Capitolo 38

Il tramonto era un gioiello dalle sfumature rosa ed arancioni, la cui parte più bella era il sole che scompariva in fondo al mare, riflettendosi sulle acque.

Daenerys sarebbe potuta rimanere lì ore ed ore ad ammirarlo, seduta su un divanetto sul balcone degli appartamenti di lei e di Jon.

Adorava come una lieve brezza la investisse e facesse stormire le fronde dei cespugli: ogni tanto allentava i lacci della vestaglia per far sì che anche il suo pancino ricevesse la frescura della sera.

Mancano solo poche ore ed io sarò sposata secondo il Culto dei Sette Dei.

A volte non riusciva ancora a crederci, ma era vero. Era con l'uomo che amava, insieme avevano spezzato la ruota ed ora nel suo grembo stava crescendo il frutto del loro amore.

"Vostra Grazia?" La voce di una serva la distolse dai suoi pensieri. "Perdonate Vostra Grazia il vostro bagno è pronto."

Dany si alzò dal divanetto e rientrò nella stanza attraverso il colonnato ad arco.

Ad Approdo del Re non vi era una stanza da bagno come a Roccia del Drago e di conseguenza non vi era nessuna gigantesca vasca da bagno, perciò si usavano vasche di legno o di ottone trasportabili.

Dany vi si immerse. L'acqua era bollente, proprio come piaceva a lei.

Si accarezzò il ventre che ormai emergeva un poco dall'acqua.

Un sorriso le fiorì sulle labbra: da quanto tempo non lo faceva? Erano passati anni da quando dentro di lei aveva ospitato un figlio.

Si godette il bagno mentre due ancelle le lavavano il corpo ed i capelli con oli profumati.

Successivamente Dany le congedò. Voleva restare da sola per un po' a godersi il bagno nel silenzio.

E fu proprio durante quel silenzio che sentì qualcosa che le solleticava le guance.

Aprì gli occhi.

E si ritrovò ad un palmo dal naso con un mazzo di rose rosse e bianche strette nel palmo di una mano che conosceva molto bene.

"Le rose blu dell'Inverno crescono purtroppo solo a Grande Inverno mia regina, non ho avuto tempo per recuperarle."

Dany sorrise ed afferrò quel mazzo di fiori portandoli al naso. Il loro profumo era buonissimo.

Il suo re le si avvicinò e la baciò sulla guancia.

"Vanno benissimo lo stesso Jon, grazie."

Jon allungò una mano nell'acqua calda e le accarezzò il pancino.

"Non dovresti fare il bagno anche tu mio re? Domani è un giorno importante..."

"Preferirei fare qualcos'altro... "

I loro nasi si sfiorarono e Jon la baciò sul collo.

"Se è così dovrai aspettare fino a domani sera. Questa notte si dorme perché domani mattina inizieremo prestissimo."

Jon la baciò ancora e le sorrise. "Prestissimo? Domani sera? Non credo di riuscire a sopportare così tanto."

Dany gli prese il viso fra le mani e gli scoccò un bacio sulla punta del naso.

"Sei mai stato ad un banchetto di nozze mio re?"

"No. In quanto bastardo venivo escluso o messo all'ultimo posto in fondo alla sala."

"Beh, è una gran bella festa, e se pensi questo di un matrimonio, chissà cosa penserai di un'incoronazione!"

"Qualcosa da far venire il mal di testa."

Dany rise di gusto e lo lasciò andare, per poi ritornare a sentire il dolce profumo che emanavano i petali bianchi e rossi.

Domani saremo sposati davanti a tutti.

Il culto dei Sette Dei era la religione più diffusa a Westeros, ed anche se erano già sposati davanti agli Antichi Dei del Nord, Jon e Dany sapevano che quest'unione davanti ad altri idoli aveva per lo più una valenza simbolica.

Li avrebbe legati al popolino e alla sua devozione verso i Sette, altrimenti molti non sarebbero stati contenti di essere governati da sovrani sposati sotto altri Dei.

