Di ritorno

Le condizioni della Regina migliorarono sempre di più e, di conseguenza, le Loro Grazie ritennero opportuno far ritorno nella Capitale. Il mare era calmo la mattina in cui partirono e batuffoli di nuvole puntellavano il cielo come le pecore di un gregge. Sulle vele delle navi reali il rosso drago a tre teste dei Targaryen stava ruggendo contro il vento. Presto Roccia del Drago divenne null'altro che un puntino in lontananza, un sassolino incastonato nello zaffiro.

La Regina e il Re si ritirarono nella loro cabina e lo fecero in un modo molto... caloroso. Un minuscolo bacio era scattato nel corridoio e presto quella scintilla si era trasformata in un incendio. Jon aveva afferrato Daenerys per i fianchi e cominciato a spogliarla. Di rimando lei non aveva interrotto quel bacio neanche per un minuto. Una volta entrati nella cabina, Jon chiuse la porta con un calcio del piede e spinse la sua sposa sul letto. Dany gli rivolse uno sguardo lascivo. Lo immaginava già nudo, i pettorali e le cicatrici in bella mostra e la sua virilità ben eretta, pronta per entrare nella sua bocca. Dany poteva già pregustare il sapore del suo seme. Afferrò la caraffa di vino posata sul comodino e si riempì un calice. Era del dorato di Arbor, dolce come il nettare estivo.

Non beveva del vino da mesi, i Maestri l'avevano sconsigliato per via della gravidanza, e ora che ne aveva finalmente la possibilità non chiedeva altro che sorseggiarlo fino all'ultima goccia. Quando ebbe finito si ritrovò dinanzi il torso nudo di Jon Snow. Dany posò una mano su una cicatrice. Era di un rosso scuro, quasi vermiglio, come una goccia di vino. O come una goccia di lava, la bollente lava dei draghi di Valyria.

"Ne vuoi un po'?" Domandò al suo consorte porgendogli il calice.

Jon scosse la testa. "Non voglio vino, voglio te."

Io ti rendo ubriaco Jon Snow? La mia fragranza ti inebria? Il mio aspetto ti sconvolge? Erano i pensieri di una fanciulla, non di una regina, e Dany in quel momento si sentiva proprio una fanciulla. Una ragazzina alla prima cotta e sognante il suo innamorato. Oh... solo gli Dei lo sapevano quanto aveva desiderato in passato comportarsi come una ragazza qualsiasi, almeno per poco. "Allora fammi tua."

Detto fatto. Jon le fu addosso in meno di un minuto. Le tirò su la gonna e la montò con la forza dei draghi. Le gambe di Daenerys si serrarono possessive intorno alla sua schiena e ad ogni spinta un sospiro carico di eccitazione abbandonava le sue labbra. Jon si insediava in lei, il suo seme navigava nelle acque del suo grembo come un vascello.

Toc Toc. Il bussare di qualcuno alla porta interruppe l'atto amoroso. Con la voce affannata Jon alzò il capo dal collo di Dany. "Abbiamo espressamente ordinato di non essere disturbati!"

La risposta colse entrambi di sorpresa. "Papà?"

Era la vocina di Rhaella. Mente Dany si diede una rapida sistemata, Jon si alzò dal letto e aprì alla principessa. Principessa che non si dimostrò sola, ma accompagnata dal principe Aemon. Non appena la porta fu aperta loro, i due giovani Targaryen entrarono ridendo e corsero verso il letto. Dany spalancò le braccia per accoglierli e per divorarli di baci.

"Ehi! Al papà nulla? Adesso sono triste..." Jon mise su un finto broncio e si gettò sconsolato sul letto. Fu raggiunto da due bambini affamati di baci. Rhaella cinse il collo del suo papà e gli donò un tenero bacino sulla guancia. Aemon invece si arrampicò sul torace e lo accarezzò con la manina.

"Papà..." Mormorò Rhaella baciando ancora la ruvida barba di Jon. "Il mio papà..."

"E tu sei la mia principessa..." Rispose Jon facendo il baciamano alla figlioletta. "La mia bellissima principessa. Nessuno ti può toccare senza il mio permesso."

"Ed Aem!" Lo interruppe Aemon. Gli piaceva considerarsi un cavaliere.

"Aye piccolino mio, ed Aem. Aem ed io alla difesa di Rhaella."

"I nostri due prodi cavalieri." Sorridendo, Dany si distese accanto al marito e ai figli. Dal torace di Jon, Aemon passò al suo e affondò il viso nel bel mezzo del suo seno. "Ma credo che la nostra Rhaella sia in grado di difendersi da sola, non è vero mia gioia?"

"Io ho una spada!" Le ametiste di Rhaella brillarono come pronunciò questa frase: era legatissima al suo spadino di legno e non solo perché era stato un regalo di Jon. "Una spada e un drago!"

Sì, ma dovrai aspettare ancora del tempo per cavalcarlo. "La mia Rhaella è la bambina più brava e bella di tutto il reame e il mio Aemon il più coraggioso e affasciante. Siete i miei gioielli."

