Incubi

Dopo aver assistito al parto difficile di quella donna, il pensiero che una cosa del genere, se non anche peggiore, potesse capitare anche a Daenerys non abbandonò più la mente di Jon. Sapeva che il parto poteva rivelarsi a volte la sentenza di morte per molte donne e sua madre e quella di Dany a questa sentenza non erano riuscite a sfuggire. La febbre sopraggiungeva dopo poco, trasportandole in un mondo di sangue e di flebili respiri, mentre i pianti disperati dei loro bambini erano gli ultimi rumori del mondo terreno che era concesso loro di udire.

Naturalmente ciò accadeva se i bambini erano ancora vivi e non le avessero già raggiunte nella tomba, con i loro corpicini prematuri stretti ai seni freddi delle loro madri. 

Visioni insanguinate e rimbombanti di urla disperate presero a turbare il sonno di Jon e nemmeno la nuova e salmastra aria delle Isole di Ferro riuscì a scacciarle. Di notte Jon si agitava nel letto in balia di quegli orridi incubi, svegliandosi poi sudato e spaventato come non mai. Non tentava di ritornare a dormire e passava tutto il resto della notte ad osservare la sua argentea regina che se ne stava coricata accanto a lui, così eterea quando le luci dell'aurora oltrepassavano i vetri della loro cabina.

Gli incubi variavano: a volte Dany stringeva fra le braccia il cadaverino morto di un neonato, esangue e ciondolante, e di sangue erano le sue lacrime. Sangue che le solcava le candide guance e le sporcava l'abito di pizzo, sangue che sembrava infinito e che andava a formare una pozza sotto i suoi piedi. Il suo grido di dolore frantumava la nera cappa del sonno di Jon e, anche ore dopo il risveglio, quel grido navigava ancora nella sua mente. Altre volte invece non era soltanto il bambino ad essere morto, ma anche lei, anche la sua regina. Se ne stava adagiata su un morbido letto dalle lenzuola d'ombra senza nessun respiro che alzasse il suo petto, senza nessuno cuore che battesse, ma solo con un neonato orribile fra le braccia.

Un bambino con delle squame sulla pelle, una coda di drago al posto delle natiche e degli aguzzi denti che sporgevano dalla bocca. Nell'incubo, Jon non provava mai disgusto per quella creatura innaturale ma voleva comunque levarla dalle braccia della sua amata. Ma quando prendeva il bambino in braccio questo si decomponeva da solo. Le sue viscere si staccavano come se fossero stati gli arti di stoffa di una bambola, solo che ad accogliere gli occhi di Jon non vi era alcuna bambagia. Organi neri e putrescenti si svelavano a lui e insetti uscivano dalle budella, cominciando subito a divorare il cadavere. Un lezzo nauseante saliva alle narici di Jon e allora lui capiva che quel bambino non era solamente morto al di fuori, ma anche morto dentro.

Anche Dany cambiava aspetto e, senza che nessuna ferita le fosse stata imposta, cominciava a sanguinare. Il suo sangue era nero come il cielo di mezzanotte, denso e appiccicoso. Le ruscellava su tutto il corpo fino a che il suo leggero vestito di lino non ne era completamente imbrattato. Ma il sangue non si era saziato abbastanza con lei e allora prendeva a gocciolare lungo le lenzuola fino a giungere al pavimento e, da lì, ai piedi di Jon. Lui cercava di scappare ma il liquido nero sembrava sempre più veloce, sempre più veloce, sempre più veloce...

E lo affogava. Jon Snow affogava in un mare di tenebre sgorgato dal ventre della donna che amava. Agitava le braccia per chiedere aiuto, gridava con tutta l'aria che aveva nei polmoni, ma niente. Le onde oscure lo sommergevano e lo facevano roteare come una marionetta. Jon si ritrovava con il sapore acido del sangue sulla lingua e, alla fine, il suo tormento giungeva al termine. Non sapeva dove atterrava ma sapeva sempre chi avrebbe incontrato in seguito. Daenerys con il minuscolo cuore di un neonato fra le mani. Un cuore che si ingigantiva e che lei prendeva a divorare. Gli smaglianti denti di Dany si sporcavano di sangue e affondavano nella carne del cuore. Rompevano la pelle e i tendini, azzannavano quel cuore come se non si posassero sul cibo da giorni. Rivoli rossi iniziavano a colare lungo il delicato mento di Dany e lei si rigettava subito sul macabro pasto. 

