Spiagge e storie

N/A: sopra vi è la prova definitiva di quanto io NON sappia disegnare XD


"Buongiorno mio re..."

Uno sbadiglio e poi un sorriso abbagliante come il sole estivo. "Buongiorno mia regina. Avete dormito bene?"

Daenerys rispose al sorriso e si godette la gioia del momento. I raggi mattutini facevano capolino fra le tende chiuse del letto e accarezzavano i suoi piedi, la stanza era permeata del profumo delle rose e Jon la stava guardando adorante. Protese la sua mano verso la sua guancia e del calore la accolse. Jon si appoggiò sul gomito sinistro.

"Benissimo e lo stesso si potrebbe dire di te. Sei pronto per scendere alla spiaggia oggi?"

Jon annuì e si girò sul materasso, alzando poi un lembo della camicia da notte di Dany. Quando le sue gambe, pallide e aggraziate, furono svelate, le labbra di Jon vi si accanirono sopra. Quei baci solleticarono la sua pelle uno dopo l'altro, in essi vi era infuso tutto l'amore che il suo sposo nutriva per lei. Dany rise.

"Voglio tornare a possederti, mia bellissima regina, voglio entrare di nuovo in te, farti mia e scuotere il mondo intero con la nostra unione..." Jon la baciò ancora. "Oh... solo gli Dei lo sanno quanto mi mancano il tuo profumo, la morbidezza della tua pelle, i tuoi denti nella mia carne..."

Dany prese il suo capo fra le mani e mosse quei riccioli che tanto amava. Alla luce dell'aurora scintillavano come onice. Scoccò un tenero bacio sulla fronte di Jon. "Non è ancora il momento, mio piccolo draghetto di neve, prima abbiamo bisogno della tua guarigione."

Jon alzò il viso dalle sue gambe. "Ma io sono già guarito! Tossisco molto di meno e riesco a fare dei passi! D'accordo... ho ancora un po' di febbre... ma non sono più un calderone come qualche settimana fa!"

"E il mal di gola? Gli occhi che bruciano? E ti ricordo che riesci a fare qualche passo se ti aggrappi a qualcuno... Jon, voglio anch'io tornare a infiammare il nostro talamo, ma prima ho bisogno che tu stia bene, veramente bene!"

Jon sbuffò e sfregò la testa contro la sua caviglia, donandole poi un altro bacio. Dany lo lasciò fare per un altro po' prima di scendere dal letto. Privato dell'oggetto delle sue attenzioni, il viso di Jon ricadde sulle soffici lenzuola e un minuscolo broncio fece la sua comparsa su di esso. Dany non mancò di notarlo lungo la sua strada verso il guardaroba.

"Non mettere il broncio..."

"Non sto mettendo il broncio. Mi ritengo solamente abbastanza in salute per tornare a compiere il mio dovere coniugale e quello che ho nei confronti del mio popolo. Cosa c'è di sbagliato in questo?"

Dany adocchiò un vestito celeste dal corpetto decorato con perle di fiume. Le maniche larghe e dai bordi in filo d'oro, che decoravano anche il collo, rilucevano al sole. Se lo pose dinanzi al corpo e si diede una rapida occhiata nello specchio. "La tua impazienza, ecco cosa c'è di sbagliato. Tu stesso sai di non essere ancora perfettamente guarito e, nonostante il tuo desiderio di operosità per me e il reame sia veramente lodevole, non penso che ignorare febbri e mal di gola ti ridoni la salute più in fretta."

Altro sbuffare. Jon affondò il viso nel materasso. "E va bene: aspetterò. Ma solo se la mia regina mi degnerà di un bagno caldo in unione con me questa sera."

Razza di monello. Dany sorrise al suo riflesso e, con l'abito sottobraccio, si incamminò verso il paravento. Prima di sparirvi dietro però, scoccò un bacio in direzione del suo re. "La tua regina accetta ben volentieri."





Insieme ai bambini fecero colazione con frutta e pane caldo e poi si diressero insieme in direzione della spiaggia. Essendo la Fortezza Rossa un vero e proprio dedalo di corridoi, stanze, saloni e cortili, sviarono con facilità i luoghi gremiti di cortigiani. Anche i giardini si dimostrarono tali. Passando dietro alte siepi e radure costeggiate da statue, la famiglia reale giunse con facilità alla costa scortata da Ser Brienne e Ser Podrick.

