Notti insonni e latte caldo
Il pianto di Aemon penetrò nei sogni di Jon, squarciando il nero velo del sonno.
"Jon... ci devi pensare te... "
Dany lo svegliò definitivamente colpendo la sua caviglia con il piede.
Lei dormiva girata dalla parte opposta, verso il balcone e le sue porte ad arco dalle quali entrava l'aria frizzante della notte.
Faceva ondeggiare i tendaggi di lino, conferendo alla stanza un'aria magica.
"Lo so, lo so... " Jon si mise a sedere sul letto, soffocando uno sbadiglio e sfregandosi gli occhi per scacciare via il sonno.
A coprire Daenerys vi era solo un finissimo lenzuolo che lasciava intravedere le sue forme.
Jon ammirò estasiato la sua schiena e le sue natiche, pallide come una pietra di luna.
La baciò sulla spalla e la risposta che ne ottenne fu un altro calcio e un:
"Va a calmare tuo figlio mio re."
Jon rise leggermente mentre scendeva dal letto.
"Pensavo che fosse anche figlio tuo."
"Oh sì." Dany girò leggermente il viso e abbozzò un sorriso assonnato. I suoi occhi rimanevano chiusi. "Ma è stato il tuo seme che mi ha reso gravida di lui. Hai avuto anche tu una parte in tutto questo."
Dany sbadigliò e ritornò con il capo affondato nel cuscino.
Jon invece si diresse verso la culla di Aemon.
Il piccolo continuava a piangere, scalciando fra le copertine di raso.
Quando Jon lo prese in braccio si acquietò un attimo, giusto per osservare il suo papà, ma poi ritornò a piangere più forte di prima.
"Ssh... "
Jon lo cullò, facendo posare la testolina argentata del figlio contro il proprio petto.
Forse i suoi panni vanno cambiati.
Per verificare se i suoi pensieri ci avessero azzeccato oppure no, Jon sollevò Aemon e annusò i panni fasciati attorno al suo sederino.
Non sembravano puzzolenti, tuttavia volle controllare.
I panni per i bambini venivano cambiati su un tavolo poco distante, dove vi era una piccola scorta e una coperta per deporvi sopra i piccoli.
Jon vi adagiò qui Aemon e cominciò a sfasciare i panni.
Non appena il pisellino del figlio gli fu di fronte, libero, piccolo e roseo una sorpresa venne per Jon Snow.
Uno spruzzo di urina direttamente in faccia.
Aemon rise al vedere il suo papà bagnato in quel modo, invece Jon si limitò a sospirare e a osservare contento che i panni del figlioletto erano immacolati.
La risata di Aemon era durata per poco e ritornò subito a piangere.
Riprendendolo in braccio, Jon sbuffò sconsolato e riprese a cullarlo.
Fuori dalla finestra il cielo era un foglio bagnato d'inchiostro anche se Jon sapeva che presto su quel foglio sarebbe stata disegnata la sottile striscia luminosa dell'aurora.
Il giorno seguente lui e Dany avrebbero dovuto incontrare degli ambasciatori mandati dal Signore del Mare di Braavos, solo che se Aemon continuava a tenerlo sveglio...
Provò con un vecchio trucco.
Rimettendo il piccolino nella culla, si mise dinanzi a essa e si coprì gli occhi con le mani.
"Cucù... " In quel momento tolse le mani, mostrando gli occhi. "Settete!"
Aemon rise e Jon sperò che presto o tardi si sarebbe stancato.
Si sbagliava.
Continuò per una mezz'ora buona a fare "Cucù settete!" e Aemon non mostrò alcun segno di cedimento, anzi, più Jon faceva "Cucù settete!" più lui rideva di gusto.
Alla fine Jon smise, più stanco lui del bambino, e decise di usare un'altra tattica.
La sua mano marciò sul petto di Aemon.
"Ecco che arriva il ragnetto!"
Neanche il ragnetto riuscì a far smettere a Aemon di piangere
Jon sospirò e si passò una mano sul viso. Che cosa aveva il piccolo?! Perché per gli dei non ritornava a dormire?!
Lui era stanco e domani aveva un incontro importante...
Aemon ritornò fra le sue braccia e continuò a essere cullato.
