Capitolo 22
Cinque giorni dopo Yara Greyjoy approdò a Roccia del Drago per rimettersi al servizio della regina a cui tempo addietro aveva giurato fedeltà. Con lei vennero almeno altre otto navi, pronte per aiutare Daenerys.
Ma il primo gesto che compì una volta scesa dalla propria imbarcazione non fu quello di inchinarsi dinanzi alla sua regina.
Il primo gesto che compì una volta scesa dalla propria imbarcazione fu quello di prendere per il collo il proprio re e metterlo con la schiena alla scogliera.
Yara guardava Jon dritto negli occhi. "Non avrai mica pensato che io abbia dimenticato quello che hai fatto, bastardo!" Strinse ancora più le dita attorno al collo di Jon.
"LADY GREYJOY!" L'urlo di Daenerys risuonò per tutta la spiaggia. "LASCIATE ANDARE SUBITO IL VOSTRO LEGITTIMO RE E MIO CONSORTE!"
Gli occhi di Yara divennero due fessure. "Vostra Grazia, quest'uomo vi h-"
"Mi ha salvato." La interruppe Dany. "Ed ammiro la vostra fedeltà, ma trattate ancora mio marito, e vostro re, in quel modo, ed il mio drago potrebbe intervenire."
Il suo drago. In quei giorni Drogon era strano: volava pochissimo e passava la maggior parte del tempo a dormire con la lunga coda nera attorcigliata attorno al corpo.
Yara rivolse un ultimo sguardo torbido a Jon. "Chiedo venia, Vostra Grazia." Pronunciò queste parole con astio. "Non succederà più."
Lo lasciò andare. Una volta libero dalla furiosa stretta di Yara, Jon si massaggiò il collo e riprese il suo posto accanto a Dany.
"Non sono sola. " Disse Yara. "Durante il mio viaggio per raggiungevi ho incontrato qualcuno che credo conosciate molto bene."
"Chi?" Domandò Jon.
"Come chi?" Rispose una voce dalla galea di Yara. "Chi altro conosci che abbia deciso di navigare ad ovest di Westeros!"
Arya Stark. Pensò Dany. Questa è Arya!
Fu proprio così. Dalla galea discese a passi veloci una ragazza minuta e con gli stessi occhi grigi di Jon. E, una volta incrociato lo sguardo con quest'ultimo, gli corse incontro per abbracciarlo. Anche Jon fece lo stesso.
"Oh Arya... " Jon strinse con affetto la cugina. "Non hai idea di quanto tu mi sia mancata."
"Nemmeno tu." La giovane Stark si staccò dall'abbraccio sorridendo. "Ma ti ho lasciato come un disperato confratello in nero e ti ritrovo re di Westeros?"
"È... È una storia lunga e complicata."
Dany intervenne nella discussione. "Una storia lunga e complicata che avrai tutto il tempo per raccontare in seguito Jon. " Sorrise ad Arya. "Sono felice di rivederti Arya, e ti chiedo perdono per come ci siamo lasciate l'ultima volta. Spero di poterci mettere una pietra sopra e ricominciare da capo."
Arya guardò prima Jon e poi Daenerys, pensierosa.
Poi sorrise. "Se mio... cugino ti ama ed è felice con te, allora io sono felice per lui. Mi fido di lui e della sua parola. D'accordo Daenerys Targaryen, ricominciamo da capo."
Le offrì una mano da stringere. Arya non è come Sansa. Arya è l'ombra di Jon ed è fedele a lui.
Dany la strinse.
"Gradirei discutere con voi nella Sala del Tavolo Dipinto." Disse Dany.
Ed in men che non si dica erano già tutti in marcia verso il Castello.
L'ultima volta che Dany era stata nella Sala del Tavolo Dipinto, vi ci si era serrata dentro, distrutta dal dolore per la perdita di molte persone care e non osando toccare cibo per timore di avvelenamenti. Ora ci stava ritornando come una regina consapevole dei propri sbagli, incinta, sposata e con una gran voglia di aiutare il proprio popolo che viveva nella disgrazia.
Non appena entrò sfiorò con le dita il tavolo di legno meticolosamente dettagliato che rappresentava il Continente Occidentale.
Aegon il Conquistatore lo fece costruire per conoscere nei minimi particolari il paese che avrebbe conquistato. 300 anni dopo gli ultimi due discendenti della sua dinastia, insieme ad uno che sarebbe dovuto ancora nascere, erano lì davanti a quello stesso tavolo a progettare come riprendersi il loro regno dalle grinfie di qualcuno che lo stava devastando. E, come Aegon ebbe le sue due sorelle Vysenia e Rhaenys, io ho qui mio nipote Aegon ed il figlio ancora senza nome che porto nel mio grembo.
Sempre tre Targaryen. Che strana cosa il destino!
Gli alleati e consiglieri si disposero intorno al tavolo in attesa che lei o Jon dicessero qualcosa.