Solo una volta gli occhi della giovane regina si alzavano per incontrare quelli di Jon e solo quella volta le sue labbra si muovevano, sinuose come lapilli di lava, per pronunciare qualcosa.

"Il nostro bambino era nato morto..."

Era allora che Jon si svegliava ansimante e terrorizzato e con l'urgente bisogno di controllare che Daenerys stesse bene. Non la svegliava mai, no, nella sua situazione aveva tremendamente bisogno di dormire, ma osservava che respirasse, che nessuna febbre accanisse il suo corpo e, a volte, osava sfiorare con l'orecchio il suo grembo per accettarsi che il loro piccolino fosse vivo.

Tutto andava sempre bene ma, nonostante ciò, Jon non riusciva mai a tranquillizzarsi. Teneva sempre sott'occhio Dany e non la abbandonava mai, nemmeno quando andava alla latrina. Lei dal canto suo non poteva fare a meno di notare quanto lui fosse diventato iperprotettivo nei suoi confronti e di quanto apparisse stanco. Jon lo sapeva che aveva ragione, chiunque guardandolo avrebbe subito notato le occhiaie scure intorno agli occhi e i capelli arruffati e vi erano momenti in cui un cuscino era l'unica cosa che occupava i suoi pensieri, ma non appena le sue palpebre calavano quelle visioni di sangue e di morte tornavano a perseguitarlo e con esse il timore attanagliante che qualcosa sarebbe andato storto durante il parto per la sua Dany.

Una sera però, quando le onde del mare sbattevano calme contro gli scogli di Pyke e lui e Daenerys si erano appena ritirati da un banchetto tenuto in loro onore da Yara Greyjoy, tutte quelle paure uscirono allo scoperto.

"AAAAAAAH!"

L'urlo di Jon risuonò non solo nella stanza sua e di Dany ma anche per tutto il corridoio. Un altro incubo l'aveva svegliato all'improvviso e lui era balzato dal letto. Dany si destò subito non appena il grido di terrore dell'suo amato fendette l'aria e lo guardò preoccupata. 

"Jon?! Jon che succede?" Accese una candela e una tremolante fiammella giunse a diramare le tenebre. "Che cos'hai? Stai calmo... ssh... stai calmo..."

Quell'incubo era stato molto più angosciante degli altri. Si era ritrovato davanti a una pira in fiamme, la pira che ospitava il cadavere di Daenerys, e il corpo di lei ritornava alla vita orribilmente bruciato, con pezzi di carne annerita che cadevano per lasciare intravedere ossa scure e organi inceneriti e pochi capelli su un cranio ormai privo di occhi. Ma la parte peggiore era giunta in seguito, quando la pelle del suo grembo era ricaduta in avanti e aveva mostrato, non un neonato, ma viscidi vermi che scavavano nelle sue carni, putridi e vomitevoli.

"S-Sangue... v-v-vermi..." Jon si prese la testa fra le mani e cominciò a scuoterla, come se questo potesse scacciare il brutto sogno in qualche modo.

Sentiva il sudore sulla fronte e il cuore battere contro il suo petto in preda alla paura. Il suo torso nudo, residuo del passato sesso con Dany quella sera, si alzava e si abbassava in agitati respiri. 

"Stai calmo, va tutto bene adesso...." Daenerys gli posò una mano sulla spalla. "Che ne dici se vado a prenderti un bel bicchiere di latte e poi mi racconti il tuo sogno? Eh? Ti piace come idea mio piccolo draghetto di neve?"

Il nomignolo e la soffice voce di Dany riuscirono a calmare Jon un poco e, tremando, lui annuì. Prima di alzarsi però lei gli pose sulle spalle una coperta. "Stai tremando come una foglia. Stai calmo Jon, è tutto finito adesso."

Allora perché quelle immagini orribili non lasciavano la sua mente?! Fece un profondo respiro osservando Dany dirigersi verso la porta e sussultando all'entrata improvvisa delle guardie, capeggiate da Ser Brienne e Ser Davos, da quella stessa porta poco dopo. 

"Vostre Grazie state bene?" L'anziano contrabbandiere sembrava seriamente preoccupato. "Abbiamo sentito un grido!"

Poi, come il suo sguardo si posò su Jon e sul suo tremolio che rasentava il pianto, abbassò la spada. "Sua Grazia il Re si sente poco bene?"

