Jaehaerys si animava nella bacinella, scalciava con le piccole gambette poderose e scuoteva il capo solcato da tentacoli d'acqua. I suoi tentativi di protesta contro il bagnetto venivano subito spenti da una poderosa spugna intrisa di schiuma e dalle mani celeri della sua mamma. Daenerys gli riversò una ciotolina d'acqua calda sul petto, cercando successivamente di mitigare la solita crisi di pianto che ne seguì. Massaggiò il suo piccolino sulla schiena, sussurrandogli dolce parole per calmarlo. Jae e il bagno non erano migliori amici, anzi, ogni volta che le sue minuscole membra sfioravano l'acqua i lineamenti del piccolo khalakka si contorcevano nella smorfia del pianto.
Per la somma gioia di Jae, il bagnetto era ormai giunto al termine. Tornando fra le braccia della sua mamma, si ritrovò avvolto da un morbido telo di lino. La sua manina vagò alla ricerca del latte, sfregando contro il tessuto purpureo che costituiva il corpetto di Daenerys. Lei sospirò sorridente, abbassando la spallina per accontentare il suo ingordo tesoro.
"Hai cenato solo mezz'ora fa amore mio!"
Pur essendosi sfamato in precedenza, Jaehaerys non era ancora sazio. Con le piccole dita torse la stoffa, affermando di non voler aspettare un minuto di più per il suo lauto pasto. Grazie a tutti i suoi spuntini la sua corporatura si era ingigantita ulteriormente, ricoprendo i suoi arti e il suo collo di tante piccole ed adorabili pieghe di grasso. Dany lo baciò sul ciuffo di carbone, beandosi delle minuscole labbra di Jae elette a cornice del suo capezzolo.
L'ultimo e moribondo sole della giornata, una fulgida palla infuocata, aveva espanso i lembi della propria gonna sulla terra, ricoprendo alberi, case e mare di una soffusa luce arancione. I mattoni della Fortezza Rossa rilucevano come rubini e il pavimento della stanza di Jon e Daenerys era assoggettato da quella aranciata luminosità. Era un tappeto inesistente al tatto ma stupefacente alla vista che allungava le proprie dita fino alla testolina di Jaehaerys, massaggiando teneramente. Una volta che il principino ebbe decretato conclusa la sua merenda, Dany poté asciugarlo e cambiarlo. Lo agghindò con un semplice completino verde mela che Myanna le aveva regalato.
"Andiamo a fare una visita al tuo papà? Che ne dici Jae?"
Un gorgoglio le rispose e Dany non potè fare a meno di sorridere.
"Lo prendo per un sì."
Jon lavorava alla scrivania, il capo chino su una miriade di fogli, trattati, decreti, missive e progetti. Ma non era solo, almeno nel salotto privato. Daeron e Alysanne si dilettavano sul pavimento proprio difronte a lui, i loro balocchi sparsi disordinatamente sul tappeto. Nonostante aggiungessero ogni giorno nuove e discrete parole al loro vocabolario, preferivano comunque utilizzare la loro lingua personale, un miscuglio di parole Alto Valyriane, Dothraki e della lingua comune che solo loro erano in grado di comprendere. L'ennesima magia dei gemelli. Come videro Dany e Jae affacciarsi sul limitare della porta corsero loro incontro, abbandonando i giocattoli alle loro postazioni e sfoggiando due smaglianti sorrisi.
"Mamma! Mama! Mama!"
Daenerys si chinò per serrarli in un abbraccio con il braccio che Jaehaerys le lasciava libero. Alysanne e Daeron furono salutati con un paio di baci e un mormorio del fratellino e tornarono buoni ai loro giochi quando la mamma si rialzò per dirigersi verso il papà. Dany adorava vestire i suoi figli nello stesso identico modo e non valeva soltanto per i gemellini. Tutti e quattro indossavano il medesimo colore oppure si dividevano in coppie: a volte Rhaella e Alysanne si mostravano al mondo in un abito della stessa fattura e altre volte i due maggiori si differenziavano dai due minori con squisiti vestitini di diverso colore. Quella serata i gemelli erano delle deliziose creaturine rosse e nere, i colori di Casa Targaryen.
Jon accolse Dany con un sorriso e afferrò Jae dalle sue braccia. Ora con entrambe le mani libere, Dany si lasciò scivolare sul suo collo, serrandolo amorevolmente. Era teso. Lo baciò per scioglierlo. "Senti il profumo del nostro piccino? È reduce da un bel bagno."
"E ha messo su altra pancetta..." Jon gli solleticò il pancino. "Lo stai nutrendo troppo, presto dovremo metterlo a dieta!"
Dany rise della battuta, baciando il suo Jon sulla tempia. Il suo sguardo fu attirato dalla pila di scartoffie posizionate sulla superficie lignea. Su una pergamena spiccavano vividi dedali d'inchiostro: erano strade. I capillari che avrebbero invaso Westeros, moderni e nuovi di zecca. Niente più buche, niente più fango, niente più disagi. Quelle vite che un tempo erano state il vanto della Libera Fortezza di Valyria, ora sarebbero rinate in Occidente. Dany prese la pergamena fra le mani. "Ti sei trasformato d'improvviso nel Buon Re Jaehaerys eh? Anche lui fu un infaticabile architetto di strade..."
"Buon Re Jaehaerys?" Jon rise e baciò il figlioletto sulla guancia. "Noi abbiamo qui Khal Jae! E lì vi sono la sua Buona Regina e il Re Buono! Cosa possiamo volere di più?"
Effettivamente... "Beh, abbiamo anche il Cavaliere del Drago e la più coraggiosa regina che questo reame abbia mai conosciuto."
"Già. Peccato che non ho idea di dove si siano andati a cacciare. Non voglio che quei due monelli si ficchino in qualche guaio..."
Dany gli scompigliò i capelli, giocherellando poi amabilmente con qualche ricciolo ribelle. Sembrava che fosse ora Jon ad avere bisogno di un bagno. "Appena finisci di lavorare ti ficco dritto dritto nella vasca e non voglio sentire storie. Hai bisogno di rilassarti mio piccolo draghetto di neve."
Un sospiro. "Con le nozze di Arya imminenti..."
Le mani di Dany massaggiarono quei muscoli indolenziti. "Non mi interessa. Esigo al mio fianco un consorte riposato. La tua regina ti rimetterà in sesto in men che non si dica vedrai."
Fu proprio allora che un paggetto entrò e, dopo un rapido inchino ai suoi sovrani, annunciò l'innumerevole marachella di Rhaella ed Aemon: i maiali erano fuggiti in massa dal porcile, tutti agghindati con i più pregiati abitini della Principessa di Roccia del Drago e con una buona dose di belletto sul naso.
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