Jon cominciò a cantargli una ninnananna, anche se lui di ninnananne non se ne intendeva per niente.
"Dormi dormi piccolino... torna nel tuo lettino... anche il tuo papà è stanchino... glielo lascerai fare un riposino?"
Aemon aveva deciso di no e continuò a piangere.
Jon sospirò per l'ennesima volta, chiedendosi cosa diamine dovesse fare a questo punto.
Forse ha fame... ma Dany...
Dany dormiva supina, il suo corpo che si alzava ed abbassava ritmicamente ad ogni respiro e le mani abbandonate lungo il materasso.
Era così bella, e appariva così rilassata... doveva svegliarla per farle allattare Aemon?
No, meglio lasciarla dormire almeno lei.
Ma allora come poteva calmare Aemon?
Lo capì ben presto e, cercando di non svegliare Dany, aprì la porta e uscì insieme a Aemon.
Fuori dalla porta vegliavano due Immacolati che non appena videro Jon lo salutarono subito con due "Vostra Grazia".
"Qualcuno ha bisogno di un po' di latte." Rispose Jon sorridendo e mostrando loro il piangente figlioletto.
Con Aemon nelle braccia, Jon navigò per i corridoi della Fortezza Rossa.
I suoi passi rimbombavano sui soffitti di pietra e Jon sentiva che la pietra era fredda sotto i suoi piedi nudi.
Scendendo una rampa di scale e passando in un ponte coperto, Jon arrivò ben presto alla sua destinazione.
Le cucine.
Aprendo la porta con la schiena, entrò in un ambiente caldo, dove un vivido fuoco ardeva in un gigantesco camino di pietra, colorando tutto di una soffice luce aranciata.
I tavoli di legno e i giganteschi forni di pietra, i piatti ammassati gli uni sopra gli altri e le carni e le erbe aromatiche che pendevano dal soffitto, rendevano la cucina un ambiente riconoscibile a vista d'occhio.
"Eccoci arrivati Aemon."
Depose Aemon su un tavolo e prese una bella caraffa di latte che faceva bella mostra su una mensola insieme a un sacco di farina.
Lo versò in un piccolo calderone e lo depose sul fuoco.
Sul tavolo, Aemon continuava a piangere.
"Il tuo papà arriva subito Aemon!" Esclamò Jon. "E anche il tuo latte!"
Ringraziò gli Dei che fosse notte fonda perché poteva fare le cose con più calma.
Mentre il latte si stava riscaldando, Jon girovagò per la cucina cercando qualcosa che potesse aiutare Aemon a bere meglio.
E lo trovò nella carne fresca appena giunta quel giorno.
Le mammelle di vacca erano un piatto diffuso, si potevano riempire con erbe o con altre carni.
Usando il coltello del cuoco, Jon staccò delicatamente la pelle da una mammella.
Alla fine rimase un buco sanguinante lì dove fino a poco prima vi era stata una mammella.
Andò a controllare il latte. Era caldo.
Bene.
Vi immerse un bicchiere e sulla sua sommità vi posizionò la mammella.
"Il latte arriva Aemon! Eccolo qua!"
E con esso spero anche il mio ritorno a letto.
Riprese Aemon in braccio e non appena le labbra del piccolo si attaccarono all'inusuale bicchiere, lui prese a succhiare voracemente.
Jon stette lì a osservarlo mentre poco a poco finiva il latte.
Era così tranquillo finalmente, silenzioso!
Come anche l'ultima goccia fu bevuta, Aemon riprese a piangere.
Jon sospirò. "Ne vuoi ancora? E va bene... "
Andò a prendere altro latte e ancora una volta Aemon lo bevve affamato.
Guardarlo lo rilassava e il suono del liquido bianco che scendeva lungo la sua piccola gola diventò per Jon come una nenia.
Le lingue di fuoco nel camino danzavano silenziose, emettendo ogni tanto lievi scoppiettii.
Tutto era così permeato da un alone caldo, dolce e rilassante.
E vedendo Aemon succhiare così felice il latte, Jon decise di berlo anche lui.
Riempì un altro bicchiere e non appena il latte entrò nel suo palato, Jon si sentì circondato da un sonnolento torpore.
