Bagni
La pelle di Jon sembrava avorio sotto i raggi del sole talmente era pallida. Daenerys ammirò i suoi muscoli scolpiti distendersi nell'erba. Il corpo nudo di Jon Snow si adagiò sotto le lunghe fronde ondeggianti di un salice piangente, godendosi l'ombra che esse offrivano. Un brivido di eccitazione percorse la spina dorsale di Dany a quella vista lussuriosa.
"La mia regina gradirebbe raggiungermi?" Jon alzò di poco il viso dal suo verde cuscino. "Fa così caldo sotto il sole..."
"È perché l'Estate è ormai giunta mio re."
Proprio quel giorno era arrivato un corvo bianco dalla Cittadella recante con sé la notizia che i due anni di Primavera erano ormai giunti al termine e che l'Estate stava per venire. "Un' estate rigogliosa prevediamo..." Avevano scritto gli Arcimaestri. "Un'estate che porterà frutti in abbondanza, raccolti fertili e ottime annate di vino. Possiamo presupporre che sarà estremamente calda se non la più calda degli ultimi cinquant'anni."
Jon sbuffò e ritornò sull'erba chiudendo gli occhi. "L'estate è giunta e si cuoce. Io muoio di caldo. Perché deve fare così caldo al Sud?!"
Dany rise e cominciò a spogliarsi. Dal laghetto accanto al salice proveniva un leggero gorgogliare. I fini fili verdi dell'albero accarezzavano la soglia immobile dell'acqua e nell'aria navigavano pollini. I giardini quel pomeriggio erano un paradiso in terra, così verdeggianti, così... solitari. Un piacevole silenzio, rotto ogni tanto dai suoni della natura, sembrava essere sceso su tutto il complesso. Daenerys si alzò in piedi e il suo abito di mussola le scivolò via come un bianco liquido.
Si avvicinò al suo re. Lui la accolse con un sorriso. "Si sta bene qui no?"
L'erba solleticava il corpo nudo di Dany. Sdraiandosi supina si portò una mano al pancino. Un lievissimo rigonfiamento, percepibile solo toccato, simboleggiava che era ormai entrata nella seconda luna. Come stai oggi piccolino? Sei calmo vedo, solo qualche spinta, ti rilassa anche a te questo paesaggio?
"Spero solo che adesso che le notti si faranno più bollenti tu non vorrai dormire nudo."
La risata di Jon le strinse il cuore in una morsa d'amore e lei allungò la mano verso la sua per stringerla. "Forse lo farò, a te non piacerebbe? Con questo caldo bisogna stare al fresco."
Deanerys strinse forte la mano di Jon. Adorava quando la stuzzicava in quel modo. "Voi del Nord siete proprio fissati con il freddo al punto da non riuscire neanche a sopportare un giorno di sole. Ad Essos fa molto, ma molto più caldo di così, lì oggi è una giornata tiepida."
"Cosa?!" Jon spalancò gli occhi e si accostò al suo viso per baciarla sulla guancia. "Allora non andiamo mai a Essos, ti prego. Mi scioglierei come un cubetto di ghiaccio."
Dany rispose al bacio ma sulle labbra. "Potremo sempre portarti dietro una scorta di ghiaccio dalle montagne per tenerti sano. Non voglio che il mio re soffra."
Jon l'afferrò e la portò su di sè. Adagiata sul suo petto Dany poteva vedere quelle cicatrici che col loro rossore spiccavano vivide su quella carne pallidissima. Quella dell'attentatore al Tempio era l'ultima aggiunta a quella macabra collezione, proprio sul fianco, ma a differenza delle altre questa era una sfumata striscia rosa. Questa guarirà, ma le altre no. Pensò Daenerys passandoci una mano sopra. Un costante monito di un passato oscuro che ha reso Jon più forte, come la mia. Sotto il seno destro recava scritto nella carne l'estremo atto d'amore di Jon nei suoi confronti. Era grata agli Dei che la maggior parte delle volte che doveva essere nuda era nell'atto amoroso e allora Jon si concentrava su altre cose. Non voleva affatto che soffrisse ancora dopo tutto quello che entrambi avevano passato.
Adesso, e menomale, Jon Snow stava volgendo il suo sguardo ad altro. Ai suoi occhi violetti. Era immerso nelle sue pozze viola con fervore. "L'Estate ti rende così bella."
