Caccia al tesoro

"Trova i fiori che ti condurranno da me. Il primo è dove riposa il nostro primo gioiello. Jon."

Era questo che vi era scritto sul minuscolo rotolo di pergamena che Daenerys si era ritrovata accanto, al posto di Jon, quella mattina al risveglio.

Unito ad essa vi era un mazzolino di violette.

Dany aveva sorriso, chiedendosi quale altra trovata si fosse inventato suo marito quella volta.

Una caccia al tesoro utilizzando dei fiori come indizi? D'accordo, sarebbe stata al gioco.

Dopo essersi vestita ed aver fatto colazione, Dany aveva cominciato a vagare per i corridoi della Fortezza Rossa, aguzzando lo sguardo ovunque nel tentativo di trovare altri mazzi di fiori.

Ed il primo lo trovò nella nursery, dove riposava il loro "primo gioiello", Rhaella.

Era un mazzolino di margherite e se ne stava stretto nell'abbraccio di una bambola di pezza di Rhaella.

Anche qui vi era un bigliettino attaccato.

"Vai dove Baelor piantò i fiori del suo sangue, lì troverai un altro indizio. Jon."

Dany non riuscì a capire subito di quale luogo stesse parlando. "Fiori del suo sangue" ? Perché Jon non poteva scrivere in un modo più semplice?!

Ci pensò: Baelor poteva essere solo Baelor il Benedetto, il re-septon estremamente devoto dal quale il Tempio di Approdo del Re prendeva il nome.

Era stato Baelor a ordinarne la costruzione.

Ma sicuramente il Tempio non aveva niente a che vedere con i "fiori del suo sangue".

Che cos'erano allora? Dany cercò di far riaffiorare alla mente le lezioni di storia di Viserys.

E fu grazie a loro che realizzò cosa fossero quei misteriosi fiori.

Baelor aveva rinchiuso le sue sorelle in una cripta nella Fortezza Rossa per impedire che potessero tentarlo carnalmente.

Quella cripta aveva poi preso il nome di "cripta delle vergini"

Ecco la soluzione! I fiori erano i fiori della verginità di quelle fanciulle ed erano "di sangue" perché erano imparentate con Baelor.

Abbandonando la nursery, Dany si diresse più velocemente che poté verso la cripta.

Al suo passaggio cortigiani, servitori e guardie la salutavano con inchini.

Dany scese le scale di pietra alla fine di un lungo corridoio, oltrepassò un ponte coperto e scese ancora un volta le scale, solo che questa volta erano a spirale.

La loro pietra era consumata dal tempo e dai centinaia di passi fatti da centinaia di sconosciuti durante gli anni.

Quando emerse nel cortile interno, sentì la ghiaia sotto i suoi piedi.

Davanti a lei si stagliava il tempio reale, con le sue finestre di cristallo che brillavano al sole rendendo l'edificio un ettagono di luce.

Era dietro di esso che si trovava la Cripta delle Vergini.

I sassolini ghiaiosi si sfregarono fra di loro, mossi dai piedi di Dany mentre correva.

La Cripta delle Vergini era un maniero dalla forma allungata e con un ampio tetto d'ardesia.

Lo scuro grigio era in netto contrasto con il limpido cristallo del tempio con il quale confinava.

Alla Cripta si accedeva tramite due grossi portoni.

Afferrando il batacchio di ferro, Dany aprì lentamente la porta. Era pesante e  un cigolio accompagnò la sua apertura.

Uno spicchio di luce entrò a illuminare la Cripta, evidenziando le finestre con le sbarre e l'alto soffitto a volta.

Dominava un odore di umidità.

E adesso? Dove saranno i fiori di Jon?

Dany non ebbe bisogno di cercare a lungo, perché, dopo aver vagato un po' per la Cripta, trovò un profumatissimo mazzo di narcisi gialli infilato in una crepa.

Le crepe erano forse più presenti dell'umidità e a ogni due passi se ne incontrava una.

Molto spesso in esse erano cresciute delle muffe, che come ampi arazzi verdognoli decoravano le pareti.

Ma il profumo dei narcisi era più forte della loro puzza.

Deponendo i fiori gialli nel suo piccolo cestino di vimini insieme alle violette e alle margherite, Dany lesse il messaggio ad essi correlato:

"Sei riuscita a trovare la bellezza e il profumo in mezzo al vecchio e al marcio, bravissima Dany! Ora ammira i Sette Regni dall'alto e vai dove ci incontrammo, lì troverai l'ultimo indizio. Jon."

Ammirare i Sette Regni dall'alto? Doveva forse volare a dorso di drago? No, no di certo.

Lo squittire di topolino grigio nell'ombra non aiutò Dany a pensare.

Uscì dalla Cripta e, dopo aver chiuso il pesante portone di legno, riprese il percorso che l'aveva portata lì.

