Accertamenti e giudizi
Purtroppo, Lady Goodbrook e il suo infante Lannister dovettero aspettare. La vera priorità che adesso pesava sulle spalle dei sovrani era il dover giudicare il mercenario che la notte prima aveva introdotto uno scorpione nelle loro stanze e non pensare alle sozzerie compiute dal loro ex-Primo Cavaliere. Perciò, dopo una frettolosa colazione e una breve visita ai bambini nella nursery, Jon e Daenerys si diressero immediatamente nella Sala del Trono. Il suo pavimento era lustrato e sarebbe potuto essere benissimo sfruttato come uno specchio ma non altrettanto si poteva dire di colui che vi stava inginocchiato sopra, le mani legate dietro la schiena e il capo chino mentre gli occhi di Ser Ormond Dayne, cavaliere della Guardia Reale, non si toglievano da lui.
Il prigioniero era un uomo minuto, osservò Dany prendendo posto sul suo seggio intagliato, dal naso a uncino e gli occhi cisposi. Il soggiorno notturno e l'alloggio di paglia non sembravano aver giovato ai suoi capelli, i quali erano insozzati di fango fino alla cute e cosparsi da fili di paglia secca. Anche il giustacuore che indossava era malridotto; una manica era stata strappata, la camicia sottostante era lurida e il piccolo drago Targaryen, ricamato per evidenziare la Casata a cui l'inserviente prestava servizio, aveva spiccato il volo, lasciando sul tessuto nero un cerchio sgualcito. All'inizio nessuna parola aleggiò per la sala, fu il silenzio a fare da padrone. Il braavosiano non osò alzare lo sguardo per incrociarlo con quello dei suoi giudizi, ma a giudicare dalla sua espressione non sembrava preoccupato. Pareva piuttosto... rilassato.
Poi Jon parlò con tono duro, con tono regale. "Hai tentato alle nostre vite, hai osato portare uno scorpione, una creatura carica di veleno, nel nostro talamo. Questo gesto sarebbe benissimo punibile con una condanna a morte, una decapitazione magari o forse l'amputazione delle tue mani per vederti infine morire dissanguato e d'infezione. Ma tu non hai agito per il tuo tornaconto personale. Qualcuno ti ha pagato profumatamente per eliminarci e, se tu ci dirai il suo nome, potremmo concederti la grazia di una morte veloce ed indolore."
Il capo del braavosiano si alzò, i suoi occhi luccicavano oltre le ciocche intrise di sporcizia. Un sorrisetto derisorio si allargò sulla sua pelle baciata dal sole. "Un nome che io non sono tenuto a rivelarvi, giusto? Braavos è finita sotto il vostro dominio, voi avete dato una graziosa ragazzina occidentale in sposa al nostro governatore... e con ciò? Avete mai pensato a noi braavosiani, avete mai visto noi braavosiani? Oh.. la vostra Lady Glover è davvero una bellezza rara, non fraintendetemi, una fanciulla recante con sé tutte le virtù muliebri... ma è solo una goccia in un grande mare. Voi signorotti dei Regni del Tramonto siete venuti da noi con la promessa di unirci tutti in un unico mondo di pace e l'avete fatto, ma poi ci fate partecipare ai vostri tornei e alle vostre celebrazioni e noi dobbiamo starcene buoni buoni a ubbidire."
"Valyria raccoglieva in sé un incalcolabile numero di etnie ed esse convivevano in pace." Presto Dany avrebbe dovuto abbandonare il luogo, Jaehaerys stava scalciando a più non posso. "Inoltre stiamo cercando di esportare alcune tradizioni orientali qui in Occidente, come il ricco commercio marittimo e il gusto per l'esotico. Ma noi ti abbiamo rivolto una domanda ben chiara: chi ti ha assoldato per avvelenarci?"
Ser Ormond strattonò i capelli del mercenario, costringendolo a tirare bruscamente il capo all'indietro. Il suo collo fu messo allo scoperto e il suo pomo d'Adamo cominciò a tremolare nella gola come impazzito. Ser Ormond fu brusco, ma efficace. "Rispondo alla domanda razza di topo di fogna, altrimenti la mia lama aprirà un bel sorriso purpureo sulla tua gola."
