Baci di fango e baci d'acqua

La pianta di rosmarino emanava un buonissimo profumo, così come quella di basilico e quella d'oleandro.

Ma era il glicine che batteva tutti, spandendo la sua fragranza per tutto il balcone nonostante fosse a malapena un germoglio.

Ma presto, Daenerys lo sapeva, quel germoglio sarebbe cresciuto e un mare di riccioli viola avrebbe decorato il balcone di lei e di Jon.

Allentando di poco i lacci delle vestaglia, lasciò che il suo corpo assaporasse la lieve brezza primaverile che proveniva dal Golfo delle Acque Nere.

Portava con sé l'odore pungente della salsedine e quello delizioso dei fiori appena sbocciati.

Gli odori della primavera. Pensò Dany.

Avvicinandosi al parapetto, poteva ammirare la baia e il tramonto che si rifletteva sulle sue acque.

Il fuoco del sole scendeva ad abbracciare l'acqua salata del mare e presto sua sorella, la luna, avrebbe preso il suo posto insieme alle scintillanti stelle.

Dany stava osservando senza fiato quello spettacolo unico, quando sentì la porta aprirsi e chiudersi alle sue spalle.

E poco dopo un guanto di pelle che le cingeva la vita con estrema dolcezza.

"Jon?"

Si girò e si trovò dinanzi Jon Snow sporco di fango dalla testa ai piedi. Proprio quei piedi che aveva lasciato quella scia di impronte infangate dietro di lui.

Tuttavia i suoi occhi grigi, quella soffice nebbia che Dany tanto amava, era brillanti.

"Che cos'hai fatto mio re?" Domandò Dany cercando di trattenere una risata per lo stato in cui era ridotto.

"Un allenamento." Rispose Jon sorridendole. Dai respiri affannati che ogni tanto emetteva sembrava che avesse corso. "Un allenamento dove abbiamo lottato un po'."

"Solo un po'?" La risata di Dany eruppe come un fiume in piena. "Sembra che sei appena uscito da una battaglia!"

"Oh sì mia regina, la battaglia per giungere da te."

Detto ciò Jon allungò una mano sporca di fango verso di lei ma Dany si ritrasse subito.

"Non ci pensare nemmeno! Prima ti fai un bagno: non ho intenzione di sporcarmi."

Un sorriso monello fiorì sulle labbra di Jon. "Io invece sì."

E cominciò così una corsa pazza per i loro appartamenti. Le loro risate rimbombarono per quelle mura.

Dany scappava dalle mani fangose che Jon allungava verso di lei. Sentiva le sue babbucce da camera frusciare contro la pietra del pavimento mentre correva e affondare soffici nel tappeto.

"Fatti dare un abbraccio Dany!" Esclamava Jon cercando di toccarla.
"O un bacio!"

"No." Rispondeva lei cercando di trattenere una risata. "Solo quando sarai nella vasca da bagno!"

Alla fine Dany si gettò sulle candide lenzuola del letto, usando come scudo fra lei e il suo infangato inseguitore un cuscino.

Scudo che purtroppo non resse molto a lungo perché le mani sporche di fango di Jon finirono su di lui.

E poi anche su Dany.

"No!" Lei rise ancora nonostante lui le avesse ormai sporcato una caviglia.

Poi toccò alla sua vestaglia e alla sua camicia da notte in pizzo.

Carezze di fango la ricoprirono di macchie ovunque e lo stesso accadde per le lenzuola.

Jon si mise a sedere in ginocchio sul letto e si chinò sopra di lei, andando a colorare di marrone cuscini, lenzuola e coperte.

Dany cercò di liberarsi ma il bacio di Jon glielo impedì. Un bacio che sapeva di terra umida, di ferro e di sudore.

Tali erano i sapori che Jon Snow portava con sé in quel momento e Dany gli accolse con benevolenza, facendo schioccare le sue labbra contro quelle di Jon e avvinghiare la sua lingua con la sua in una fusione di essenze.

Con le braccia cinse il collo di Jon e fece sì che le sue mani esplorassero i suoi riccioli scuri, ora incollati fra loro dal fango.

"Ti ho sporcato abbastanza mia regina?" Domandò lui quando il bacio terminò. "Ora sei pronta per fare il bagno in mia compagnia?"

Dany gli sorrise e sfregò la punta del suo naso contro la sua guancia sudata.

"Certo mio re."


Fu fatta portare l'enorme vasca di ottone insieme a saponi e oli profumati.

