Capitolo 35

La luce del mattino filtrava attraverso le tende di lino.

Daenerys si coprì gli occhi con la mano, per poi sbadigliare e girarsi dall'altro lato del letto.

"Buongiorno mia regina."

Dall'altro lato del letto vi era un paio di occhi grigi assonnati ma che la guardavano adorante.

Gli occhi di Jon Snow.

Dany sorrise e lo baciò. "Buongiorno mio re, dormito bene?"

"Come un ghiro, voi?"

"Pure io."

Dal balcone e dalle finestre si sentivano già i suoni della città e della Fortezza Rossa che si svegliava e cominciava la sua giornata.

A volte a Dany non sembrava vero tutto quel movimento.

Fino a due settimane prima Approdo del Re era una città abbandonata e la Fortezza Rossa con lei, ma poi la popolazione era tornata, sana, sazia e felice, e la vita era ripresa a scorrere come prima, solo sotto due nuovi sovrani.

Due nuovi sovrani non ancora incoronati e non ancora sposati secondo il culto dei Sette Dei, ma da tutti considerati tali.

Presto avverrà il nostro matrimonio e poi la nostra incoronazione... ma adesso non pensiamo a queste cose. Quando sarà il momento avverranno.

"Sei così bella appena sveglia Dany... "

Jon le sorrise e le accarezzò la guancia.

La sua mano era calda e morbida come il cuoio.

"Anche tu. " Gli rispose Dany, sfregando la punta del proprio naso contro quella di Jon. "Con quell'adorabile espressione da mezzo addormentato e questi capelli indomabili... "

Prese fra le dita un ricciolo di Jon e ci giocherellò per un po'.

"Pensavo che fossero proprio questi capelli indomabili a piacerti di me Dany. "

"Oh ma non solo. " Dany rise. "Mi piace tutto di te Jon Snow. "

Si baciarono ancora, poi Dany scostò via le lenzuola e si alzò dal letto.

Aveva solo una camicia da notte in pizzo di Myr a coprirla.

"Quando indossi quella camicia da notte è difficile che riesca a trattenermi." Rise Jon, mettendosi a sedere sul letto a gambe incrociate.

Anche Dany rise mentre si avvicinava al balcone e spalancava le tende, lasciando entrare una cascata di luce solare.

"Oh no!" Scherzosamente, Jon afferrò un cuscino e con esso ci si coprì il viso. "La luce del mattino! Dovevi per forza farla entrare? Era tutti così tranquillo al buio... "

Dany rise ancora, avvicinandosi per togliere il cuscino dal viso del suo re.

"So già cosa intendevi fare al buio. Ma adesso è mattino e sai cosa dobbiamo fare oggi... "

Jon rimise il cuscino dietro di sé e le sorrise.

"Sì, lo so. Ma non possiamo rimanere a letto ancora un pochino?"

Dany si sedette sul letto e gli diede un affettuoso buffetto sul mento.

"Mi dispiace Jon, ma è ora di alzarsi. Perciò cambiati ed andiamo a fare colazione."

Jon le rispose con un bacio sulla guancia e con il suo sguardo grigio che la seguì mentre incominciò a cambiarsi dietro il paravento.



Fino a che i raccolti non sarebbero tornati a crescere, la maggior parte dei viveri che arrivavano ad Approdo del Re vi arrivavano via nave.

Dorne e le Isole di Ferro avevano riconosciuto Jon e Daenerys come legittimi sovrani dei Sette Regni e giurato solennemente di non commettere mai più quelle crudeli azioni compiute negli ultimi mesi.

Tuttavia ci sarebbe voluto un po' perché l'economia ritornasse stabile.

Jon e Daenerys questo lo sapevano e nel corso delle due settimane precedenti, non appena i loro fidati consiglieri erano approdati insieme al popolo, avevano lavorato instancabilmente per cercare di raggiungere questo obbiettivo.

Era stato un continuo susseguirsi di sedute del concilio - al quale nel frattempo era ritornato Ser Bronn delle Acque Nere - incontri con delegati stranieri e riunioni fino a tarda serata.

Tutto affinché quella gente che ora si faceva sentire rumorosamente dalla finestra non tornasse ma più a soffrire come invece era stato negli ultimi tempi.

Proprio da quella finestra Dany distolse lo sguardo ed afferrò la mano che Jon le poneva per scendere le scale.

Avevano appena finito di fare colazione e adesso, accompagnati da Ser Brienne e Ser Podrick, si stavano inoltrando nelle strade di nuovo vive di Approdo del Re.

Fino a poco tempo fa queste strade erano la dimora di morti di fame che con gli occhi chiedevano pietà, oggi invece brulicano di vita.

