Parole dolci
"Mmh... Dany... Dany..."
Jon parlava nel sonno. Mormorii sorridenti abbandonavano le sue labbra unite a un fiumiciattolo di saliva. Sembrava che fosse immerso in un sogno bellissimo, idilliaco, e Daenerys sperò proprio che fosse così. Dopotutto era il suo nome che Jon stava ripetendo in continuazione, il suo e quelli della bambini, come una catena di gioia. Gli scostò un ricciolo dalla fronte, controllando la sua temperatura. Era ancora caldo. Il lato positivo era che, dal pomeriggio precedente, aveva continuato a dormire come un lupo rannicchiato nella sua tana.
Dany diede un piccolo bacio sulla fronte del suo re e poi si alzò, lasciandolo ai suoi sogni. Aldilà delle pelli con le quali era stata cucita la tenda del Khal e della Khaleesi il resto del khalasar era in fermento. Nessuno era conoscenza del reale stato di salute di Jon, nemmeno le persone di cui Dany si fidava di più come Khal Ommo, e le voci avevano iniziato a circolare. Dany non ne ascoltava nessuna e, grazie al suo richiamo ai quattro irritanti dothraki la sera precedente, nessuno aveva più osato mettere in dubbio il ruolo di Jon come Khal al comando.
Myanna, Kily e Juti l'aspettavano in un angolo ammorbidito da cuscini, aghi e telai portatili in pugno. Di recente, Dany aveva scoperto una passione per il cucito che non sapeva di avere e l'ago era diventato un fedele amico delle sue dita, intrecciando, tirando e puntellando. Aveva creato abitini e copertine per i suoi bimbi, rattoppato le gonne delle bambole di Rhaella e dei lupi e dei draghi di stoffa di lei ed Aemon, cucito giubbe e pantaloni di Jon e su ogni cosa non si era dimenticata di aggiungere, piccolo e in un angolo, lo stemma Targaryen e le iniziali sue di Jon. AE e D, rosse e dotate, come dei verdi viticci di una vite, di eleganti rami che si intrecciavano gli uni agli altri e se ne stavano unite in un angolino.
Dany raggiunse le sue ancelle e prese fra le mani il rotondo telaio. Era decisa a finire il lavoro rimasto incompiuto qualche giorno prima: un centrotavola di rose blu dell'inverno. Mise il filo nella cruna dell'ago e iniziò a cucire.
"Che fiori sono Khaleesi?" Le domandò Kily sbirciando oltre il suo lavoro di pezza decorata da fiori delle pianure. "Non li avere mai visti prima d'ora."
"Rose blu dell'Inverno." Rispose Daenerys non distogliendo lo sguardo dalla sua opera. "Sono fiori che crescono solo al Nord, specialmente a Grande Inverno. È il luogo dove Khal Aegon è cresciuto e lì nevica molto spesso. Aegon sa che sono fra i miei fiori preferiti e lo erano anche di sua madre, loro hanno un profumo buonissimo..."
Chiudendo gli occhi per un secondo a Dany parve di ritornare in quelle lande innevate e di passeggiare nei giardini riscaldati di Grande Inverno mano nella mano con Jon, di concedersi un bagno rilassante con lui nelle fonti di vapore, di adornare la statua di Lady Lyanna nelle cripte con una corona di rose blu. Ma era solo la sua immaginazione, nulla più, e come un martello la voce di Myanna la frantumò.
"Nei giardini della mia Casata le rose blu si arrampicano sulla torre occidentale, quella che dove si trovano gli appartamenti degli ospiti. D'inverno la brina li ricopre ed esse brillano come zaffiri."
"Deve essere uno spettacolo meraviglioso." Dany le sorrise e ritornò a cucire. "Mi piacerebbe vederlo. Magari durante la prossima visita reale al Nord potremmo passare dal castello della tua famiglia Myanna. I bambini lo adorerebbero di sicuro, ne sono certa."
"Dany... Dany..." Questo non era un mormorio addormentato, ma un vero e proprio richiamo. Jon la stava chiamando. Fulminea, Dany abbandonò il suo lavoro di cucito su un cuscino e corse da lui. Era sveglio, per quanto sveglia si potesse definire una persona febbricitante. Le sue pupille lucide si illuminarono di una luce nuova non appena lei entrò nel suo campo visivo. Alzò una mano nella sua direzione.
"Dany... che cosa... che cosa è successo?..."
Lei non rispose subito, ma afferrò una pezza, la intinse nella bacinella d'acqua gelida posizionata accanto al capezzale del suo amato, la strizzò e iniziò a passarla sulla fronte di lui. Le labbra di Jon fremettero al tocco, ma lui non venne meno. Ripetè la domanda.
