Erba verdeggiante
Meereen era vicina, a malapena poche leghe di distanza, e... e Alysanne si stava ficcando in bocca la terra. Di nuovo. Infangata dalla testa ai piedi e ormai indossante solo il panno intorno alle infantili pudenda, la più giovane principessa Targaryen era intenta a modellare il fango scuro con le manine grassocce e a portarselo alla bocca. Mentre Jon rise sonoramente riversando il capo all'indietro, Dany si alzò e raggiunse la figlioletta. Il pomeriggio era tranquillo, luminoso e fresco. Il khalasar si era stanziato e la musica del vento veniva suonata dalle sottili corde verdi degli steli d'erba, i liuti naturali del Mare Dothraki. Ma Alysanne non era stata l'unica a trovare diletto nel terreno. Anche Daeron, per quanto fosse quasi sempre la calma personificata, si era lasciato travolgere dalla vivacità della gemellina e si era rotolato nel fango ridendo e agitando le manine.
"Oh bambini..." Dany prevedeva già una serata di bagni. Ciononostante non riuscì a non ridere. "Siete due maialini! I miei due piccoli maialini..."
"I nostri maialini tesoro mio!" Esclamò Jon poco più in là. "Hanno proprio preso dal loro papà! Lui e lo zio Robb si sporcavano ogni giorno! Ma..."
Ma cosa amore mio? Il resto della frase non tardò ad arrivare. Protendendo le braccia e facendo segno ai gemelli di avvicinarsi, Jon disse loro: "Venite qui cuccioli! Venite dal papà!"
E i due cuccioli in questione lo fecero, rizzandosi sui due piedini. Per prima, intraprendente come sempre, venne Alysanne. Con gli occhietti viola puntati dritti verso quelli di Jon e le manine che si chiudevano e aprivano come due piccole chele, Alysanne si avviò verso il suo papà. Una lieve brezza sollevava i suoi boccoli biondo-argentei dalla sua testolina e il suo sorriso ancora privo di dentini sarebbe stato capace di ammorbidire l'animo di chiunque. Ad un certo punto quella visione rischiò di andare in frantumi perché la bimba si ritrovò vicino alla caduta.
Ma Jon non si diede per vinto. "Andiamo Alysanne! Ce la puoi fare! Andiamo!"
Le parole di Jon sortirono l'effetto desiderato. Le avvistate lacrime si dileguarono dalle iridi della piccola e le sue gambette ripresero il cammino. Poco dopo i suoi morbidi palmi erano atterrati in quelli più grossi e caldi del suo papà. Felice dell'impresa riuscita, Jon afferrò Alysanne e la fece volare nell'aria. Le risate della bimba resero tutto più lucente, come se fossero dei raggi di sole. Anche Daeron, incoraggiato dal tentativo ben riuscito della sorella, partì per l'impresa e, abbandonando il nido sicuro che erano diventate le braccia della mamma, si avviò nella stessa direzione della sorella. Un po' titubante all'inizio, Daeron acquistò sempre più sicurezza ad ogni passo e, come era stato per la gemella, anche le sue manine sporche di fango giunsero a posarsi nella stretta di Jon. Con un braccio ora ben due bambini, Jon baciò le loro testoline pallide.
"I miei tesori!" Per la gioia di Dany anche la sua tunica si ricoprì di chiazze di fango grazie ai tocchi continui dei gemellini. "Siete diventati belli pesanti di recente eh? Tutto merito del latte della mamma!"
Dany rise e fece per avvicinarsi a loro, ma proprio in quel momento altri due bambini che sia lei che Jon conoscevano assai bene sbucarono dagli steli d'erba. Le risate e le grida divertite di Aemon e Rhaella Targaryen fecero stringere il cuore della loro mamma in una morsa d'amore. Stringenti in pugno due spadine di legno, i suoi figli maggiori continuarono a rincorrersi per la radura, incuranti degli sguardi dei genitori e dei fratellini, fino a quando la lama lignea di Rhaella non si incrociò con quella di Aemon e allora ebbe inizio una vera e propria sfida.
"Prendi questo Estraneo!" Rhaella respinse un colpo e alzò la spada per conferirne un altro. "Io sono un Guardiano della Notte!"
"No! Nessun Estraneo" Aemon si dimostrò assai contrariato per il ruolo che gli era stato affidato. "Io sono Aemon il Cavaliere del Drago! Sono un cavaliere! Un cavaliere!"
Nel cielo le sagome dei figli alati si alzarono in volo, le loro squame scintillanti come smeraldi, tormaline e rubini e i loro ruggiti echeggiarono nell'aria pomeridiana. Davanti a quello spettacolo di pace, di bambini felici e di un Jon rilassato, Dany sentì il cuore scoppiarle dalla felicità. Questi erano attimi che avrebbe voluto assaporare ogni singolo giorno della sua vita, attimi di serenità, attimi che fino ad allora aveva vissuto solo nei suoi sogni. Era così immersa nei suoi pensieri che si accorse solo in un secondo momento dell'orlo di lacrime che era stato cucito nei suoi occhi e della mano di Jon che stava scacciando quelle stesse lacrime.
"Che succede amore mio? C'è qualcosa che non va?" Sul suo viso l'euforia aveva lasciato spazio alla preoccupazione. Dopo aver deposto Daeron sul terreno tornò ad accarezzarla. "Parlami amore mio, c'è qualcosa che ti turba, perché piangi?"