Fu Jon a parlare per primo. "I nostri consiglieri... " Gettò un breve sguardo a Tyrion, Davos e Sam che erano dall'altro lato del tavolo. "... ci hanno suggerito di andare subito ad uccidere Bran, tuttavia noi tutti conosciamo la situazione in cui sta versando il paese ed io e la regina abbiamo deciso di non agire subito in questo modo."
"Vogliamo aiutare il nostro popolo." Continuò immediatamente Dany. "Vogliamo che non soffra più per guerre o cose simili. Dobbiamo aiutarlo." Sospirò un secondo. "Non possiamo ancora attaccare Bran perché la maggior parte dei Lord del Reame è fedele a lui e lui dispone di un esercito numericamente maggiore."
"Le Isole di Ferro sono dalla vostra parte Altezza." Disse Yara. "Ed anche Dorne dovrebbe esserlo, anche i dorniani desiderano tutti o nessuno. Potreste scrivere al principe Martell e chiedere il suo appoggio. Sono certo che ve lo darà."
"O tutti o nessuno... " Ripeté Jon pensieroso, i palmi posati sul Tavolo Dipinto. "Ma se vogliamo che alla fine i Regni siano contenti ed in pace, il Nord deve rientrare a far parte del reame per evitare altre future ribellioni come sta succedendo in questo periodo. I lord del Nord sono orgogliosi ma anche loro mal sopportano la poca azione di Sansa nei confronti degli attacchi e dei poveri."
"Potremmo far sì che qualcuno venga dalla nostra parte, ormai il Nord fa parte dei Sette Regni da 300 anni e non credo che questa immediata separazione sia stata ben digerita da molti. " Propose Dany.
"Senza contare, Vostra Grazia, che molti Lord del Nord hanno legami con il resto di Westeros per matrimoni e lontane parentele." Disse Tyrion.
Dany chiusi gli occhi e sospirò. Cosa fare?Poi li riaprì. "Avremmo un bel numero di uomini ma saremmo comunque tre regni e mezzo contro quattro... "
"Ed il Popolo Libero?" Intervenne Ser Davos. "È fedele fino alla fine con Sua Grazia Re Aegon, potrebbe venire in nostro aiuto."
Dany vide che Jon, al sentirsi chiamare "Re Aegon" era visibilmente arrossito. Un sorriso le fiorì sulle labbra ed accarezzò la mano del suo amato lì accanto a lei. Jon la guardò amorevolmente.
"Così come Lord Gendry Baratheon." Continuò l'anziano cavaliere. "È stato investito al rango di lord da voi Vostra Grazia e per questo dovrebbe essere un alleato di Casa Targaryen, oltre che ad un fedele amico di Arya Stark."
Se prima ad arrossire era stato Jon, ora fu Arya, la quale al sentire definire Gendry un suo "fedele amico" divenne rossa come un peperone.
"Giusto Ser Davos." Dany si congratulò con lui. "Ed ora che ci penso dovremmo trovare anche un valido alleato negli Immacolati, ma dove sono?"
"A Naath." Le disse Jon. "Dopo l'ascesa al trono di Bran, Verme Grigio e gli altri Immacolati hanno deciso di dirigersi verso Naath."
L'isola di Missandei, l'isola delle farfalle. Al pensiero della sua cara amica scriba Dany sentì una stretta al cuore. Scacciò via subito questi pensieri: qui si parlava dei vivi, non dei morti.
"Faremo sì che ci aiutino, prenderemo una galea per Naath ed andremo da loro." Annunciò Daenerys.
"Ed io spero che tu sia con me a pacificare gli animi." Jon le accarezzò la mano. "Perché dall'ultimo nostro incontro fra me e Verme Grigio non scorre buon sangue."
"E c'è un'altra cosa che noi tre abbiamo da dirvi Altezze Reali. " Tyrion si schiarì la gola. "Beh ecco, potrebbe apparire una grande sciocchezza, ma io ed i miei compagni abbiamo potuto esserne testimoni più volte e sospettiamo... vedete sospettiamo... che Bran abbia qualche legame con gli Estranei."
Alla parola "Estranei" Dany vide che Jon era sbiancato di colpo.
"È il Re della Notte." Disse lui improvvisamente.
Nella stanza discese un silenzio tombale. Un silenzio tombale che fu interrotto solo dalle fragorose risate di Yara ed Arya.
"Jon sei sicuro di sentirti bene?" Rise la giovane Stark. "Il Re della Notte è stato ucciso, io l'ho ucciso."
Persino a Dany era inizialmente parsa una grande cavolata ma poi le erano riaffiorate celeri alla memoria le parole della nana albina di Cuore Alto: "Io ti dico che il potere è stato passato ed ora il corvo ha l'anima di ghiaccio."
Il potere è stato passato... il corvo ha l'anima di ghiaccio... Possibile che il potere del Re della Notte fosse stato passato a Bran? Dopotutto lui aveva affermato di essere stato marchiato dal Re della Notte ed aveva detto che quest'ultimo voleva lui.
"Ve lo giuro!" Esclamò Jon davanti alle risate delle due donne. "L'ho sognato! È così!"
