Limonate
"Ape! Ape! Ape! Ape! Ape!"
Ape era una parola facile per Rhaella essendo abbastanza corta perchè la sua piccola lingua potesse pronunciarla. E alla sua piccola lingua doveva essere piaciuta molto, perché da quando aveva intravisto l'insetto nero e giallo posarsi sulla corolla di un fiore, aveva continuato a ripeterlo senza fermarsi.
"Ape! Ape!"
Tenendo sempre gli occhi chiusi, Daenerys allungò un braccio verso di lei nel tentativo di fermarla. La sua bambina continuava a correre per la radura dell'albero di limoni e della porta rossa senza sosta.
"Rhaella tesoro vieni qui!"
Anche con le palpebre chiuse, Dany sentiva la luce del sole che si fiondava su di esse e, nel buio a lei visibile in quel momento, si andavano a formare macchie di colore. Cerchi rossi e spirali verdi, uno strano arcobaleno che solo lei poteva vedere.
Quando poi riaprì gli occhi, una macchiolina rossa continuò a navigare nel suo campo visivo come una fastidiosa mosca. Presto sarebbe scomparsa.
Attorno a lei la radura era lussureggiante, con nuovi e polposi limoni che pendevano dall'alberello. Proprio quell'alberello aveva cominciato a legarsi al muro e presto i limoni non si sarebbero più trovati solo sotto le verdi fronde di quel piccolo albero ma anche lungo il muro retrostante e sopra la porta rossa lì accanto.
Come delle gialle campanelle di benvenuto.
Quel pomeriggio lei, Jon e i bambini avevano deciso di sfuggire dagli impegni e fermarsi un po' lì, nella loro amata radura. Soprattutto lei, aveva deciso di sfuggire dagli impegni. Jon non poteva ancora riprendere i soliti ritmi con lei, secondo i Maestri, e perciò il massimo che poteva fare era badare ai piccoli.
Volle alzarsi, ma un peso sul petto glielo impedì. Sollevando il capo dal suo cuscino d'erba e di fiori, vide di cosa si trattava il peso in questione.
Aemon.
Il più giovane membro della famiglia reale di Westeros se ne stava addormentando in mezzo al suo seno come su un morbido materasso. Le sue braccine erano abbandonate lungo i suoi fianchi e le sue gambine stese a solleticarle lo stomaco.
Sospirando divertita, Dany lo strinse a sè e finalmente si alzò. Aemon continuava a dormire serenamente.
Fu allora che si accorse che, forse, il suo bambino aveva approfittato del suo assopimento per nutrirsi un pochino. Una spallina del suo abito era abbassata e quando Dany si alzò, un lembo del suo vestito cadde in avanti e svelò al mondo un gonfio e bianco seno dal capezzolo rosso.
Credo di avere un sospetto su chi sia stato l'artefice di ciò...
Più che un sospetto una ferma convinzione. Girando il capo, trovò steso accanto a lei Jon Snow, che in quel momento la guardava adorante e con la luce del sole che si rifletteva nelle sue iridi grigie. Una pietra di granito illuminata da sole che era pronta a schiantarsi su di lei.
"Sei così bella quando dormi..."
Alzando una mano dal terreno, Jon le accarezzò il viso e di rimando Dany gli sorrise.
"E anche quando sorridi, il tuo sorriso è il fuoco che mi riscalda nelle gelide notti invernali..."
Dany non potè fare a meno di ridere. "Sei diventato un poeta improvvisamente?"
Jon si alzò da terra e accostò il suo viso a quello di Dany, non prima di aver dato una veloce carezza sulla testolina argentata di Aemon. Delicatamente, spinse la punta del proprio naso contro quella di Dany. Lei riusciva a sentire i loro fiati che si fondevano insieme.
"Quando vedo te sempre. Tu sei la cosa più bella del mondo Dany, il mio gioiello prezioso, la mia sola ed unica musa. Come posso non celebrare la tua maestosità?"
Dany pose un suo dito sul suo labbro inferiore e con esso cominciò a giocherellarci. Adorava quando lo tirava talmente avanti da riuscire a intravedere la rosea gengiva di Jon e i denti bianchi che quest'ultima sosteneva, come una sorta di cuscinetto rosa portante delle perle.
Quando poi il labbro tornava a scontrarsi con la gengiva, il suono che ne scaturiva inebriava Dany.
Stette lì per un po' a giocare con il labbro del suo re e lui la lasciò fare, silenzioso, in attesa che invece quello della moglie si muovesse per far uscire una risposta. E alla fine lo fece: "Esiste un altro modo, mio piccolo draghetto di neve, ma se vuoi che te lo dica devi venire ancora più vicino..."
