Baci per colazione

Era ancora buio quando Daenerys si svegliò. Fuori l'infuocato carro dell'alba non era ancora arrivato sulla strada del cielo, perché quella strada era ora percorsa dal carro della luna.

Solo un sottilissimo filo luminoso sul mare, come un lungo capello di qualche divinità, interrompeva l'argentato e virginale dominio della signora della notte.

Dany si crogiolò un attimo nella morbidezza del cuscino dietro la sua testa e fece navigare i suoi piedi nelle lenzuola. Erano ancora permeate del profumo di Jon, macchiate del suo seme, e per questo Dany si sentì felice. Essere svegliati al mattino dai familiari odori della persona amata... non era meraviglioso?

E proprio per vedere il proprietario di questi odori Dany si girò dall'altro lato del letto. La sua guancia affondò nel cuscino come in una soffice nuvola. 

Sapeva di essere completamente nuda sotto le coperte. Sentiva il lino solleticarle i capezzoli e atterrarle dolcemente sui fianchi non nascondendo castamente le sue forme.

La mano di Dany si allungò ad accarezzare la guancia di Jon Snow. Le sue dita passarono fra i peli della sua barba come se fossero erba fresca e alla fine si fermarono sulle sue labbra, tastando leggermente quei morbidi cuscinetti di carne. Vi percepiva i respiri che vi uscivano, soffi d'aria calda carichi di vita, messi di un sonno tranquillo.

Voleva svegliarlo, ma le dispiaceva distruggere una visione così adorabile. Il suo Jon dormiva con metà viso affondata nel cuscino e un ciuffo ribelle di capelli che nel muoversi notturno si era alzato nell'aria, erigendo una torre di riccioli scuri. Le sue braccia abbracciavano il cuscino con la stessa intensità con cui normalmente abbracciava lei.

Alla fine Dany si convinse e pose le proprie labbra sulle sue. Da quel bacio ne scaturì un mormorio addormentato:

"Mmh... Dany..."

Lei sorrise al sentire il suo nome. Ma non era questo che cercava da Jon. 

Un altro bacio, solo più intenso, ma anche qui non ottenne grandi risultati. Jon alzò solo di poco la testa e le sue labbra si mossero per far uscire un: "Sono sveglio Dany... sono sveglio..."

Era una bugia. Come ebbe pronunciato quelle parole, il capo di Jon Snow ripiombò sul cuscino e il lucchetto del sonno si fece ancora più difficile da aprire. Ma Dany aveva la chiave. Riprovò di nuovo, prendendo questa volta il viso di Jon fra le mani e allungando il tempo di durata del bacio.

E questa volta funzionò.

Due assonnate finestrelle grigie si aprirono a scrutarla nel buio e un delicato sorriso fiorì su quelle labbra che fino a poco prima erano state incollate alle sue. Ciononostante un portentoso e largo sbadiglio, carico del fiato caldo di Jon, la investì in pieno viso.

"Grazie per il tuo buongiorno. Essere investiti dal tuo alito in piena mattina è il miglior modo per cominciare la giornata."

Così dicendo Dany si arrampicò sul petto nudo di Jon. I suoi pettorali erano i suoi appigli in quella scalata e poteva sentire il suo cuore che batteva sotto il palmo aperto della sua mano destra. Il cuore del suo Jon Snow. 

Jon mise le mani a coppa e in quella coppa il suo viso fu il primo ad essere versato. Dany sentiva i suoi pollici accarezzarle teneramente gli zigomi, le guance e i bordi delle labbra. Gli sorrise e lui rispose al sorriso, portando poi il suo viso in avanti e unendolo al suo con un bacio.

"Che ore sono?" Domandò Jon in seguito affondando ancora nel cuscino. Forse il velo del sonno non era stato totalmente tolto dai suoi occhi come Dany  aveva sperato.