Io e Jon, domani sera solo io e lui...

Quando le ancelle ritornarono, lei si fece asciugare i capelli finché non furono un'argentea e morbida cascata asciutta e quando le congedò lei si gettò sul letto.

Si strinse al petto le rose di Jon e sorrise, pensando al giorno dopo.






Ed il giorno dopo sembrò venire prima dal previsto.

Fin dalle prime ore del mattino, un nugolo di servi le era svolazzato intorno per ultimare gli ultimi preparativi e farle indossare il ricco abito.

Era lungo e bianco, decorato con pizzi di Myr e con le teste di tre draghi cuciti in argento che decoravano lo strascico.

Ad ornare il tutto vi era un mantello candido con sopra ricamato lo stemma Targaryen.

Dany era al settimo cielo.

E lo fu ancora di più quando quel mattino divenne la sposa di Jon Snow secondo il culto dei Sette.

Fuori dal Grande Tempio di Baelor il popolo era in fermento ed assediava ogni entrata pur di vedere i sovrani quando fossero usciti.

Dentro invece, la cerimonia era più raccolta, con i membri delle più importanti casate di Westeros che osservarono Dany mentre avanzava verso l'altare.

Mentre avanza verso Jon Snow.

Non vi erano parenti maschi vivi che potessero accompagnarla, perciò decise di farlo da sola.

Da sola. Questo gesto parlava da sé.

Era lei che andava da Jon per amore, non per interessi in potere o economici, ma per amore.

Le statue del Padre e della Madre fiancheggiavano l'altare: il Padre che tutti giudicava e la Madre che tanto buona era e che tanta misericordia donava.

Quando Dany salì sull'altare vide che gli occhi di Jon erano lucidi dalla felicità.

"Sei bellissima." Le sussurrò all'orecchio.

Anche tu. Avrebbe voluto rispondergli Dany, ma la cerimonia ebbe subito inizio prima che potesse aprir bocca.

Jon era così bello nel farsetto di velluto nero con ricami argentati. I ribelli riccioli scuri era stati legati nel codino con il quale Dany l'aveva conosciuto, anche se sapeva che era impossibile far star fermi quei capelli, così come era impossibile far star fermo Jon.

Dany cercò di astenersi dall'impulso di baciarlo lì davanti a tutti.

Poco prima che la sposa entrasse l'Alto Septon aveva letto alcuni brani da la Stella a Sette Punte, ma ora che gli sposi erano insieme la cerimonia vera e propria poteva iniziare.

La voce dell'Alto Septon risuonò per il Tempio, facendolo tremolare la luce delle candele davanti alle statue degli Dei:

"Puoi ora coprire la sposa e porla sotto la tua protezione."

Jon lo fece e poco dopo il mantello di Dany con lo stemma Targaryen cadde sul pavimento per essere sostituito da un'altra identico.

L'Alto Septon tornò a parlare. "Miei lord, miei lady, siamo qui di fronte agli dei e agli uomini per testimoniare l'unione di uomo e donna. Una sola carne, un solo cuore, ora e per sempre."

Ora e per sempre. Dany si ripeté nella mente queste parole.

Prese le mani di Jon nelle sue ed attorno a quella stretta l'Alto Septon ci strinse un largo nastro.

Ciò simboleggiava la loro unione.

"Che sia risaputo che Aegon delle Case  Targaryen e Stark e  Daenerys di Casa Targaryen sono un solo cuore, una sola carne, una sola anima. Maledetto sia colui che cercherà di dividerli. Nella luce dei Sette io sigillo queste due anime, legandole per l'eternità."

Dopo che ebbe pronunciato queste parole il nastro fu sciolto.

Un intenso profumo di incenso permeava l'aria ed inondava le narici di Dany. Era un buon profumo.

"Guardatevi l'un l'altro e pronunciate le parole."

Fu allora che le voci di Jon e Daenerys risuonarono all'unisono.

