Su sentieri d'erba e di pietra
Le campanelle tintinnavano soavi nei capelli oliati del suo Khal Aegon, tante risate argentee, bronzee e dorate ridondanti nell'aria mattutina. Erano quattro: una dono di Daenerys, una conquistata dopo la vittoria con Volantis, una dopo aver espugnato Pentos e una per aver fatto sì che per la prima volta tutti gli uomini di latte si inginocchiassero ai piedi di un Khal. La stessa treccia sulla quale, come i rotondi scalatori di una montagna d'onice, i campanelli si inerpicavano pareva essere cresciuta e ondeggiava serena sul collo di Jon mentre il suo stallone dal manto nero trottava tranquillo a fianco di quello di Khal Ommo.
Dany stessa portava delle campanelle intrecciate nei suoi capelli, ma a differenza di quelle di Jon, il loro numero saliva a cinque. Difatti, dopo aver raccontato a Juti e Kily della riconquista del Trono dei suoi avi e della sonora e infuocata disfatta che aveva inflitto agli Umili Fratelli, nulla era riuscito a distogliere le sue ancelle dall'aggiungere altre due campane alle tre già decoranti la sua capigliatura.
Il mio Khal Aegon svetta su tutti e i suoi nemici tremano all'udire il tintinnio delle campanelle nella sua treccia. Quel pensiero la rese felice e Dany strinse le briglie della sua giumenta pallida. Anche Jaehaerys, il piccolo Stallone che Monta il Mondo, si unì alla sua euforia e i suoi piedini si mossero a rimescolare le acque del grembo della sua mamma. Dany si massaggiò il ventre e sorrise al sentire il suo minuscolo khalakka esultare per il suo papà.
"Sarai un bambino vivace, io lo so che lo sarai. Farai ammattire il papà ma lui ti vorrà sempre un gran bene. E non ti preoccupare: qualunque marachella tu compirai io sarò sempre pronta a difenderti perché è così che fanno le mamme..."
Gli occhi di rubino di Spettro la scrutarono attenti mentre queste parole abbandonarono le sue labbra. Persino nella dura vita del khalasar il metalupo albino non aveva smesso di sostare al suo fianco, una silente guardia dal pelo bianco, e la seguiva in ogni sua azione. Se Dany si alzava, lui si alzava, se passava il tempo con i bambini Spettro vegliava volentieri su tutti loro, se Dany cavalcava in testa al khalasar, Spettro marciava al suo fianco. Da quando aveva scoperto di essere incinta poi, le attenzione a lei rivolte dal metalupo erano aumentate. Con la sua fedele condotta Spettro stava dimostrando che un metalupo poteva sopravvivere in qualsiasi ambiente.
"Che c'è Spettro? Ti emozioni già al pensiero di dover badare a ben cinque pargoli reali, tra i quali dei futuri sovrani e lo Stallone che Monta il Mondo?" Dany rise e ritornò con gli occhi puntati verso l'orizzonte. "Nelle tue abili zampe so che i miei figli sono al sicuro, governante a pelo!"
Non era il Mare Dothraki quello che si stava aprendo dinanzi all'enorme khalasar di Jon e Dany, ma il collinare paesaggio nei pressi di Norvos, nel cuore del Continente Orientale. Con la loro nomina a imperatori aveva avuto inizio un vero e proprio viaggio per le Città Libere al fine di conoscere al meglio il loro nuovo popolo. Da Pentos erano scesi verso Tyrosh e Myr, accolti rispettivamente nelle appariscenti dimore dell'arconte e dei magistri. Erano poi proseguiti alla volta di Volantis, in quanto tentare di imbarcare un numeroso popolo che nei confronti del mare provava una paurosa avversione era una sfida persa già in partenza. Da lì erano poi risaliti, seguendo il flusso della Rhoyne e addentrandosi nell'entroterra. La misteriosa Qohor aveva spalancato loro le porte.