"Non è ancora sorta l'alba amore mio, è presto. Ma oggi mi sono svegliata prima e adesso gradirei fare colazione. Vuoi unirti a me?"

"Solo noi due?"

"Solo noi due e una cucina ancora deserta a nostra completa disposizione. Ti va?"

Jon soffocò uno sbadiglio con la mano prima di rispondere. "Va bene..."




E così quella che doveva essere una tranquilla e silenziosa passeggiata mattutina si trasformò invece in una corsa sfrenata per i corridoi della Fortezza Rossa, correndo per strette vie, scendendo e salendo scale e passando sotto archi e ponti coperti.

Dany rideva e si cingeva ancor di più nella maglia di Jon. Era quella che usava per dormire ed era di morbida stoffa grigia. L'aveva raccolta prima dal pavimento e l'aveva indossata senza il consenso del suo legittimo proprietario, il quale aveva però riso ad osservare quanto le stesse larga.

Ed era vero, Dany in quella maglia di stava dentro due volte, la fine le arrivava quasi sopra il ginocchio e un pezzo di maniche cascava in avanti perché le sue mani non lo raggiungevano. Eppure a lei piaceva lo stesso. Era pregna del profumo del suo Jon Snow, satura dell'odore pungente del pino e di quello fresco dei limpidi torrenti di montagna.

Si sentiva come una bambina in quella maglia, come una bambolina dalla pelle di luna e dai capelli di seta argentata. La bambolina di Jon, pronta per giocare con lui. 

D'altro canto il suo amato consorte aveva reputato ugualmente saggio non andare in giro nudo e, visto il furto della parte superiore del suo completo notturno, si era ritrovato provvisto solo dei pantaloni. Il suo torace era ora esposto alla gelida aria che precedeva l'aurora, pallido come pallida era luce che quest'ultima avrebbe portato.

Quando arrivarono alle porte delle cucine fu Daenerys ad aprire, abbassando la maniglia in ferro battuto e svelando agli occhi suoi e di Jon il reame delle delizie.

Il fuoco ardeva nell'enorme camino di pietra, decorando con tappeti di luce e calore ogni cosa che incontrasse davanti a sé. L'aria era ancora permeata dall'odore di legno e di cenere che proveniva dai grandi forni disposti lungo le pareti come tante bocche spalancate e sopra le loro teste incombevano file appese di erbe essiccate, formaggi stagionati e animali scuoiati e macellati.

Dany avanzò per prima, facendo scorrere una mano su uno dei lunghi tavoli legno. Il tempo sembrava come essersi fermato, perché coppe, caraffe, ciotole, cucchiai, coltelli e mortai erano disposti come se da un momento all'altro una schiera di cuochi e servi dovesse entrare dalla porta e cominciare a lavorare. 

Osservò i cesti stracolmi di ogni ben di Dio che erano stati accatastati vicino alla porta della cantina, pronti per essere svuotati per la preparazione di gustosi piatti quella stessa mattina.

"Allora mia regina, con cosa vogliamo iniziare?" Jon le cinse i fianchi da dietro e posò il mento sulla sua spalla.

La risposta di Dany non si fece attendere. "Con il cioccolato."

Jon le sorrise birichino per poi ubbidire subito ai suoi ordini. Da una mensola tirò giù un barattolo. Dany vi notò al suo interno una sostanza cremosa e marrone.

"La famosa notte che Aemon mi portò qui per soddisfare la sua fame notai questo." Aprì il barattolo. "È crema di nocciole con un pizzico di cioccolato. Assaggiala Dany è buonissima."

Si sedettero a un tavolo e cominciarono a mangiare. Dany vi immerse un dito e questo vi affondò delicatamente nella crema. Poi se lo portò alle labbra e quando il suo palato ebbe accolto quel nuovo ospite, le sue papille gustative sprizzarono gioia.

"Ma è... è deliziosa!" 

"Certo che lo è! Te l'avevo detto!"

