Fermata notturna
I raggi dorati del tramonto rendevano le cime innevate delle Montagne Rosse scintillanti come punte di diamante e il vento caldo dell'ovest faceva ondeggiare i capelli di Daenerys e di Aemon. Aggrappata al dorso di Drogon Dany riusciva a intravedere le terre verdeggianti dell'Altopiano aldilà della catena montuosa. Presto quelle terre avrebbero accolto lei, Jon, i bambini e i draghi e successivamente anche il resto della corte.
Gettò un occhiata a Jon Snow e a Rhaella che cavalcavano Rhaegal accanto a lei. Le squame del drago rilucevano alla luce dell'imbrunire come frammenti di giada e le sue ali fendevano il vento ogni volta che sbattevano. Jon si girò ad osservarla.
"Dany! Non riusciremo mai ad arrivare ad Alto Giardino prima che il sole tramonti!"
Erano partiti poche ore prima da Tomba del Re nella speranza di raggiungere l'antico seggio dell'ormai estinta casa Tyrell prima che facesse buio ma ora sembrava una speranza mal riposta. Il sole era ansioso di scendere ad accarezzare la terra, trascinandosi dietro il velo nero della notte. Anche i bambini sembravano non riuscire più a reggere il viaggio e davanti a lei Aemon stava per addormentarsi contro il suo petto.
"Entriamo nell'Altopiano almeno!" Gridò Dany per farsi sentire da Jon. "Poi cercheremo una locanda!"
Jon annuì e spronò Rhaegal. Daenerys fece lo stesso con Drogon e in un attimo si ritrovò a sorvolare i ghiacciai delle Montagne Rosse. Ma l'aria fredda durò per poco. Subito essa si diramò per lasciare il posto alle Terre Basse di Dorne, una landa rocciosa puntellata da ciuffi d'erba schiarita dal sole. Dovevano solo puntare verso nord-ovest e sarebbero arrivati nell'Altopiano. Ogni minuto che passava la luce si riduceva e presto avrebbero avuto solo dei puntini luminosi sotto di loro per segnalare la presenza di centri abitati. Avevano bisogno di fermarsi prima che fosse troppo tardi.
"Dany scendiamo!" La voce di Jon si fece strada nel vento. "Presto non avremo più luce e dobbiamo cercare un luogo dove passare la notte!"
Aveva ragione. Daenerys individuò un gruppo di case. Forse lì vi è una locanda. Sperò vivamente di sì e decise di atterrare.
Drogon planò in una radura difronte a un grande edificio in legno e dal tetto di paglia. Edificio sul quale risaltava un insegna in ferro battuto raffigurante un tordo. Jon arrivò poco dopo con in braccio Rhaella. Discesero insieme dai draghi e si soffermarono ad osservare il ferreo uccello.
"Non sembra niente male come posto." Disse Jon. Vedendo la locanda da fuori le sue parole trovavano conferma perché tutto quello che gli occhi vedevano era un luogo pulito e ben curato con l'insegna appena lucidata, ma lo sarebbe stato anche all'interno? Anche se la risposta sarebbe stata un no non avevano altre possibilità.
Entrarono e si svelarono a loro tavoli occupati da cavalieri erranti, septon viandanti e un sacco di altre persone, fra le quali spiccavano un bardo suonante un'arpa e quello che molto probabilmente doveva essere un mercenario a giudicare dalla daga che portava alla vita. La sala era animata e la puzza del vino fece quasi venire la nausea a Dany, ma anche il bambino si rese conto che quello non era il momento giusto per farsi sentire. A un tavolo alcuni uomini in maglia di ferro stavano giocando con dei dadi mentre a un altro una puttana stava tentando un giovane standogli seduta in grembo.
In quella cacofonia nessuno badò a quella famiglia che se ne stava sulla soglia. L'oste si avvicinò loro, un uomo pingue dalla faccia a luna piena e la barba nera unta da chissà quale olio.
"Cosa posso fare per voi?" Denti gialli si scoprirono da due labbra carnose e l'uomo abbassò la testa in un cenno di saluto.