Le onde si infrangevano sulla battigia rendendo la sabbia pastosa e scura e i gabbiani garrivano dagli scogli, svolazzando nel cielo azzurro. Come Jon, Dany e gli altri vi misero piede, una folata di vento recante con sé gli odori pungenti della salsedine e del sale li investì in pieno viso. Jon inspirò contento e aprì la bocca per accogliere nel suo corpo quell'aria sana mentre Rhaella e Aemon corsero ridendo verso il mare. I loro abitini da spiaggia, semplici pantaloncini per lui e una gonnellina per lei, risaltavano in tutto il loro candore contro il blu zaffiro dell'acqua sullo sfondo.

Sistemato Jon nella sua sedia a rotelle, Dany aprì il suo seggio trasportabile e si sedette accanto a lui. Jon l'accolse con un sorriso e una stretta di mano, prima di riportare il suo viso contro il vento.

"Vuoi che ti legga qualcosa? Ho portato un libro..."

"Di che libro si tratta amore mio?"

"Fuoco e Sangue volume primo: da Aegon I alla reggenza di Aegon III. Ti inspira, Aegon?"

L'Aegon in questione, sesto ufficialmente del suo nome ma ultimo di chissà quanti prima di lui, rise ad occhi chiusi ed annuì. "D'accordo. Che la tua voce meravigliosa penetri nella mia mente, mia regina. Essa sarà il balsamo del mio povero cervello."

Felice del suo re poeta, Dany iniziò a leggere: "I Maestri della Cittadella che custodiscono le storie del Continente Occidentale hanno guardato alla Conquista di Aegon come al loro punto di riferimento negli ultimi trecento anni. Nascite, morti, battaglie e altri eventi sono datati DC (dopo la Conquista) o PC (prima della Conquista). I veri accademici sanno che..."

Dany lesse mentre Jon mostrava al vento araldo della guarigione il proprio palato. Era arrossato dal poco sangue che ancora non desisteva e continuava a salire dai polmoni, ma, presto, se Jon avrebbe persistito nel venire quotidianamente lì a respirare aria buona, sarebbe scomparso e Dany avrebbe potuto donare un'infinità di baci al suo re.
Lei pregustava già i suoi sapori, la ferocia che Jon avrebbe utilizzato nel baciarla, i suoi denti che affondavano irrequieti nella sua pelle e che le lasciavano un rosso ricordo e, soprattutto, la delicatezza delle sue labbra... le labbra del suo re...

Nel frattempo Rhaella e Aemon avevano esplorato la spiaggia, scavato nella sabbia e scoperto tesori sepolti che il più giovane dei due continuava a depositare sulle ginocchia del suo papà. Conchiglie dalle forme più svariate, minuscoli molluschi, cocci, piume, alghe, sassi colorati e addirittura una biglia si radunarono ben presto sulla coperta rossa .

"Temo che nostro figlio mi abbia scambiato per una buca." Scherzò Jon a un certo punto. "Sono regali meravigliosi ma..."

"Regali per papà!" Ribatté Aemon posando una conchiglia a spirale e baciando un ginocchio del padre. "Papà felice! Papà è felice!"

Davanti a quella puerile dolcezza Jon non potè opporsi. Scompigliò l'argentata capigliatura di Aemon. "Certo cucciolo, papà è felice, tanto felice. Sono i regali migliori del mondo."

Le iridi di Aemon scintillarono di gioia e il principino batté le mani prima di ricongiungersi con la sorella maggiore. Rhaella era impegnata a scavare nella sabbia con le mani e i suoi riccioli scuri erano mossi dal vento. A Dany ricordarono un cespuglio. Proprio allora la piccola Alysanne decise di farsi sentire dal suo cesto di vimini e Dany dovette portarsela al seno. Richiudendo il libro, abbassò la spallina dell'abito e il suo seno gonfio e turgido fu svelato al mondo. Alysanne si attaccò al capezzolo e prese a succhiare affamata.

La sua figlioletta più giovane recava con sé l'eredità valyriana dei Targaryen. I suoi occhi erano viola, la sua pelle diafana e i suoi capelli oro-argento e condivideva queste caratteristiche con il suo gemello Daeron. "È affamata la mia piccolina..."

"La nostra piccolina." La corresse Jon. "E qui intorno abbiamo gli altri. Sono tutti i nostri gioielli, i nostri veri tesori. Sai, a volte mi domando come abbiamo fatto io e te a..."

"... a creare qualcosa di così perfetto? Non sei l'unico con il cervello invaso da questa domanda Jon Snow. Credo che non ci sia risposta, l'abbiamo fatto e basta. Il nostro amore si è realizzato in quattro stupendi bambini. Bambini vivi e sani e che io voglio continuare a donarti. Maschi e femmine in abbondanza, proprio come Jaehaerys e Alysanne."

