Sere d'Estate

Il sole stava scendendo lentamente ad abbracciare il mare, le acque erano solcate da strisce dorate e presto Approdo del Re sarebbe stata sommersa da una soffusa luce dorata, l'ultima visione del giorno. Daenerys ammirava il tramonto dal balcone. La brezza della sera la investiva in pieno viso e lei si strinse la vestaglia intorno alle spalle. Un giorno finiva e una luna di angoscia, di rabbia e di malattia le diceva addio. Lentamente, giorno dopo giorno, Jon si era ripreso e l'aveva fatto grazie alla sua stessa forza interiore, non per l'intervento sovrannaturale di qualche santone.

Il suo amato aveva continuato a scendere alla spiaggia ogni mattina, a respirare della salubre aria di mare e a seguire i consigli dei Maestri. Aveva persino ripreso a camminare, prima aggrappandosi a lei o altri e successivamente con l'ausilio di un bastone. Presto l'avrebbe abbandonato e allora Jon avrebbe potuto definitivamente dire addio alle continue visite, agli infiniti soggiorni a letto, a medicine dal sapore orribile e a trattamenti di ogni sorta. Da lì a pochi giorni avrebbe ricominciato a presiedere le sedute del Concilio Ristretto insieme a lei e a sottoporsi agli allenamenti quotidiani nel cortile accanto all'armeria.

"Dany?"

Quanta dolcezza in appena quattro lettere. Dany si girò e vide un sorridente Jon Snow venirle incontro. La punta lignea del bastone da passeggio ticchettava sul pavimento. Lasciando che il vento gli scompigliasse i capelli, Jon uscì sul balcone e si avvicinò a lei, accarezzandole poi dolcemente la guancia con le nocche. I suoi occhi straboccavano di amore.

"Tutto bene mia regina? Ti vedo pensierosa."

Dany posò la sua mano sulla sua, godendosi il bacio sulla fronte che venne in seguito. I riccioli di Jon le solleticarono la pelle e il suo profumo per lei inconfondibile - muschio, legno d'abete e cuoio - le inebriò i sensi. Moriva dalla voglia di farlo suo, di sbatterlo sul letto e di succhiare il suo uccello, ma i Maestri avevano loro prescritto di aspettare ancora qualche giorno prima di riprendere i rapporti.

"Stavo solo pensando a quanto sono felice ad avere te al mio fianco Aegon Targaryen, ti amo."

"Ti amo anch'io, Daenerys Targaryen." Dany accolse il bacio di Jon con tutta la gioia del mondo. Il suo palato non era più invaso dal sapore acre del sangue, ma fresco e libero. A Dany sembravano essere passati secoli dall'ultimo vero bacio, dall'ultima volta che le loro lingue avevano lottato come due spugnosi e viscidi soldati, dall'ultima volta che le essenze sue e di Jon si erano fuse in un connubio spettacolare. Daenerys posò entrambe le mani sulle guance di Jon.

"Torniamo dentro, che ne dici? Leggiamo un bel libro al calduccio sotto le coperte?" Suggerì lei. "Le leggendarie vicissitudini ed eroiche imprese dei cavalieri dell'Altopiano è di tuo gradimento?"

Si avviarono a braccetto e con il bastone di Jon che ticchettava sul tappeto. Lui sembrò pensieroso. "Mmh... spade? Tornei? Intrepidi duelli? Mi vuoi proprio far fremere all'idea di ritornare in azione, non è vero?" Rise. "Non ti preoccupare. A me va bene qualunque libro che tu scegli di leggere, mia bellissima regina."

Jon si adagiò sul letto mentre Dany prendeva il libro dalla libreria. La copertina rilegata in pelle fu posata delicatamente accanto a Jon prima di posarsi sulle ginocchia coperte di lei. La coperta rossa, posta sopra le lenzuola, conferiva un piacevole tepore. Dany aprì il libro. Le pagine erano ingiallite dagli anni e decorate con stupende miniature. Prato verde smeraldo, fonti blu zaffiro e cornici dorate, spirali di un rosso vivo e lettere all'interno delle quali si aprivano interi paesaggi. Un gruppo di scimmiette si stava divertendo aggrappata alla scarlatta coda di una P maiuscola.