Lo disse con una tale dolcezza che Dany arrossì come una bambina. E lui non mancò di notarlo. "E anche quando arrossisci."
La risposta di Daenerys fu un bacio appassionato, un bacio al quale Jon si abbandonò. Premendo i palmi delle mani contro le sue guance riusciva a sentire la lingua che sbatteva contro di esse, impegnata in una viscida lotta con la sua. Le braccia di Jon si depositarono sulla sua schiena e le sue mani artigliarono i suoi glutei. E da lì passarono alla parte più intima. Un dito penetrò nella sua casetta rosa, muovendosi esitante all'interno di essa e donandole un estasi che mai niente o nessuno prima di allora era stato in grado di darle. Il dito si mosse in quella stanzetta dalle pareti soffici, arrivando poi all'orgasmo e facendo urlare Dany di piacere.
"Jon, oh Jon!"
Lui lo fece ancora. Daenerys sentì l'unghia grattarle contro la carne e ogni volta che raggiungeva un orgasmo un gridolino eccitato sfuggiva dalle sue labbra. I suoi capelli, liberi da trecce o altre elaborate acconciature, ricadeva sul viso di Jon catturando i raggi del sole e trasformandoli in riflessi argentei. Mentre un'altra ondata di piacere la stava per investire trovò il tempo di lasciare un succhiotto sul collo di Jon. Affondando i denti nella carne pallida marchiò quel collo con un rosso segno.
"Mi hai rinfrescato." Jon sorrideva in maniera birichina. "Ma adesso..."
"Adesso cosa gradirebbe fare il mio re?"
Il suo re volse la testa in direzione del laghetto. Della gradevole acqua fresca li attendeva. "Il bagno."
"D'accordo."
Dany si alzò e camminò verso il bagno in questione. Quando immerse un piede per verificare la temperatura la trovò perfetta, una refrigerante goduria in quella calura. Lentamente si immerse, lasciando così che Jon ammirasse imbambolato le sue curve sinuose. L'acqua le arrivò alle caviglie e poi alle ginocchia. Con il braccio si aprì un varco fra i rami pendenti del salice. L'acqua le giunse poi al ventre e percepì il bambino muoversi divertito in esso, poi al seno e infine sorpassò anche quello. Girandosi ebbe modo di osservare i rivoli che scendevano lungo le rocce, lisciandole e facendole luccicare contro la luce del sole, e pollini che svolazzavano nell'aria come bianchi spiritelli.
"Vieni Jon!"
Jon Snow era rimasto immobile e con la bocca aperta ad osservarla. Daenerys rise a quella vista. "Se spalanchi ancora un po' quella bocca diventerà un nido per le mosche! Andiamo vieni!".
Ubbidendo agli ordini, prima Jon richiuse prontamente la bocca e successivamente si avviò verso di lei, avanzando nel laghetto. Quando la raggiunse la strinse in un abbraccio ma tutto ciò che Dany riuscì a vedere furono i fiumicelli che scorrevano lungo i suoi pettorali scolpiti. Le ricordavano dei corsi d'acqua che scavavano nella roccia.
"Allora?" La voce di Jon era un sussurro tenero. "Sei contenta del bagnetto Dany?"
Il modo in cui le sue labbra si muovevano quando pronunciavano il suo nomignolo, con tutta quella dolcezza infusa e quell'infinito amore che cercavano di contenere, la mandava in estasi ogni singola volta. Sembrava che per Jon fosse il nome di una dea.
"Sì." Rispose lei frantumando il sogno. "È davvero molto rilassante."
Bacialo, bacialo, bacialo. Le diceva una voce interiore. Bacialo, è così bello oggi, bacialo dai. Decise di ascoltarla.
Si fiondò su di lui con forza, cogliendoli di sorpresa. Affondò la lingua più che potè, voleva sentirlo tutto, voleva che fosse tutto suo. Il suo Jon Snow dai grezzi sapori nordici, suo e solo suo. I loro petti si scontrarono in un amplesso focoso e le loro mani esplorarono le pelli altrui. Poi qualcosa arrivò ad interrompere quella gioia acquatica. Una serie di gocce dall'alto. Dany si staccò dal bacio e gettò uno sguardo al cielo. Le nubi avevano assunto una colorazione grigiastra, cinerea quasi, e nuvole ancora più grosse e scure si profilavano all'orizzonte. Il sole era stato mangiato da quel mostro tempestoso.
