Dolcezze all'ombra dei limoni
"Ti piace la pancia della mamma Aemon?"
Daenerys passò una mano fra gli argentati boccoli del figlioletto e gli pizzicò quelle due rose in fiore che aveva per gote. Durante tutte quelle carezze lui rimase sempre con lo sguardo fisso sul suo ventre ancora piatto. Ogni volta che si incantava davanti a qualcosa a Dany ricordava Jon e quei malinconici occhi grigi non facevano altro che accentuare quella somiglianza. Il suo piccolo principe si liberò poi da quell'incantesiamo e allungò una manina per toccare la sottile seta bianca che copriva il petto di Dany.
Seduto sotto i rami dell'albero di limoni Aemon cadeva vittima, come il resto dei suoi famigliari lì presenti, del gioco di luci e ombre che si stava svolgendo fra le fronde. La sua fronte pallida era percorsa da variabili ricami di foglie fatte di ombra che al primo soffio di vento cambiavano posizione. Ma quella sfida fra le tenebre e il sole rendeva i suoi occhi scintillanti come dei sassolini sulla riva di un ruscello.
Dany gli sorrise e posò le mani sul grembo. "Cosa ci sarà mai qui dentro?"
Aemon piegò la testa da un lato e un'espressione curiosa nacque a dominare il suo visetto, un'espressione che Daenerys trovò adorabile con quel suo nasino arricciato e il labbro inferiore sporgente. "Drago..."
Dany scoppiò a ridere ma la risata di Jon, sdraiato accanto a lei, seppellì la sua. "Oh credo che sarai accontentato piccolo mio, la tua mamma è la Madre dei Draghi..."
Così dicendo si alzò e raggiunse il suo bambino, prendendolo in braccio e stringendoselo a sè. Aemon sorrise quando le mani del suo papà lo sollevarono e lo posarono sulle sue ginocchia. "E, un giorno, anche tu e tua sorella cavalcherete dei draghi e il mondo intero vedrà quanto siete forti e coraggiosi."
Aemon congiunse le labbra per donare un minuscolo bacio sulla guancia barbuta di Jon e successivamente le sue manine cominciarono a esplorare quel pungente e nero mondo. Jon lo lasciò fare fino a quando non cominciò a tirare i ciuffi. Allora, dopo avergli donato un tenero bacio sulla fronte, lo rimise sull'erba. Il modo in cui trattava i loro figli faceva fondere il cuore di Dany. Era nato per essere padre e lei era grata a qualunque divinità dominasse l'universo per aver infuso in Jon Snow una tale dolcezza. Dopo Aemon fu Rhaella ad avvicinarsi alla pancia di Dany. La principessina scrutò con barbagli luminosi nelle sue ametiste quel ventre coperto dalla seta. Poi alzò la testolina riccioluta e con tutta la solennità di una bimba di due anni disse: "Bimbo."
Bimbo era la parola con cui indicava chiunque e non soltanto i bambini. Bimbo poteva essere anche un anziano canuto. Ora la loro primogenita sapeva già pronunciare frasi ma il suo vocabolario non era ancora ampio al punto da saper dire uomo o donna o anziano. Parlava come parlava una bambina di giovane età, con parole a metà e verbi a volte inventati. Anche il suo fratellino aveva imparato nuovi vocaboli e adesso "Cok!" non era più la sua sola e unica parola per indicare tutto.
"Bravissima amore mio." Daenerys le accarezzò quei capelli identici a quelli del padre, profumavano di limoni e primavera. "Sì, qui dentro c'è un fratellino o una sorellina per te e per Aem."
Una lanterna parve essersi accesa dietro le iridi violette di Rhaella e il sorriso che fiorì poco dopo sul suo volto non fece altro conferirle un'ulteriore luminosità. Battè le manine eccitata. Sopra di lei i limoni incombevano maturi e di un portentoso giallo. Fu allora, mentre osservava felice la sua bambina rallegrarsi di quella notizia, che Dany percepì qualcosa posarsi sul suo grembo. Si girò e incontrò Jon Snow chino su di lei e intento a baciarle ripetutamente il vaso che conteneva la loro gioia. Le sue labbra si posavano leggere come il battito d'ali di una farfalla e esprimevano tutto il suo amore.
"Jon..." Quel bacio la deliziava nella sua semplicità. Lui continuò anche quando lei si sdraiò contro il tronco dell'albero e chiuse gli occhi, godendosi quel trattemento. Lo senti piccolino? Questo è il tuo papà che ti dichiara quando ti vuole bene...
In ogni sua gestazione si ripetavano quei gesti affettuosi, gesti umili ma dal grande valore per lei. Baci e carezze sul grembo, coccole verso quell'esserino che navigava sicuro nelle sue acque interne. Perché ogni bambino che gli Dei donavano loro era un gioiello da custodire con gran cura, un fiore raro spuntato nel loro giardino e che erano pronti a far crescere e sbocciare.
"Dany..." La voce calma di Jon le fece riaprire gli occhi. Lui le sorrideva con i riccioli che ricadevano sul suo viso come i rami scomposti di una cascata. "Ho qui qualcosa per te."
Da una tasca dei pantaloni tirò fuori un sacchettino chiuso da un nastrino bianco e lo depose nei palmi aperti di Daenerys. "Aprilo."
Lei lo fece e sorrise di gioia quando la sorpresa che quel sacchettino conteneva le si riversò nelle mani. Due minuscoli paia di calzini da neonato, uno azzurro e uno rosa, le solleticavano i palmi con la loro lana. Dany ne sollevò uno contro il sole e osservò come la luce penetrasse attraverso la stoffa, schiarendola.
"Jon sono... sono bellissimi... grazie..."
Lui le sorrise e le fece un baciamano. "Visto che non sappiamo se avremo un principe o una principessa ho deciso di prenderli entrambi."
Dany lo strinse in un abbraccio e lo baciò sul lobo dell'orecchio. "Sei una persona meravigliosa..." Gli sussurrò.
L'aria era carica dei profumi della Primavera, i loro bambini giocavano tranquilli sul prato e un altro riposava nel suo grembo, i limoni pendevano maturi e gli uccelli cinguettavano. In quell'atmosfera Jon Snow sembrava uno spirito dei boschi, un folletto. "No, tu sei una persona meravigliosa Daenerys Targaryen."
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