"Che... che... che cosa è successo? Il cavallo... io stavo cavalcando e..."
"Eri febbricitante amore mio, scottavi più di un braciere."
"Che?!" La voce di Jon era flebile, ma non la sua curiosità. "Sono... s-sono caduto da... ca-cavallo?..."
"No." E ringraziamo gli Dei per questo. "Io e Davos ti abbiamo aiutato a smontare e condotto all'interno della nostra tenda. Ebrose e Sam hanno confermato che la febbre è dovuta alla stanchezza, ti sei caricato troppo peso sulle spalle. Ora devi riposare, riposo assoluto, e non metterai un piede al di fuori dal letto, sono stata chiara?"
Con la mente ancora appannata dalla febbre, Jon annuì lentamene e si crogiolò nel mare di cuscini alle sue spalle e di coperte sul suo corpo, tirandosene una sul capo. Così imbacuccato ricordava un bruco nella crisalide. "Ho tanto... h-ho tanto freddo..."
"Lo so amore mio, adesso vado a prenderti una coperta. Tu chiudi i tuoi occhi e riposa."
Dany fece per avviarsi verso le sue ancelle, pronta a richiedere loro un'ulteriore coperta per tenere al caldo il suo sposo. Jon Snow era sempre stato sano come un pesce, ma l'arrivo della tubercolosi aveva sconvolto le carte in tavola. C'erano state volte, durante il precedente periodo della malattia di Jon, dove l'idea di bruciare quelle odiose segrete insalubri nelle quali era stato sbattuto il suo amato era parsa una cosa fantastica e quasi vicina alla realizzazione. In seguito Dany si era ravveduta e l'idea era stata scartata, ma la rabbia per coloro che con il loro egoismo avevano cambiato per sempre la vita di Jon continuava ad essere covata nel profondo del suo animo. E Tyrion Lannister era il primo di quella lista nera.
"A-Aspetta!" A quanto pareva Jon non aveva ancora finito con lei. "Aspetta Dany! D-Devo... io devo... d-devo dirti..."
"Cosa devi dirmi mio re?" Dany ritornò da lui, sedendosi sul materasso. Con un cenno del capo fece intuire a Juti il bisogno della coperta.
"Io ho... io ho visto... ho visto Khal Drogo... mi è venuto in sogno! Ha detto che... ha detto che..."
Khal Drogo, Jon ha visto il mio sole-e-stelle, ma l'avrà visto veramente o sarà stata la febbre a mostrarglielo? Bella domanda. Tamponando leggermente le labbra di Jon con la pezza, Dany l'aiutò a parlare. "Che cosa ti ha detto amore mio?"
"Ha detto... che... che mi ringrazia per averti reso... r-reso felice, per a-a-averti dato... Jae... e i bambini e... e..."
"E tu sei stanco." Dany gli stropicciò il cuscino dietro la testa. "Sono felicissima che tu abbia visto Drogo, un incontro da Khal a Khal! Ma adesso questo Khal ha bisogno di riposo. Una bella coppia di vino dei sogni e poi riparti al galoppo per i Regni del Sonno."
Ringraziando Juti per la coperta che le offriva, Dany avvolse Jon con essa, non mancando di notare gli occhi d'improvviso più luccicanti di lui. E non per la febbre. "Scusami se... scusami s-se non... sono come lui."
Dany sorrise a quell'affermazione sciocca, l'umiltà era troppa in Jon per accettare la verità. Fu con una coppa di vino dei sogni in mano che gli rispose. "Tu sei come lui e anche di più. Tu sei coraggioso, gentile, amorevole, sempre pronto al sacrificio e testardo come un mulo. E ti rivelerò un segreto: Drogo ho dovuto imparare ad amarlo, mentre con te mi sono innamorata al primo sguardo. Non appena il famoso Re del Nord fu al mio cospetto il mio cuore iniziò a battere più forte."
"Ma Drogo non... n-non ti avrebbe m-m-mai..."
Lei gli accarezzò la fronte, mettendolo a tacere dolcemente. "Oh amore mio, tu non conosci ancora i dothraki fino in fondo. Per loro, la forza e le tradizioni vengono prima del sangue. Drogo mi amava, mi amava molto più di quanto altri Khal abbiano mai amato le loro Khaleesi, ma per quanto mi fossi emancipata e fossi divenuta forte rimanevo sempre e comunque la sua consorte, adibita al solo compito di dare lui dei figli forti. Dovevo seguire le tradizioni dothraki e una Khaleesi non può rifiutarsi di farlo, perché nei khalasar le donne valgono meno dei cani da caccia. Un Khal può avere quante donne egli desideri nel suo talamo. Con te invece io sono libera di essere me stessa, una regina al tuo stesso livello, amata per quello che ho dentro e non per quello che ho in mezzo alle gambe."