"Sta arrivando un temporale." Dichiarò tornando a guardare Jon.
"Già." Altre gocce scesero e gli bagnarono il capo. "Meglio rientrare."
Ma la rientrata fu dura.
Uscirono di fretta e con altrettanta fretta si vestirono. Poi, mano nella mano, corsero più velocemente che poterono verso l'uscita del boschetto sperando di arrivare sul sentiero ghiaioso che percorreva i giardini. Ma il tempo era stato più veloce e le nubi si erano gonfiate, ingigantendosi e caricandosi fino non riuscire più a contenere tutta quell'acqua. Avevano dovuto riversarla sul mondo a una velocità disarmante. La pioggia cadeva velocissima e gelida, argentei proiettili che colpivano qualsiasi cosa incontrassero lungo il loro cammino e a quel concerto di tuoni e saette si era aggiunto anche il vento. Passava attraverso i rami degli alberi e ogni altro angolo, ululando come un lupo impazzito. Una giovane betulla era talmente piegata sotto la forza del vento da toccare terra con le sue fronde.
Daenerys e Jon aumentarono il passo ma il terreno era già un immenso pantano. E quando trovarono finalmente il sentiero la situazione non era migliore. L'acqua stava rendendo i sassolini scivolosi sotto le suole e passare sarebbe stato difficile.
"Stammi dietro Dany."
La pioggia ruscellava lungo i suoi capelli rendendoli un nero casco sul viso. Anche Dany sentiva le gocce solcarle gelate il capo e scenderle sulle braccia facendo fiorire la pelle d'oca. La mano di Jon strinse la sua talmente forte fino a non farle sentire più il sangue. Non voleva che scivolasse e che lei o il bambino o entrambi si ferissero. Dovettero camminare lentamente sul sentiero con le loro scarpe che affondavano nel fango dove ora navigavano i sassolini. L'aria si era fatta grigia e tutto sembrava avvolto in un mantello di nebbia. Una nebbia gelida e fittissima. Daenerys non riusciva a vedere a un palmo dal suo naso.
"Jon? Jon sei sicuro che ci stiamo dirigendo verso la Fortezza Rossa?" Il vento trasportò la sua voce e i tuoni la coprirono, ma Jon la sentì comunque.
"Non ti preoccupare. Adesso entreremo e ci scalderemo davanti al fuoco. Bada a non prendere freddo."
Ma ciò che si parò davanti ai loro occhi non fu il portone del palazzo, bensì il gazebo. Si rifugiarono sotto il suo tetto di legno e si affacciarono per gettare un'occhiata al mare. Sotto di loro le onde si alzavano impetuose, rimescolando acqua grigia, e si abbattevano sonoramente contro gli scogli e le mura. E con loro giungeva il vento freddo.
"Hai freddo?" Jon vide Dany sfregarsi le mani sulle braccia per scaldarsi. Mancando di mantello la avvolse con le sue braccia per infonderle calore. "Adesso andiamo a casa, te lo prometto. Dobbiamo correre però, capito Dany?"
Dany annuì e afferrò la mano che lui gli offriva.
Piano ben riuscito.
Arrivarono davanti al portone e bussarono per farti sentire. Le guardie aprirono ai due fradici e infreddoliti sovrani. Successivamente, dopo essersi asciugati e cambiati, si avvolsero in morbide coperte davanti al camino del loro salotto privato e gustarono della cioccolata calda.
"Visto?" Jon le sorrise prima di portarsi alle labbra la sua coppa. "Te l'avevo detto: siamo tornati a casa."
"Non ne ho mai dubitato mio re." Il bambino dentro di lei si era calmato e adesso si godeva il calore. "Ma, tranne questo piccolo inconveniente, ti è piaciuto il pomeriggio?"
"Sì..ì...ì...e... etciù!" Il suo re si pulì il naso con un lembo della coperta. "Maledetta pioggia..."
Daenerys rise e lo baciò sulla punta del naso. "Spero che la pioggia non ti abbia arrecato danno, dopotutto era rinfrescante. Come dicevi te: fa così caldo!"
La spintarella affettuosa di Jon contornò la sua risata.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top