Capitolo 9

Erano partiti il giorno seguente con le prime luci dell'alba, due cavalli freschi e ciò che di più importante avevano bisogno di portare con loro. Jon e Daenerys avevano salutato  i bruti e Jon era stato, a suo malgrado, stritolato in un altro dei letali abbracci di Tormund.

"Vedi di stare attento Piccolo Corvo! Che quel tuo metalupo e quel drago ti proteggano bene. E non intendo solo il drago con le ali... "

A queste parole era seguita un'occhiata amichevole a Dany, la quale aveva risposto con un sorriso, o almeno così a Jon era parso di vedere mentre si massaggiava il petto ancora dolorante. Dopodiché erano partiti decidendo però di non passare per il Castello Nero o altri fortilizi dei Guardiani della Notte, ma per il varco nella Barriera che si era aperto dove un tempo si ergeva il Forte Orientale.

E Jon aveva detto addio al mantello nero della confraternita della Barriera.

Si era tenuto la tunica sottostante perché non aveva nient'altro con cui vestirsi, indossando sopra un lungo e grande mantello di pelliccia offertogli dai bruti. Dany invece, in aggiunta ai suoi vestiti di pellicce che le erano stati donati a Volantis, aveva deciso di calzare un lungo mantello blu con un ampio cappuccio, adatto per nascondere i lunghi capelli argentati.

Accanto a loro zampettava Spettro. Drogon era stato mandato da Dany a Est e non subito a Roccia del Drago affinché confondesse Bran nel caso avesse tentato di rintracciarlo o avesse scoperto qualcosa.

Spettro, la mia silente guardia dagli occhi rossi come un albero del cuore. Pensò Jon.

Si erano lasciati alle spalle il Forte Orientale - o, beh, quello che ne rimaneva - e ora davanti a loro si stagliava il Nord.

Si rivolse a Dany. "È meglio che ci fermiamo e lo dico soprattutto per te."

"D'accordo. Ma dove? Qui?"

Oh no non qui mia signora. Jon sorrise. "A dire il vero pensavo di far alloggiare la mia signora in una dimora degna del suo rango... "

"Cioè mio lord?"

"Ultimo Focolare."

Quella dimora era ormai abbandonata dopo che la Casata degli Umber si era estinta. Estinta quando il Re della Notte ha ucciso il piccolo Ned Umber. Jon distolse la mente da questi pensieri e con Dany si diresse verso il castello.

Ora che nessuno l'abitava più il castello sembrava una di quelle dimore degli antichi re di cui raccontava la Vecchia Nan quando lui e Robb erano solo due bambini: austero e al contempo solenne, millenario e crogiolo di infimi segreti.

"Perché gli uomini rimangono sempre uomini." concludeva l'anziana balia a questa storia. "Non importa quanto siano lontani nel tempo o a quale casata appartengano."

Fecero sostare i cavalli nel cortile interno dove avrebbero potuto sfamarsi con l'erba che lì era cresciuta.

"Stammi vicino." Disse Jon stringendo a sé Dany. "Ora accendo una fiaccola e potremo vedere."

Con qualche pietra ed un bastone realizzò una fiaccola e così facendo iniziarono ad esplorare i corridoi abbandonati di Ultimo Focolare. Non rimaneva più traccia dei cadaveri che Tormund e Beric Dondarrion avevano detto di aver incontrato quando erano giunti lì la prima volta in quanto erano stati tutti bruciati per impedire che altri non morti sorgessero di nuovo. Al loro posto ora Ultimo Focolare era abitata da topi che al primo segno del fuoco se ne andavano squittendo rumorosamente.

E da ragni, ragni e le loro infinite ragnatele.

Jon si ritrovò a calpestare inavvertitamente la coda di un grosso topo grigio che squittì nel tentativo di essere liberato. Una volta libero scappò via velocissimo con i grandi occhi giallastri che riflettevano la luce delle fiamme.

Avanzarono ancora nelle tenebre fino a quando lo incontrarono.

"Eddard Umber... " Fu Jon a parlare perché Dany si coprì la bocca con la mano per evitare di far uscire un grido.

Il cadavere bruciato del piccolo lord era rimasto dove Tormund, Beric ed Edd l'Addolorato avevano detto che si trovasse. Attaccato al muro con una spada conficcata nel petto e circondato da un'orribile spirale di braccia umane.

Braccia umane bruciate. Tutto era bruciato.

La spada fiammeggiante di Beric Dondarrion aveva lasciato il suo segno ed ora il corpo senza vita del piccolo Eddard era un nero ammasso di ossa e carne. Sul cranio annerito rimaneva un ciuffo di capelli ancora attaccato ed un verme aveva trovato dimora nella guancia del bambino. Con i piedi e le gambe ci stavano banchettando i topi fino a quando la luce della fiaccola di Jon non li aveva fatti fuggire via.

Davvero uno spettacolo macabro.

