Capitolo VI

Ho letto e tradotto sulle note di proom dress - mxmtoon

"I'm sitting here, crying in my prom dress
I'd be the prom queen if crying was a contest"



༻♡༺


L'auto di Jiang Chen si fermò davanti al negozio di Louis Vuitton. Io sobbalzai: avevo incontrato quel marchio solo nei libri di un qualche autore famoso, nella vita reale avrei potuto avere più familiarità con i video non autorizzati ai minori di diciott'anni.

Le sicure delle portiere dell'auto si sbloccarono con un rumore meccanico. Jiang Chen mi disse: «Scendi e aspettami, cerco un parcheggio.»

Scesi dall'auto e bighellonai nello stesso posto aspettando che tornasse, lanciando di tanto in tanto occhiate furtive alle vetrate del negozio LV. Forse era una mia impressione, ma mi sembrava che le luci color arancio fossero estremamente opulente e lussuose.

«Andiamo.» Jiang Chen era accanto a me da Dio solo sa quanto tempo.

Sobbalzai e balbettai: «È meglio di no, è molto costoso... inoltre sembra che tutto quello che vendano dentro siano borse, non ho visto vestiti formali.»

Seguii la mia traiettoria per capire a che mi riferissi. «Pensi che ti stia portando da LV?»

«No...?»

Mi guardò sconcertato: «Non sei mica mia moglie, perché mai dovrei portarti da LV?»

Facemmo una deviazione intorno a LV. Entrammo in un vicolo e arrivammo​all'ingresso di un negozio di abbigliamento. Alzai la testa e guardai... il nome del negozio era fin troppo onesto: "Can't afford to buy LV".

Indicai il cartello e gli dissi: «Guarda, ti sta prendendo in giro.»

Alzò la testa per dare un'occhiata: «Sta prendendo in giro te

Io  arricciai il labbro: «Aspetta che diventi ricca. Andrò nei negozi di tutti i marchi famosi solo per dire ai commessi: 'Questo non lo voglio, questo non mi piace. No... metti via tutto.'»

Scosse la testa e disse: «Potresti anche dire: 'Avvolgi questo articolo e questo articolo, avvolgi anche tutto il resto e spediscilo alla Croce Rossa.'

Beh, di sicuro la sua sensibilità era molto più acuta della mia.

Il proprietario del negozio era un ragazzo, il suo aspetto non era affatto male. Guardandolo continuavo a pensare che mi sembrasse familiare... ma molto probabilmente ero io che nel mio subconscio volevo familiarizzare con tutti gli uomini attraenti.

Il ragazzo si fece avanti per darci il benvenuto. «Dottor Jiang, hai portato la tua fidanzata a fare un po' di shopping?»

Jiang Chen mi sospinse un po' in avanti e rispose: «Aiutala a coordinare un outfit di vestiti adatto a un banchetto per stasera.»

Gli occhi del ragazzo mi squadrarono dalla testa ai piedi. «Va bene, l'aura della bella signorina è particolarmente adatta ai vestiti del mio negozio, coordinerò immediatamente diversi set tra cui scegliere.»

In effetti, la mia aura era proprio quella di chi non poteva permettersi di acquistare LV...

Mentre il proprietario del negozio stava scegliendo i vestiti, chiesi a Jiang Chen: «Lo conosci?»

Lui annuì. «È il fratello minore della dottoressa Su.»

Le orecchie del fratello minore Su dovevano funzionare particolarmente bene, perché si unì alla nostra conversazione: «Mi chiamo Su Rui, mia sorella potrebbe arrivare tra un po'»

Abbassai la testa per guardarlo: si era chinato per scegliere le scarpe, lasciando il suo didietro a bella vista.

I jeans a vita bassa che portava gli scoprivano gran parte del giro vita che era asciutto, sottile.

«Chen Xiaoxi.» Jiang Chen mi chiamò improvvisamente.

«Ah?» Feci scivolare via gli occhi da quel bacino sfilato e voltai la testa all'indietro per guardarlo.

Indicò il mio piede. Abbassando la testa, vidi una creatura verdastra simile a una lucertola che mi si acquattò accanto, la lunga coda che ondeggiava leggermente. Di riflesso, usai la punta per calciarlo via alla velocità della luce, poi mi nascosi dietro la schiena di Jiang Chen urlando a una frequenza disumana.