Continuò a mangiarla, incurante delle dita sporche. Jon fece la medesima cosa e ben presto le loro dita stavano contendosi quel soffice tesoro, sfregando i polpastrelli contro il vetro del barattolo. Diventò una guerra, cercavano entrambi di afferrare quanta più crema potessero ma poi, mentre Dany si stava crogiolando nel sapore ipnotico della crema sulla sua lingua, fu colta alla sprovvista.

Veloci come lepri, due dita di Jon si fiondarono sulla punta del suo naso e lo colorarono di marrone.

"Ehi!"

Jon se la rideva alla grossa. "Sembri una coniglietta!"

Anche Dany decise di prenderla sul ridere. "Sì, sì hai ragione!"

Con uno scatto fulmineo Jon si alzò e la prese in braccio. Dany non capì perché e lo domandò: "Ehi Jon che fai? Dove mi stai portando?" La depose su quello stesso tavolo. Ora Dany era più alta di lui.

"Fammi diventare il tuo coniglietto." Le disse in un sussurro carico di tenerezza.

Dany gli sorrise e ubbidì ai suoi ordini. Sollevando due dita cariche di crema nell'aria, andò a posarle sulla punta del naso di Jon Snow, dipingendoci un cremoso triangolino marrone. Le labbra di Jon si arricciarono in un finto broncio quando ebbe finito.

"Ho ancora fame zietta, voglio i lamponi."

Di tutta risposta la zietta gli sventolò in viso le sue maniche cascanti, ma così facendo fece starnutire il suo affamato nipotino: "Etciù!"

"Il mio re dei viziati è ritornato alla carica?"

Jon rise leggermente e si avvicinò a baciarle il collo, sfregando però con la lingua fin sotto il mento. "Sì e voglio i lamponi. Li voglio adesso zia Dany altrimenti faccio i capricci e sveglio tutti."

Zia Dany dovette arrendersi e, scendendo dal tavolo, andò a recuperare i tanto agognati lamponi da una mensola. Quando ebbe donato il barattolo nelle mani del suo nipotino, lui lo aprì senza esitare e vi tirò fuori cinque dita adornate da rossi lamponi sulle unghie. Questi lamponi finirono ben presto nelle fauci di Jon Snow.

Anche Dany decise di provarci, ma non appena la sua mano emerse dal rosso e puntinato mondo del barattolo si ritrovò fermata al polso da quella di Jon. Lentamente e con passione, le labbra di Jon fecero scomparire ad uno ad uno i lamponi dalle sue dita.

Jon la guardava piena di desiderio. "Te li farò assaggiare io i lamponi mia regina."

E la degustazione avvenne subito. Le labbra di Jon si posarono sulle sue e le schiusero in un bacio. Dany sentiva i pezzettini di lampone navigare per il suo palato e a volte fermarsi sui denti. Erano buoni, con tante piccole palline saporite. La sua lingua le riportò al giusto luogo e fece ritornare ad essere candidi i denti del suo Jon.

Il bacio la costrinse ad indietreggiare sul tavolo e quando i suoi fianchi si scontrano con il bordo di legno un tintinnare di bicchieri e piatti li accolse. Cinse il collo di Jon con le braccia, solleticandogli la schiena con le maniche lunghe.

Voleva stare più vicino possibile per non interrompere mai quel bacio, per continuare quella danza di lingue e quella fusione di essenze. Era un bacio mattutino, un bacio per svegliarsi.

I denti di Jon le morsero il labbro inferiore, per poi smettere di baciarla e osservarla con le iridi grigie luccicanti d'amore. Il suo dito incontrò la cremosa decorazione del suo naso e l'assaggiò.

"Hai un sapore buonissimo mia regina."

Dany posò la sua fronte contro quella di Jon prima di fare la medesima cosa. La crema mandò in estasi il suo palato ancora una volta.

"Anche tu mio re."





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