall'aspetto familiare.
Jiang Chen mi trascinò un po' verso di loro.
Attraverso il sorriso forzato stampato sul mio viso, chiesi: «Qual è il tuo paziente?»
«Quello anziano in mezzo.»
Quando lo guardai mi sembrò raggiante di salute e non uno che si era appena ripreso da una malattia tediosa. Così chiesi ancora: «Ma di cosa era malato?»
«Cardiopatia.»
Jiang Chen aveva quasi finito di rispondermi quando finalmente li raggiungemmo.
Si salutarono con una semplice stretta di mano, sentii Jiang Chen chiamarlo Segretario* Zhang e allora capii da dove provenisse quella sensazione di familiarità: lo avevo visto nei notiziari locali un paio di volte. Per di più il fatto che guardassi i notiziari non più di dieci volte all'anno avvaleva l'ipotesi che lui ci compariva un sacco di volte.
Data l'influenza di quell'uomo non mi dispiacevo all'idea che qualcuno me lo presentasse.
Il Segretario Zhang era tutto sorrisi quando volse gli occhi su di me: «Questa è la ragazza del giovane Jiang?»
Lanciai una rapida occhiata a Jiang Chen e tra me e me pensai che se avessi dovuto spedire Buddha in Occidente sarebbe stato meglio farlo bene*, così misi su un sorriso e annuii: «Salve, io sono Chen Xiaoxi.»
Anche il segretario Zhang annuì. Gli uomini della sua età sembravano sempre piuttosto gentili. Lui con quel sorriso aveva la parvenza di un comune mortale che finalmente raggiunge l'immortalità dell'Eden.
«La signorina Chen sembra davvero bella, siete proprio una bella coppia. Anche se... confesso che avevo pensato di presentare mia nipote al giovane Jiang, ma mi sa che non abbia avuto abbastanza fortuna.»
Non seppi davvero cosa rispondere, per cui mi limitai a un sorriso addolcito di scuse. Jiang Chen invece decise di affrontare l'argomento da solo: «Oh è molto... premuroso da parte sua, Segretario Zhang. Ma non sarei così ipocrita da approfittare delle mie conoscenze per costruirmi quel tipo di relazioni personali.»
Il segretario Zhang si limitò a ridere e annunciò improvvisamente, con timbro chiaro e distinto: «Signore e signori!»
La sua voce non fu particolarmente forte, tuttavia ebbe una strana forza di evocazione. La sala gremita di persone si zittì e tutti sembrarono girare la testa nella nostra direzione.
Le mie dita, che stavano stretta al braccio di Jiang Chen, si strinsero inconsciamente. Lui di riflesso alzò l'altra mano e mi lasciò una carezza confortevole sul dorso.
Il segretario Zhang alzò il bicchiere di vino che teneva in mano: «Questo è il mio benefattore, il dottor Jiang. Chiedo a tutti qui un brindisi di ringraziamento per lui e la sua ragazza. Grazie!»
Quando terminò il discorso, a me e Jiang Chen venne subito portato un bicchiere di vino.
Anche Jiang Chen alzò il bicchiere: «Ho semplicemente fatto il mio lavoro.»
Onestamente parlando ero davvero terrorizzata: non avevo mai incontrato persone di quel calibro. Nella mia memoria, la folla più grande che avessi mai incontrato risaliva a quando avevo partecipato a un concorso corale durante le scuole elementari.
In quell'occasione ero stata proprio al centro di un gruppo di bambini, mentre cantavo a bocca spalancata. Le mie gambe, invece, avevano tremato come quelle di chi soffre di paralisi infantile.
Ora, un intero gruppo di persone guardava verso di noi e inoltre ognuno di loro faceva parte dell'alta classe: élite, magnati, funzionari influenti e così via.
Avrei voluto dire loro che ero solo una persona comune andata a guardare un film, per cui avrei gradito che non mi disturbassero e che non fossero loro a guardare me.
Fortunatamente, i riflettori rimasero su di noi ancora per poco. Quando tutti finirono di bere, ripresero velocemente da dove avevano interrotto; solo allora notai che nel mio nervosismo, mi ero versata del vino sulla mano.
Solo il segretario Zhang sembrava proprio non avesse intenzione di lasciarci andare, ci fece un altro brindisi di vino.
«Giovane Jiang, quando ti sposi ricordati di mandarmi un invito.»
«Sicuramente ti manderemo un invito, ma intanto non bere più vino, il tuo cuore non ne regge molto.» Jiang Chen lo disse sorridendo, ma in un tono intriso di forte autorità, quella tipica dei medici.
Il segretario Zhang si lasciò sfuggire un sorriso e posò il bicchiere.
