Degustazioni e risate
"Allora? Assaggiate forza!"
Scambiandosi sguardi dubbiosi, i suoi cari afferrarono i biscotti appena sfornati. Il forno a legna della casa dalla porta rossa era piccolo ed effettivamente i suoi biscotti non avevano un bell'aspetto, scuri come pezzi di carbone, ma Daenerys si stava inoltrando a poco a poco nel mondo culinario e, beh, all'inizio non tutti i tentativi escono brillanti no? Jon, Rhaella e Aemon si portarono alla bocca le sue creazioni e Dany stette in silenzio, pensierosa, ad osservarli masticare. Nella casa dei suoi sogni, un'unica stanza racchiudeva il salotto e la cucina. Ora sul pavimento ligneo di quella stanza pendevano i raggi morenti dell'ultimo sole della giornata. Presto esso si sarebbe trasformato in una sfolgorante palla infuocata che lentamente sarebbe calata sul mare, ricoprendolo con il suo ondeggiante mantello arancione. Ma nonostante la giornata stesse volgendo al termine, il caldo non desisteva e la radura dell'albero di limoni e della porta rossa era, come sempre, un piacevole riparo.
Non appena Jon e i bambini ebbero deglutito, Dany partì a raffica con le domande. I gemellini, seduti nei loro seggioloni, era stati risparmiati dall'assaggio. "Sono buoni? Sono cotti troppo o troppo poco? Devo aggiungere o togliere qualcosa? Andiamo, sputate il rospo!"
Jon si morse il labbro e vagò in giro con lo sguardo, come se fosse alla ricerca della risposta adatta. "Diciamo che..."
"Che?"
"Che sono bleah!" Rhaella rispose al quesito che le ronzava per la mente senza mezzi termini. Decisa, respinse il piatto che Dany le aveva posato dinanzi e incrociò le braccia. "Devi migliorare mamma, non sono buoni questi biscotti. E soprattutto non sono al cioccolato!"
Dalle bocche dei bambini fuoriusciva sempre la più pura verità, perciò Dany non se la prese affatto per il commento della bimba. Anzi, le sorrise e, vedendo i tratti del volto di Aemon deformarmi nella stessa smorfia di disgusto della sorella, riprese il piatto. Forse i maiali avrebbero gradito di più la sua cucina. "Hai ragione amore mio: sono una vera frana! Credo di essere più adatta a governare un regno che una cucina!"
Jon scosse la testa divertito, si alzò e la baciò sulla guancia. Le sue mani scesero lungo i fianchi di lei, protendendosi poi in avanti per posarsi sul ventre di lei, lì dove Jaehaerys aveva fatto risaltare l'ombelico. "Non dire così... ci vuole solo pratica e tempo e sono sicuro che farai magie. Un giorno potresti addirittura realizzare un banchetto mia Khaleesi!"
"Io pensavo che cucinare per cinque fanciulli fosse la stessa cosa!" Dany abbandonò il capo all'indietro, deponendolo sulla spalla del suo consorte. La barba di Jon le solleticò la pelle e le campanelle nella sua treccia tintinnarono leggiadre. Girando il viso, Dany posò le sue labbra sulla guancia di Jon, premendovi contro e lasciandovi il segno di un bacio. Il modo in cui il rossore si espanse sul volto di lui la deliziò come non mai.
Alysanne e Daeron gorgogliavano lieti, Aemon e Rhaella esprimevano il loro disappunto per la scena sdolcinata con buffe espressioni e le pareti di quella casetta, quella stessa casetta che per anni aveva dominato nei sogni di Daenerys come una regina dalla rossa corona, trasudavano felicità e pace. Dany era appagata, nulla di più avrebbe richiesto dagli Dei.
Le membra scolpite della marionetta danzavano sotto il comando dei fili ad esse legate. Jon mosse il bastoncino di comando e il minuscolo cavaliere fece una spaccata eccezionale. Un'altra mossa e la sua piccola spada si levò nell'aria, pronta per infilzare nemici invisibili. Incantato, Daeron protese una manina verso la marionetta, serrando un braccio del balocco. Jon sorrise al suo bambino. "Ma mossa da sopra cucciolo, non da sotto. Questo piccolo eroe può compiere qualsiasi impresa tu desideri, devi solo trattarlo bene."