"Povero bambino... " Dany sospirò.

Anche Jon lo fece, sconsolato. "È stato il Re della Notte a farlo, quando attaccò Ultimo Focolare. Ed in seguito fu Beric Dondarrion a bruciarlo quando lui si risvegliò con gli azzurri occhi degli Estranei."

"E quel simbolo?"

"Era usato anticamente dai figli della Foresta, i creatori degli Estranei, ma nel senso inverso. Per loro era un simbolo benevolo, ma poi il Re della Notte rovesciandolo lo ha trasformato in qualcosa di malvagio."

Dany gli sorrise al bagliore della fiamma. "Come sai tutte queste cose?"

"Beh sai, stando a stretto contatto con Samwell Tarly per anni, qualcosina ho imparato. So qualcosa in fin dei conti."

Quell'affermazione li fece scoppiare a ridere entrambi. Si erano ormai lasciati alle spalle il povero piccolo Umber quando, nel l'ennesimo corridoio buio, Dany sentì qualcosa.

"Aspetta... " Disse. "Senti questo rumore? È... acqua che scorre!"

Era vero. E man mano che avanzano nel corridoio buio, il rumore si faceva sempre più vicino. Si fermarono sul varco di una porta di pietra.

"Dany, credo che abbiamo trovato i bagni."

Cercando di non inciampare lungo i pochi gradini che li portavano nella stanza, Jon e Dany entrarono. Con la fiaccola Jon individuò bracieri lungo i muri e, uno dopo l'altro, li accese, portando finalmente una vera e completa illuminazione.

"Wow... " Sentì dire a Dany.

Da fori nella parete fuoriuscivano piccole cascate d'acqua che andavano a riempire varie vasche scavate nel pavimento. Varie e grandi vasche che emettevano vapori caldi.

"Credo che sia ora di fare un bel bagno." Disse Dany sorridendo.

Ed iniziò a spogliarsi. Jon sarebbe rimasto lì fermo ad ammirare il suo corpo mozzafiato e la sua magnifica pelle lattea per tutto il giorno, se Dany non l'avesse riportato alla realtà.

"Jon Snow vuole unirsi a noi oppure fare la bella statuina?"

Jon Snow voleva decisamente unirsi alla sua compagna e a suo figlio. Si spogliò ed in men che non si dica si ritrovò circondato dall'acqua calda.

Aaah... che bella sensazione...

Non ricordava neanche l'ultima volta che aveva fatto un bagno. Forse era stato addirittura prima di Approdo del Re.

Si immerse completamente sotto l'acqua. Lascia andare via preoccupazioni ed incubi, lascia andare via lo stress, lascia andare via tutto e rilassati.

Quando riemerse schizzò ovunque acqua con i riccioli scuri. Dany cercò di coprirsi con le braccia, ridendo.

"Sei peggio di Spettro!"

Il metalupo albino li aveva seguiti nei bagni e ora nuotava felice nella vasca vicina.

"Ma io sono umano mia signora!"

"Disse quello che nel sonno sbava sul cuscino come un vero lupo!"

Rise ancora. Oh dei... come era bella la sua risata. Così piena di gioia, di voglia di vivere, di allegria...

Jon aveva temuto di non sentirla più. Ma ora era qui. E se la godeva.

Anche da bagnata Dany era bellissima, con i lunghi capelli argentati che le ricadevano umidi sulle spalle e l'acqua che le gocciolava in mezzo al seno, sulle punte dei capezzoli... a volte si chiedeva se fosse veramente umana o piuttosto qualche divinità scesa dal cielo.

Le si avvicinò e si strinse a lei.

"La mia signora vuole darmi accesso alla sua camera dei tesori?"

"Ma questi tesori sono preziosi mio lord, e poi ora ve n'è uno molto importante... " Si accarezzò il grembo che ora cominciava a gonfiarsi leggermente.

Lui la baciò nell'incavo del collo e sulla spalla. "Certo mia signora, capisco, ma quel tesoro è posizionato proprio in fondo alla camera o sbaglio?"

Un'altra risata, lieve questa volta. "Non sbagliate mio lord."

Jon la baciò sulla guancia e, lentamente, la sua mano sinistra cominciò a scendere lungo le sue curve. "Quindi posso entrare?"

Era giusto giunto all'ingresso, lì dove un bianco boschetto triangolare lo indicava. Un boschetto morbido.

Una luce birichina brillò per un istante negli occhi violetti di Dany. "No." E si liberò dalla stretta, schizzando Jon e saltellando nell'acqua.

"Hey non vale!"

Si rincorsero e si schizzarono nell'acqua per un po', ridendo come due bambini. Poi lui l'acchiappò e se la strinse fra le braccia.

"Per entrare bisogna usare la chiave... "

Jon prese la sua mano e la guidò in giù, nell'acqua calda, fino a che toccò il suo uccello. "È questa?"

