Ricordi di chi mai arrivò
Daeron sonnecchiava accanto al suo seno, le sue labbra serrate e macchiate del latte appena bevuto. Daenerys lo strinse a sé, osservando le fiammelle tremule della nursery riflettersi contro i suoi capelli. Essendo Jon ancora debilitato dalla tubercolosi e bisognoso di riposo, le alzatacce notturne ricadevano su di lei. Non che ciò la infastidisse, anzi, i suoi figli e suo marito erano i fulcri dei suoi pensieri.
Dany riavvolse Daeron nella sua copertina azzurra e lo depose nella culla accanto ad Alysanne, chiudendo poi le tendine di seta affinché il sonno dei suoi tesori non venisse disturbato ulteriormente. Gli altri suoi due tesori, Rhaella e Aemon, dormivano sereni e sbavanti nei loro lettini di legno. Rhaella si stava ciucciando il pollice.
La nursery era immersa nel silenzio notturno e le candele squarciavano l'oscurità come lame di luce. E in tutto ciò solo Dany sostava sveglia, la vestaglia sulle spalle e le braccia incrociate. Gettò un'altra occhiata alla culla dei gemellini. Erano pacifici. Pacifici e bellissimi. Lo stesso si poteva dire di Aemon e Rhaella e lo si sarebbe potuto dire anche di... no, non doveva pensarci. Lui non era riuscito a farcela, per questo non era lì. Eppure...
Lacrime si affacciarono sulle sue iridi e un groppo le serrò la gola. D'improvviso Dany si sentì più sveglia che mai. E bisognosa d'aria, aveva bisogno d'aria, aveva bisogno di un abbraccio rassicurante di Jon, aveva bisogno...
Aveva disperatamente bisogno di vedere una persona.
La figura incappucciata uscì dal vicolo seguita da altre quattro, un'oscura processione che marciava sull'acciottolato disseminato di pozzanghere. In notti uggiose come quella, la Fortezza Rossa aveva un non so che di cupo, diventava un gigante tenebroso dai denti di ferro e con mille occhi luminosi disseminati qua e là. Le figure si fermarono dinanzi a una portone dai battenti di legno scuro. Una di esse lo aprì e la figura che fino ad allora aveva guidato le altre vi entrò. Scalini di pietra conducevano all'oscurità più nera.
"Rimanete qui e sorvegliate l'ingresso." Solo allora abbassò il cappuccio e l'argentea capigliatura di Daenerys Targaryen risaltò nella notte.
Cominciò a scendere. Gli scalini di pietra erano levigati dai secoli e ben presto le tenebre avvolsero Dany come un mantello. Per farsi luce afferrò una torcia dalla parete. Le fiamme diramarono il buio, svelando ben presto un lungo corridoio. Era arrivata nella cripta. Faceva freddo là sotto e Dany strinse il mantello a sé. Avanzò fra i sepolcri vuoti.
Un tempo, non appena il calore della vita aveva abbandonato i loro corpi, i membri della famiglia Targaryen venivano consegnati al calore del fuoco. Le loro membra diventavano cenere, le loro corone colavano e le loro anime volavano verso il paradiso in fili di fumo. Ora, invece, Jon e Dany avevano deciso di cambiare. Nel Nord dove Jon era cresciuto i morti riposavano in cripte di gelida pietra e vegliati da metalupi di granito e perciò le due cose si erano unite. Draghi di pietra facevano la guardia a sepolcri vuoti che attendevano le ceneri di Dany e di quelle della sua famiglia e, in un giorno lontano millenni, statue rappresentanti i defunti sarebbero state scolpite su quei sarcofagi.
Ve ne era una, tuttavia, che era già stata scolpita. Se ne stava appartata in un angolo, minuscola e solitaria. Un neonato di pietra dormiva su un materasso di pietra, calmo nel suo sonno eterno. Quel neonato portava nome Rhaegar e, se fosse vissuto, sarebbe stato il primo principe Targaryen a venire alla luce. Ma Rhaegar non era mai venuto alla luce. Era nato morto, senza aria nei suoi piccoli polmoni e troppo poco sviluppato per quel mondo. Era nato con un moncone di coda e qualche squama sulla pelle arrossata.
Proprio come molti altri neonati Targaryen prima di lui, discendenti dai draghi e come i draghi venuti al mondo. Proprio come Rhaego.
Rhaego e Rhaegar. Che amara ironia. Due nomi così simili per due bambini condividenti il medesimo destino. Erano stati aspettati con trepidazione e alla fine non erano mai arrivati. Era rimasti solo un sogno, solo un miraggio lontano.
Dany scoppiò a piangere. Il cuore le faceva tanto male. Aveva quattro stupendi figli vivi e non gli avrebbe scambiati con nessuno al mondo, li amava con tutto il suo cuore eppure... eppure perché gli Dei le avevano strappato due figli dal grembo? Due figli di due uomini risoluti e forti, di due uomini che avevano riempito il suo petto d'amore.
"Dany?"
Jon. Dany si immobilizzò nelle tenebre. Una mano calda le massaggiò la spalla e poco dopo Jon Snow sostava al suo fianco, uno sguardo preoccupato sul viso pallido. Che ci faceva lì? Doveva essere a letto a dormire! Va bene, di recente aveva ripreso a camminare, seppur un po' lentamente... ma...
Dany non rispose. Continuò a piangere e si gettò su Jon, bagnando di lacrime il suo mantello. Una sua mano si posò sulla pelle pietrificata di Rhaegar, l'accarezzò come se fosse stata pelle reale. "Jon... i-il nostro bambino... il nostro Rhaegar..."
Jon l'abbracciò, le sue carezze si rivelarono un balsamo per Dany. "Lui è felice adesso Dany, sta bene. Soffriremo sempre per lui ma dobbiamo anche andare avanti, lo sai."
Sì, lo sapeva ma le sue lacrime non ne volevano sapere di arrestarsi. Gettò un'occhiata al sepolcro del figlioletto. "Anche Rhaego era... anche lui ha subito la stessa sorte. Il mio piccolo khalakka. Doveva essere lo Stallone che Monta il Mondo..."
Jon la baciò sulla guancia con estrema dolcezza. "Il suo ricordo vivrà perennemente in noi e soprattutto in te, sua madre. Ma non voglio più vederti piangere. Ti prometto che ti darò quanti più figli possibili. Nessuno di loro potrà sostituire Rhaego e Rhaegar, questo è certo, ma se riusciranno anche solo a donarti l'ombra di un sorriso..."
Sorriso che arrivò in quel momento, fra le lacrime. "Io sorrido ogni giorno quando vedo te e i nostri figli al mio fianco. Vivi, sani e bellissimi. Il mio cuore piange per i morti ma è gaudente per i vivi. Ti amo Jon Snow."
"Ti amo anch'io Daenerys Targaryen. Adesso vieni, usciamo e torniamo a nanna. Non voglio che alla visita di domani i Maestri mi facciano una bella ramanzina."
La risata di Dany echeggiò contro la volta, disperdendosi nelle tenebre, mentre saliva con Jon.
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