Capitolo 21

Non voleva mangiare nulla.

Da quando si era svegliato quella mattina Jon Snow non aveva toccato cibo. E di questo Daenerys ne era preoccupata.

Jon se ne stava sdraiato con lo sguardo rivolto verso il balcone e l'infinita distesa blu del mare che da lì si poteva ammirare. Non aveva aperto bocca con nessuno.

"Jon?" Dany lo chiamò per l'ennesima volta in quella mattinata.

E, per l'ennesima volta, non ci fu alcuna risposta o alcun movimento. Solo il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli ed i versi dei gabbiani.

Dany ritentò. "Jon devi mangiare. Non vuoi un po' di questo buon pollo? Eh?" Gli mostrò l'invitante piatto che era stato posato sul letto.

Ancora silenzio.

Dany sospirò e gettò lo sguardo a Spettro, il quale se ne stava accucciato ai piedi del letto. Sam le aveva espressamente detto che in pochi giorni Jon si sarebbe rimesso, ma nel frattempo aveva bisogno di riposo. E dalla sera prima il metalupo albino non aveva abbandonato il suo infermo padrone. Anche i suoi occhi rossi erano pieni di domande.

Cosa devo fare Spettro? Dimmelo almeno tu...

Si decise: se Jon non avrebbe compiuto il primo passo, allora sarebbe stata lei a farlo. Si sedette sul bordo del letto e, lentamente, cominciò ad avvicinarsi al suo sposo. Se anche Jon lo percepì non fece comunque alcun movimento per venirle incontro.

"Cosa succede Jon? Sei arrabbiato? Stai ancora male?"

Silenzio.

Perché non voleva parlarle? Perché? Dany voleva sentire la sua voce, voleva che le dicesse che tutto sarebbe andato bene per loro e per il loro sogno! Perché Jon faceva scena muta?

Era ormai giunta accanto a lui che le stava dando di spalle.

"Jon?" Con una mano prese a massaggiarli la schiena. "Jon cosa c'è che non va? Parlami ti prego!"

Fu allora che Jon Snow si girò e la guardò dritta negli occhi.

Stava piangendo.

Le lacrime scendevano veloci lungo il suo volto e gli occhi erano arrossati dal pianto.

"Jon... cosa c'è? Perché stai piangendo?"

Dany gli accarezzò la guancia bagnata ma lui si ritrasse immediatamente a quel tocco. "N-Non toccarmi!"

Cosa?! Perché?! Jon non aveva mai agito in una simile maniera? Gli occhi le divennero lucidi. Perché non voleva toccarla?!

"Perché?" Chiese Dany.

Jon deglutì ma le lacrime non si arrestarono. "Perché ti posso fare d-del male... "

Ma cosa stava dicendo?! "Tu non mi farai del male." Disse Dany con un leggero sorriso per la sciocchezza appena uscita dalle labbra del suo amato. "Perché tu mi ami."

Jon scosse la testa. "Io ho sempre portato del dolore dovunque io sia stato. S-Sono nato dal da un amore sfortunato e mia madre è morta nel darmi alla luce... " Anche la mia. Avrebbe voluto dire Dany, tuttavia lo lasciò continuare. "Eddard Stark ha dovuto macchiarsi il suo onore pur di difendermi e Lady Catelyn... Lady Catelyn mi vedeva come la prova vivente dell'infedeltà del suo consorte... io... io... " Sospirò. "Ho sempre portato del caos dovunque io sia andato, ho sempre portato dolore, perfino alla Barriera e perfino a te!"

"Jon ne abbiamo già parlato..."

"No! Non capisci! Io non ho solo ucciso te! Ho ucciso anche nostro figlio! Ho anche il suo sangue sulle mie mani! Ho il sangue di tutti coloro che hanno sofferto a causa mia! Tutto il mondo ha sofferto ha causa mia!" Le lacrime copiose scendevano senza sosta. "Anche ieri sera hai sofferto a causa mia! Avrei dovuto difenderti, difendervi! Non riesco neanche a proteggere coloro che amo, riesco solo a portare disperazione!"

Oh Jon...

"E non so neanche più chi io sia! Sono Jon Snow, Jon Stark o Aegon Targaryen? Perché tutti hanno dovuto soffrire per uno che non sa mai niente?! S-Sarei... " Cominciò a singhiozzare. "S-Sarei dovuto rimanere alla B-Barriera: quello è il posto dei traditori e degli assassini..."

Dany era sconcertata. Come poteva pensare queste cose?!

"Jon guardami."

I suoi occhi grigi incontrarono i suoi violetti.

Lei gli prese il viso fra le mani, poteva sentire le lacrime che le scivolavano fra le dita. "Amore significa mettere il bene di un altro prima del tuo. Significa preferire vedere la persona amata morta piuttosto che la follia prenda il sopravvento su di lei e la porti alla distruzione sua e di migliaia di innocenti. Amore vuol dire sacrificio."

"Anche di un bambino innocente nel grembo materno?"

