Cervi, draghi e lupi

Il corteo reale si muoveva sulla strada polverosa portando con sé una gran cacofonia.

I nitriti dei cavalli e il suono dei loro zoccoli sul terreno, le ruote della carrozza e il ridere e scherzare dei membri del corteo creavano uno strano concerto.

Ma Jon non ci faceva caso.

Cavalcante accanto alla carrozza dove stavano viaggiando la regina e i suoi due gioielli, ogni tanto vi gettava uno sguardo all'interno.

Daenerys gli rispondeva sorridendo e la piccola Rhaella si avvicinava alla finestrella chiamandolo e agitando la manina.

"Papà! Papà! Pa!"

Sporgendosi un poco oltre il suo destriero, Jon le donava un dolce bacio su suoi riccioli scuri.

L'unico che non gli rispondeva era Aemon, che per tutto il tragitto era stato profondamente addormento nelle braccia della sua mamma, svegliandosi solo per chiedere latte o un cambio.

Rispetto a Rhaella, Aemon si era mostrato un bimbo relativamente tranquillo, anche durante la notte. Certo, ogni tanto si svegliava e allora toccava a Jon intervenire, ma le alzatacce notturne che gli faceva fare Aemon erano minori rispetto a quelle che gli aveva fatto fare Rhaella.

"Siete eccitata per questa caccia mia regina?" Domandò a un certo punto Jon a Dany.

Lei annuì. "Non ho mai partecipato a una caccia vera e propria. Cosa si fa?"

Jon le sorrise. "Tante cose: si caccia col falcone oppure con i cani, si cacciano pernici, lepri, cinghiali e cervi ma a volte anche altre bestie come lupi o volpi. "

"Capisco."

Dany abbassò una spallina del vestito rivelando un pallido e gonfio seno dal grosso capezzolo roseo.
Vi avvicinò Aemon che cominciò a succhiare avidamente il latte.

"Vuoi partecipare anche tu?" Le chiese Jon che nel frattempo era rimasto incantato alla vista del seno di Dany.

"Non lo so... credi che i nostri piccoli draghi siano bravi quanto i falconi?"

Meghar, il draghetto viola, e il verde Rhaegal li avevano accompagnati in quella piccola gita e ora stavano adagiati sui sedili della carrozza.

Erano cresciuti tanto negli ultimi mesi e adesso non erano più minuscoli esserini ma cuccioli di drago grandi almeno quanto il braccio di un uomo adulto.

"Nessuno ha mai provato a cacciare con un drago, ma credo di sì. Pormi questa domanda implica la tua partecipazione alla caccia?"

Dany gli sorrise con le sue ametiste che scintillavano.

"D'accordo."



Bosco del Re era l'area di caccia privata della Corona e si trovava a sud delle Terre della Corona lungo il confine con le Terre della Tempesta.

Quando il corteo reale vi entrò si ritrovò sotto un soffitto di verdi fronde che la luce del sole illuminava come smeraldi.

Jon poteva già sentire la vita che animava il bosco, vita che fra non molto si sarebbe ritrovata trafitta da una freccia o fra le fauci di un cane o stretta negli artigli di un rapace.

La polvere e le sue nubi che fino a quel momento erano state loro compagne di viaggio, alzandosi alte e infilandosi dappertutto non appena uno zoccolo o una ruota si posava sul terreno, aveva adesso lasciato il posto a un sentiero di sassi.

Sassi e sassolini grigi, neri e bianchi.

Si fermarono in una radura dove issarono le tende e dove fu subito tutto preparato per la caccia.

I falchi emettevano grida chiusi nelle loro gabbie. I loro occhi erano neri bottoni che sembrava ingoiassero la luce del sole e il loro becchi erano appuntiti come punte di freccia.

Dotato dell'apposito guanto protettivo, Jon ne tirò fuori uno dalla gabbia.

Anche se protetto, poteva sentire gli artigli del falco che stringevano sul cuoio.

Le sue piume erano rossicce e quando Jon lo accarezzò con la punta del dito, facendolo scendere lentamente lungo la spina dorsale dell'uccello, lui emise un grido acuto e sbatté le ali, rivelando una portentosa apertura alare.

"Siamo pronti a partire mio re?" La voce di Dany alle sue spalle lo fece sussultare.

Jon le sorrise e fu felice di vedere che gli occhi violetti della sua consorte osservavano il falco con curiosità.

"Lui e altri avvisteranno le prede dall'alto e le uccideranno per noi." Le disse.

Allungò il braccio verso di lei in modo che Dany potesse ammirare meglio l'animale.

Il falco la osservò per un momento girando il capo a destra e a sinistra.

Un corno soffiò poco più in là, richiamando i partecipanti della caccia a riunirsi per la partenza.