La creatura verde rotolò una volta sul pavimento, capovolgendosi per rivelare un ventre di un colore chiaro e quattro zampette che si dimenarono disordinatamente a mezz'aria.

Su Rui tornò eretto e si avvicinò a prendere il mostriciattolo verde. Se lo accomodò sul braccio, mostrandomelo mi tranquillizzò: «Non aver paura, non aver paura. Questa è la lucertola che sto addestrando.»

Sporsi la testa da dietro la schiena di Jiang Chen.: «È velenosa? Morde?»

«Non lo farà, non lo farà, è molto obbediente.» Su Rui stese il braccio e mi invitò con troppo entusiasmo: «Toccala e vedi tu stessa.»

Mi sembrò scortese rifiutare, così allungai la mia mano tremante. Proprio mentre le dita arrivarono davanti la lucertola, improvvisamente questa sporse fuori una lingua carnosa e quella con un sibilo. Fui così terrorizzata che rapidamente ritrassi la mano e tornai di nuovo a nascondermi dietro Jiang Chen.

Su Rui rise di gusto: «Xiaoxi non spaventare la tua amica, non l'ha fatto apposta a tirarti un calcio.»

«Xiaoxi?» Jiang Chen gli fece eco e iniziò a ridere anche lui.

Gli risposi impetuosamente prima che me ne rendessi conto, una buona dose di indignazione: «Si chiama anche Xiaoxi?»

«Anche?» chiese Su Rui era, sinceramente incuriosito. «Chi altro si chiama Xiaoxi? È davvero un bel nome.»

Io, che avevo un bel nome, alzai lentamente la mano. «Io, Chen Xiaoxi...»

«Ma questo è troppo destino!»

Su Rui si spostò finché non fu dietro a Jiang Chen, così si fermò davanti a me.

Accarezzando la testa della lucertola, disse: «Su Xiaoxi, ha il tuo stesso nome... siete predestinate! Salutatevi, datevi un bacino.»

Con una risata forzata, misi di nuovo distanza e mi spostai anch'io finché non fui di fronte a Jiang Chen; sporsi la testa e allungai la mano: «Ciao, ciao. Sai non c'è bisogno che ci baciamo, non c'è proprio bisogno... non c'è bisogno per forza di tanta intimità tra uomo e donna.»

Su Rui diede l'impressione di uno che era appena stato insultato: «Xiaoxi è una ragazza.»

Jiang Chen mi distaccò dal suo petto: «Va' a cambiarti i vestiti.»

Solo allora Su Rui mise giù Su Xiaoxi e prese diversi vestiti dagli appendiabiti per passarmeli. «Prima prova questi. Poi... che numero di scarpe porti?»

In realtà i miei piedi erano anormalmente piccoli e che mi venisse chiesta la misura delle scarpe era profondamente umiliante per me.

Quindi risposi: «35.»

Jiang Chen inclinò la testa, gli occhi fissi su di me. «Anche la taglia 33 e mezzo o 34 con semi-soletta può andare.»

Su Rui si è grattò la testa, dicendomi: «Devo cercare e vedere se ci sono scarpe della taglia 34, nel frattempo puoi entrare a provare i vestiti.»

Afferrai i vestiti e entrai in camerino, ma riscontrai problemi già alla prima prova d'abito. La cerniera sulla schiena era rimasta impigliata nei miei capelli e si era incastrata a metà, non potevo né tirarla su né abbassarla.

Impotente, potei solo chiedere aiuto, la voce alta: «Su Rui, la cerniera è bloccata! Non si smuove quando la tiro!»

La tendina si aprì, ma a entrare fu Jiang Chen.

Lo fissai attonita. Lui non disse nulla e si mise alle mie spalle. Mi scostò i capelli verso l'alto, tenendoli sollevati con una mano mentre con l'altra alzava su la cerniera in un movimento fluido.

Dopo aver fatto andò via bruscamente.

Io rimasi profondamente ammaliata da quei suoi modi abili.

Provai parecchi vestiti e alla fine Su Rui mi ha aiutata a scegliere un abito da sera di mussola, verde chiaro. Era leggero come una piuma addosso a me, mi fece provare un senso di panico perché era come non sentirsi addosso nulla.