Gioielli che ne' lei ne' Jon avevano pensato di poter avere. Quei due bambini dolcissimi e bellissimi erano il costante rimando di quanto invece il destino avesse deciso altrimenti. L'abbraccio soffocante di Rhaella la risvegliò da quei pensieri. "E Alysanne e Daeron?"

"Loro sono ancora piccolini." Rispose Jon. "Ma quando cresceranno vi eguaglieranno in bellezza e bontà. Dovete essere molto bravi con loro. Hanno bisogno di un fratello e di una sorella che facciano loro compagnia."

Hanno già un papà che si alza nel cuore della notte per rispondere ai loro bisogni. Giusto la notte precedente Jon non aveva praticamente dormito per badare ai gemelli e Dany l'aveva ritrovato all'alba con la testa china sulle culle e gli occhi luccicanti di affetto. Contemplava gli ennesimi miracoli che gli Dei avevano posto nella vita sua e di Daenerys. E la notte insonne aveva portato anche nuove conoscenze sui bambini: non si facevano mai sentire all'unisono. Quando Daeron piangeva per il pannolino, Alysanne ronfava alla grossa, quando lei aveva fame, lui osservava silenzioso e viceversa. Di conseguenza la fatica si moltiplicava e non appena uno finiva di piangere l'altra iniziava. Il povero Jon taceva per amore ma Dany vedeva quanto stanco giungesse alla mattina.

Forse questa volta avrebbe dovuto aiutarlo. "I gemellini stanno facendo la nanna, ma adesso io devo andare a fare il bagno. Volete unirvi a me?"

"Sì!" Rhaella e Aemon saltarono giù dal letto e corsero verso l'altra stanza. Una vasca di ottone e pochi mobili erano l'unico ornamento in essa presenti. Dany fece riempire la vasca di acqua bollente, spogliò i bambini e poi sé stessa. Fu l'ultima a immergersi.

"Papà non fa il bagnetto?" Chiese Rhaella mentre con Aemon giocherellava con delle bolle. Vapori caldi salivano a inumidire i capelli dei principini.

Dany fece segno di no con la testa. "Anche il papà ha bisogno di fare la nanna tesoro della mia vita. Questa notte è stato insieme ai gemellini."

Rhaella sbuffò divertita. "Papà è un dormiglione."

Dany rise della battuta, poi prese a lavare in suoi tesori. Li insaponò per bene, lavò loro i capelli con dell'olio alla lavanda e alla fine restò lì a crogiolarsi nell'abbracciò caldo delle acque e a osservare Aemon e Rhaella giocare con la schiuma. Ogni loro singola risata le riempiva il cuore d'amore. Eccoli lì i suoi miracoli, i suoi tesori più grandi, i suoi figli. Per anni i suoi figli erano stati creature alate e dalle scintillanti squame, ma adesso erano non uno, non due, non tre, ma ben quattro bimbi in carne e ossa. Bimbi che per mesi interi aveva tenuto al caldo nel proprio ventre, bimbi che aveva cullato, che aveva baciato, bimbi che mai aveva pensato di poter avere.

Una solitaria lacrima solcò la sua guancia a questo pensiero. Aemon la notò. "Mamma triste?"

Triste? Come posso essere triste quando sono con la felicità fatta bambino. "No cucciolino, la mamma è commossa."

Il suo cucciolino non la capì, "commossa" non era ancora presente nel suo vocabolario. "Comsa? Cos'è?"

"È l'essere così felici da piangere." Gli rispose Dany donandogli un affettuoso bacio in fronte. "Adesso che ne dite se usciamo? Abbiamo lasciato il papà da solo per troppo tempo."

Asciugò lei stessa i suoi bambini e con loro scelse cosa indossare. Alla fine la loro scelta cadde su una camicia da notte color crema. Rhaella le disse che era bellissima e Dany le disse la medesima cosa quando il giallo della sua camicia da notte fu posto sulla pelle pallida del suo corpicino. Ogni sera lei, Jon e naturalmente Rhaella sceglievano il vestiario notturno di quest'ultima mentre Aemon, essendo un maschietto, si accontentava di una perenne camicina bianca. Erano abitudini insignificanti all'apparenza ma che per loro avevano una grande importanza. Ogni attimo passato con i loro bambini aveva una grande importanza.

Al loro ritorno nella stanza principale trovarono Jon che russava profondamente con il capo sprofondato nei cuscini. Alla fine la stanchezza aveva vinto su Sua Grazia il Re. Intimando ai bambini di fare silenzio, Dany si avvicinò di soppiatto al suo sposo e lo coprì con la famosa coperta rossa. Jon continuò a dormire senza accorgersi di nulla.

"Ora dovete chiudere gli occhietti e fare la nanna con me piccoli miei." Si sdraiò accanto al suo addormentato Jon Snow e accolse Rhaella e Aemon nelle braccia. "Quando ci sveglieremo saremo a casa."

Casa non era solo la Fortezza Rossa, no, era dovunque si trovasse la sua famiglia.

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