"L'ultima cosa che voglio è che nostro figlio abbia una madre piena di rabbia pronta ad uccidere altri suoi coetanei pur di tenersi il potere." Dany gli passò una mano fra i suoi riccioli scuri e questa volta lui non oppose resistenza. "Avresti preferito vedermi distruggere altre città oltre ad Approdo del Re come Lannisport o Grande Inverno? Avresti preferito vedere Sansa uccisa dalle fiamme di Drogon? Rispondimi."

Jon scosse la testa.

"Tutta quella devastazione non mi avrebbe riportato indietro Ser Jorah, Missandei o Rhaegal. In che mondo sarebbe vissuto nostro figlio? In un mondo di fuoco e sangue?"

"Ma quello che ho fatto... "

Dany lo guardò fisso negli occhi. "Tu l'hai fatto per amore. Tienitelo bene a mente: amore. E grazie a te sono ritornata sulla giusta via, ho capito i miei errori e ora devo cercare di fare ammenda aiutando quello stesso popolo che io ho cercato di distruggere. Devo aiutare innocenti in nome di altri innocenti che io ho ucciso. È il mio dovere ed anche il tuo." Dany sospirò e gli strinse la mano. "Abbiamo accettato di essere sovrani per aiutare il popolo di Westeros, cerchiamo di farlo al meglio e di dimenticare il passato, anzi, di imparare dal passato per evitare che vengano ripetuti certi errori." Ora anche dai suoi occhi scendevano lacrime, ma lei ci sorrise fra quelle lacrime. "E ti giuro sugli dei che tu non hai mai portato dolore. Tutto il mondo, e ripeto, tutto il mondo, dovrebbe esserti debitore perché senza di te a quest'ora saremmo dei ghiaccioli."

Questa battuta provocò una leggera risata da parte di entrambi.

Poi Jon sembrò realizzare qualcosa.

"Ghiaccioli... " Ripeté. "... la Barriera..."

"Cosa ti turba amore mio?" Domandò Daenerys.

Jon ricambiò la sua stretta di mano. "Ho capito perché Bran mi voleva così tanto alla Barriera!"

"Perché?"

"I Guardiani della Notte sono composti principalmente da stupratori ed... assassini."

Assassini? Dany si sentì il cuore in gola quando lui pronunciò questa parola.

"Sarebbe bastato qualcuno che si intrufolasse nelle mie stanze di notte..." Continuò Jon. "...e tutto quello che tu avresti trovato di me al tuo ritorno al Nord sarebbe stato un freddo cadavere."

Dany sentì la rabbia crescerle nel petto. Non solo Bran voleva tentare di uccidere il loro sogno di primavera, ma anche Jon! Il suo Jon! Oh... quanto avrebbe voluto dare quell'uccellaccio storpio in pasto a Drogon! Poi si calmò. Lei e la rabbia non erano mai state migliori amiche e questo non era il momento giusto per arrabbiarsi.

E visto ciò, la rabbia parve essere andata da Jon. I suoi lineamenti erano distorti da essa.

"Quel figlio di puttana!" Esclamò. "Quel... quel... Lo ucciderò! Lo ucciderò! Ucciderò lui e tutti quei luridi bastardi!" Le forze parvero essergli improvvisamente ritornate e balzò a sedere sul letto con la schiena appoggiata contro lo schienale di legno.

"No!" Disse Dany. "Jon calmati e guardami... " Incornici ancora una volta il suo viso con le mani. Jon Snow fece un profondo respiro e le sue iridi grigie ritornarono a perdersi in quelle violette di Daenerys. "Non diventare come me. " Gli disse Dany. "Non farlo. Lo dico perché ti amo e voglio che tu sia migliore di me. Non dire queste cose."

Jon sospirò ed appoggiò la fronte sulla sua spalla. "Voglio che tutto questo finisca Dany. Voglio pace per noi e per Westeros... "

Lei gli accarezzò i capelli. "Anche io. Ed arriverà presto vedrai, arriverà presto. Ma adesso fammi un favore: mangia." Gli sorrise e Jon rispose al sorriso mentre la guardava alzarsi e prendere il piatto. "Mangia piano, così Sam ha detto, il tuo stomaco sarà ancora debole e non vogliamo altri spiacevoli incidenti blu, dico bene?"

Risero insieme mentre Jon cominciava ad ingoiare i primi pezzi di pollo. Lo osservò mangiare ed ogni tanto si scambiavano sorrisi, baci e carezze.

Fino a quando un rumore li distrasse entrambi.

Un gracchiare.

Appollaiato sul balcone c'era un corvo con una lettera legata alla zampa.

"Oh no!" Jon emise un lamento e nascose la testa sotto il cuscino. "Basta corvi! Mandalo via, non li sopportò più!"

Dany si alzò dal letto e una volta sul balcone slegò la lettera dalla zampa dell'animale. La felicità aumentò in lei man mano che leggeva.

"Cosa dice?" Domandò Jon, emergendo di poco dal suo nascondiglio imbottito.

Dany si girò verso di lui con un sorriso radioso sul volto. "Yara Greyjoy ha accettato la mia offerta, sta venendo qui in nostro aiuto."

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