Su Rui con grande difficoltà riuscì ad arrangiare un paio di tacchi alti, giallo-chiaro della taglia 34, aggiungendoci una semi-soletta. Riuscii a indossarli a pelo, trovando una stabilità quantomeno precaria.

Su Rui elogiò il mio nuovo outfit fino a descrivermi come una bellezza dei mondi celesti e mortali. Anche se non trovai neanche un frammento dell'aspetto mozzafiato di cui parlava guardandomi allo specchio, sentivo che ciò che aveva detto era sincero da parte sua. Mi venne sinceramente voglia di fare amicizia con lui.

La lucertola mia omonima provò ad avvicinarsi a me un paio di volte, ma venne scoraggiata dagli sguardi espliciti che le lanciai: "Se hai il coraggio di avvicinarti, ricorda che questa volta ho i tacchi."

Jiang Chen era rimasto seduto sul divano del negozio, soppesandomi pigramente con qualche occhiata di tanto in tanto.

Certo, non osavo mica sperare che sarebbe stato come ciò che normalmente si vedeva nei programmi televisivi o nei romanzi, dove lui avrebbe trattenuto il respiro e sarebbe stato rapito dalla mia bellezza, però per lo meno non avrebbe neanche dovuto apparire come se stesse guardando il telegiornale!

«Hai finito?» chiese, sollevandosi dal divano.

«Ho finito, puoi pagare.» Abbassai la testa e studiai il colletto del mio abito: il bordo aveva uno scollo a V ed era piegato in piccole pieghe dall'aspetto molto carino, ricordavano le fronde ondose e verdi del grano.

Annunciò rumorosamente Su Rui: «Dimenticalo, dimenticalo...! Qui c'è troppo destino... consideralo un regalo da Xiaoxi a Xiaoxi per il loro primo incontro. Facciamo solo ¥800 in totale: l'abito è 500, le scarpe sono 300.»

Lo guardai torva: era una fregatura, vestiti simili si potevano trovare su Taobao a 80RMB, spedizione inclusa.

Su Rui mi sorrise. «Non guardarmi come se mi considerassi un malvagio uomo d'affari senza scrupoli. Questi miei vestiti non sono quelli che puoi trovare per strada, sono tutti disegnati e realizzati personalmente da me, c'è solo un pezzo di ognuno.»

Jiang Chen, al contrario, non fiatò e dopo aver pagato disse solamente "Grazie". Poi mi sospinse fuori per andare.

Mi truccai sulla macchina in movimento con grande difficoltà. Per fortuna le condizioni della strada non erano male, nel complesso, dopo aver finito di truccarmi, i miei lineamenti del viso erano ancora gli stessi.

Mentre aspettava il semaforo rosso, Jiang Chen iniziò improvvisamente a ridere, i suoi occhi si riempirono di malizia e disse: «Le tue capacità di trucco sono migliorate notevolmente.»

Gli lanciai uno sguardo sprezzante, sapevo di cosa stava ridendo.

In quel periodo era il terzo anno da Senior. Stavamo studiando come disperati per passare gli esami di ammissione all'università nazionale, letteralmente giorno e notte. Altrove c'erano ragazzi che stavano combattendo esattamente come noi, ma... non riuscirono a resistere alla pressione e decisero di porre fine alla propria vita.

La notizia si diffuse nei vari dipartimenti principali e, dopo essere stata a lungo in giro, arrivò anche alla nostra scuola che era di una piccola città più lontana. Il preside della scuola aveva convocato con urgenza un incontro, dopodiché, un mese prima degli esami di ammissione, gli insegnanti decisero di organizzare una festa serale per noi bambini immersi nell'abisso della sofferenza. Il nome della festa era "Verso il domani".

Credevo fosse un nome abbastanza insignificante, a meno che si non morisse, tutti dovevano dirigersi verso il domani.

Gli elementi del programma erano stati preparati dagli studenti del primo e secondo anno e includevano recite, cori e così via. In breve, era tutta roba che avrebbe indotto le persone a non voler andare verso il domani quando la avrebbero vista.