Le guance di Jon si dipinsero di rosso non appena lei lo chiamò: "mio piccolo draghetto di neve" e Dany per questo si fece sfuggire una risatina. Quando arrossiva era veramente adorabile.
Ubbidendo però agli ordini del drago più esperto, il draghetto avvicinò il proprio muso al suo.
E l'altro drago lo azzannò in un bacio.
Un bacio che lo colse di sorprese, ma che Jon Snow accolse ben volentieri, anche se lo fece finire col il capo sul terreno.
Senza interrompere il bacio, Dany montò su di lui, legando le sue caviglie alle proprie e cercando, con la mano libera mentre l'altra stringeva ancora Aemon, di slacciarsi i lacci del farsetto e i bottoni sottostanti.
Nel frattempo le mani di Jon le avevano abbassato anche l'altra spallina e ora non ve ne era solo uno di seno libero al vento, ma tutti e due. Dany si chinò ancora di più su Jon in modo che i suoi capezzoli potessero toccare il suo petto.
Ci riuscirono e la mano di Jon stringente il suo seno ne fu la prova.
Dany sentì il suo indice che le accarezzava la pelle, che percorreva la sottile linea dell'aureola e che, infine, seppellì la sua cara puntina rosa nella sua piccola buca di carne, per poi stringerla anche con il pollice quando riaffiorò in superficie.
Entrambi volevano andare oltre quei gesti, Daenerys lo sapeva, e quando finalmente ebbe smesso di sbottonare Jon, la sua mano scese lungo il suo corpo e prese a toglierli i pantaloni.Quando una porticina di stoffa si fu aperta come via verso quel magnifico tesoro che lei tanto agognava, Dany cominciò a farsi strada nelle mutande del suo caro Jon Snow.
Lo sentiva, proprio lì sotto quella sottile stoffa, ed era bene eretto, preparato, come un cannone pronto a sparare, come una freccia pronta a trafiggerla non appena fosse stata scoccata dall'arco.
E Dany avrebbe voluto tanto essere colpita da una palla di quel cannone o essere trafitta da quella freccia di quell'arco voluminoso che era il corpo di Jon.
Ma qualcosa, o qualcuno, la fece bloccare prima che potesse procedere oltre.
"Jon?"
"Mmh... sì." Ci volle un attimo perché Jon si rendesse conto che la magia del bacio si era conclusa.
"Non possiamo farlo qui."
"Perché?"
"Rhaella ci sta guardando."
Era proprio così. La loro primogenita li stava osservando silenziosa ed occhi spalancati. A quanto pare la sua tanto cara ape era volata via definitivamente e lei si era domandata cosa stessero facendo la sua mamma e il suo papà. "Coce?" Domandò. Quella parola significava coccole.
Staccandosi da Jon e riprendendo bene Aemon in mano, Dany le sorrise e si mia e a sedere sull'erba.
"Sì amore della mamma." Rispose sorridendole. "La mamma e il papà si stavano facendo tante coccole e se le stavano facendo perché si vogliono tanto bene."
"Sono coccole speciali." Anche Jon si alzò. "Ma stai attenta perché con queste puoi rischiare di rompere qualcosa. Sono coccole che fanno guadagnare tanto ai falegnami."
Metà divertita e metà indignata, Dany tirò una sonora gomitata nelle costole al suo amato consorte. "Jon! Ti sembrano cose da dire a una bambina di un anno e mezzo?!"
Lui rise. "Che c'è? È vero, il mercato del legno è rifiorito grazie a noi. E ammetti che ti esalta quando rompiamo qualcosa..."
Bene. Sia felice che stupita, Dany si maledisse mentalmente. Ho fatto uscire il lupo e adesso lui vorrà divorarmi.
"Qui non c'è nulla che possiamo rompere mio re." Finalmente Dany gli rivolse un sorriso e nello stesso momento accolse Rhaella fra le sue braccia. La bimba andò a sedersi comodamente sulle sue ginocchia.
"In compenso ci sono dei limoni e possiamo farci delle gustose limonate." Rispose Jon rivolgendole uno sguardo birichino. Dany conosceva quello sguardo e sapeva che con esso il suo lupo si era svegliato. Ma lei avrebbe desiderato svegliarlo quella sera, in modo da sentirlo ululare con fervore...
"Ne ho abbastanza dei tuoi limoni e delle tue limonate per oggi mio re, gradirei, anzi, gradiremo noi tutti, tornare dentro e prepararci per la cena."
Jon sbuffò e si avvicinò a morderle il lobo dell'orecchio con desiderio. "Allora li vuoi assaggiare stasera i miei limoni? Sono maturi."
Deliziata dalla sensazione delle sue labbra contro la pelle soffice del suo lobo, Dany gli sorrise complice.
"D'accordo."
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