"Il cavaliere si stupì dinanzi a cotanto talento: quello scudiero mingherlino aveva impugnato la spada con una tale maestria!" Lesse Dany. "Si avvicinò a lui e gli disse..."

"PAPÀ! MAMMA!"

Sorprendendo i loro genitori, Rhaella ed Aemon Targaryen con in braccio i loro fratellini più piccoli sopraggiunsero nella loro stanza. Il libro scivolò fra le lenzuola e le braccia di Daenerys si aprirono ad accogliere i suoi quattro tesori. I principini saltarono sul letto e si strinsero nell'abbraccio della loro mamma.

"Ehi! E al papà nulla?" Jon si finse offeso e incrociò le braccia. "Vi ricordo che non ho potuto vedervi per settimane intere!"

Detto fatto. Rhaella, Aemon, Daeron e Alysanne non persero tempo a saltare addosso al loro papà. Le manine dei gemellini si allungarono e tirarono la barba e i capelli di Jon, facendolo ridere.

"Perché siete qui cuccioli?" Domandò Daenerys. "Dovreste essere nei vostri lettini a fare la nanna."

"Abbiamo fatto un brutto sogno!" Esclamò Rhaella aggrappandosi al braccio di Dany come una cozza. "Tutti. Tutti abbiamo fatto un brutto sogno e siamo venuti da voi."

Il nostro letto è il loro nido sicuro, la loro mamma e il loro papà li proteggeranno. Dany annuì comprensiva. "Io e il papà stavamo leggendo un bel libro, volete unirvi a noi miei pulcini?"

"Sì!" Mentre Aemon e Rhaella si trovarono un bel angolino comodo in mezzo ai loro genitori, i gemelli finirono i grembo a Jon e Dany, Daeron a lui e Alysanne a lei. Tra non molto i due piccini avrebbero potuto far ritorno nella camera reale e, con loro, sarebbero ritornate anche le alzatacce notturne a carico di Jon.

Sorridente, Dany ricominciò a leggere. Si immersero nella storia di nobili duellanti dell'Altopiano, la terra madre dei tornei. I cavalieri sconfissero mostri, salvarono pulzelle dalle lunghe trecce bionde e le ricoprirono di girasoli e papaveri, vissero in un'Estate infinita, spezzarono incantesimi di malvagi stregoni e uccisero draghi. Su questo Rhaella trovò qualcosa da ridire.

"Perché? I draghi sono buoni! Io avrei incenerito il cavaliere e salvato il drago."

Jon rise divertito. "Molti non capiscono la bellezza dei draghi cucciola. Ci sono tante persone ignoranti su quelle meravigliose creature."

Andarono avanti finché le palpebre dei quattro piccoli Targaryen non calarono da sole. Non li riportarono nei loro letti, non lo facevano mai. Per loro quei momenti erano preziosi, attimi fugaci da cogliere con estrema felicità. I loro bambini erano lì con loro, i loro corpicini caldi contro i loro i corpi e i loro respiri mozzanti il silenzio notturno. Erano lì con le loro domande e le loro vocine squillanti, con le loro pelli morbide e i loro boccoli profumati. Erano lì e Jon e Dany non avrebbero desiderato altro.

"Quando riprenderai gli allenamenti con la Guardia Reale, esigo che tu mi istruisca nella nobile arte della spada." Sussurrò Dany quando ebbe la certezza che i bimbi si fossero addormentati.

Jon cercò di trattenere una risata. "Esigo? La mia regina ora esige? Sarei più che contento di insegnarti le mosse del duello e... guarda là!" Dany si voltò nella direzione indicata da Jon, ma non trovò nulla. Prima che ritornasse verso il suo percepì il libro venirle strappato via dalle mani. "Prima lezione: non farti fregare dall'avversario."

Questa volta ci pensò Dany. Muovendo le gambe sotto le coperte ottenne l'effetto desiderato, l'espressione addolorata di Jon non potè fare altro che confermarlo. "Seconda lezione: se sei un uomo, tieni sempre sott'occhio le tue palle."

Scoppiarono a ridere insieme prima di addormentarsi.

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