Capitolo 43
Il legittimo Erede al Trono di Westeros non poteva scegliere momento migliore per venire al mondo, soprattutto se quel momento era di notte.
Jon Snow aveva ormai smesso di contare quanti passi aveva fatto avanti e indietro per il corridoio e quante occhiate preoccupate aveva gettato alla porta degli appartamenti suoi e di Daenerys.
Dietro quella porta provenivano le grida di Dany e le parole rassicuranti di Gilly. Ma per quanto avrebbero potuto rassicurare la partoriente, non riuscivano proprio a rassicurare colui che da lì a poco sarebbe diventato padre.
Erano tornati nella Capitale da una luna ormai e tutta l'ottava luna era trascorsa tranquilla così come buona parte della nona.
Ma, quella notte, Jon era stato svegliato all'improvviso da Dany e, guardandola nei suoi occhi violetti, aveva capito tutto.
"Mi si sono rotte le acque... "Gli aveva detto Dany con un filo di voce.
Jon era immediatamente saltato giù dal letto ed era andato subito a chiamare Gilly, Sam, Tyrion, Davos, Ser Brienne e Ser Podrick e soprattutto delle levatrici.
Quelle stesse levatrici che, capeggiate da Gilly, avevano scacciato Jon dalla stanza, chiuso la porta ed ora stava aiutando la loro regina a partorire.
Per questo nessuno si era stupito nel trovarsi difronte il re con indosso i suoi abiti notturni e l'ansia a livelli estremi.
"Se continui così scaverai un buco nel pavimento." Scherzò Tyrion, che se ne stava seduto su una sedia insieme a Davos e Sam a poca distanza.
Jon lo fulminò con lo sguardo. Dany stava lottando per dare alla luce il loro bambino e lui non aveva niente di meglio da fare che scherzare?!
"Siediti Jon." Gli disse il Folletto indicando una sedia vicino alla sua e a quanto pare incurante dello sguardo che il suo re gli aveva appena lanciato.
"Non posso!" Esclamò Jon. "Dany sta partorendo! Sta soffrendo e io non sono lì con lei! E se dovesse andare storto qualcosa? Se lei o il bambino dovessero... "
"Stai calmo!" Lo interruppe Tyrion.
Accanto al muro si era accoccolato Spettro, che adesso aveva alzato di poco la testa.
"Mi sa che hai sbagliato Sam." Disse Tyrion con un sorriso al Gran Maestro. "Non era la madre che aveva bisogno del latte di papavero, ma il padre!"
I tre consiglieri risero di questa battuta.
"Molto divertente certo!" Si intromise Jon. "Ma qui è una cosa seria! Potrebbe succedere di tutto! E se..."
"Basta con questi se Jon!" Ser Davos si alzò e gli diede una pacca sulla spalla, per poi scompigliargli i capelli già spettinati dall'improvvisa alzata notturna. Orgoglio paterno illuminava gli occhi del vecchio contrabbandiere. "Andrà tutto bene vedrai, anche io ero ansioso come te quel giorno."
Questo calmo un poco l'animo di Jon.
Davos lo guidò verso gli altri. "Ma ora siediti e stai calmo."
Jon ubbidì e si ritrovò seduto accanto ai suoi amici che gli sorridevano comprensivi.
"Io ho addirittura partecipato al parto." Confessò Sam. "E ti giuro che tutta la forza di una donna si dimostra in quel momento. Quando si tratta di lottare pur di dare la vita.. oh beh... sono delle vere guerriere."
Anche la mia Dany è una guerriera. Pensò Jon. Lei ne uscirà vincitrice da questa battaglia e avrà con sé un tesoro meraviglioso.
Si accorse solo allora che aveva cominciato ad attorcigliarsi i capelli attorno a un dito pur di placare l'ansia.
Sospirò.
"Grazie ragazzi, grazie davvero, ma è che né' io né' Dany pensavamo di avere un figlio, ci sembrava qualcosa che non avremmo mai avuto..."
Tyrion gli porse una coppa di vino. "Bevi. Ti aiuterà."
Jon ubbidì ed in breve tempo la coppa fu vuota. Sperò che con il vino se ne fosse andata anche una buona parte dell'ansia che lo stava divorando.
"Un figlio è ciò che vi meritate dopo tutto quello che avete passato e fatto." Disse Davos. "Pregherò affinché gli Dei concedano fertilità al vostro talamo."
Proprio in quel momento la porta si aprì e sulla soglia comparve una delle levatrici.
Sorrideva.
"Vostra Grazia si-" non riuscì a finire la frase perché Jon corse immediatamente dentro alla velocità della luce.
Nella stanza molte donne stavano lavorando con panni sporchi di sangue e bacinelle d'acqua, ma Jon puntò dritto al letto.
"Dany!"
La sua sposa alzò il capo e lo accolse con un sorriso. Jon vedeva che era esausta, ma la felicità sovrastava qualunque cosa. Le sue ametiste erano scintillanti di lacrime.
Fra le braccia teneva un fagottino di coperte bianche.
"È una femmina Jon... " Fu la prima cosa che disse.
Svelò l'esserino che fino a quel momento era stato avvolto dalle coperte.
Una neonata dai riccioli scuri emise un piccolo sbadiglio e nel farlo aprì leggermente gli occhi. Erano viola, come quelli dei Targaryen, come quelli di Daenerys.
Jon sentì un sentimento nascergli nel petto e salirgli su, fino alla gola e agli occhi.
Era un amore profondo, vero e puro per quella meraviglia. Era... sua figlia.
Sua figlia. Si ripeté nella mente queste parole per convincersi che non era un sogno ma che era vero, vero.
Sentì solo allora che aveva iniziato a piangere.
Baciò Dany sulla fronte.
"Sei stata coraggiosa, la mia regina guerriera, la mia Regina dei Draghi... "
"Vuoi tenerla in braccio?" Gli domandò Dany.
Jon esitò un attimo e, vedendolo, Dany rise leggermente.
"Non è fatta di vetro Jon, andiamo, prendila."
Lui ubbidì, e quando quel tesoro gli fu messo tra le braccia ebbe paura di svenire. Aveva sua figlia tra le braccia, sua figlia! Non aveva mai creduto che sarebbe successo ed invece...
La piccola si era addormentata, quei pochi capelli che aveva in testa erano ricci e scuri come i suoi ed erano già spettinati.
"Ciao piccolina... "Le disse con la voce rotta dai singhiozzi. "Sono il tuo papà e ti prometto che ti proteggerò sempre, tu sei il nostro sogno di primavera... "
Guardò Dany con occhi ricolmi di amore.
"La chiameremo Rhaella, come piaceva a te mia regina, come la tua coraggiosa e bellissima madre."
Un sorriso fiori fra le lacrime di Daenerys Targaryen, un sorriso che si espanse ancora di più quando la bambina ritornò fra le sue braccia.
"Sì, questo sarà il tuo nome piccola mia. Tu sei il nostro miracolo, la nostra luce, il nostro tutto, tu sei il nostro sogno di primavera."
E in quel momento, Jon Snow sentì che la primavera era veramente arrivata, ma non lì fuori.
Bensì nel profondo del suo cuore.
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