Storie della buonanotte
Le fiamme nel camino scoppiettavano liete, danzavano sui ciocchi come calde damigelle dai capelli rossi i cui piedi, passo dopo passo, stavano consumando quel legno e trasformandolo in granelli di nera cenere. Quelle schegge di luce si conficcarono negli occhi di Rhaella, donando un non so che di mistico allo sguardo della bambina. Seduta sul tappeto dinanzi alla grande bocca calda con le manine in grembo e i capelli sciolti sulle spalle, Rhaella era catturata da quelle lingue di fuoco. Daenerys ammirò il suo profilo risaltare contro la luce sottostante. Ogni anno che passava diveniva sempre più bella, esotica con quelle sue ammaglianti iridi viola e le piccole labbra carnose. Dei suoi figli, Rhaella aveva fino ad allora detenuto il primato di neonata più carne. Aemon era nato sì bello pasciuto, ma non aveva raggiunto il traguardo della sorella. I gemelli invece, avendo deciso di venire alla luce prima del tempo previsto, si erano inizialmente mostrati piccoli rispetto alla media dei neonati, ma una buona dose di latte e qualche settimana li avevano rimpinzati e dotati di tante adorabili pieghe di grasso sulle braccia e sulla mani, pieghe che ormai erano scomparse con l'avanzata del primo anno di vita.
"Etciù!" E furono proprio i gemelli, all'unisono, a starnutire. Dany ritornò verso di loro e asciugò i loro nasini colanti, serrando poi i suoi tesori nel soffice abbraccio di una coperta. Si erano beccati un bel raffreddore, i gemellini, e la loro mamma non aveva esitato a venire in loro soccorso. Nei giorni precedenti, la nursery era stata in fermento per il continuo andirivieni dei sovrani. Avevano vegliato sui loro bambini, assicurandosi che non facessero i capricci nell'ingoiare le medicine o nel dover rimanere a letto per infinite ore. In un modo assai poco regale, Alysanne si ripulì il moccio con un lembo della coperta e abbandonò il capo sulla spalla di Daeron. "Etciù! Etciù!"
I miei piccoli malati. Dany passò una mano fra i boccoli oro-argentei della figlioletta, lasciando ricadere l'altra sul suo ventre. Dentro di lei Jaehaerys cresceva sano e soprattutto vorace, desideroso non più di pernici, quaglie e asparagi ma bensì di pesce. Ormai Dany divorava pesce mattina, pomeriggio e sera e Jon continuava a stuzzicarla su come, grazie al suo contributo, le tasche di metà dei pescivendoli di Approdo del Re sarebbero presto esplose per l'enorme afflusso di denaro che proveniva dalle cucine reali. Lei gli rispondeva sempre con una spintarella affettuosa, ma non poteva non ammettere che, in effetti, le sue ultime due gravidanze erano state costellate da voglie davvero... particolari. Sul balcone della nursery la notte era al suo culmine, nera, profonda e gocciolante di stelle. All'interno della stanza invece a gocciolare erano i nasi di Daeron e Alysanne e il latte dalla coppa di Aemon. Seduto sulle ginocchia del suo papà, Aemon il Gentile sorseggiava del buon latte caldo mescolato a della valeriana per conciliare il sonno. Ormai la fama di suo figlio come coraggioso bambino sempre pronto a difendere gli indifesi si era sparsa per tutta la Fortezza Rossa ed anche oltre e, ovunque egli si recasse, tutti si rivolgevano a lui come Aemon il Gentile. Dany e Jon era orgogliosi del loro bambino.
"Mamma?" Rhaella si aggrappò al suo braccio e vi strusciò contro la testa come un gattino facente le fusa. Giocherellò con i lembi della sua vestaglia, adagiando poi la testa sulle sue ginocchia. "Mamma sei bellissima stasera..."
La mano di Dany percorse i suoi lineamenti e si soffermò sulle sue fossette. "Anche tu amore mio, ma tra non molto dovrai andare a nanna. Sei pronta per chiudere i tuoi occhietti?"
"No." Rhaella sbuffò e cinse le braccia. "Non sono affatto stanca. Voglio giocare ancora, voglio rimanere ancora sveglia con te e il papà..."
Il papà è capace di crollare addormentato in meno di cinque secondi cucciola. Dany alzò un sopracciglio e sorrise alla figlia, solleticando le piante dei suoi piedi nudi. "E se ti raccontassi una storia? Una e una soltanto e poi tu ed Aemon filerete a letto senza fare storie."
Rhaella sembrò pensarci sù, poi rispose di sì. Lasciò che un raffreddato Daeron occupasse le ginocchia della mamma e poi si dispose ben comoda sul tappeto. Dany lanciò un'occhiata al suo sposo seduto sulla poltrona poco distante e non si sorprese quando vide il capo di lui ciondolare verso i reami del sonno e del russare. Era stata una giornata dura per entrambi, colma di sedute del Concilio Ristretto e di ricevimenti nella Sala del Trono nelle quali poi Jon se l'era dovuta cavare da solo, in quanto Dany si era ritirata prima per la stanchezza dovuta alla gravidanza. Dany lo chiamò: "Jon!"