E non era stata l'unica. In qualunque città si erano, fino a quel momento, recati, folle oceaniche si erano riversate nelle vie, nelle piazze e in qualunque angolo delle strade ci fosse anche solo uno spazio libero. Occhi trasudanti meraviglia e timore si erano alzati alla vista dei loro draghi, di Spettro e di loro due, uniti a grida di giubilo e benedizioni. Sempre Dany aveva cercato di fornire una bellissima immagine di sé, dimostrandosi gentile, educata e rispettosa, cercando anche di legare con ogni illustre presenza femminile. Era riuscita nel suo intento. Non appena si lasciava una città alle spalle subito la raggiungevano complimenti sulla grazia e la gentilezza che aveva dimostrato e sulla bellezza sovrumana che sfoggiava.
Se in quei momenti Dany si era sentita come la Buona Regina Alysanne, Jon, lei ne era certa, doveva essersi immedesimato nel Vecchio Re Jaehaerys. Le voci sulla forza, sulla mascolinità e sulla buon anima dell'Imperatore si era sparse a macchia d'olio e tutti avevano convenuto che gli Dei avessero infuso ogni virtù che un monarca dovesse possedere in Aegon e Daenerys Targaryen.
E adesso si punta a Norvos. Norvos, la città delle tre campane e dei preti barbuti, delle case bianche e delle colline ondulate. Dany si chiese se anche lì, non appena vi avesse messo piede, la popolazione l'avrebbe acclamata insieme a Jon come una salvatrice. Nel profondo del suo cuore sapeva che sarebbe andata esattamente così.
Quando all'imbrunire il khalasar si fermò e la tenda di Dany e Jon fu montata, lei non volle sentir ragioni e riuscì a ficcare i suoi quattro tesori nella vasca. Li lavò lei stessa con l'aiuto di Myanna, Kily e Juti, profumando sia loro che l'aria con una delicata fragranza alle rose. Massaggiò i capelli di Rhaella fino a quando non divennero una soffice e spugnosa cascata corvina zuppa di schiuma, lavandoli poi con una caraffa d'acqua calda.
"Bo-bo!" Gorgogliò Daeron prendendo una manciata di bolle nelle manine e lasciandola poi ricadere sulla sottile superficie dell'acqua. Le fiamme nel braciere poco distante danzavano sui teli della tenda e sui volti dei suoi piccini in lingue arancioni, gialle e vermiglie. "Bo-bo-bo-bu!"
Con un po' di schiuma, acqua e profumo Dany lavò anche lui, lasciandolo poi a trastullarsi con l'acqua mentre passò alla sua gemella. Alysanne si dimostrò più testarda, schizzando da tutte le parti e piangendo mentre il caldo liquido le colava lungo il viso. Daenerys l'accarezzò e la baciò sulla fronte per calmarla. "È solo acqua amore mio, nulla più."
Quando Rhaella, Aemon, Daeron e Alysanne uscirono dalla vasca, Dany e le ancelle li asciugarono da capo a piedi, li avvolsero in morbidi abitini per la notte e li deposero nei loro lettini. Rimase al loro fianco fino a quando non si addormentarono e solo allora si cambiò lei stessa per andare a dormire. Congedò Juty, Myanna e Kily e spense la candela, ritrovandosi avvolta dalle tenebre. Aldilà della tenda i suoni dell'accampamento dothraki la raggiungevano: risate, crepitii di focolari, canzoni e nitriti di cavalli. Molto probabilmente in quella cacofonia anche Jon aveva il suo posto.
Si addormentò in una somma pacatezza e destarla fu un suono. Una risata per la precisione, la risata di Jon. Nelle tenebre e nella nebbia del sonno che ancora offuscava la sua mente non riusciva a distinguere i suoi lineamenti. Stropicciandosi gli occhi Dany lo chiamò.
"Jon?"