"Il Re ha avuto un sonno agitato Ser." Rispose Dany con tranquillità. "E state tranquillo, non è successo nulla."

L'incidente fu chiarito e tutti tornarono ai loro posti, non prima che Dany avesse chiesto due bicchieri di latte caldo per lei e per Jon. Non appena le bevande furono giunte, Jon e Dany si sedettero a berle sul letto. Lui la bevve tutta ad un fiato, sperando che il latte gli donasse sogni belli e non incubi mostruosi. 

"Hai avuto un incubo su di me e sul bambino, vero?" La calma dominò in Daenerys come pronunciò queste parole, così come lo stupore più assoluto lo fece in Jon.

Lui annuì, il bicchiere nelle sue mani era viscido di sudore. "C-Come fai a..."

"Pensi che non senta come ti agiti nel letto di recente? Non sono sempre così profondamente addormentata come credi Jon Snow."

E adesso? Doveva raccontarle il suo incubo? "D-Dany... nel mio sogno tu eri... m-m-morta e il bambino anche... e..."

Sentì le lacrime affiorargli agli occhi e sicuramente sarebbe scoppiato a piangere a dirotto lì difronte alla sua amata se lei non l'avesse stretto in un abbraccio a sorpresa. "Non v-voglio perderti Dany... n-n-n-non voglio perderti come h-ho perso mia m-madre..."

"Ssh..."  Lei lo accarezzò fra i capelli e prese a cullarlo in modo a Jon sconosciuto. Era così che faceva una mamma? O almeno qualcuno che tenesse veramente a te? Nessuno l'aveva cullato da piccolo dopo un brutto sogno, nessuno l'aveva rassicurato. Perlomeno Dany aveva avuto un fratello maggiore, qualcuno che aveva pensato a lei, qualcuno che l'aveva accolta nel suo letto per raccontarle storie sulla loro dinastia, e lui invece? "Non sarà un parto ad allontanarmi da te. Ne ho già vissuti due e so cosa mi aspetta. Una gravidanza dura non implica un parto duro."

Jon affondò il viso nei suoi capelli e gustò il loro aroma. Il profumo della sua Dany era unico... "S-Sicura?"

Ci vollero altre carezze perché i suoi singhiozzi si acquetassero. "Sicurissima, noi due siamo il sangue del drago ricordi? Siamo forti e duri a morire."

Le paure di Jon cominciarono a diramarsi allora, soprattutto quando Dany prese la sua testa e la condusse sul suo grembo. "Senti questo rumore? È il cuoricino di nostro figlio. Del nostro terzo tesoro. Un tesoro che sarà sano e bellissimo come Rhaella e Aemon."

"I nostri bambini..."

"Sì amore mio, i nostri meravigliosi bambini. Bambini che non avrei mai pensato di poter avere fino a quando non sei arrivato te e che ti giuro solennemente che nasceranno tutti sani."

Jon chiuse gli occhi e si gustò un tenero e caldo bacio di Daenerys sulla fronte. Uno sbadiglio a sorpresa di lui interruppe l'atmosfera. "Dany... posso farti una domanda del genere visto che tu lo sei?"

"Cosa mi vuoi chiedere mio piccolo draghetto di neve?"

"Come..." Un altro sbadiglio si fece araldo di un sonno rilassato. "Come sono le mamme? Cosa fanno? Cosa provano?"

Dany gli scostò una ciocca di capelli dalla fronte. "Le mamme sono la cosa migliore del mondo e ricoprono di baci i loro bambini. Li cullano e cantano loro ninnananne. Le mamme straboccano di amore, ne sono talmente piene che lo riversano tutto suoi loro piccini, ma in egual misura perché sono sagge."

"E sono sempre belle?"

"Tutte le mamme sono belle. Possono diventare vecchie e ricurve ma non saranno mai brutte. Rimarranno eternamente belle."

L'ennesimo sbadiglio accompagnò l'ingresso di Jon Snow nel regno dei sogni. Era certo che gli incubi non l'avrebbero più tormentato. Sulle sue palpebre chiuse venne soffiata l'immagine di Lyanna Stark, stupenda nel suo turbine di rose blu e nel suo sorriso bellissimo.

"E soprattutto Jon..." La voce e le carezze di Dany si persero nella nebbia del sonno. "Una mamma farebbe qualsiasi cosa pur di vedere i suoi figli tranquilli e al sicuro."


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