Io e te
Si era ferito alla testa durante un allenamento e l'avevano subito trasportato dentro.
"Il re si è ferito! Il re si è ferito!"
Più che ferita era solo un piccolo taglio rosso da cui usciva un po' di sangue, ma Daenerys si era preoccupata comunque.
Aveva fatto sì che Jon venisse curato immediatamente, ignorando le sue proteste su come "fosse soltanto un graffio."
Ora, addormentato dopo aver bevuto un po' di latte di papavero e con una benda sulla fronte, Jon Snow se ne stava adagiato sul letto con le dita intrecciate in quelle di Dany.
Lei era lì seduta accanto e lo osservava protettiva.
Il drago vegliava sull'altro drago.
Il sole pomeridiano entrava dalle porte ad arco del balcone e dalle finestre, donando alla stanza una calda luminosità.
Nel silenzio, Dany sentiva il respiro di Jon e di Spettro. Erano gli unici rumori presenti.
Ma lo furono per poco.
La porta si aprì e Tyrion Lannister entrò nella stanza, esibendo un inchino.
"Volevate vedermi Vostra Grazia?"
Parlava a voce bassa per non svegliare Jon.
"Sì." Rispose Dany senza staccare lo sguardo dal suo addormentato consorte.
Tyrion le si avvicinò, salendo velocemente i pochi gradini del piano rialzato che ospitava il loro letto a baldacchino.
"Sei stato tu a dirgli di farlo."
Dany aumentò la stretta attorno alla mano di Jon.
"Non... non capisco Vostra Grazia... "
Lei deglutì nervosamente.
"Sei stato tu a dirgli di uccidermi, a instillargli nella testa quel pensiero, e hai una vaga idea di quanto lui abbia sofferto per questo?!"
Non poteva vedere l'espressione del Folletto in quel momento e non la voleva vedere.
"Hai una vaga idea di quanto lui ci sia stato male per quella cosa?! Io so di aver sbagliato e chiederò sempre perdono per quello che ho fatto. A volte di notte ci ripenso, ripenso a come abbia potuto io bruciare uomini, donne e bambini quando un tempo li volevo liberare e non bruciare! Ma Jon... "
Dany sospirò e poi strinse i denti.
"Se solo aveste visto, sì, tutti voi che l'avete abbandonato, se solo l'aveste visto su al Nord! Si malediva continuamente, gli incubi lo rendevano talmente stanco che non riusciva neanche a reggersi in piedi e una volta ha addirittura tentato di suicidarsi! Suicidarsi perché non sopportava il pensiero di cosa io l'avessi indotto a fare e di cosa tu l'avessi indotto a fare..."
Sentì gli occhi farsi lucidi. Se le lacrime dovevano venire che venissero.
Un po' di sale non aveva mai fatto del male a nessuno.
"Sai cosa vuol dire vedere la persona amata soffrire per causa tua?! Ti senti divorare il cuore dal senso di colpa, ti chiedi come hai potuto tu fare una cosa del genere nei suoi confronti... "
Ora le lacrime scendevano lungo il viso di Dany decorando le sue guance con ghirigori salati.
"Avrai pensato anche alle centinaia di altri innocenti nel mondo Tyrion, ma prima di tutto volevi salvarti la vita. Hai usato Jon come un mero mezzo. Solo un mezzo. Un mezzo che poi avete voi tutti gettato via come fosse uno straccio lurido una volta che il suo dovere era stato compiuto. Chi se ne importa se grazie a lui siamo scampati agli Estranei che minacciavano noi e l'umanità intera, chi se ne importa se ci ha salvato più volte i nostri culi ed è addirittura morto per noi. Noi tutti abbiamo i nostri posti comodi comodi, che sia quello di Primo Cavaliere o di Gran Maestro o di Regina del Nord o di Lord o Lady di qualche cosa!"