Stavo pensando a come passare inosservata mentre occhieggiavo apprensiva la gonna che indossavo, valutando su quale parte avrei potuto asciugarmi la mano sporca senza che la macchia sarebbe risultata troppo evidente.
«Chen Xiaoxi, va' in bagno.» mi sussurrò Jiang Chen prima di essere trascinato via dal segretario Zhang.
Dopo aver finito di lavarmi le mani, scorsi Jiang Chen e il segretario Zhang da lontano, circondati da un gruppo di persone. Esitai un attimo, e alla fine dedussi che sarebbe stato meglio rimanere accanto al tavolo del buffet per riempirmi un po'.
Dopotutto avevo già dimostrato le mie capacità di frenare la nipote del segretario, per cui adesso potevo dedicarmi a dimostrare le capacità del mio stomaco.
Rimasi proprio accanto al buffet, occhieggiandolo per un un po'. Notai che le portate avevano sempre lo stesso aspetto di quando venivano servite, perché le poche persone che si avvicinavano al tavolo rimanevano lì per non più di dieci secondi.
Così mi sentii rassicurata e presi un piatto grande, pronta a mangiare di tutto, dall'inizio del tavolo fino alla fine. Per di più, avrei soddisfatto la mia voglia di sfruttamento della classe dirigente.
Ma ero riuscita a mangiare solo quattro piatti quando incontrai un ostacolo. Ovviamente non era perché fossi già piena, ero molto confident con il mio stomaco, ma... davanti a me ritrovai un gruppo di donne. Stavano chiacchierando sedute a tavola, ed erano naturalmente tirate a lucido con marchi che non avrei mai potuto permettermi. Difficile dire se fossero belle, perché sembravano truccate dalle mani di un dio e così, si sa, a volte persino le fattezze umane cessano di esistere.
Dato che il tavolo era spinto contro il muro e, a quanto pareva, quelle donne sembrava avessero tutta l'intenzione di rimanere lì per sempre, pensai che probabilmente non sarei stata in grado di provare ogni cibo che c'era prima che la festa finisse. Solo a pensarci, avevo già voglia di dare fuoco a tutte loro.
Le superai in silenzio, con l'intenzione di mangiare i piatti posti all'altra estremità del tavolo. Quando passai loro di fianco, venni chiamata da qualcuno: «Ciao fidanzata del dottor Jiang.»
Mi voltai, la ragazza che aveva parlato era molto bella, nonostante indossasse un vestito troppo appariscente e fosse truccatissima, riuscì comunque ad apparirmi dolce e raffinata. Mi ricordò un po' la Cleopatra nel libro di storia della mia scuola media. Era persino incredibilmente sfilata e portava dei tacchi che, ci avrei giurato, erano alti più di dieci centimetri.
Le sorrisi: «Salve.»
Si avvicinò a me e mi prese la mano: «Mio nonno è stato in grado di riprendersi e questa volta è stato davvero solo grazie al dottor Jiang. Sono stata in ospedale a prendermi cura di lui quando si è ammalato, e posso dire che il dottor Jiang è davvero dedito ai suoi pazienti. Per circa mezzo mese non l'ho quasi mai visto lasciare l'ospedale. È una fortuna che abbia una ragazza come te che comprende il sacrifico di questo lavoro.»
Sapevo di essere una ragazza abbastanza sensibile, ma le sue parole avevano davvero poco a che fare con me...
Tenevo ancora il piatto grande in una mano, mentre l'altra era tenuta in ostaggio da lei.
Non avevo altra scelta che fissare la sua mano che teneva la mia, così morbida che quasi sembrava mancasse di ossatura; le dita erano lunghe e sottili come scalogni tagliati e le unghie avevano una manicure di un rosa pallido, simile allo strato di salsa di salamoia che gocciola dalle zampe di pollo di prim'ordine in stile Hong Kong.
Dovette notare il mio imbarazzo perché allentò la presa sulla mia mano. «Penso che il dottor Jiang sia ancora trascinato in giro da mio nonno. A star da sola ti annoierai, vieni e unisciti a noi.»
Dovetti posare il piatto, e cercai di stamparmi addosso un'aria entusiasta mentre le ascoltavo conversare. Riuscii a cogliere alcuni spezzoni della loro discussione, riguardante le scuole della Ivy League all'estero, le località di villeggiatura, brand famosi... davvero non ci capivo nulla di quelle cose, per cui ne ero completamente disinteressata.
Ora stavano parlando di una qualche famiglia ricca che addestrava un cane con un nome di razza molto lungo, mentre la signorina della ricca famiglia invece allevava un puledro e chissà cos'altro... La conversazione comunque passò presto dagli animali al cibo.