Il primo ad immergervisi fu Jon, abbandonando sul pavimento i vestiti sporchi di fango.

Emise un sospiro di sollievo non appena le sue membra entrarono in contatto con l'acqua calda.

"Mi vuoi raggiungere Dany?" Chiese con un sorriso.

"Certamente."

Dany si spogliò, lasciando cadere accanto ai vestiti di Jon la sua camicia da notte e la sua vestaglia, formando così un mucchio di vestiti sporchi che i servi portarono subito via.

Nuovi abiti per la notte puliti furono posati sul letto, e non appena la porta fu chiusa e Dany e Jon rimasero soli, lei si immerse nella vasca insieme al suo re.

La carezza dell'acqua fu qualcosa di meraviglioso e Dany vi si abbandonò.

Dinanzi a lei stava Jon Snow e i loro piedi si fronteggiavano gli uni gli altri.

"Fatti lavare quei tuoi capelli Jon."  Gli disse avvicinandosi a lui.

Jon sbuffò per finta. "Per forza? Il fango è una sfumatura molto alla moda recentemente."

Dany rise e prese gli oli profumati che erano stati appoggiati accanto alla vasca.

"Non per te. Io voglio i bei riccioli del mio caro piccolo Jon Snow."

Jon si mise di spalle ed tirò indietro la testa, pronto per accogliere il profumato olio di lavanda.

Dany lo versò e cominciò a sfregare.

Vi era qualcosa di ipnotico nel miscuglio spumeggiante dei capelli di Jon. Il nero si fondeva con la bianca schiuma e assumeva una sfumatura grigia, quasi argentea.

Come i capelli di un Targaryen. Pensò Dany.

Le sue dita si muovevano in quella danza di sapone e profumo, massaggiando agili i riccioli che lei tanto amava. Prendendo ciocca per ciocca, faceva scivolare via il fango che cadeva in tante piccole scaglie nell'acqua.

Jon si era completamente abbandonato alle sue cure, chiudendo gli occhi e con l'ombra di un sorriso sulle labbra.

Alla fine Dany versò su suoi capelli una caraffa d'acqua calda.

L'acqua scorse su quei riccioli come in tanti piccoli fiumi neri, andando a depositarsi sulla pelle pallida di Jon.

Il suo suono, unito a quello del respiro addormentato del piccolo Aemon nella culla poco più in là, rilassava Dany.

"Vedrai come saranno profumati!" Disse lei a Jon mentre depositava sul pavimento la caraffa. "Un delizioso profumo di lavanda!"

Jon scosse la testa, facendo sì che l'acqua dai suoi capelli scorresse via e schizzando ovunque.

"Ora tocca a te, mia regina."

Dany annuì e si mise di spalle.

Sentì il fresco olio di lavanda posarsi sul suo capo in un grumo profumato e viola. E sentì anche le mani di Jon cominciare a sfregare.

I suoi movimenti erano lenti, le sue dita morbide contro i suoi boccoli argentati.

Dany fu cullata da queste mosse.

La schiuma le avvolse la testa come un morbido cappello bianco, la percepì scenderle lungo i lobi delle orecchie e il collo.

Poi la cascata calda arrivò anche per lei.

"Sono stato bravo mia regina?"

Dany si girò verso Jon. "Bravissimo."

Lui la baciò sulla spalla e nell'incavo del collo. Dany di rimando lo baciò sull'orecchio e gli morse leggermente il lobo.

"Devi anche lavarti con la spugna." Le sussurrò Jon all'orecchio.

Prese la spugna rotonda che era posizionata accanto agli oli e ai saponi.

E, coprendo anche quella di olio di lavanda, cominciò a sfregare la schiena di Dany.

Lo faceva lentamente e questo a Dany piaceva.

Sentiva il soffice oggetto a pori che andava su e giù lungo il suo dorso, ricoprendolo di schiuma.

Ma una cosa che le piaceva ancora di più era che ad ogni sfregata corrispondeva un bacio.

Uno sulla spalla destra. "La mia regina." Uno sulla spalla sinistra. "La mia bellissima regina." E uno sulla schiena. "La mia bellissima e argentea regina dei draghi."

Dany ad ogni bacio emetteva mormorii deliziati, come un gatto che fa le fusa.

Ne seguirono altri: uno sul collo, uno sull'orecchio destro e uno sull'orecchio sinistro, uno sul capo e uno per ogni braccio.

Adesso le labbra di Jon era morbide e a ogni tocco lasciavano piacevoli ricordi di profumo alla lavanda.

