Dothraki

Un colpo di calore. Era questo che, secondo l'Arcimaestro Ebrose, aveva fatto riversare Jon privo di sensi in mezzo alla polvere della strada. Avendo trascorso gran parte della sua vita nel gelido Nord, il corpo di Jon non era abituato a temperature simili. Erano troppo alte per lui, persino più alte di Approdo del Re. Doveva avere il tempo di stabilirsi.

Non appena aveva visto il suo sposo perdere conoscenza Dany aveva cominciato a schiaffeggiarlo pur di fargli almeno riaprire gli occhi. Niente da fare. I suoi palmi erano diventati rossi a furia di schiaffi ma Jon non ne voleva sapere di ridestarsi. Allora non aveva potuto fare altro che caricarselo di peso su una spalla ed avviarsi con lui verso la Grande Piramide. Aveva potuto percepire il sudore di Jon anche attraverso la seta gialla del suo abito.

Per grazia di chissà quale divinità celeste, non appena Dany aveva avvistato la Grande Piramide in lontananza le era venuto incontro Ser Davos, il quale l'aveva aiutata nel trasporto di Jon mentre lei chiamava a gran voce un Maestro. Jon era stato deposto nel suo letto, spogliato quasi interamente e impacchi freddi erano stati applicati sulla sua fronte, sul suo petto e intorno al suo collo. Ora Dany lo stava vegliando ansiosa del suo risveglio.

"Il tuo Aegon non riesce nemmeno a sopportare una giornata calda." Il cielo era azzurro, fuori dalla finestra gli uccelli cinguettavano e Daario Naharis si stava lamentando accanto al capezzale di Jon. "Io invece ho attraversato a piedi la Desolazione Rossa."

"E lui ha salvato il mondo dalla Lunga Notte e molti altri nemici." Dany si chiese perché avesse accettato di lasciarlo entrare. Jon aveva bisogno di silenzio, non di un petulante mercenario. "Anche tu ti ritroveresti nelle stesse condizioni se fossi cresciuto all'estremo confine del mondo! Chi ama il freddo non è detto che riesca a sopportare di primo impatto anche il caldo e ora ti prego levati dalla mia vista prima che la tua bocca sforni qualche altra diavoleria."

Daario la guardò stupito. "Mia regina..."

"Sono la tua regina ma lui non è il tuo re, dico bene?" Daenerys sorrise sarcastica. "Mi possono servire meno di cinque secondi per revocarti il titolo di Governatore di Meeereen perciò faresti meglio ad accettare una volta per tutte che Aegon sia il tuo legittimo sovrano e defilarti seduta stante."

Negli occhi di Daario si spense la fiamma dell'orgoglio e, dopo aver deglutito nervosamente, mormorò: "Lui ti ha conquistato vero? Molto bene allora, se è questa l'unica cosa che mi resta da fare per ottenere il tuo amore... lo accetto come mio sovrano."

Detto questo si diresse verso la porta. Era quasi giunto all'uscio quando le parole di Daenerys lo bloccarono. "Tu non hai il mio amore Daario, tu hai il mio rispetto per aver mantenuto stabile Meereen, ma solo Jon e i figli dimorano nel mio cuore."



Khal Ommo le mandò un dono, o meglio, dei doni. Fu Davos ad illustrarli mentre Dany continuava a sostare accanto a Jon. Il suo respiro si era calmato e il pallore era scomparso e ciò, secondo Ebrose, era un buon segno. Una notte di riposo avrebbe giovato al Re e presto il suo organismo si sarebbe abituato al torrido calore del Continente Orientale.

L'elenco di Davos si dimostrò assai lungo: sette stalloni e quattro giumente purosangue, bracciali d'oro e d'argento, un paio di stivali di nero cuoio, una sella incrostata di rubini, una maschera di bronzo dagli occhi spalancati come se avesse visto un fantasma, collane cariche di pietre preziose, vestiti dothraki e libri in lingua sconosciute. A quanto pareva Khal Ommo provava una profonda venerazione nei confronti della sua Khaleesi. I doni più importanti furono però due ancelle. Erano state fatte schiave dopo che Ommo aveva assoggettato i loro khalasar.

Entrambe erano giovani, 19 anni al massimo, e estremamente graziose. Sfoggiavano i tratti tipici dei dothraki: occhi a mandorla, capelli scuri e pelle olivastra. I loro nomi erano Kily e Juti e non appena furono ammesse alla presenza di Daenerys si inchinarono in segno di rispetto.

"Khal Ommo ci comanda di servire la Khaleesi." Disse Kily in lingua dothraki. "E noi siamo onorate di servire la Khaleesi."

"Siamo onorate di servire la Khaleesi," Le fece eco Juti, la più in carne delle due.

Saranno mie amiche come Myanna? "Siete ben accette al mio fianco e Khal Ommo è stato veramente gentile a inviarvi presso di me. Alloggerete con Myanna e con lei assolverete ai vostri compiti. Ora ho bisogno di voi, sapete cucire?"




La risposta era sì, Kily e Juti sapevano cucire e per quando Jon ebbe riaperto gli occhi avevano già finito. Jon Snow si risvegliò quando il sole era ormai in fiamme ed accennava a tuffarsi nel mare. Una soffice luce arancione si era protratta dalla finestra e aveva avvolto ogni cosa nella stanza.

"D-Dany..." Jon sbatté le palpebre e incrociò le sue iridi grigie con quelle violette di Dany. Lei gli tamponò la fronte con una pezza bagnata e lo accolse con un sorriso. "Ac-Acqua..."

Daenerys lo aiutò a bere e non si stupì della velocità con cui Jon svuotò il calice. "Hai avuto un colpo di calore, nulla di grave ma mi hai fatto prendere un bello spavento. Ora hai bisogno di idratarti e stare al fresco adesso, mio piccolo draghetto di neve..."

"Neve che si è sciolta." Jon si ridiscese sui cuscini. "Devo abituarmi a questo clima se voglio scendere in battaglia."

Daenerys scelse di cambiare argomento. "Khal Ommo ci ha fatto dono di una grande quantità di oggetti oggi e io ne ho preparato qualcuno per te. Vuoi vederli?"

Come Jon ebbe annuito Dany glieli mostrò. Insieme a Myanna, Kily e Juti aveva rispolverato le sue doti di cucito quel pomeriggio e aveva realizzato per Jon degli abiti perfetti per un Khal. Un paio di pantaloni di pelle di cavallo, una cintura di anelli di bronzo e una tunica grigia che avrebbe fatto risaltare il grigio dei suoi occhi.

"Ti sembrerà di essere un vero Khal amore mio! Sarai... sarai... il mio Aegon il Conquistatore!"

Jon le sorrise e le baciò il dorso della mano. "Aye e tu sarai la mia Khaleesi conquistatrice, il sangue di Valyria che in groppa al suo drago comanda il popolo più bellicoso del mondo."

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