La stretta di Dany attorno alle dita di Jon si fece ancora più intensa. Lui mugugnò qualcosa nel sonno ma una carezza di Dany sulla guancia lo fece ripiombare nel mondo dei sogni.
"Non contiamo le emozioni del ragazzo, non contiamo il fatto che lui abbia fatto una cosa per amore e con le lacrime agli occhi! Se solo voi l'aveste visto, quel giorno, nella Sala del Trono. Se solo aveste visto come piangeva, singhiozzava e lottava disperato interiormente. Ma no! Doveva essere rispedito al Nord come un cane bastonato e senza neanche un vero addio! Lui ha fatto quel che ha fatto per amore nei miei confronti mentre voi? Tutti voi? Anche voi avete ucciso e ucciso per vendetta eppure nessuno ha mai alzato un dito contro di voi. Tu hai ucciso tuo padre per vendetta e nessuno ti ha condannato, Jon l'ha fatto per amore e tutti l'hanno condannato. Arya ha sterminato i Frey per vendetta e nessuno l'ha mai condannata, Sansa ha dato in pasto Ramsey Bolton ancora vivo ai suoi mastini per vendetta nei suoi confronti e nessuno l'hai mai condannata, Jaime Lannister ha ucciso il suo re anche lui per salvare degli innocenti e nessuno l'ha mai condannato . Invece Jon?! L'amore forse non esiste nei vostri cuori?!"
In quel momento Dany si girò e guardò Tyrion dritto negli occhi.
Lui era stupito.
"L'amore, Vostra Grazia, non sempre trionfa..."
"Eppure se dalla notte dei tempi è riuscito a sopravvivere nonostante infinite guerre, significa che trionfa sempre nel bene o nel male. E rispondi a questa domanda Lord Primo Cavaliere: perché l'amore mio e di Jon è stato quasi sempre minacciato?
Toccò a Tyrion sospirare questa volta.
Si passò una mano fra i riccioli biondi, sconsolato.
"Avrei dovuto cercare di tenervi uniti invece che separarvi. Tutti noi avremmo dovuto farlo."
"Già." Dany ritornò a guardare Jon. "Avresti dovuto."
Gli scostò un ricciolo ribelle dalla fronte. La benda era morbida contro i suoi polpastrelli.
"Tuttavia nella mia esperienza ho imparato che il perdono è una grande cosa Tyrion. Perciò io ti perdono e ho fiducia nelle tue capacità di fedele servitore della Corona. Ma non osare mai più avvelenare la mente di qualcuno, soprattutto di Jon, con tante belle parole. D'accordo?"
"Certamente Vostra Grazia."
Il Folletto si avvicinò al letto e osservò il suo re addormentato.
"Mi dispiace Jon." Con una mano gli sfiorò il piede. "Ho pensato solo a me stesso e a salvarmi il culo e non ho pensato a te. Un vero amico non tratta così l'altro."
Dany continuava silenziosa ad osservare Jon, ma sentì i passi di Tyrion sui gradini mentre scendeva.
"Vostra Grazia."
Solo allora distolse lo sguardo. Il Folletto era sulla porta.
Si esibì in un inchino perfetto.
"Spero che il Re guarisca presto."
Se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.
E fu solo allora che Dany scoppiò veramente a piangere.
Si chinò su Jon, posando il suo capo sul suo petto.
Sentire il suo cuore che batteva la rilassava.
"Oh Jon... "
I respiri di Jon erano calmi, rilassati.
Cullarono Dany finché anche lei cadde in una sorta di torpore.
E vi cadde lì, sul petto dell'uomo che amava di più al mondo, dell'uomo che era suo marito, il padre dei suoi figli e suo nipote.
Che l'aveva aiutata a capire i suoi errori e che ora non portava più i segni di quella disperazione che era stata sua compagna durante il suo soggiorno al Nord.
Jon Snow era tranquillo, era lì con lei.
Erano solo loro due.
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