Un'altra risata fu la sua risposta e Dany percepì il peso di Jon posarsi sul letto. Come una mano di lui si allungò per massaggiarle il ventre una puzza insostenibile di alcol affiorò alle sue narici. Dany dovette seppellire il viso nel cuscino per farvi fronte. "Sei ubriaco non è vero?"
"N-no... sono estremamente ubriaco... e il vino... calma..."
Il fiato di Jon si scontrò con il suo viso, seguito da una serie di singhiozzi. Dany alzò gli occhi al cielo. "Vedi di non vomitare sul letto almeno. E domani mattina ti fai subito un bagno intesi? Puzzi più di una capra..."
Ennesimo singulto. "M-Ma oggi ho anche tagliato la... la... la... legna..."
Dany lo sapeva e arrossì a quel pensiero. Non appena il khalasar si era stanziato, Jon e altri avevano deciso di dedicarsi al tagliare legna per i fuochi. Norvos era situata in una regione collinare dove crescevano foreste di pini, querce e lecci, e, trovandosi così al centro, i suoi visitatori più frequenti non erano le calde brezze marine dell'ovest ma i gelidi e aspri venti provenienti dalle catene montuose dell'est. Per far fronte a quel freddo Jon si era messo a tagliare legna e Dany non aveva potuto fare altro che rimanere incantata ad osservarlo. Aveva lavorato a torso nudo e, ogni volta che l'ascia si era alzata e abbassata sul ceppo, i suoi muscoli si erano gonfiati e contratti, portando allo scoperto ramificazioni di vene mentre ghirigori di sudore venivano intessuti sul suo torace.
"Già, l'hai fatto e hai sudato copiosamente. Ora cerca di dormire valoroso ed ebbro mio Khal."
"Khal..." Jon si avviava già verso il mondo dei sogni con un filo scintillante di bava sulla bocca. "... e Imperatore..."
Il mio Khal e Imperatore, razza di testone. Dany scivolò nel sonno con un sorriso sulle labbra.
Il giorno successivo i loro destrieri non marciarono su un sentiero eroso dai venti, dal fango e dalle eoni, ma sulle illustrissime e antichissime strade valyriane. A differenza di altre strade erette da altre civiltà, quelle valyriane non erano state scalfite da nessuna forza meteorologica o umana. Erano perfette e si reggevano ancora dopo tutti quei secoli. Cavalcando su di esse, Dany immaginò i suoi antenati intenti a costruirle e a posizionare quelle pietre. Chissà quanta magia vi era intrisa in esse...
"Una delle Meraviglie del Mondo... questo è poco ma sicuro." La voce di Ser Davos Seaworth alle sue spalle la fece sussultare. Il vecchio contrabbandiere se ne rese conto e le chiese scusa.
"Non vi preoccupate Ser." Rispose Dany. "Anzi, venite, cavalcate al mio fianco. L'imperatore mio marito è momentaneamente coinvolto in una discussione con Khal Ommo." Dany indicò i cavalli di Jon e del dothraki a pochi passi da lei, alla guida del khalasar.
Davos sorrise a quella vista. "La vita dothraki l'ha conquistato, quel ragazzo cavalca come un vero Khal! Ed è tutto merito della sua Khaleesi..."
Dany gli sorrise. "Ho solo tirato fuori il suo lato selvaggio, nulla di più, anche se di recente mi appare fin troppo selvaggio. La mia gravidanza, l'impero, la guerra contro Volantis... non voglio che si sovraccarichi troppo. Sembra così stressato e mi fa sanguina il cuore a vederlo così Ser."
"Presto arriveremo a Norvos e allora potrà rilassarsi. Tiene con tutto sé stesso a voi e ai vostri figli e darebbe la sua vita per vedervi felici e al sicuro."
"Lo so Ser." Dany rivolse un sorriso al suo Khal Aegon cavalcante. "E questa è un'altra delle innumerevoli cose che amo di lui."
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