Uno dei lati positivi di non essere mai passati per l'Altopiano era che nessuno conosceva il loro aspetto reale, benché i loro volti fossero raffigurati sui dragoni d'oro. Daenerys fu felice di essere considerata per una volta una persona normale fra persone normali. Strinse a sé Aemon e ascoltò Jon rispondere all'oste.
"Abbiamo bisogno di un pasto e di una stanza per la notte, quanto costa?"
Il sorriso leccapiedi dell'oste scomparve non appena abbassò lo sguardo su Rhaella e Aemon che fino ad allora erano rimasti buoni buoni nelle braccia dei loro genitori. "Non ho culle e non rimborso gli altri ospiti per un pianto di un poppante."
Jon non si lasciò scoraggiare da queste parole. "Ci basta anche un letto singolo, i bambini dormiranno con noi e hanno superato già da tempo l'età dei pianti notturni."
Il massimo che potrà disturbare i tuoi ospiti sarà il rumore di una donna incinta che vomita. Pensò Dany fissando quegli occhi porcini. Rimborseresti anche per quello?
Il loro grasso interlocutore sospirò rassegnato. "Sono sei stelle di rame, la vostra stanza è l'ultima in fondo al corridoio di sopra e il vostro tavolo è quello laggiù all'angolo. Buon pernottamento."
E se ne andò senza aggiungere altro. Dany lo degnò solo di un breve sguardo prima di seguire Jon verso il tavolo che era stato loro assegnato. Era piccolo e si trovava proprio all'angolo della parete, parecchio lontano dal camino ma questo non disturbò Daenerys. L'estate stava arrivando e il caldo si respirava anche nell'Altopiano, sebbene non fosse asfissiante come a Dorne. Ordinarono dell'oca condita con miele e aglio, una coppa di vino dorato per Jon e tre bicchieri d'acqua per Dany, Rhaella e Aemon.
L'oca era buona, per quanto non fosse per niente paragonabile a quelle che i cuochi della Fortezza Rossa facevano girare su grandi spiedi di ferro difronte al camino, e l'acqua rinfrescò il palato di Dany. I piccoli mangiarono senza fare bizze e, osservandoli, Dany sperò che Drogon e Rhaegal riuscissero a stare a digiuno per una notte. Non le sarebbe piaciuto svegliarsi il giorno dopo e sapere che a un pastore della zona era sparita qualche pecora.
Erano quasi giunti alla fine del pasto quando una giovane donna dalla scollatura troppa ampia si avvicinò a Jon. Riccioli castani incorniavano un viso paffuto e, secondo Dany, con dei denti troppo sporgenti. Eppure a giudicare da quello che il corpetto non riusciva a nascondere gli Dei sembravano averle donato un altro tipo di bellezza.
"Ehi ciao..." Anche la sua voce non piaceva a Daenerys, le ricordava il gracchiare di una ranocchia. Cosa voleva dal suo Jon?! "Ti andrebbe di distrarti un po'?..."
Si stava rendendo conto che il cliente, se tale Jon in quel momento si poteva definire, aveva una famiglia a carico?! Prima che Jon potesse rispondere però la ragazza prese a massaggiargli le tempie. "Ma guarda un po' che mascolinità ho qui! Scommetto che il tuo cazzo fa meraviglie eh? Che ne dici se..."
Non riuscì a finire la frase che Dany si fiondò a staccare le sue braccia dalla testa di Jon e rivolse alla giovane uno sguardo torvo. "Lui è già occupato e non è interessato a te. Va a scaldare il letto di qualcun'altro."
L'altra la guardò indignata prima di adocchiare un cavaliere dall'altro lato della sala e dirigersi verso di lui ammagliante come una gatta. Jon si girò verso Dany ma ancora una volta non riuscì a parlare perché un dito di lei si posò sulle sue labbra. "Non dire niente. Tu sei mio e nessuno ti tocca, altrimenti se la dovrà vedere con me."