Daenerys cercò di domare il groppo che le occludeva la gola e si passò il dorso della mano sugli occhi per scacciare le lacrime non ancora versate. Sorrise al fine di rassicurare il suo sposo. "V-Voglio che sia così tutti i giorni Jon... voglio sempre q-questa sicurezza, questa felicità... fin da quando ero una bambina ho sognato una famiglia vera e una casa vera, qualcuno che mi amasse per quello che ero veramente, che mi stringesse a sé e che mi facesse sentire protetta."
Mura confortevoli, una porta rossa e un albero di limoni appena fuori dalla finestra, ecco cosa aveva da sempre desiderato Daenerys Targaryen. Il bacio di Jon sulla guancia e l'abbraccio che ne seguì, prolungato ed intenso, fecero scomparire definitivamente la tristezza dall'animo di Dany. "Io ti amo per quello che sei. Amo il tuo cuore gentile, la tua umiltà, la tua forza, il tuo coraggio, la tua mente brillante... spero che tutti i nostri figli siano come te! Ti prometto momenti simili per ogni singolo giorno della tua vita, ti prometto bambini urlanti e rubicondi e la casa più bella e accogliente dell'intero universo."
La Fortezza Rossa, la Fortezza Rossa rimbomberà delle grida dei nostri tantissimi bambini. Dany non potè astenersi dal baciarlo e dal cingergli il collo con le braccia. Il grigio degli occhi di Jon, ora della soffice nebbia, la avvolse come una coperta. L'idillio durò poco però, perché Alysanne non si dimostrò affatto contenta di trovarsi schiacciata fra i corpi dei genitori e pianse per dirlo. Pianto che ebbe subito fine quando vide la sua mamma a poca distanza da lei e agitò la manina per far intendere che voleva passare dalle braccia di Jon a quelle di Dany.
"Ma! Ma! Ma!"
"Vieni pezzettino del mio cuore." Pur essendo sporca di fango, la sua bimba rimaneva comunque bellissima. "Vieni dalla tua mamma. Sei un fiore lo sai? Il mio fiorellino che... ha bisogno di fare un bel bagnetto! Sei un fiorellino puzzolente, adesso tu e Daeron finite dritti dritti nella vasca da bagno!"
Detto fatto. Dopo essere stati insaponati, lavati ed asciugati i gemellini e i loro fratelli non poterono opporsi alla volontà ferrea della loro mamma e dovettero andare sotto le coperte. Alla luce tremolante delle innumerevoli candele disseminate per tutta la tenda imperiale le loro chiome argentee e corvine rilucevano e i loro visetti cadevano vittima di un sortilegio di luci ed ombre. Al vederli tutti ammucchiati in unico lettino, l'inchiostro e il biondo-argento intrecciati insieme e respiri assonnati uscire dalle loro labbra, Dany si sentì la donna più felice del mondo. Un braccio di Jon sulle spalle la avvicinò a lui e lei non potè fare a meno di rispondergli stringendo quel braccio. Rhaella stava stringendo a sé il suo draghetto di pezza, Aemon aveva il viso affondato nel cuscino, Daeron si stava ciucciando il pollice e Alysanne dormiva con i pugni chiusi.
"Sono meravigliosi." Mormorò lei senza distogliere lo sguardo.
"Aye mia regina." Dalla guancia, le labbra di Jon scesero a deliziare i nervi del suo collo. "Sono germogliati nel tuo grembo, non avrebbero potuto essere diversamente."
Come udì la parola grembo, la mano di Dany scese ad accarezzarsi il suo. Jaehaerys stava crescendo, maturando come i limoni che lei tanto amava. Presto sarebbe entrata nella terza luna. "Dovremo annunciare la gravidanza ad Approdo del Re, ad Occidente la notizia non è ancora stata resa nota."
"E quando lo diremo metà del Continente Occidentale si chiederà che diamine io mi beva la sera prima di coricarmi. Cinque figli in quattro anni è un record che nemmeno il prolifico Lord Walder Frey è mai riuscito a battere." Scherzò Jon. Presto la mano di Dany non fu più la sola a salutare Jae. "Un nuovo bambino, un'incoronazione... l'anno venturo trabocca di novità!"
Solo allora Dany si girò verso di lui. Jon si rigettò sul suo collo, baciandolo con una tale passione che a Dany sfuggì qualche parolina di Alto Valyriano. La lingua di Jon le fece fremere i muscoli del collo e lei riversò il capo all'indietro, estasiata. Pur essendo ancora concentrato sul suo collo, Jon trovò il tempo di farle scivolare dal seno il suo gilè di pelle di cavallo. Dany gli diede una mano e poco dopo anche la sua gonna aveva raggiunto il gilè sul terreno. Ormai completamente nuda, Dany si considerò alla sua merce. Gettandosi sulla stuoia, osservò Jon spogliarsi a una velocità lampo e venire da lei.
La baciò sui seni, la baciò sul ventre, con la sua lingua penetrò il suo alveo pulsante e liquido. Ma quando tirò fuori il suo aggeggio... oh che meraviglia! Jon entrò in lei possente come un Khal dothraki e il suo seme navigò sinuoso nelle sue acque. Ad una spinta particolarmente intesa Dany decise di fare la sua parte. Fece girare il suo sposo e, abbassandosi, bevve alla fonte della vita. Il liquido del suo Aegon era caldo e viscido, ma buonissimo perché sgorgava da lui. La carne lì in fondo era morbida e liscia come il pelo di un cerbiatto.
"Dany! Oh Khaleesi...."
"La tua Khaleesi ti illustra le arti dell'amore prima che quel rompiscatole di Daario a Meereen cominci ad infastidirci."
"Lascialo perdere amore mio..." Le disse Jon fra un amplesso e l'altro. "Ci sono io con te e ti proteggerò sempre..."
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