Sosta all'ombra dei salici
Lord Edmure Tully si era definito "onorato oltre ogni misura" di poter ospitare buona parte della corte reale al suo desco per pochi giorni. E così oltre alle trote rosse e blu a Delta delle Acque avevano iniziato a sguazzare anche i Draghi. Mai si era visto il castello così in fermento, brulicante d'attività che avevano inizio addirittura prima del sorgere del sole. Dopotutto non capitava tutti i giorni che la famiglia reale si fermasse per una sosta nell'antico maniero dei Tully.
Seppur legato a quella spregevole donna che per tutta la vita aveva avuto solamente parole velenose per Jon, a Daenerys quel luogo piaceva. L'acqua irrigava i campi e le colline circostanti rendendoli coperte di smeraldo gradevoli alla vista, il parco degli dei era una vera e propria oasi di ristoro per la mente e per il corpo ed era assai piacevole essere svegliati ogni mattina dal gorgoglio lieve della piena estiva e dal cinguettio degli uccelli. Per certi versi le ricordava la vita ad Approdo del Re, solo che a destarla ogni giorno con il loro canto ammagliante non erano le correnti fluviali ma le onde che si infrangevano sugli scogli, stringendoli in abbracci di schiuma e sale.
A dispetto delle sue sorelle, Lord Edmure pareva assai più pacifico e meno avvezzo a intrighi e a sentimenti cupi come l'invidia e il ribrezzo. Era un bravo spadaccino e brillava nell'arte della caccia, specialmente con il falcone. Comprendendo grazie a una sola occhiata a Jon, il quale dalla sedia a rotelle era ora passato al bastone, che una battuta nelle sue terre non sarebbe stata possibile, aveva invece optato per dar lustro ai suoi esemplari di falchi conducendo Jon in una visita guidata nell'uccelleria.
L'atmosfera di Delta delle Acque stava giovando alla sua salute e anche a quella di Daenerys. Finalmente, dopo giorni di tensione, aveva potuto lasciarsi andare, svagarsi e rilassarsi. Aveva trascorso ore nel parco degli dei in compagnia dei suoi figli, delle sue ancelle e della consorte di Lord Edmure, Lady Roslin Frey, ultima superstite del Casato dei Signori del Guado. Dalla sua grazia e dalla sua bellezza non traspariva nulla dei tratti brutali che si mormorava fosse appartenuti all'ottuagenario, prolifico e defunto Lord Walder Frey. Roslin era dolce, stravedeva per i bambini ed dava l'idea di essere una perfetta padrona di casa, castellana indiscussa di Delta delle Acque.
Suo figlio Hoster poi, un frugoletto dai capelli ramati dei Tully di quasi sei anni, andava d'amore e d'accordo con Rhaella. Se precedentemente con Robb Baratheon non aveva fatto altro che litigare dalla mattina alla sera, adesso in compagnia di Hoster rideva e giocava con gaudio. Questa nuova amicizia non aveva scombussolato affatto gli animi dei due giovani cerbiatti e presto loro stessi avevano iniziato a passare il tempo con i figli degli inservienti e dei cortigiani. Alla vista di quel legame fra la sua primogenita e il piccolo Tully, Dany aveva riso e aveva annunciato a Roslin che forse un giorno il Drago avrebbe potuto pescare la trota.
Persino i gemellini, inizialmente tormentati da incubi mostruosi sulla loro avventura nel Tridente, sembravano aver tratto beneficio dalla pace di Delta delle Acque e così i transiti fra il letto dei genitori e il loro erano diminuiti notte dopo notte.
Fu in questo clima di ritrovata serenità che Lord Edmure indisse un banchetto per celebrare i suoi augusti sovrani. Banchetto che fu organizzato nella Sala Grande, al cospetto dei pesci intessuti sugli arazzi e delle mura rosse del castello.
Una profusione di pietanze succulente venne sfornata dalle cucine e fece il suo ingresso nella sala come una processione di barbabietole immerse nel burro, pasticci di manzo e di maiale, funghi e fette di torta al limone. I bardi allietarono la serata cantando "l'orso e la fanciulla bionda" e "il coraggio Danny Flint" e perseverarono nel canto anche quando il vociare crebbe a dismisura, contornato da risate e dal tintinnio dell'oro sui tavoli per le scommesse. Sfidando il vino di cui il suo corpo sembrava già aver ampiamente goduto, Lord Edmure riuscì a dedicare un brindisi ai suoi regnanti, "le stelle che ci indicano la via in questa landa di oppressione e paura." tali le sue parole.
Quando giunse il momento del ballo, Edmure domandò la mano di Daenerys ma lei rifiutò con garbo, asserendo di essere una ballerina disastrosa e di non voler rovinare il bel farsetto rosso e blu del suo interlocutore con il rigetto di uno stomaco movimentato. Lord Edmure rise a quella risposta e si congedò da lei con un elegante baciamano, lasciandola per la pista da ballo.
"Non sei obbligata a restare qui solo per tenermi compagnia." Accanto a lei, la voce di Jon suonò velata dalla malinconia. "So già che non posso ancora camminare completamente."
"Piantala testone..." Dany lo baciò sulla guancia con un sorriso. "Io ti amo così come sei, ballo o senza ballo. Preferisco di gran lunga la tua danza nel letto che volteggiare fra le braccia di un semi sconosciuto!"
Che perla il sorriso del suo amore, un fuoco capace di sciogliere il gelo più ostile. Le bisbigliò all'orecchio con intrinseca dolcezza: "La strada da qui alla Capitale è ancora lunga mia regina e non si sa mai che ci possa scappare qualche nuovo principino..."
"Ah no!" Dany rise. "Per quello dovrai aspettare almeno due anni! Jaehaerys è una vera propria tormenta!"
Il bacio sulla guancia che giunse la fece arrossire. "Naturale che lo sia, ha preso in tutto e per tutto da quella testa calda che è il suo papà!"
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