La risata di Jon accompagnò il ritorno alla loro cena. Cena la cui fine vide uno strano esito. Avevano appena deposto le posate nei piatti quando una canzone oscena si levò dal bancone. Proveniva dalle gole stonate di un gruppo di ubriachi in mezzo al quale Dany riconobbe qualcuno a lei familiare.
Bronn.
Al mercenario era stato tolto, oltre al titolo di Maestro del Conio, anche il titolo di Lord di Alto Giardino con il conseguente feudo. Perché la scelta di eleggere il primo che faceva comodo a Tyrion come signore di una terra che di signori ne abbondava e che avrebbero potuto benissimo, in quanto membri di case antiche e residenti nell'Altopiano fin dalla notte dei tempi, prendere il posto che era stato reso vacante dai Tyrell si era rivelata una fra le più grandi cavolate che il Folletto avesse fatto in vita sua. Bronn non ne sapeva niente di politica e le lamentele dei lord un tempo alfieri dei Tyrell non avevano esitato a farsi attende nella Capitale. Alla fine Bronn era ritornato ad essere un semplice mercenario con solo un cavalierato e Alto Giardino era stato assegnato alla Casata Redwyne di Arbor.
Bronn era visibilmente ubriaco e stava alzando una coppa per un brindisi. Gocce rosse scesero a colorargli il farsetto sgualcito. "Lo sapete che mi sono scopato tre ragazze in una volta sola? Ho la forza di un toro qua dentro!"
Risate scroscianti lo sommersero mentre si portava una mano alle parti basse, ma non era finita lì. "Neanche la nostra cara Regina dei Draghi riuscirebbe a resistermi! Lo sapevate che il Re si era ammalato gravemente tempo fa? Non si sa di che cosa, le fonti ufficiali avevano riferito di una febbre notevolmente alta, ma che cazzo di febbre e febbre! Quello ce l'ha moscio come un verme! E poi chi vorrebbe un marito dalla salute traballante?"
Jon non ha la salute traballante e lo ha mille volte più forte del tuo, questi bambini qui ne sono la conferma. Si portò una mano al ventre, accarezzandoselo per rassicurare il piccolo.
Jon notò il suo disgusto verso Bronn e le strinse la mano per calmarla. "Andiamo di sopra Dany che ne dici? È stata una lunga giornata oggi."
Lui sapeva sempre come distrarla, ecco un altra delle innumerevoli cose che adorava in Jon Snow. "Hai ragione, prendiamo i bambini e andiamo a letto. Sono sfinita."
E così, con Rhaella e Aemon stretti a sé, si precipitarono di sopra evitando lo sguardo offuscato dal vino di Ser Bronn delle Acque Nere.
Dovettero condividere in quattro un enorme letto matrimoniale e la cosa non li infastidì. Anche a casa a volte Rhaella e Aemon si intrufolavano nel loro letto chiedendo di dormire con loro e la richiesta non era mai negata. I due principini si posizionarono in mezzo e partirono subito per il mondo dei sogni. I loro genitori li raggiunsero poco dopo, circondandoli con il calore dei loro corpi.
"Domani arriveremo ad Alto Giardino, te lo prometto Dany." Nel buio, Jon allungò una mano per spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Teneva il tono di voce basso per non svegliare i piccoli.
Daenerys sperò che fosse riuscito a intravedere il suo sorriso nelle tenebre. "Lo so, domani avremo tutto il tempo che vogliamo per arrivarci. Spero solo di non incontrare più Bronn lungo la strada."
"Se mai oserà infastidire la mia regina Lungo Artiglio è pronta per mettersi all'opera."
Dany rise leggermente. "Che bello sapere che ho un prode cavaliere per difendermi, ma adesso è meglio che chiuda i suoi occhietti e che faccia la nanna: domani ha una giornata impegnativa."
Uno sbadiglio la raggiunse nell'oscurità e poco dopo sentì la mano di Jon stringersi alla sua. "Buonanotte mia bellissima regina, che tu faccia tanti bei sogni."
"Buonanotte anche a te, mio re."
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