"Padre, Fabbro, Guerriero, Madre, Fanciulla, Vecchia, Sconosciuto... "

Sempre parlando simultaneamente Jon disse: "io sono suo e lei è mia. Da questo giorno fino alla fine dei miei giorni."

Mentre Dany disse: "io sono sua e lui è mio. Da questo giorno fino alla fine dei miei giorni."

Ed era fatto. Erano sposati. Sposati per la seconda volta ma sotto diversi Dei.

Mancava solo una formula da recitare perché tutto si potesse concludere.

La voce di Jon tremò dall'emozione nel farlo.

"Con questo bacio io ti giuro il mio amore."

E la baciò, lì sull'altare, davanti alle statue dei Sette Dei e ai membri delle più importanti Casate del Continente Occidentale fra cui vi erano anche le sue cugine e vari loro amici e alleati.

La baciò con passione, con tutta la passione che fino ad allora aveva dovuto trattenere.

Fu Dany ad interromperlo dopo un po', perché altrimenti sapeva che Jon sarebbe voluto andare oltre quel semplice bacio.

E quello non era né' il luogo né' il momento adatto.





Non lo fu neanche il banchetto che seguì, anche se lì ebbero entrambi l'occasione di scambiarsi molti più baci e parole.

Per loro volere le celebrazioni non si tennero nelle sale della Fortezza Rossa con fastosità.

Si tennero nel gigantesco cortile interno della Fortezza Rossa al quale tutto il popolo di Approdo del Re era stato invitato.

Il cibo era ritornato a ripopolare le tavole e l'economia era ripartita e ora gli abitanti della città ridevano e scherzavano, alzando ogni tanto i calici per brindare a quei nuovi e giovani sovrani che li avevano salvati dal morire di fame.

"Guardiamo al futuro!" Urlavano molti. "Al futuro! Al futuro! Con fede al futuro!"

Durò fino tarda serata con un continuo susseguirsi di portate e di balli.

E fu solo allora, quando le risate degli ubriachi e le grida di festa si alzavano da ore verso il cielo notturno, che Tyrion domandò ai commensali se era il momento delle cerimonia del letto.

La risposta non tardò ad arrivare:

"A letto! A letto A letto!" Fu il grido che si levò da tutta il cortile, unito al picchiare dei calici sui tavoli.

In che senso? Dany non capiva. Viserys non mi ha ma parlato di questa cerimonia...

Sotto il tavolo Spettro stava divorando gli avanzi che cadevano. Drogon invece era tornato alla vecchia casa dei suoi antenati: Fossa del Drago.

"Jon?" Richiamò l'attenzione di colui che era ormai ufficialmente diventato suo marito. "Che cos'è questa cerimonia del letto?"

Il colorito rosso di Jon era un segno ben evidente che si fosse fatto qualche bicchierino di troppo e fu proprio questo che lo fece sorridere in un modo che trovò adorabile.

"È una tradizione. La sposa viene condotta in camera da letto dagli ospiti di sesso maschile che la svestono e pronunciano battute un po' piccanti mentre... hic!"

Si interruppe per un singhiozzo e ciò fece sorridere Dany.

"... mentre la stessa cosa avviene per lo sposo, solo che a condurlo in camera, a svestirlo e a punzecchiarlo con battute scostumate sono interamente ospiti di sesso femminile. Senza questa cerimonia non c'è prova reale che gli sposi abbiamo consumato il loro matrimonio."

Io credo che noi abbiamo una prova più che evidente. Corse ad accarezzarsi il grembo.

Jon lo vide. "Credo che si sia notato, ma sarebbe cosa gradita ai nostri ospiti se osservassimo comunque la tradizione."

La baciò velocemente sulla guancia prima che altri impetuosi "A letto! A letto! A letto!" facessero alzare molti ospiti in piedi.