Aemon aveva finito e Jon batté lievi colpi contro la sua schiena per fargli fare il ruttino.
Il corpicino del piccolo era caldo contro il suo petto e i suoi respiri si scontravano con i suoi.
Jon decise di farsi un altro bicchiere di latte e il torpore si avvicinò ancora di più a lui.
Aemon non piangeva più e aveva chiuso i suoi occhietti, ben adagiato fra le braccia del suo papà.
E proprio il suo papà stava ciondolando sull'orlo dell'assopimento.
Forse era per il latte, forse per il fuoco e le sue ombre di calore, forse per il respiro pacato di Aemon o forse per la stanchezza della notte in bianco, ma Jon sentiva le sue palpebre farsi pesanti.
Poteva chiuderle solo un pochino? Solo un breve minuto e poi sarebbe ritornato in camera da letto...
Poco! Giusto per riposarsi gli occhi...
No! Devo tornare a letto, domani ho un incontro importante!
Si schiaffeggiò per svegliarsi.
"Sveglio! Devo stare sveglio!"
Nelle sue braccia Aemon era già caduto in un sonno profondo e alla sua vista Jon si intenerì.
Non riuscì a impedire a uno sbadiglio di uscire dalle proprie labbra.
Aemon era così adorabile... così tranquillo... con la luce delle fiamme che giocava con l'argenteo dei suoi capelli...
Jon si immobilizzò a godersi quello spettacolo e nel frattempo un altro sbadiglio arrivò.
Ancora cinque minuti e sarebbe ritornato... Cinque minuti! Solo poco tempo...
Le sue palpebre erano di ben altro avviso e ritornarono a crollare, chiudendo come delle tende le iridi grigie di Jon.
Ma era solo per poco! Veramente! Solo cinque minuti e sarebbe ritornato a letto con Dany.
Ma nel frattempo avrebbe fatto riposare i suoi occhi stanchi... solo per poco!
"Jon... "
Chi era che lo disturbava a quest'ora?! Era notte fonda...
"Jon amore mio svegliati."
Jon sentì qualcuno scuoterlo per la spalla e ridere leggermente.
Questa voce la conosceva: era la voce di Daenerys.
"Mmh... Dany... "
Dany rise ancora e la sua risata raggiunse Jon nel buio.
"Svegliati: è mattina..."
Mattina?! Come poteva essere mattina? Era notte e presto sarebbe ritornato a letto da Dany.
Jon aprì gli occhi e dovette sbattere più volte le palpebre per abituarsi a quella nuova e accecante luce.
Non era la luce del fuoco no, questa era la luce del giorno che faceva capolino dalle finestrelle quadrate sul muro.
Davanti a lui Dany gli sorrideva, vestita di tutto punto e con alle spalle Tyrion, Ser Davos, Sam e un piccolo gruppo di servitori delle cucine.
Alla loro vista Jon arrossì vistosamente.
"Aemon ti ha tenuto sveglio per po' vero?" Dany gli accarezzò la guancia con la mano sorridendo.
Jon annuì soffocando uno sbadiglio.
"E visto che aveva fame non hai voluto svegliarmi e hai preferito fare tutto te vero?"
Altro annuire.
"Quando capirai che puoi, anzi no che devi, svegliarmi quando il bambino ha fame?"
"Non lo so."
Risero entrambi.
Poi un pensiero improvviso fulminò Jon. "Gli ambasciatori di Braavos sono qui! E io non-"
Dany lo interruppe posando un dito sulle sue labbra.
"Stai tranquillo, lo sapevo già da subito che non eri molto riposato, perciò ho detto loro che il re non si sente bene e che ci raggiungerà questo pomeriggio."
Jon sospirò sollevato e passò Aemon a Dany.
Sul tavolo la caraffa di latte e lo strano bicchiere di Aemon erano ancora presenti.
"Ora vai sotto le coperte mio re."
I loro nasi si sfregarono dolcemente quando Jon si alzò e si stiracchiò.
Ma prima che potesse uscire Dany lo richiamò.
"Lo sai che sei un papà e un marito stupendo?"
La risposta di Jon fu un sorriso smagliante e un tenero bacio sulla fronte di Daenerys.
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