Jon sbadigliò e le sue palpebre calarono. Dany approfittò del momento per fargli bere la coppa. Qualche goccia di vino dei sogni colò lungo il suo mento, bagnandogli la barba. Jon bevve e quando ebbe finito toccò a Dany rimettere il suo capo sul cuscino.
"E Rhaego..." Mugugnò lui prima che il sonno lo chiamasse definitivamente a sé. "C'era anche... a-anche Rhae... go..."
Dany si portò distinto una mano al grembo e Jaeherys rispose al suo tocco scalciando. Ora Rhaego vive in te piccolo mio, siete stati entrambi concepiti sotto le stelle. Lui portava il nome di un prode guerriero, tu di un saggio sovrano, ma entrambi avete in voi infuso il coraggio. Tu sei lo Stallone che Monta il Mondo, il mio piccolo khalakka.
La sala del trono era gremita, colma come in poche occasioni era stata. Cortigiani dai gioielli sfavillanti, dalle vesti sgargianti e dallo sguardo solenne erano tutti focalizzati sulla stessa cosa. Sulla stesse persone. Undici figure maestose fecero il loro ingresso nella sala e due di esse salirono per andare a sedersi sui troni. Solo allora Jon si accorse che quelle due figure erano lui e Dany... ma gli altri... gli altri chi erano?
La visione cambiò, frantumandosi come se fosse stata fatta di fragile vetro. Al suo posto venne... ma quello... quello era un torneo? Se era così doveva trattarsi di un torneo grandioso, il più favoloso che il Continente Occidentale avesse mai ospitato. Vessilli garrivano al vento, draghi, lupi, leoni, piovre, torri... una vastità enorme di colori, di forme, di scudi laccati, di lance appuntite, di armature scintillanti. Un crogiolo di meraviglia, il sogno di ogni cavaliere divenuto reale. E in mezzo a tutto questo risuonava limpido un grido, una benedizione.
"Viva il Drago! Viva i Targaryen!"
Uno sbuffo di vento, un altro scenario. Lui e Dany un po' ingrigiti, ma sempre felici, a Roccia del Drago ad osservare il tramonto e, appartato un angolo, un vaso dal quale sul muro si diramavano rose blu dell'inverno. Ma... com'era possibile? Le rose blu crescevano solo nel Nord! Loro erano figlie della neve e della brina e non era abituate a un clima torrido come quello del Sud, eppure... eppure i fiori simbolo di lui e di Daenerys erano cresciuti proprio lì, nel luogo che per loro aveva simboleggiato tanto...
Ancora tutto si rimescolò, visioni su visioni, persone e persone e persone, ombre e luci. Un uomo dai capelli argentati e gli occhi grigi riceveva sul capo una corona dai rubini squadrati, una fanciulla dalle ametiste per occhi volava su un drago felice e leggera come una ninfa dell'aria, un guerriero dalla chioma corvina cavalcava un drago su un mare d'erba, la sua treccia tintinnante al vento. Una ragazza assisa su un trono, un sguardo d'audacia nelle iridi d'un viola profondo.
E poi vennero altre visioni, innumerevoli, vivide e sfocate e Jon non riuscì a vederle tutte. Era un girotondo di avvenimenti, una catena infinita che alla fine mise in subbuglio la mente di Jon e lui annegò nel nero mare del sonno.
Dany vide gli occhi di lui schiudersi, la bocca spalancarsi in un portentoso sbadiglio e le mani cercare le sue. Gli scompigliò i capelli con immenso affetto, felice che, almeno di poco, la febbre fosse calata. "Ben svegliato dormiglione, hai dormito bene?"
"Sì..." Altro sbadiglio. "Ho visto... non so cos'ho visto... erano... dei sogni strani... Dany..."
"Dimmi mio piccolo draghetto di neve."
"Dove... dove sono i nostri figli? Q-Quando torniamo ad A-A-Approdo del Re..." Jon si avvolse nella coperta.
Daenerys si adagiò accanto a lui, il calore che emanava il suo corpo non la sorprese affatto. "I bambini stanno giocando con Myanna, ho detto loro che sei stanco e che devi riposare, per quanto io sia certa che tu frema dalla voglia di vederli. Potrai farlo domani mattina. Quando ti sarai ripreso faremo rotta verso Vaes Dothrak, passeremo lì qualche giorno e poi andremo a Meereen dove ci attende una nave che ci riporterà a casa."
Il sorriso di Jon le fece andare in pappa il cervello. "Casa mia è dovunque siate tu e i nostri bambini, mia dolcissima Khaleesi."
Dany lo baciò con tutto l'amore possibile.
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