Jon e Dany si videro separati: lui si ritrovò ad essere circondato da un profuso gruppo di donne che lo trasportarono verso la camera da letto, lei invece dovette vedersi trasportata sulle spalle da un ristretto gruppo di uomini ridenti fra cui vi erano anche Tyrion, Davos e Sam.

"A letto! A letto! A letto!" La cacofonia continuava intensa.

La misero giù all'inizio di un corridoio illuminato da fiaccole e fu allora che cominciarono a spogliarla.

Prima il mantello, poi le scarpe ed il vestito.

Nel frattempo le rivolgevano commenti sagaci.

"Come sarà il vostro sposo eh Vostra Grazia? Il suo cazzo sarà freddo come il Nord dov'è cresciuto?"

"Non sarà troppo spaventato di scopare con un drago come voi? Lo brucerete nel letto!"

"Scommetto che ce l'ha piccolo! Altro che lupo e drago!"

Continuarono con la sottoveste e la biancheria intima.

Dany rispondeva a queste battute con sorrisi e risate. Le parlavano così solo perché così voleva la tradizione ed anche lei, per quanto le fosse nuova, intendeva rispettarla.

Alla fine si ritrovò nuda davanti alla  porta dei loro appartamenti.

I suoi accompagnatori le aprirono la porta e la spinsero dentro, aspettando finché lei non fu nel letto per chiudere la porta.

La stanza era immersa nell'oscurità ma Dany sapeva di non essere sola.

"Vi è piaciuta questa giornata mia regina?"

Le mani di Jon le accarezzarono il braccio.

"Molto, è stato il giorno più bello della mia vita, e a voi mio re?"

"Sono esausto... "

Jon si avvicinò e la baciò ancora sulla guancia.

Dany gli sorrise. "Ma non puoi ancora dormire! Dobbiamo perpetuare la tradizione... "

Non riusciva a vedere completamente il volto di Jon nelle tenebre, ma tuttavia qualcosa le disse che aveva risposto al sorriso.

"Lascia che il tuo sposo ti possegga, Daenerys Targaryen, non vogliamo che coloro che sono fuori dalla porta in questo momento siano delusi!"

"Fuori dalla porta?!"

"Oh sì, una volta che gli sposi sono in camera da letto i loro accompagnatori sostano presso la porta urlando suggerimenti... sulla materia."

"Oh." Dany rise. Questa tradizione di Westeros continuava a stupirla. "D'accordo allora Jon Snow: possiedimi."

Jon Snow ubbidì.

Dany emise gridolini di estasi quando la penetrò. Il suo membro entrò velocemente.

Poteva sentire il suo seme che viaggiava in lei e cercava un posto, anche se quel luogo l'aveva già esplorato tante volte.

Le lo baciò su tutto il corpo: sulla fronte, sulle guance, sulle labbra, sul naso, sul collo, sul petto e le cicatrici che esso presentava ed infine giunse alla metà.

Cominciò col baciarlo sulla punta.

Si mise in bocca il suo uccello e lo succhiò. Il liquido seminale di Jon le invase la bocca.

Era caldo e viscido, ma buono.

Andò avanti a succhiarlo, le sue labbra lo cinsero e con le guance sfiorò i testicoli.

"Dany... Dany... "

Jon pronunciava il suo nome con tanta delizia che Dany continuò a succhiarlo solo per sentirglielo dire ancora.

Cominciò ad andare avanti e indietro con la bocca ed a spingerlo. Man mano che lo faceva Jon esclamò il suo nome più volte.

"Dany! Dany! Oh Dany!"

Avanti ed indietro, avanti ed indietro.

Dalla porta provenivano grida che suggerivano qualcosa, ma Dany non li ascoltava. Stavano già facendo il loro lavoro, perché qualcuno avrebbe dovuto dar loro dei consigli?!

Le mani di Jon le cingevano il capo ed esploravano la sua argentata capigliatura.

E quando lei smise per un attimo, la bocca che aveva appena assaporato il suo seme e le labbra bagnate che ne erano la prova, fu Jon a essere sopra di lei.

