Capitolo 32
"Sono entrata ormai nella quinta luna."
Questo Daenerys gli aveva detto quella mattina, quando, appena sveglio, l'aveva trovata seduta sul letto che si accarezzava quello che ormai non era più un lieve rigonfiamento ma una piccola pancia in mostra.
Ed era a questo che Jon stava pensando quella sera, mentre, dal ponte della galea di Yara, osservava Approdo del Re che si faceva sempre più vicina.
Aveva iniziato a nevicare, le nubi erano bianche e lasciavano cadere morbidi fiocchi, ma la luna faceva capolino attraverso di loro ed illuminava tutto di una mistica luce bianca.
Nevica così come nevicava quando gli Estranei erano vicini. Il gelo veniva con loro.
"Pensi che tutto andrà bene?"
Dany era lì accanto a lui, anche lei intenta ad osservare la città in lontananza.
Le sue dita si intrecciarono con quelle di Jon ed il suo capo argentato si posò sulla sua spalla.
Jon le cinse la vita con un braccio e la baciò sulla nuca, inspirando il profumo dei suoi capelli.
Il profumo di Dany, della mia Dany.
"Sì Dany, andrà tutto bene. Ma... "
"Ma cosa?"
Dany si staccò dalla stretta e lo guardò.
Le sue ametiste brillavano nel buio.
Da un po' di giorni un pensiero assillava Jon.
"Ma tu mi avevi promesso che durante i mesi della gravidanza non avresti più cavalcato Drogon, eppure ora vuoi farlo... "
"Solo per le donne e i bambini." Rispose Dany. "Hai ogni motivo per essere preoccupato, ti capisco, ma non me ne resterò al sicuro a Roccia del Drago mentre il nostro popolo è in pericolo. Abbiamo accettato di essere sovrani per loro Jon, per tutte quelle vite che compongono Westeros."
Jon sospirò. Come poteva farle capire i suoi timori?
Dany gli accarezzò la guancia con mano. I suoi polpastrelli solleticavano la barba di Jon.
"Andrà tutto bene, te lo prometto. Farò attenzione ed io e quelle persone giungeremo sane e salve a Roccia del Drago."
In quel momento un ruggito squarciò l'aria e Drogon volò sopra le loro teste e sopra le teste di coloro che stavano sulle altre enormi navi che li seguivano.
Il grande drago nero si mimetizzava alla perfezione con l'oscurità della notte.
"Jon." Jon distolse lo sguardo da Drogon e tornò a guardare la moglie. "Ti fidi di me? Andrà tutto bene. "
"È una promessa?"
"È una promessa."
Si baciarono. Jon non avrebbe voluto mai far finire quel bacio. Voleva stare lì per sempre immobile, con la lingua di Dany che esplorava il suo palato ed il loro sogno di primavera che scalciava nel suo grembo.
Senza guerra o battaglie a cui pensare.
Senza corvi onniscienti o magie di fuoco. Senza nulla a cui pensare.
Eppure ora c'era della gente che aveva bisogno di loro, della gente che aveva sofferto troppo e che non riusciva più a guardare al futuro.
Era loro dovere aiutarli.
"Vai e sconfiggi il disequilibrio con l'equilibrio, vai mio figlio del Ghiaccio e del Fuoco."
La voce di Dany era appena un sussurro, la sua guancia era appoggiata sulla spalla di Jon.
"Ti amo. " Le disse lui mentre le accarezzava le ciocche argentate. "Ma fai attenzione. "
"Ti amo anch'io. " Rispose lei. "E fai attenzione anche tu. Sarai presente quando il nostro sogno di primavera diventerà realtà."
Jon la baciò sulla fronte.
"Sarò lì accanto a te quando sarà il momento. Te lo prometto."
Tantissime persone erano già radunate sulla spiaggia quando attraccarono.
Persone di ogni età e ceto sociale, tutte magre e disperate, si alzarono tutte ed emisero grida di giubilo quando li videro.
Drogon era già arrivato, ma stranamente nessuno si era spaventato alla sua presenza.
Questa gente è così disperata che ormai neanche il drago che ha bruciato la loro città rappresenta una minaccia. Qualunque cosa che li porti via di qui è sinonimo di salvezza.
Quando Jon e Dany comparvero davanti a loro le grida aumentarono.
"Cittadini di Approdo del Re!" Non appena Jon prese parola, su tutta la spiaggia piombò un silenzio reverenziale.
"Ora salirete su queste galee che vi porteranno dritti a Roccia del Drago, dove troverete tutti i viveri ed i ripari di cui avrete bisogno. Visto che non ci sarà posto per tutti, alcune donne e bambini viaggeranno con la regina Daenerys sul suo drago. So che nei confronti della regina i vostri sentimenti non saranno ben disposti, ma vi giuro sul mio onore che lei ha tentato di tutto pur di trarvi in salvo e che ora l'unica cosa che vuole è la vostra felicità."
"È così. " Intervenne Dany, mettendosi al fianco di Jon e stringendogli la mano. "Chiedo pubblicamente perdono per i crimini che ho commesso nei vostri confronti, avete tutto il diritto di odiarmi e di chiamarmi con ogni parolaccia che vi viene in mente, ma... "
Dany cominciò a piangere, lacrime salate scorsero giù velocemente lungo il suo volto diafano.