Con il braccio libero, Jon cinse le spalle di Dany e con lei si diresse verso l'adunata.

"Andiamo mia regina, ci stanno aspettando."


Il primo falco spiccò subito il volo, costringendo il corteo di caccia a seguirlo.

I cavalli si immersero fra gli alberi, saltando poi un tronco. I loro cavalieri erano guidati dall'uccello che stava volando dritto nel cielo, una macchia scura contro l'azzurro.

Poco dopo quell'uccello scese in picchiata emettendo un fischio acuto.

Fu trovato con una lepre stretto negli artigli. L'animale respirava ancora lievemente, alzando di poco il piccolo petto peloso.

Una veloce e fulminea beccata del falco mise fine alle sue sofferenze, penetrando le sue carni e facendone uscire una pozza di sangue che andò a bagnare il prato.

Dopo che il falco l'ebbe lasciata andare, Jon la prese per l'orecchie e ammirò la preda appena catturata.

Era una femmina, una femmina grassa e pelosa che avrebbe potuto sfamare almeno quattro uomini.

Nelle altre ore successive altre prede seguirono: un furetto selvatico e una pernice con un sacco di piume, altre due lepri e un cucciolo di cinghiale.

Anche Rhaegal, per la somma gioia di Dany, si dimostrò un abile cacciatore.

Piombando dal fogliame in mezzo al quale si mimetizzava benissimo, emise una fiammata che bruciò un coniglio selvatico. Poi i suoi artigli affondarono nel pelo morbido della creatura e con un rapido morso gli azzannò un orecchio, dandogli il colpo di grazia.

Felice, a quanto pareva, della sua conquista, riportò il sanguinante trofeo a Jon, lasciandoglielo cadere in grembo.

"Visto?" Gli disse Dany sorridendo. "I draghi sono ottimi cacciatori."

"Non ne ho mai dubitato amore mio." Rispose Jon mentre legava il coniglio per le orecchie dietro la propria sella insieme alle altre bestiole catturate.

Ma anche i lupi si dimostrarono presto ottimi cacciatori.

I cani da caccia si animarono improvvisamente, muovendosi agitati sotto i cavalli del corteo.

Spettro dominava su di loro, sia per stazza che per rispetto, e i suoi occhi rossi scrutarono l'orizzonte.

Con un rapido balzo saltò diretto verso il sottobosco, seguito presto da tutti i veltri.

"Seguiamoli!" Esclamò Jon.

L'abbaiare dei cani risuonava tutt'intorno. Sentivano l'odore della preda vicino.

Il sottobosco era fitto, con radici di alberi che spuntavano di sorpresa dal terreno.

Oltrepassarono un ruscello dove gli zoccoli dei cavalli alzarono schizzi e le loro impronte rimasero impresse nel fango.

I cani correvano ancora, guidati da Spettro e dal loro infallibile fiuto. In mezzo al verde Spettro era un'ombra bianca che si muoveva di soppiatto, senza emettere il minimo rumore.

E quell'ombra saltò addosso a un cervo.

Un grosso cervo, con tre magnifici rami di corna bianche come alabastro.

Fu colto di sorpresa da dietro così come furono colti di sorpresa Jon, Dany e il resto del corteo alla sua vista.

Capendo di essere stato fatto prigioniero, l'animale si dibatteva sul terreno emettendo i suoi versi nel disperato tentativo di chiedere aiuto.

Spettro lo morse nello stomaco, staccando un grosso pezzo di carne e ritrovandosi con il muso candido gocciolante di sangue.

Ma il cervo si muoveva ancora. I suoi zoccoli tracciavano solchi nel terreno e il muso si alzava al cielo, emettendo flebili respiri.

I denti di Spettro gli perforarono il collo, colorandolo ben presto di rosso.

Come un altro pezzo di carne fu staccato, una cascata di scintille cremisi schizzò nell'aria per un breve secondo.

Gli altri bracchi avevano raggiunto il corpo e grazie ai loro morsi il cervo smise di soffrire.

Ben presto diventò una carcassa sul terreno circondata da cani che lo annusavano felici.

"Bravissimo Spettro!" Jon lo ricompensò scendendo da cavallo e accarezzandolo in mezzo alle orecchie.

Le ricompense per gli altri cani furono bocconi di carne lanciati loro da altri cavalieri.

Jon scese ad ammirare il cervo.

Era grosso e carnoso e ora che era morto la lingua fuoriusciva dalle labbra cascando sul terreno e un piccolo nugolo di mosche aveva già cominciato a ronzarci intorno.

Fu caricato di peso su un cavallo.

Dopo aver visto un cervo videro anche una cerva.

Le sue orecchie vellutate si muovevano lievi e gli occhi neri scintillavano alla luce del sole.