"Aspetta... " Dany lo guardò. "L'hai sognato?"
Jon annuì. "La notte in cui sono stato male, prima che il mio stomaco andasse in subbuglio, lui mi è venuto in sogno. Non ve lo racconterò tutto ora, vi dico solo che alla fine tutto ciò che era possibile vedere di Bran erano soltanto degli occhi azzurri. Gli stessi occhi del Re della Notte. Me li ricordo bene quegli occhi azzurri. Lui non è più Brandon Stark, Brandon Stark non esiste più."
Dany ricordava bene quella sera, prima che Jon vomitasse l'anima: quando era tornata dalla cena l'aveva trovato cambiato con i suoi abiti notturni ma talmente stanco che si gettato direttamente sul letto senza neanche mettersi sotto le coperte. Era toccato a lei coprirlo bene fra sorrisi suoi e mugugni nel sonno di lui.
Lei credeva a suo marito. "Ti credo. " Lo rassicurò cingendoli un braccio.
Dall'altro capo del tavolo Arya sospirò. "Pare mi tocchi ammazzare quel bastardo per la seconda volta... ma... hai detto che Bran non esiste più." I suoi occhi parvero leggermente lucidi.
"Sì." Le rispose Jon.
"Non c'è un modo per salvare Bran? Il vecchio Bran, quel ragazzino che amava arrampicarsi sulle torri?"
Jon fece segno di no con la testa.
Arya si morse il labbro. "Allora ucciderò quel bastardo con il doppio della mia furia per avermi portato via mio fratello."
"Non sarai tu a farlo." Le disse Dany.
Arya la guardò a bocca aperta. "Perché no Vostra Grazia?"
"Perché sarà Jon a farlo."
Tutti gli occhi presenti nella sala si puntarono su Jon e lui la guardò stupito.
"I-Io?!"
"Sì, tu."
"Perché?"
"Perché la vecchia nana albina che abbiamo incontrato nelle Terre dei Fiumi e che ti ha curato, mi ha detto che tu sei il Principe che Fu Promesso, Azor Ahai rinato destinato a sconfiggere la Lunga Notte."
"Vorrei ricordare inoltre Vostra Grazia... " intervenne Ser Davos. "Che Melisandre di Asshai vi disse la stessa cosa quando voi ritornaste in vita. Ero presente anch'io."
Jon abbassò un attimo lo sguardo. Stava pensando sulla cosa. Alla fine i suoi occhi grigi rincontrarono quelli violetti di Daenerys.
"Mi stai dicendo che sono il messia della situazione?"
Dany annuì e gli prese entrambe le mani. Le fece posare sul suo ventre. "Tu ci salverai. Ne sono certa."
Quella sera Dany andò da Drogon per controllare lo stato del suo drago. Voleva capire il motivo del suo strano recente comportamento. Quello che però non sapeva era che Jon l'aveva pedinata. Perciò, quando lui l'afferrò da dietro gridando: "Buonasera mia regina!" lei si spaventò a morte.
"Non farmi prendere mai più uno spavento del genere!" Esclamò Dany a la metà fra il divertito e l'arrabbiato.
Jon la strinse a sé e la baciò sulla spalla. "La mia regina è così seria. Troppi discorsi su armate ed Estranei oggi? Per me decisamente troppi... "
Dany sorrise. "Non ti sei ancora abituato al fatto di essere destinato a salvarci tutti?"
Oltrepassò un paio di pietre grigie levigate dal vento che segnavano l'ingresso al nido di Drogon. Il nido era una conca di pietra e di erba che il drago aveva eletto a sua dimora.
"No, ormai mi sono abituato al fatto che non appena guadagno una carica me ne viene conferita subito una più alta. Anche se credo che più in là di salvatore dell'umanità non ci sia nulla."
Dany rise e si incamminò mano nella mano con Jon verso Dragon. Il grande drago nero se ne stava accovacciato sull'erba ma, non appena li vide arrivare, emise ruggiti di felicità e venne loro incontro, calpestando l'erba a falcate. E fu allora che Daenerys capì perché Drogon si era dimostrato così strano in quei giorni.
Adagiate fra i ciuffi d'erba c'erano non una, non due, non tre, ma ben sette uova di drago.
Quasi le vennero le lacrime agli occhi. Pensava che Drogon fosse l'unico drago rimasto in tutto il mondo ed invece...
I draghi non sono né maschi né femmine e poi sono sette, come i Sette Regni.
Era al colmo della felicità.
Ed anche Jon lo era. "È un buon presagio. "Disse baciandola sulla guancia. "Non saremo gli unici due Targaryen al mondo fra un bel po'."
"No." Dany si passò una mano sul grembo, lì dove un nuovo drago con una goccia di sangue di lupo aspettava di uscire dal suo uovo e schiudersi. Il nostro sogno di primavera... "I draghi ritorneranno a volare su Westeros."
Strinse la mano del drago che era stato cresciuto dai lupi ed entrambi si guardarono pieni d'amore.
Poi si baciarono.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top