Il luogo dove si erano incontrati lei e Jon era Roccia del Drago, ma l'ultimo indizio non si sarebbe trovato lì di certo, dato che tutta questa caccia si stava svolgendo solo ed esclusivamente nella Fortezza Rossa.

Ma cosa c'era nella Fortezza Rossa che ricordasse Roccia del Drago? Dany ci pensò sù.

E stava camminando sotto il porticato interno quando realizzò di cosa si trattasse.

La Sala del Concilio Ristretto!

La Sala era direttamente collegata a un piccolo cortile interno sul quale pavimento erano dipinti i Sette Regni.

E quindi anche Roccia del Drago.

Dany corse diretta verso la Sala, ignorando gli sguardi dei cortigiani sconvolti al vedere la loro regina che si era appena ripresa dal parto e che già correva sfrecciante come una freccia.

Una volta lì si fermò un attimo a riprendere fiato.

Sotto i suoi piedi i Sette Regni erano rappresentanti minuziosamente, forse più minuziosamente del tavolo della Sala del Tavolo Dipinto a Roccia del Drago.

I mari erano di un azzurro brillante e la terraferma un verde corpo solcato da vene azzurrognole e marroni lì dove erano indicati i fiumi e le catene montuose.

A volte le sorprendeva che fosse stata Cersei Lannister a commissionarlo.

E su un isoletta nel Golfo delle Acque Nere, Roccia del Drago, era stato appena costruito un castello di rose rosse.

Sorridendo, Dany prese in mano il mazzo e lo portò alle narici, ispirando deliziata il profumo che emanavano i petali.

Prese il biglietto e lo lesse:

"Hai risolto tutti gli indizi ed ora è giustamente venuto il momento della tua ricompensa. Raggiungimi al gazebo nei giardini mia regina, lì ti verrà consegnato il tuo premio. Jon."

Al gazebo nei giardini, bene. A Dany piaceva quella piccola struttura a spicco sul mare.

Dentro di sé le dispiaceva un po' che la caccia al tesoro fosse finita, ma era anche felice di poter vedere finalmente Jon dopo tutta quella estenuante ricerca.

Si diresse verso i giardini, camminando in corridoi decorati da finestre ad arco, arazzi e busti di antichi sovrani e lord dimenticati.

Scese una rampa di scale marmoree e oltrepassò una porta ad arco, trovandosi poi immersa in un verde paradiso.

Le aiuole dei giardini eran ben curate e da esse partivano essenze che facevano inebriare i sensi di Dany.

I gigli erano aperti e sembravano bianche stelle bagnate da scure goccioline al centro, le rose si stagliavano orgogliose contro il cielo limpido, ansiose di mostrare al mondo tutta la loro rossa, gialla e bianca bellezza.

I lillà pendevano dalle loro fronde come boccoli dal capo di una dama e le portentose primule formavano il mosaico dei prati.

Dany si sentiva immersa nella pace.

Avanzò sul sentiero di pietra chiara, sentendo gli zampilli delle fontane che l'accompagnavano.

Ed arrivò al gazebo.

Verdi viticci d'edera si arrampicavano sulle sue travi di legno, coprendo poi interamente il suo tetto.

Era lì sotto che Jon la stava aspettando.

Appena la vide l'accolse con un sorriso.

"Vedo che hai risolto i miei indizi mia regina."

"Sì." Dany rispose al sorriso. "Ho raccolto i fiori che il mio re ha lasciato cadere lungo il suo cammino."

Jon la cinse per i fianchi e la baciò sulla guancia. "Ora devo darti il tuo premio."

"Che cos'è?"

Jon le mostrò un minuscolo portagioie di legno.

"Aprilo." Le ordinò. "La mia sorpresa è all'interno."

Dany ubbidì e i suoi occhi brillarono per la sorpresa quando quest'ultima fu davanti ai suoi occhi.

Una spilla.

Una spilla rappresentante lo stemma Targaryen con al centro il metalupo degli Stark. Il drago era rivestito di rubini mentre il metalupo era di zaffiri e di diamanti.

Se esposto alla luce del sole brillava come una piccola stella.

"La nostra unione Dany." Le sussurrò lui all'orecchio mentre le cingeva i fianchi e la baciava sul lobo dell'orecchio.

La sua lingua ruvido sfregò contro la sua pelle delicata.

"La nostra Unione del Ghiaccio e del Fuoco... " Mormorò Dany.

Si girò verso di lui.

"È bellissima ma... "

"Ma cosa." Le iridi di Jon si velarono istantaneamente di preoccupazione. "Non ti piace?"

Dany gli sorrise. "È meravigliosa Jon, ma il regalo più bello che ho sei tu."

Si baciarono, lì, sotto quel gazebo a spicco sul mare.

La brezza portava l'odore pungente della salsedine e il delicato profumo della Primavera.

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