Jon sapeva che ora lei doveva rendere conto dei suoi errori davanti a coloro che erano state, ingiustamente, le sue vittime. Dany stava fronteggiando il suo passato per lasciare spazio al futuro.
Stava chiedendo, dal più profondo del cuore, perdono.
"Vi prego. " I singhiozzi aumentarono. "Se dentro di voi provate anche solo un briciolo di pietà, vi prego di darmela, vi prego di offrirmi una seconda possibilità. Per tutti noi."
Come ebbe finito di dire ciò, Daenerys lasciò cadere sul molo il suo abito bianco.
Era nuda.
Era completamente nuda, vulnerabile, piena di vergogna per ciò che aveva fatto.
Jon avrebbe voluto coprirla con qualcosa, prenderla e stringerla con amore, ma sapeva che era così che doveva andare.
"Ecco a voi la vostra regina." Disse Dany. "Una donna. Una donna che ha compiuto degli errori e che se ne pente amaramente. Una donna che non riesce più a sopportare il peso di tutte quelle vittime che ha sull'anima. Una donna che vorrebbe dimenticare e ricominciare da capo. Una donna che aspetta un figlio e che come ogni madre vorrebbe solo il meglio per lui. Vi prego, se potete e se volete, perdonatemi."
Dany si inginocchiò sulle assi di legno con il capo chino.
Alla luce della luna la sua pelle bianca ed i suoi capelli argentati risplendevano di una bianca luminosità.
Sembra una stella discesa dal firmamento.
Nessuno dei cittadini di Approdo del Re parlò per un po', si limitarono a fissare Dany immobili.
Poi, ad una ad una, tutte quelle persone si inchinarono.
Si inchinarono con un rispetto che Jon non aveva mai visto in nessuno.
Avevano capito. Erano stati capaci di perdonare.
Poi le grida ritornarono:
"LUNGA VITA ALLA REGINA! LUNGA VITA AL RE! LUNGA VITA AL RE ED ALLA REGINA!"
Dany si rialzò e Jon le porse il suo vestito. Quando lei si fu velocemente rivestita si guardarono negli occhi e si baciarono.
Ora la gente cominciava a muoversi verso le galee. Lunghe code di persone che velocemente entravano nelle grandi navi di legno.
Quando Jon e Dany si fecero largo fra la folla, il popolo si fece largo e li lasciò passare.
Alcune mani si allungarono per toccare i loro vestiti e loro risposero sorridendo.
Poi fu il momento di separarsi.
Dany montò su Drogon, dietro di lei si era già sistemato un gruppo di donne e bambini.
"Sta attenta. " Jon la mise guardia. "Ti prego Dany stai attenta... "
"Lo sarò mio re. " Dany gli sorrise, i segni del pianto ancora presenti sulle sue guance.
"Sei stata una vera regina prima Dany, io... "
"Ho fatto ammenda per i miei peccati Jon. Ho fatto quello che andava fatto, ma ora tu va, va a uccidere quell'uccellaccio che non è più tuo fratello. Va e fa attenzione."
"Lo farò amore mio."
Si baciarono un'ultima volta e poi Drogon spiccò il volo, alzandosi nel cielo.
Jon rimase a guardarlo fino a che non fu soltanto un puntino in lontananza.
Passò nei condotti delle fogne, dove l'acqua verdastra e grosse pozze di feci erano l'unico spettacolo e dove gigantesche pantegane avevano stabilito il loro regno.
Non ci stette per molto, e poi sbucò in città.
Una città quasi deserta.
Quasi perché poco più in là Jon sentì i suoni di una piccola battaglia.
Quei pochi cavalieri che erano rimasti fedeli a Bran si stavano scontrando con gli Immacolati, i soldati dorniani, Tormund e i bruti, Ser Brienne e Ser Podrick.
Jon evitò quello scontro.
Contro il cielo scuro si stagliavano le torri della Fortezza Rossa. Era quella la sua destinazione.
Passò per vicoli e vie, salì tortuose scale di pietra e passò sotto archi antichi.
Tutto ciò con Lungo Artiglio ben stretto in pugno.
Ben presto i rumori della battaglia furono lontani e davanti a lui si presentò il cancello aperto della Fortezza Rossa.
Non difeso da nessuno, quei pochi fedeli di Bran erano in strada a morire per lui.
Poi Ser Brienne aveva rivelato loro che Bran non aveva ancora scelto gli altri cinque componenti della Guardia Reale oltre a lei e Ser Podrick.
Un re storpio senza difesa. Estremamente vulnerabile, estremamente attaccabile da parte di chiunque.
Un punto in più a suo favore.
Entrò.
La Fortezza era deserta e dal cielo scendeva la neve.
La neve degli Estranei, la neve del Re della Notte.
Jon sperò che le stanze del re fossero quelle direttamente sopra la Sala del Trono. L'ultima volta che era stato qui non aveva avuto modo di esplorare la Fortezza Rossa così a lungo.
La sua speranza si rivelò ben riposta.
Quando, dopo aver salito infinite scale ed attraversato infiniti corridoi, trovò la stanza del re, Bran Stark era lì ad aspettarlo.
Girato di spalle verso la città abbandonata.
"Benvenuto Jon, ti stavo aspettando."
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