"U-Un magistro di Braavos, un uomo assai influente in città..." Sibilò l'uomo. "... voleva che l'Impero si dissolvesse, voleva che Westeros cessasse la sua influenza su Essos..."
Alla fine il braavosiano fu sbattuto nelle segrete in attesa che il signore di Braavos giungesse a domandare pubblicamente perdono per l'onta di cui si era macchiata la sua città. La sua visita si sarebbe tenuta successivamente alla nascita di Jaehaerys, così come la discussione su un punto che aveva continuato a vagare per la mente di Dany da quando il mercenario aveva aperto bocca. In Oriente, ogni religione era ben accetta e professata con il Dio Rosso come divinità più venerata. Se lei e Jon desideravano rafforzare l'Impero e creare un clima d'unità, il culto di Rh'llor doveva approdare sulle sponde di Westeros. Vi erano già stati dei tentativi in passato, ma il Credo aveva sempre puntato il dito sulla questione, aborrendolo come "idolatria di un demone rosso". Ora, o almeno così Jon e Dany speravano, l'Alto Septon non avrebbe avuto voce in capitolo. Dopotutto anche la fede dei Sette non era nata oltre il Mare Stretto, sulle coste di Andalos, ed era giunta solo in seguito nel Continente Occidentale, prendendo il posto quasi ovunque della religione degli Antichi Dei e dei suoi alberi-diga?
Il caso di Lady Goodbrook si rivelò invece una matassa da sbrogliare. La bionda signora della regione fluviale confessò di nutrire un amore vero bei confronti di Tyrion e di essere ricambiata. Richiamato nel salotto privato delle Loro Grazie, il Folletto non distrusse la storia di Lady Goodbrook. Ringraziando gli Dei, non aveva ancora lasciato la Capitale, passando la notte precedente a fare i bagagli e a radunare gli uomini a lui fedeli.
"Ella ha un animo buono e un viso dolce Vostre Grazie." Tyrion si riempì un calice. "Una notte in particolare queste sue doti sono venute alla luce e come potete ben immaginare..."
"Lo immaginiamo senza bisogno che entriate nei dettagli Lord Lannister." Dany era certa che il disgusto che fino ad allora aveva provato nei confronti di Tyrion fosse improvvisamente aumentato. "Nutriamo fervide speranze che il bambino non rimanga nella sua posizione di illegittimo."
Un bambino per cui io provo pena, un bambino che non si meriterebbe di nascere dal tuo seme marcio. Alziamo preghiere affinché non nasca nano e infido come te. Come la parola illegittimo ebbe abbandonato le sue labbra, la mano di Jon, che se ne stava stretta nella sua, si irrigidì improvvisamente.
"Naturalmente no Maestà." Un altro sorso del Folletto. "Sono rimasto l'unico Lannister al mondo e la mia Casata non può vedere la fine. Per questo ho intenzione di prendere in sposa Lady Goodbrook subito dopo le nozze di Lady Arya con Lord Gendry Baratheon."
Ma non qui. Il leone Lannister non oserà più festeggiare fra queste mura. Che si sposi nella sua tana.
Quella sera fecero Jon l'aiutò a farsi il bagno. Il suo grembo era ormai enorme, nel pieno dell'ottava luna, e presto Dany avrebbe dovuto dire addio definitamente anche alla più leggera mansione per la pace delle sue stanze. Mentre Jon le passava la spugna sul petto, massaggiando con estrema delicatezza, Dany sbuffò. Aveva voglia che tutte quelle questioni affrontate quel giorno si allontanassero il più possibile dalla sua famiglia, specialmente ora che la nascita di Jaehaerys era vicina. Jon notò il suo malessere e la baciò per consolarla.
"Cerca di rilassarti amore mio. Questi devono essere giorni di pace, non di preoccupazioni. Ci sono io qui per qualsiasi tua evenienza."
"Lo so..." Dany raccolse la spugna e la gettò sul farsetto del suo sposo, inumidendogli la stoffa grigia. Ecco qui la risata di cui aveva bisogno. "Ora tu hai l'evenienza di farti un bagno. Raggiungimi Jon Snow e tienimi stretta a te."
Meraviglioso, raro e impagabile sorriso. "Come la mia regina comanda."
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