Una donna con la bocca d'arpia disse: «I tartufi francesi che quel ristorante prestigioso ha trasportato per via aerea sono già arrivati. Sono andata a mangiarli giusto ieri, erano abbastanza buoni.»
«Veramente? Domani mi farò accompagnare dal mio ragazzo.»
«Ho sentito che anche il tonno rosso al ristorante Yalyn è buono.»
«Ah sì? Ci andremo un giorno di questi. Ma preferisco ancora il manzo di Kobe.»
«Se voglio mangiare tartufi mi basta volare in Francia o in Italia. Il tartufo nero francese è abbastanza buono, anche il tartufo bianco italiano non è male. Poi... non mangio tonno rosso, mentre il manzo di Kobe è qualcosa che mangio per prassi quando vado in Giappone. Tuttavia preferisco mangiare caviale, ma solo il più fresco... e se le uova sembrano polpose e lisce e sono senza condimento, uso un cucchiaio di avorio per prenderne un po' e mangiarle direttamente da una ciotola di vetro ghiacciata.»
Una voce dolce e setosa aveva fatto stranamente tacere quel gruppo di giovani e ricche signorine.
Guardai la donna che aveva appena parlato: era pigramente appoggiata al tavolo, sorridente... ma non sorridente, ed era molto bella. Non era una bellezza di quelle delicate, ma più... aggressiva, appariscente. Una di quelle per cui quando un uomo la guarda non può fare a meno di indulgere nelle proprie fantasie, mentre una donna non può fare a meno di voler gettare acido solforico sul suo bel visino.
Indossava un cheongsam* personalizzato, di colore verdastro ricamato con fiori rossi. Il vestito non aveva spacchi esagerati né una scollatura esorbitante, ma si attaccava alle sue curve come un guanto. Per la prima volta nella mia vita vidi qualcuno sembrare attraente con abiti che in realtà erano considerati conservatori.
Notai anche che quando parlava, le altre donne intorno a lei assumevano un'aria sprezzante, tanto che alcune addirittura sussurravano "volpe" sottovoce.
Quando sentii quella parola mi rincuorai di non rispecchiarmici, perché in fondo era proprio vero: diventare una volpe così cattiva è davvero uno spreco di talento.
Forse perché la conversazione a un certo punto divenne stantia, la nipote dell'ospite, la signorina Zhang, si voltò improvvisamente verso di me, chiedendomi con un sorriso: «Cosa piace mangiare di solito alla signorina Chen?»
Venni completamente colta alla sprovvista, non capendo se stesse cercando di ravvivare quella conversazione o mettermi in imbarazzo, per cui risposi evasivamente: «Non ho qualcosa che mi piace particolarmente mangiare, mangio di tutto.»
«Oh, l'ho vista mangiare un sacco di cose prima, ma sicuramente valuterà sempre accuratamente il cibo! Suvvia, non sia egoista e ci dica qual è il suo segreto.»
«S-sì, certo.» Mi massaggiai la parte posteriore del collo, un po' angosciata. «Penso che i noodles istantanei all'uovo della Nissin siano piuttosto buoni. Anche quelli della Master Kong non sono male. A me piacciono anche se sono un po' mollicci. E poi di uova è sempre meglio averne due: una da rompere e mescolare ai noodles, l'altra da lasciare di lato, in camicia. Quando tutto avrà raggiunto bollore, solo allora aggiungere il condimento... non troppo, la giusta quantità per renderlo appetibile! Infine un po 'di sale e un po' di salsa di soia. Sarà davvero buonissimo!»
Ci fu un silenzio funereo.
Visto? Perché mi avevano costretta a condividere questa cosa? Non avrei dovuto dirlo.
~
Curiosità
-Nissin e Master Kang: solo una marca cinese di cibo che fa anche noodles istantanei (quelli che vedete anche nei nostri supermercati a volte, avete presente vero? Che poi immaginate un tavolo di donne ultrasofosticate che vanno a Parigi per mangiare un dolce, ma che a un certo punto si sentono dire che i noodles precotti sono buoni... volo altissimo 🤣)
- Segretario: segretario generale del Partito Comunista Cinese (un politico importante, insomma)
- Spedire Buddha in Occidente: proverbio che usano per dire che se devi aiutare qualcuno almeno fallo bene, fino in fondo. Super divertente 😂. Sono sicura che ci sia un proverbio con lo stesso significato in italiano ma proprio non mi viene!
- Cheongsam (probabilmente lo conoscevate ma non sapevate si chiamasse così, i cinesi però lo chiamano qipao):
Curiosità della curiosità:
Ma non è che per caso preferite che vi inserisca queste info prima del capitolo, così da avere già chiaro il concetto/la parola quando lo incontrate? Oppure siete anti spoiler completamente e li volete lasciati alla fine?
Let me know 💛
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