Prima che si tenesse la festa serale, gli insegnanti furono indecisi sul da farsi di una questione. Gli studenti dovevano salire sul palco per truccarsi, ma c'erano solo pochi insegnanti nella scuola che sapevano come applicare il trucco. Già solo a finire di truccare il coro si sarebbe fatta mattina.

Perciò, la scuola all'ultimo minuto decise di lasciare che gli studenti della classe di arte condividessero parte della grande responsabilità di truccare gli altri.
In quanto studente di arte più brava, pensavo tra me e me che non sarebbe stato chissà cosa, non mi aspettavo proprio che un volto umano si sarebbe rivelato così diverso da una tela.

Ogni ragazza che truccai pianse dopo essersi guardata allo specchio, e inoltre dissero chiaramente che invece di salire sul palco con quell'aspetto avrebbero preferito dire "Addio al domani."

Fu in quel momento che Jiang Chen decise di passare davanti a quella classe.

Ero circondata da un gruppo di ragazzine in lacrime senza sapere cosa fare, mentre lui era rimasto fuori dall'aula a ridere così tanto che non riusciva a non far battere mani e piedi. Le ragazze più giovani, a veder ridere così proprio lui, gridarono disperate, ancora più frustrate.

Anche se erano passati ormai molti anni da allora, quando ricordavo quell'incidente le mie tempie prendevano a pulsare e pulsare, come se la cadenza di quelle urla mi fosse rimasta incastrata nelle orecchie.

«Arrivati.» annunciò Jiang Chen mentre l'auto si fermava lentamente, accostando.

Mi strofinai le tempie, sospirai e borbottai: «La prossima volta non farmi ricordare questi tipi di incidenti, la mia testa non li regge.»

L'auto si era fermata da un bel po', ma lui non sbloccò affatto le portiere. Mi voltai a guardarlo, perplessa. Aveva le sopracciglia aggrottate, gli occhi puntati in avanti. La mascella era tesa e teneva le mani serrate sul volante, le nocche sbiancate.

Sapevo che si stesse arrabbiato, solo non riuscivo a giustificarne il motivo.

Gli chiesi, la voce flebile: «Qual è il problema?»

Sembrò prendere un respiro profondo e lentamente lasciò andare il volante, girando la testa per sorridermi. In realtà non era proprio un sorriso, stava solo stirando le labbra in una linea, incuneando una profonda fossetta sulla guancia sinistra. Mi disse: «Non è nulla, solo un po' di mal di pancia.»

«Oh... Cosa vuoi che facciamo?» Quando diventavo nervosa, iniziavo a suonare confusa e incoerente, «Come mai ti fa male lo stomaco? Non hai mangiato niente? Hai qualche medicina da prendere? Forse meglio se andiamo in ospedale...»

«Sto bene.»

«Come potresti stare bene? Lo sai che se ti fa male lo stomaco potrebbe essere un'emorragia interna, o un'ulcera o una perforazione intestinale o... un cancro allo stomaco!»

Mi guardò, un sorriso tra le labbra: «Cos'altro?»

Feci, incerta: «Il tuo stomaco si sta lacerando?»

Poi aggiunsi con enfasi: «Insomma non importa cosa! Andiamo in ospedale velocemente, potresti morire il secondo successivo!»

All'improvviso allungò la mano e mi diede un colpetto sulla fronte, ricordandomi divertito: «Sei tu il dottore o sono io il dottore?»

Fui confusa e perplessa dal suo improvviso buon umore, mentre verificavo continuamente che il suo stomaco non si stesse lacerando.

Continuò ripetutamente a garantirmi che stava bene, e alla fine, esausto e impotente, disse che se qualche disgrazia imprevista fosse accaduta al suo stomaco, sarei stata io l'unica a muovere il coltello chirurgico durante l'intervento.

Sentendo che fosse disposto a morire tra le mie mani, mi sentii più in pace con me stessa.




~

Mi fa morire vi giuro 🤣🤣

Curiosità

- Non ho pensato a precisarlo prima ma in cinese prima si pronuncia il cognome e poi il nome, per cui Chen= cognome, Xiaoxi= nome. Non è inusuale o strano che si venga chiamati per nome e cognome, lì si usa così. Magari chi ti conosce davvero bene usa solo il nome a volte.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top