Jon stava per donarle un altro bacio quando Dany fermò il suo capo con il braccio.

Lo baciò sulla guancia, lentamente e dolcemente come l'aveva baciata lui fino a quel momento, per poi girarsi.

Jon Snow era lì davanti a lei, adagiato nell'acqua calda, con i capelli bagnati incollati al volto in una sorta di nero elmo e con rivoli d'acqua che scendevano giù lungo i suoi muscoli facendolo così assomigliare a una di quelle statue di marmo delle fontane.

La sua pelle era pallida come il marmo tranne che per alcune cicatrici rosse sull'addome.

Erano macabre decorazioni sullo stupendo quadro del fisico di Jon.

Dany si fiondò su di lui e le loro labbra si unirono.

Le loro lingue ripeterono quei passi di ballo che ormai conoscevano a memoria e i loro sapori si fusero per diventare uno solo.

Dany poteva sentire il fresco profumo di lavanda che emanava la sua pelle e decise di sigillarlo nella propria memoria.

Il mio re che profuma di lavanda come un neonato appena lavato.

Sotto di lei qualcosa fra le gambe di Jon si era alzato ed era ansioso di mettersi all'opera.

Dany decise di accontentarlo.

I loro corpi si scontrarono in un amplesso d'amore facendo sollevare schizzi d'acqua che andarono a sbattere contro le pareti di ottone della vasca alcuni e a finire sul pavimento in piccole pozze altri.

Dany lo cinse con le braccia sulla schiena, lo rese suo e Jon fece la medesima cosa.

La assaporò con veemenza. I loro piedi si incontrarono e sfregarono le loro piante gli uni contro gli altri, anche loro avvinti nel gioco passionale che si stava svolgendo nell'acqua.

L'acqua rendeva il tutto più magico, o almeno a Dany pareva così, sembrava quasi una storia degli abissi.

Una bella sirena che con la sua voce attira a sé un bel marinaio.

La sirena in questione sentiva il seme del marinaio navigare dentro di sé come un vascello, sentiva il suo araldo che irrompeva irrequieto nella sua caverna dei tesori, facendola gemere felice ogni volta che raggiungeva lo scoglio del piacere.

Jon la baciò sul collo e le sue mani nuotarono nel mare dei suoi argentei capelli bagnati, modellandoli fra le sue dita come cera.

Li portò avanti, facendo sì che due ciocche si posassero sulle spalle di Dany.

Dany nel frattempo gli mordicchiava vorace le labbra, giocherellando ogni tanto con il labbro inferiore con il dito.

Baciò anche i suoi capelli e i suoi pettorali, assaporando fra i denti quella poca carne che la natura aveva donato agli uomini invece di quella formosa delle donne.

Le sue labbra si posarono nell'incavo del collo di Jon e nello stesso momento lui entrò in lei ancora una volta, facendole abbandonare la testa all'indietro e facendola gridare di piacere.

Continuarono fino a che l'acqua non divenne fredda e allora, asciugati e indossanti i loro abiti notturni, si gettarono mano nella mano sul letto che nel frattempo era stato pulito.

I servi portarono via la vasca e gli oli, lasciandoli soli insieme agli addormentati Aemon e Spettro.

Fuori era ormai calata la sera e per la stanza ardevano tante candele.

Le iridi grigie di Jon riflettevano la loro luce e guardavano Dany adorante.
Due pozze di acqua grigia scintillanti d'amore.

"Sei bellissima." Le sussurrò, prima che uno sbadiglio prendesse il posto delle parole.

Dany lo baciò sulla guancia e gli sorrise. Adorava la frescura del bagno sulla pelle del suo amato, la rendeva morbida al tatto.

"Ora chiudiamo gli occhi e dormiamo, domani ci attende un'altra dura giornata."

Jon la prese per mano mentre andavano entrambi sotto le coperte.
Anche quelle erano profumate e a Dany ricordavano delle soffici nubi bianche.

Se poi a quelle ci sommava le altrettanto bianche tende di lino del letto a baldacchino che li circondavano, a Dany sembrava di essere in cielo.

Chiusa in quel quadrato di amore e di sonno, posò la sua fronte contro quella di Jon.

Lui aumentò la stretta alla sua mano e le sorrise con uno di quei suoi adorabili sorrisi sghembi che a Dany piacevano tanto.

Lei spense le candele e poco dopo la stanza fu immersa nel buio.

Si addormentarono così: i loro visi vicinissimi e le loro mani unite sotto le coperte in una stretta d'amore.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top