Sabbia, sole e brezze marine

Scesero alla spiaggia di buon ora, quando gli usignoli fra le fronde cinguettavano lieti e le lavandaie ciarlavano al lavatoio. I bambini si erano rivelati così eccitati all'idea di trascorrere una giornata intera fra le onde che Daenerys e Jon avevano dovuto obbligarli a mangiare la loro colazione. Per tutto il tragitto, Rhaella e Aemon avevano continuato a correre e a saltellare sempre un passo più in là rispetto ai genitori e ai fratelli, fermandosi a volte ad aspettarli seduti sulle panche di pietra dei giardini o ai piedi una statua. Jon aveva dovuto spiegare loro che la mamma, avendo un bimbo nella sua pancia, doveva camminare molto lentamente, specialmente su un sentiero instabile come uno costituito da sassolini ghiaiosi. Quando si passò però a una stretta serie di scalini scavati nella roccia ed erosi dal tempo, Dany dovette fare appello a tutta la forza delle braccia di Jon. Alysanne e Daeron sostavano fra le braccia di Ser Brienne e Ser Elias mentre Aemon e Rhaella si appiattivano contro la roccia aspra della scogliera, procedendo con attenzione. Non appena Dany ritornò con i piedi per terra, una ventata d'aria marina, carica dell'odore pungente della salsedine, la investì in pieno viso.

Un baldacchino era stato allestito per combattere il caldo. Sotto il suo perimetro scarlatto, cuscini e tappeti impedivano alla sabbia di infiltrarsi e tormentare la regale pelle. Su di essi erano stati posizionati tavolini con uva, pesche, mele e altra deliziosa frutta, brocche d'acqua, di latte ghiacciato, di vino e un sottile vaso di vetro soffiato racchiudente dei delicati iris screziati. I suoi figli maggiori sfrecciarono in direzione della battigia, ma Dany, con la mano di Jon stretta nella sua e i gemellini attaccati alla sua gonna, scelse invece il refrigerio del baldacchino. Jon l'aiutò ad adagiarsi e con diligenza le sciolse i lacci dei sandali, per la felicità dei suoi piedi. Dinanzi a lei, lo spettacolo del mare spalancava i suoi tendaggi, mostrandosi in tutta la sua maestosità. I ricami delle onde nascevano su una superficie di zaffiri e si infrangevano su una di finissimi topazi. L'acqua si rimescolava, si agitava e turbinava. Era una danza di sale, di alghe e di pietre di cui i gabbiani, con i loro versi acuti, decantavano le lodi come dei menestrelli del mare.

Daenerys afferrò un barattolo di crema di lino e di limone che Sam le aveva dato per proteggere i bimbi dal sole. Richiamando Rhaella e Aemon, cosparse i loro corpicini frementi per la voglia di giocare con ogni singolo grammo della sostanza, passando poi ai gemellini. Una volta conclusa l'opera, Daeron vagò sui tappeti, ma Alysanne rimase presso la sua mamma. Il suo tesoro le sorrise con una graziosa sfumatura porpora sulle guance e giocherellò con una ciocca dei suoi capelli. Dany le accarezzò i boccoli biondo-argentei, rallegrandosi che avessero raggiunto le spalle.

"Mamma." Alysanne ciucciò la punta della ciocca. "Mama Mam. Sei beb."

"Anche tu amore mio. Sei una pura gemma."

Alysanne era curiosa, vivace e decisamente più calma di Rhaella alla sua età. Amava i fiori, la musica, i draghi e i cavalli, ma la cosa che pareva amare di più al mondo, oltre la sua famiglia, era Spettro. Molto spesso, Jon e Dany avevano trovato il metalupo a fungere da materasso per la bambina. Dove si trovava Spettro si era sicuri di trovarvi anche Alysanne. Lui era stato il primo aiuto che aveva avuto per muovere i primi passi, lui, come per tutti i suoi fratelli, era stato la sentinella che aveva vegliato ai piedi della culla sua e di Daeron. Osservando questo legame, Jon aveva pensato di regalarle un cucciolo di metalupo, se solo fosse riuscito a trovarne uno. Alysanne trascorreva la maggior parte del suo tempo con Dada e Spettro, ma la sua stella polare si stava sempre di più rivelando essere Rhaella. E l'amore che nutriva pareva essere ricambiato, perché Rhaella adorava la sorellina sotto ogni aspetto. Aemon era invece il suo racconta storie preferito e colmava le serate sue e del gemello con la narrazione delle eroiche imprese di Florian il Giullare, la fanciulla Jonquil, Daeron il Giovane Drago ed Aemon il Cavaliere del Drago. Aemon era per loro Aemon il Gentile, il cavaliere che, insieme alla sorella, li difendeva dai mostri sotto le culle.