Un altro sorriso comparve sulle labbra di Dany mentre con la mano stringeva la chiave. "Oh sì."

Si baciarono. Lei faceva navigare le sue mani nel mare dei suoi riccioli scuri, lui faceva danzare la sua lingua contro quella di lei. Il palato di Dany sapeva di mare, spezie e frutti esotici. Sapeva di Essos. Jon la prese in braccia e, trasportandola sopra l'acqua, la adagiò delicatamente sul bordo della vasca. Alla luce dei fuochi Daenerys era una visione: gli occhi erano due bracieri viola, la pelle era un foglio bianco dove luci ed ombre disegnavano costantemente.

Ma i suoi capelli, oh dei, i suoi capelli erano la caratteristica fisica che più adorava di lei. Una bianca cascata decorata da goccioline d'acqua che a quella luce sembravano perle o diamanti.

Daenerys Targaryen sei una dea.

Solo una cosa spense per un attimo la sua adorazione.

La ferita. Sotto il seno sinistro una sottile linea rossa indicava dove il pugnale l'aveva colpita. Dove io l'ho uccisa.

No. Non doveva pensarci. Dany gli aveva ordinato di smettere assolutamente di pensare al passato.

Così doveva fare.

E così fece.

"Esplorami tutta Jon Snow. È un ordine." La voce di Dany lo distolse dai suoi pensieri.

"Come la mia signora comanda."

Cominciò a baciarla sulla testa, sulle guance, sulla bocca, nell'incavo del collo e sulle spalle. La baciò su quelle braccia coperte di pelle d'oca. Poi passò ai seni. Cominciavano già a riempirsi e a profumare di latte. Con la lingua seguì la linea dell'aureola e poi toccò ai capezzoli, turgidi e appuntiti. Continuò in mezzo ai seni e lungo il ventre, baciando più volte con amore quel rigonfiamento, poi scese ancora più giù e trovò quello che stava cercando.

Con la lingua penetrò il sesso di Dany che era bagnato, ma non soltanto d'acqua.

"Oh Jon, oh Jon, OH JON SÌ!"

Continuò, avanti ed indietro, avanti ed indietro, fino a che le urla di piacere di Dany rimbombarono in tutta la stanza. Il suo sesso era morbido ed umido, una caverna accogliente. Poi decisero di girarsi ed allora fu lei che dominava su di lui.

Prese il suo uccello fra le mani pallide e lo mise al suo posto e Dany urlò ancora mentre la penetrava. "Non mi devo fermare vero mio lord?"

"No."

Andarono avanti per un tempo che a Jon parve infinito ', lì, sul bordo della vasca con i vapori che si alzavano dall'acqua bollente. Pelli che si strusciavano l'una contro l'altra, mani che si stringevano, carezze e sussurri.

E una mano che, ad un certo punto, artigliò un gluteo di Jon.

"Ooh... ".

"Ecco il più bel culetto di tutto il Continente Occidentale. " Un altro sorriso birichino era comparso sulle labbra di Dany.

"Ti piacciono le mie chiappe?" Anche Jon sorrideva adesso.

"Non sai quanto. Mi mancava il tuo culo Aegon Targaryen. "

"Bene. Ma adesso la lady mia zia non vorrebbe lavarsi?".

Con la punta di un dito Dany gli accarezzò la barba. "Mmh... d'accordo. Il lord mio nipotino è davvero un monello convincente. "

Di tutta risposta Jon la gettò in acqua fra grida e risate.

Si lavarono i capelli l'un l'altra con degli oli e dei profumi che erano lì abbandonati e rimasero lì ancora un po' a crogiolarsi nel calore delle vasche. Poi uscirono, si asciugarono, si rivestirono e nel peregrinare ancora per i corridoi di Ultimo Focolare scoprirono le cucine.

E una dispensa che era rimasta intatta.

Dopo aver acceso anche qui dei fuochi mangiarono pollo arrosto, salsicce e, per precauzione nei confronti di Dany, bevvero acqua. Spettro si trovò un bel cosciotto d'agnello da masticare e se lo portò con sé anche nella camera che Jon e Dany trovarono per passare la notte. Una grande camera, a quanto pareva degli ospiti e che grazie alla sua porta chiusa era scampata al disastro degli Estranei.

Una volta cambiati per la notte si gettarono insieme sul letto a baldacchino.

"Niente esplorazioni stanotte." Disse Dany quando furono ben comodi sotto le coperte. "Ne abbiamo già fatte tante oggi. Si fa la nanna. Capito nipotino caro?"

"Sì zietta cara!"

Si addormentarono insieme, i corpi stretti l'uno e all'altro e le dita intrecciate.

E quella notte nessun incubo turbò il sonno di Jon.

Nota Autrice

Dopo aver scritto di cadaveri in decomposizione e sesso sfrenato Jonerys chi mi ferma più? XD

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