"Tredici?" Le labbra di Jon si aprirono in un sorriso bianco. "Oppure nei vuoi sedici? Otto maschietti e otto femminucce e ognuno di loro avrà un coraggioso papà che si alza la notte per cambiare i panni. O magari quindici? La mia regina mi dica il numero e io mi metterò all'opera."

Come posso dirtelo? Ne vorrei tanti, tantissimi, un esercito intero di figli da baciare, da coccolare e da crescere con te. Alysanne aveva finito di nutrirsi e Dany le diede dei colpetti sulla schiena per farle fare il ruttino."Ora come ora è meglio pensare ai bimbi presenti mio re. Se gli Dei poi saranno così misericordiosi da rendermi più fertile di un campo di grano allora vedremo."

"Giusto, aspettiamo e vediamo."

Non appena Alysanne fu riposta mezza addormentata nella sua cesta accanto a Daeron, qualcos'altro venne ad attirare l'attenzione di Daenerys, o meglio qualcun'altro. Aemon e Rhaella stavano tentando in tutti i modi di costruire un castello con il loro piccolo secchiello e la loro piccola paletta, ma fino ad ora tutti i tentativi si erano rivelati vani. Un mucchio di sabbia sorgeva e crollava subito per la delusione dei suoi piccini.

Dany si avvicinò loro, inginocchiandosi nella sabbia. "State tentando di costruire un castello? Venite vicino al papà, almeno potrà vederlo anche lui. Che ne dite se realizziamo Roccia del Drago eh? Vi aiuto io amori miei."

Così fu. Roccia del Drago sorse dalla sabbia a pochi passi dai piedi di Jon. L'isola fu una striscia tracciata con la paletta, le sue finestre divennero conchiglie, le sue grotte buchi creati con le dita, nel giardino di Aegon crebbero alghe e il vessillo Targaryen si trasformò una piuma. Alla fine, l'intera famiglia reale applaudì difronte al nuovo castello.

Ed esso continuò a erigersi anche quando il Re, la Regina, i loro figli e la loro scorta lasciarono la spiaggia.




Come altri pomeriggi, furono Jon e Dany ad accompagnare i principini verso il loro riposino pomeridiano. Quella volta Rhaella e Aemon si adagiarono insieme nel letto di lei, i loro animaletti di stoffa stretti al petto e le orecchie pronte per udire una storia.

"Io ne so una!" Jon ebbe d'improvviso un'illuminazione. "Voi l'avete mai visto un gigante?"

"Gigante..." Le ametiste di Rhaella si spalancarono per la meravigliosa. "No! Racconta! Racconta! Racconta papà!"

Jon Snow sorrise vittorioso. "Beh, quando servivo sulla Barriera, ovvero quel muro di ghiaccio alto alto che avete visto quando siamo andati al Nord, ebbi la fortuna di incontrarne uno. Si chiamava Wun Weg Wun Dar Wun, ma noi lo chiamavano semplicemente Wun Wun. Aveva una lunga barba, persino più lunga di quella di Tormund e..."

E così i suoi tesori si avviarono verso il mondo dei sogni ascoltando le imprese del gigante Wun Wun. Vedendo Jon così preso e così felice nell'intrattenere i suoi bimbi, Dany non riuscì a non farsi sfuggire una solitaria lacrima di gioia sulla guancia. Era nato per essere padre. Era perfetto. Ci stava mettendo tutto il suo cuore affinché la felicità dei suoi cari fosse assicurata. Quando alla fine Rhaella e Aemon serrarono i loro occhietti pure il Re era vicino a serrare i suoi. Jon poggiò la fronte contro il muro.

Dany gli tastò la guancia. "Sei caldo e stanco. La febbre ti si è rialzata ancora ma i maestri hanno detto che è tutto nella norma. Qualche giorno di calore e poi se ne andrà definitivamente."

Jon scosse la testa. Aveva gli occhi lucidi e la voce spenta. "Non s-sono stanco..."

"Invece sì amore mio."

"No! I-io... n-non sono stanco..."

Tentò di alzarsi ma si rivelò un fallimento. Una delle septe lo afferrò prima che cadesse a pancia in giù sul pavimento. Dany lo prese con sé e allora Jon strusciò il capo contro la sua spalla. "N-Non sono... stanco..."

Dany sorrise comprensiva. "Adesso fili dritto a fare il tuo riposino pomeridiano e poi questa sera ci rilassiamo in un bel bagno caldo. Solo io e te."

Fu lei ad accompagnarlo, lasciando che lui utilizzasse il suo corpo come sostegno.

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