Dany strinse Aly contro i suoi seni gonfi di latte. Lei aveva nel frattempo perso interesse per i suoi capelli e aveva ricominciato a ficcarsi in bocca il pollice. Dany le baciò la fronte, beandosi del suo profumo. Chiuse gli occhi e assaporò il momento. Dentro di lei, il seme di Jon stava crescendo, mutando, prendendo forma in un bambino. Ancora due lune e quel bambino avrebbe fatto compagnia a Daeron ed Alysanne.

"Tu porti il nome di una regina straordinaria piccolina." Il mormorio di Dany si perse fra le onde e gli strilli dei gabbiani, ma raggiunse come una carezza le orecchie di Alysanne. "E tuo fratello di due re unici nel loro genere. Spero vi rispecchierete in essi così come spero farà il vostro fratellino. Jaehaerys I fu un sovrano saggio, pacifico e illuminato."

"E i nostri figli sono di colpo divenuti architetti."

La voce di Jon, contornata da una risata, la costrinse a riaprire gli occhi. Il suo sposo si era liberato dell'ingombrante farsetto scuro e adesso solo una fine camicia di lino divideva il suo torace dal mondo esterno. Indicò Aemon e Rhaella intenti a scavare nella sabbia poco più in là e a raggrupparla in collinette. Dany ammirò gli effimeri fortilizi ornati di conchiglie, sassolini e piccoli molluschi che si susseguivano sulla battigia. Alcuni recavano già impressi i segni dello scorrere dell'acqua salata nelle loro fondamenta.

Mangiucchiando un acino d'uva, Jon aggiunse: "Credo di dover correre in loro soccorso. Forse posso donar loro una lezione di nuoto."

Parole pronunciate, parole realizzate. I bambini si convinsero immediatamente della proposta del loro papà e in men che non si dica si stavano gettando, completamente nudi, fra i flutti. Dany si posizionò comoda per ammirarli e attirò a sé i gemellini. Jon rimase fermo nel punto dove il fondo era più basso affinché i bambini non trovassero difficoltà alcuna. Disse loro di muovere le gambe e le braccia, al che Rhaella e Aemon ubbidirono, fendendo l'acqua con le mani e con i piedi. Jon sorrise ai loro tentativi e i suoi occhi baluginarono di orgoglio quando i due bimbi presero dimestichezza con l'atto.

"Bravissimi!"

"Mamma sto nuotando!"Esclamò Rhaella entusiasta. "Sto nuotando da sola!"

"Lo vedo amore mio! E lo vedono anche Dada e Aly!"

Come le onde si avvicinarono alla sponda, Jon decise di sfidarle. Guizzante, sparì in esse e riemerse poco dopo con una marea di riccioli grondanti d'acqua. I bambini vollero imitare il loro papà e tentarono, ottenendo però delle brusche giravolte che fecero mancare un battito a Dany e ridere collettivamente poco dopo.

"Pesc!" Il braccio di Daeron si sporse in direzione dei fratelli e del genitore. "Pes Pepo!"

Già amore. I suoi cari erano felici e il suo cuore era in pace. Sembrano proprio dei pesciolini.









Il pranzo non abbandonò la spiaggia, ma la cena si tenne fra le familiari pareti della Fortezza Rossa. A seguito di un bagno per ripulirsi dalla sabbia e dalla salsedine ovviamente. E, dopo di essa, tutti si ritirarono per una sana notte di riposo. Dany giacque sveglia nelle tenebre per un po', la mente vagante per il mondo sconosciuto del futuro. I suoi figli sarebbero cresciuti, tramutandosi in veri Targaryen, e... quali imprese avrebbero affrontato? Era così difficile lasciarli scivolare dalla stretta della sua mano, loro erano i suoi miracoli...

"Mmh... Dany... D-Dany..."

Jon stava ripetendo il suo nome nel sonno, il capo solcato da sottili rivoli di sudore. Osservando i suoi lineamenti contratti, Dany capì che un incubo stava arrivando. Lei non gli avrebbe permesso di turbarlo. La sua mano massaggiò la fronte di lui e il suo sussurrò mitigò le espressioni di Jon.

"Ssh... va tutto bene mio piccolo draghetto di neve, io sono qui e i nostri bambini sono al sicuro. Va tutto bene... ssh... ti amo tanto. Ti amo con tutto il cuore... ssh..."

L'uragano dell'incubo parve allontanarsi e Jon smise di agitarsi. Ben presto, il russare sostituì le parole. La calma era ritornata e Dany baciò Jon sulla guancia, cercando la sua mano nell'oscurità. Quando la trovò, la strinse fortemente e abbandonò l'altra sul grembo. Il cuoricino battente di Jae la cullò, trasportandola nei reami del sonno.

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