Non essendo più presente nessuna minaccia marittima quale gli uomini di ferro, numerosi mercanti del Continente Orientale avevano attraversato il Mare Stretto ed erano venuti ad Approdo del Re con le loro mercanzie.

Le loro grida riempivano le vie, ma non potevano mai competere con le grida di giubilo che accoglievano Jon e Dany dovunque si recassero.

"Viva i sovrani! Viva i sovrani! Lunga vita ai Targaryen!"

Jon e Dany rispondevano con sorrisi e strette di mano, avvicinandosi ogni tanto a scambiare qualche parole con la propria gente.

Com'è bello... che meravigliose persone sono.

A Dany piaceva scoprire le storie di coloro che lei e Jon avevano appena iniziato a governare.

Erano la loro gente, erano come tanti loro figli. Lei e Jon avevano posto fine alle loro sofferenze e di questo erano loro enormemente grati.

Avrebbero voluto stare lì con loro a parlare ore ed ore, ma quel giorno stavano puntando verso un luogo specifico: un orfanotrofio.

Un orfanotrofio di Fondo delle Pulci. 

Un orfanotrofio dove, appena entrati, si ritrovarono oggetto degli sguardi curiosi di tantissimi bambini.

Erano bambini poveri, molti dei quali avevano perso i genitori per la carestia e loro stessi ne portavano ancora i segni sul loro corpo.

Altri invece erano rimasti orfani quando il fuoco di Drogon era piombato sulla città.

E, quando Dany sentì ciò, i suoi occhi si fecero lucidi.

"Mi dispiace." Disse. "Mi dispiace con tutto il mio cuore e con tutta la mia anima, credetemi. "

Lei e Jon erano nel cortile interno dell'orfanotrofio circondati dai piccoli e dalle septe che badavano loro.

Alcuni erano seduti accanto o in grembo a Jon, altri accanto o in grembo a lei.

"Non posso cambiare il passato, ma posso farlo con il futuro. Perciò vi prometto che ogni anno saranno devoluti fondi dalla Corona a questo orfanotrofio pur di migliorare le vite di questi bambini."

La septa più anziana rispose con un brillante sorriso.

"Già. " Continuò Jon. "E non appena avremo del tempo libero, verremo a farvi visita."

"Ma Vostre Grazie... " L'emozione fece tremare leggermente la voce della vecchia septa. "... voi ci avete onorato già oggi, ci avete onorato salvandoci dal morire di fame, come potremmo mai sdebitarci nei vostri confronti?"

Dany rise leggermente. "Non ce n'è bisogno, buona septa, dovrei essere io piuttosto a chiedere il vostro perdono ogni giorno per quello che vi ho fatto. "

La septa le si avvicinò. "Ma voi l'avete già fatto Maestà! Quando vi siete spogliata davanti a voi sul molo l'avete fatto di vostra spontanea volontà come segno di pentimento. Ci avete mostrato una donna come noi, non una monarca lontana dai problemi del proprio popolo. Non ci avete guardato dall'alto in basso come fece Cersei Lannister quando espiò i suoi peccati camminando nuda fra di noi, ma siete stata voi a guardare noi dal basso, con un vero e visibile bisogno di perdono del cuore. Vi abbiamo vista come una vera regina perché solo una vera regina chiede perdono al proprio popolo per i suoi errori così come una madre chiede perdono al proprio figlio se ha commesso uno sbaglio. "

Le lacrime si affacciarono agli occhi di Daenerys. Jon le strinse la mano per rassicurarla.

"Ed il fatto che abbiate fatto di tutto pur di salvarci... " Continuò la septa.
"... significa molto. Voi due sarete la più grande coppia di monarchi che Westeros avrà mai nella sua millenaria storia."

Jon sorrise alla vecchia. "La ringrazio sorella, sono parole meravigliose e sagge le vostre"

Anche Dany avrebbe voluto parlare, ma un groppo alla gola impedì alle parole di uscire.

Al suo posto un bianco e stupendo sorriso comparve sul suo volto.




Quella sera Verme Grigio fece sapere loro che lui e gli Immacolati non sarebbero tornati a Naath.

Sarebbero invece rimasti lì a servire la regina che tempo addietro li aveva liberati, insieme al suo re.

Dany ne fu felice, ma accettò la scelta degli Immacolati ad un patto: che ogni anno sarebbero tornati per un paio di giorni a Naath per vegliare sulla tomba e sulla gente di Missandei.

Verme Grigio ed il resto del casto esercito accettò.

E, sempre quella sera, Jon e Dany appresero un'altra notizia.

Fu portata da un corvo proveniente da Grande Inverno: Sansa Stark era in cammino verso la Capitale per chiedere pubblicamente ed ufficialmente perdono per il suo tradimento davanti ai legittimi sovrani dei Sette Regni.

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