Sebbene nessun giocattolo della nursery avesse mai attratto fino in fondo l'attenzione di Daeron, la marionetta parve aver fatto centro nel suo cuore. Daeron se la strinse al petto come un tesoro prezioso, i suoi occhi sfavillanti di gioia. "Gio gioc!"
La notte era scesa, la cena reale consumata e l'ora dei bambini di coricarsi si apprestava ad arrivare. E, nell'attesa, un nuovo regalo di Jon si era palesato in una scatola di legno laccata di rosso e con raffinati intarsi blu ai bordi. Aprendola, i quattro principini di Westeros ed Essos avevano scoperto quella bizzarra figura e si erano rallegrato assai. La gaiezza era arrivata alle stelle quando Jon aveva dato vita alla marionetta, muovendola e facendola ballare. Dany aveva ammirato tutto ciò con il sorriso stampato sul volto e ora se ne stava comodamente seduta sulla poltrona accanto al camino, le manine di Alysanne felici di accarezzarle il grembo.
"Già piccolino!" Era nato per essere padre, Dany ne aveva la conferma ogni giorno di più. Jon prese Dada fra le sue braccia, baciando i suoi boccoli argentati. "È proprio un bel gioco! Ma potrai giocarci domani con i tuoi fratelli, ora si va a nanna!"
La culla che avrebbe accolto Jaehaerys era già pronta, la stessa che aveva accolto tutti i suoi fratelli prima di lui. I panni candidi aspettavano il suo sederino, gli abitini di pizzo e di cotone il suo corpo di piccolo khalakka. Buona parte di quel guardaroba aveva vestito anche Rhaella, Aemon, Daeron e Alysanne, ma qualche nuovo vestitino proveniva dall'ago di Daenerys. Le dita di lei sfiorarono il bordo di quella culla ancora vuota e i suoi occhi si soffermarono sulle bianche copertine. Ancora tre lune, quasi due e mezzo a dire il vero, e lo Stallone che Monta il Mondo sarebbe stato fra le sue braccia, ancora poco e il suo sesto miracolo sarebbe giunto.
"Tutto bene amore mio?" Jon e il suo accento nordico la riportarono alla realtà. Dany si voltò e se le ritrovò dinastia già nudo e pronto per coricarsi. Le mani di lui le incorniciarono il viso. "C'è qualcosa che turba le acque placide della tua mente?"
"No, stavo solo riflettendo sulla velocità con qui passa il tempo. I nostri tesori stanno crescendo Jon, presto Aemon e Rhaella inizieranno a istruirsi e i gemelli stanno già parlando. Parlando Jon! Loro che appena un anno fa mi venivano posti fra le braccia, due benedizioni in un colpo solo. Vorrei... vorrei..."
"Impedire che i granelli di sabbia nella clessidra scorrano inesorabili?" I suoi occhi erano due nubi nel bel mezzo di una tempesta di amore e stavano riversando una pioggia benefica su di lei. Dany tremò a quello sguardo. "Credo che l'universo intero gradirebbe vedere questa richiesta esaudita amore mio, ma purtroppo continuiamo a rimanere mortali, per quanto il nostro sangue sia intriso di antica magia, è ovvio."
Jon la baciò sulla fronte, lento, solenne. "Dobbiamo goderci ogni singolo momento con i nostri figli amore mio. Sono miracoli, messaggeri dei cieli. Mai avevo pensato di poter avere un figlio ed invece tu... tu l'hai reso possibile. Mi hai fatto sentire amato come nessun altro prima avesse mai fatto. Mi hai... mi hai... mi hai dato un amore vero che io solo in seguito ho compreso appieno."
Le sue iridi scintillavano. "Tu l'avevi compreso fin dal primo momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati, ma quel giorno decidesti di anteporre il bene del mondo intero al tuo. Decidesti di salvarmi da me stessa e da quello che stavo diventando e te ne sarò per sempre grata Jon." Hai salvato gli altri, ma gli altri ti hanno sbattuto la porta in faccia difronte a te e al nostro sacrificio. Tu non soffrirai mai più mio piccolo draghetto di neve, nessuno oserà farti del male finché ci sono io. È una promessa. "Adesso lasciamoci alle spalle questi discorsi cupi, che ne dici? Mi sto addormentando in piedi Jon, andiamo a nanna."
Le paure di Jon si sciolsero come neve al sole e lui le offrì il braccio. "Certamente mia regina amorevole, affrettiamoci a chiudere i nostri occhietti."
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