Dany si adagiò sul materasso ed osservò l'ombra scura del marito che troneggiava su di lei.

Si avvicinò a baciarla sulle labbra.
"Ho un buono sapore per la mia regina?"

"Sì, avete largamente soddisfatto le mie aspettative mio re."

Le mani di Dany si avventarono sulla testa riccioluta di Jon e vagarono in quel mare scuro, mentre lui andava più in basso e portava l'uccello al nido.

Nel frattempo le strinse i capezzoli, glieli morse e torse fino a renderli rossi ed indurito.

Ancora una volta Dany urlò felice, poi si alzò seduta sul letto in ginocchio.

Il suo bacio colse Jon quasi di sorpresa e lo fece ricadere sul materasso a pochi centimetri dal bordo del letto.

"Non vuoi farmi cadere vero?"

"No, per quanto però mi alletti l'idea del pavimento fresco. Abbiamo un letto perciò usiamolo."

Il pene di Jon non chiese come al solito il permesso ed entrò nella sua calda caverna come un ospite inatteso.

Ciononostante Daenerys lo accolse, non staccando mai le sue labbra da quelle di Jon.

Quella sera non vi era il lupo, quella sera vi era il drago. Un drago che emanava fuochi caldi, bollenti, che ora forte e che ruggiva.

Oh per gli dei se ruggiva...

Continuarono così per un po', amorevoli strette di braccia, baci, carezze e sussurri affettuosi.

Poi smisero, ma Jon la cinse da dietro con le sue forti braccia.

Dany poteva sentire il calore che il suo petto donava alla sua schiena.

"Credi che questo basti ai nostri ospiti Jon?"

"Credo proprio di sì... " Jon sbadigliò ed immerse il suo mento nei suoi capelli.

Dany poteva sentire il suo naso che sfregava contro i suoi fili argentei.

"La festa continuerà fino all'alba o anche dopo." Osservò Dany. "Mi sento così felice ad aver donato della gioia a quelle persone dopo tutto quello che hanno passato."

"Anche io." Disse Jon. "Ma sono ancora più felice ad avere te. Pensavo di averti perduto per sempre ed invece eccomi qui. Ti seguirei fino in capo al mondo Dany e se tu dici che questo è il posto dove dobbiamo stare allora io sono ben felice di stare qui con te."

"Pure io amore mio." Da sotto le coperte la sua mano cinse quella di Jon.

"Però non mi ha chiesto una cosa oggi."

"Che cosa?" Che domanda avrebbe mai dovuto porre a Jon quel giorno.

"Non mi hai detto dove vuoi andare in Luna di Miele."

Oh. Durante tutti i suoi matrimoni Dany non aveva mai avuto una Luna di Miele, ma questa volta la voleva.

Pensò a quali luoghi avrebbe potuto visitare insieme al suo re.

I suoi pensieri corsero immediatamente alle città libere, ma si ricordò di Meereen.

Di Meeren e di Daario.

Da quando aveva chiamato sua figlio "bastardo." non aveva più nessuna voglia di rivederlo.

Però vi era un luogo che intendeva visitare particolarmente...

"Dorne." Rispose.

"Dorne?"

"Sì Dorne, solo lì crescono i limoni ed inoltre non mi piacerebbe visitare solo Dorne, mi piacerebbe visitare tutto il regno. Come il Vecchio Re Jahaerys e la Buona Regina Alysanne hanno fatto tante volte. Voglio conoscere meglio il nostro paese."

Jon la baciò sulle labbra. "D'accordo allora: un viaggio per tutta Westeros. Adoro le tue idee amore mio. Ti amo."

"Ti amo anche io."

Si addormentarono così: cinti in un abbraccio e con la baldoria della festa che continuava poco lontano, ma erano entrambi troppo stanchi perché li disturbasse.

E, poco prima di cadere nel mondo dei sogni, lo sguardo di Dany cadde su qualcosa.

Un mazzo di rose rosse e bianche in un vaso posizionato sul comodino.

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