Lui si svegliò sussultando, facendo tremolare il latte nella coppa di Aemon e mostrando pietà nei confronti di una vestaglia che stava quasi per essere eletta a nuova fonte di saliva. Sbatté le palpebre. "S-sì? Sono sveglio, sono sveglio. Stavo solo riposando gli occhi."
Certamente, amore mio, certamente... Dany scosse la testa divertita e gli sibilò con aria scherzosa: "Dormiglione..." Il mestiere del sovrano era un mestiere duro che non conosceva giorni di riposo e che pesava sull'anima oltre che sul capo, questo entrambi lo sapevano, eppure ora Dany avrebbe potuto dire che l'ansia che attanagliava Jon i primi tempi del loro regno, quella stessa ansia che gli aveva fatto negare inizialmente la corona, non lo attanagliava più. Si sentiva a suo agio nelle mura della Fortezza Rossa, nelle vesti regali e con la corona che gli cingeva la fronte. Governava per la gente, per Dany e per i suoi figli, governava per la speranza di un mondo migliore.
"D'accordo... se io e il papà vi narrassimo la nostra storia, voi l'ascoltereste volentieri?" Sotto di lei Daeron starnutì sonoramente e lei gli porse il fazzoletto.
"Sì! Sì! Sì!" Aemon e Rhaella batterono le mani eccitati e Jon sorrise alla richiesta, guardando Dany con due occhi ricolmi di affetto. "La storia della mamma e del papà!"
Fu lei a cominciare. "Tanto tempo fa io e il papà non ci conoscevano. Io ero una principessa lontana dalla mia patria mentre lui dimorava alla corte di suo zio Lord Eddard Stark." A tempo debito avrebbe spiegato ai suoi figli il significato delle parole esilio e bastardo, ma che per adesso si beassero di una favola notturna semplice e lieta. "Il papà decise di andare a combattere con i Guardiani della Notte mentre io combattevo tanto in Oriente e diventavo la mamma di tre draghi."
"La mamma di Drogon!" Aemon interruppe la sua bevuta. "Ho un drago per fratello mamma!"
"Sì amore mio, hai un valente drago per fratello, ma adesso non parliamo di lui. Il papà gradirebbe continuare la nostra storia?"
Jon le sorrise, i capelli che gli ricadevano scomposti sulle spalle. "Io lottavo contro gli Estranei, malvagie creature di ghiaccio che volevano assoggettare il mondo, mentre la mamma aveva il suo bel da fare a ritornare a casa. Un giorno mi resi conto che da solo non potevo farcela a sconfiggere gli Estranei e allora chiesi aiuto alla mamma. Lei mi diede tanto, tantissimo aiuto e io non saprò mai come ringraziarla." I suoi occhi luccicarono e non per il riflesso delle candele. "La mamma ha fatto tante cose per me e per voi cuccioli, dovete essere molto bravi con lei e ricordarvi di quanto vi vuole bene. Lei è una persona meravigliosa."
No, tu lo sei. Dany riprese il filo del racconto. "Una volta sconfitti gli Estranei, ci fu ancora qualche turbamento..." Un giorno, un giorno nelle sue speranze ancora remoto, avrebbe rivelato loro tutta la cruda verità, ma non ora. Ora doveva crescere spensierati. "... ma alla fine io e il papà trionfammo, ci riprendemmo la nostra corona e la Madre ci donò voi, i nostri gioielli più preziosi..."
"Etciù!" L'ennesimo starnuto dei gemelli. Dany decise che adesso l'idillio era giunto al termine: i piccoli avevano bisogno di riposo per riprendere le forze e i due più grandi avevano stretto un patto con lei. Batté le mani per cambiare discorso. "Ora la storia è finita e voi dovete andare dritti dritti sotto le coperte, voi e il papà. Quindi forza, filate!"
La sua prole si mosse di controvoglia, sbuffando e abbandonando i propri giocattoli. Suo marito invece strizzò gli occhi, sbadigliò e si alzò dalla poltrona. Insieme a lui Dany rimboccò le coperte alle sue meraviglie, conferendo poi a ciascuno di loro un tenero bacio sulla fronte. Lei soffiò sulle candele, Jon acquietò le braci nel camino e mano nella mano con lui abbandonò la stanza ormai immersa nelle tenebre. Avevano appena chiuso l'uscio che la vocina di Rhaella risuonò alle loro spalle.
"Domani sera voglio che il papà mi canti una ninnananna!"
Jon si immobilizzò stupefatto e guardò Dany come se cercasse una via d'uscita da quella situazione. "Ehm..."
"Non vorrai deludere la nostra primogenita, vero Eggy?" Dany era sulla soglia della risata. "Scommetto che tu nascondi una voce melodiosa..."
Chiazze rosse avevano illuminato il viso di Jon. Il sorriso sghembo che ne seguì, un sorriso adorabilmente imbarazzato, le fece fremere il cuore d'amore. Lui rispose a Rhaella. "Certamente amore mio! Domani sera ti incanterò..."
Sei sempre pieno di sorprese Jon Snow, sei unico e speciale. Nel buio del corridoio, Dany lo baciò sulla punta del naso.
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