La sue fine fu decretata da una freccia scagliata da Jon che sibilò nel vento e penetrò il suo petto.

Spaventata, la cerva cercò di scappare via ma un'altra freccia le trapassò il cranio, facendola crollare al suolo morta.

I cani la circondarono subito, annusandola ansiosi.

"Bel colpo!" Gli disse Dany scendendo da cavallo e fermandosi ad ammirare la preda appena caduta.

Di tutta risposta Jon le sorrise.



Vi erano mille odori nel bosco, alcuni recenti ed alcuni stantii. Li sentiva anche attraverso il fogliame.

Uno scoiattolo stava sgranocchiando una ghianda su un ramo e un corvo gracchiò nell'oscurità.

Era nell'oscurità che il bosco si animava veramente. Certo, vi era vita anche quando gli uomini cacciavano, portandosi dietro i cavalli, i falchi e i cani, ma era durante la notte che questa vita si mostrava realmente al mondo.

Si era lasciato alle spalle l'accampamento degli uomini perché a quell'ora gli uomini dormivano.

Lui no, non dormiva. Gli odori della foresta lo chiamavano a sé.

I suoi fratelli lo chiamavano a sé.

Un tempo erano stati in sei, uniti malgrado le distanze, ma ora rimanevano solo lui e sua sorella.

Poteva sentirla, in lontananza, che lo chiamava ululando insieme ad altri componenti del suo nuovo branco.

Lo chiamava ululando alla luna come ad un'antica compagna.

Era felice per sua sorella. Era felice che lei avesse trovato il suo branco.

Anche lui aveva trovato il suo branco e anche lui ne era diventato l'alfa. La donna-drago era sua e i cuccioli d'uomo erano una cosa meravigliosa.

Perciò anche lui alzò il suo ululato alla luna ed informò sua sorella di tutte queste novità.

Jon si svegliò con l'ululato dei lupi nella mente.

Fuori dalla tenda era ancora notte e la bianca luce della luna bagnava le cime degli alberi.

Dany dormiva accanto a lui, il viso affondato nel cuscino e i suoi capelli che assumevano riflessi argentati.

Poteva intravedere i corpicini di Rhaella e Aemon che si alzavano ed abbassavano ritmicamente nelle loro culle.

Sospirò.

Non era il suo primo sogno da metamorfo, eppure ogni volta che ne faceva uno era sempre un'esperienza nuova.

Poteva sentire ancora la sensazione della terra nuda sotto i suoi piedi e il sapore acre del sangue in bocca non appena Spettro aveva catturato una preda.

Lentamente, tutte queste sensazioni stavano svanendo.

Ma non l'ululato dei lupi.

Quello era reale.

Sentirlo riempì Jon di un'antica malinconia. Ripensò ai lupi del Nord e alle cime ricoperte di neve delle montagne.

Per un istante desiderò essere in mezzo alla neve, con i fiocchi che gli finivano nei capelli e il ghiaccio duro sotto gli stivali.

"Dany..." Scuotendola leggermente, cercò di svegliarla.

L'ululato dei lupi era qualcosa di troppo bello e mistico perché una sola persona potesse goderne.

"Mmh... " Le iridi viola di Daenerys si schiusero assonnate. "Cosa c'è Jon?... "

"Sentilo Dany!"

Jon le sorrise. Il richiamo dei lupi l'aveva reso di colpo completamente sveglio.

"Sentire che cosa?"

"L'ululato dei lupi!"

Entrambi si misero a sedere sul letto e Dany aguzzò l'udito.

Come sentì i lupi sorrise.

"È... È bellissimo Jon... "

"Già... " Sospirò lui.

Anche vicino a Grande Inverno i lupi ululavano. Ricordava di sentirli dalla sua finestra quando a volte la apriva per far entrare i venti freddi del Nord.

Ricordava l'albero del cuore e le sue foglie rosse che stormivano alla brezza invernale e il profumo del pane caldo e appena sfornato nelle cucine che interrompeva per un attimo quel continuo gelo.

Dany non mancò di notarlo.

Con una mano gli accarezzò la guancia, passando teneramente il pollice fra i peli neri della sua barba.

"Senti la mancanza del Nord a volte vero?"

Jon annuì.

Dany gli sorrise. "Ti prometto che le nostre gite al Nord saranno molto frequenti e non appena i bambini saranno abbastanza grandi per viaggiare, li porteremo lì. Va bene?"

Jon annuì e nel frattempo Dany lo baciò sulla fronte.

"Ma per adesso sono felice di stare qui." Disse lui. "Qui, con la donna che amo e con i miei figli. Tu sei la mia casa Dany e dovunque tu deciderai di andare io sarò con te."

Il sorriso smagliante di Daenerys rifletté la luce della luna.

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