Capitolo 17
Li videro arrivare una limpida mattina dalle finestre delle loro stanze.
Tyrion, Ser Davos, Sam, Gilly ed il piccolo Sam erano discesi dalla loro piccola barca ed in quel momento si stavano dirigendo verso il Castello.
"Sono qui Jon." Disse Dany stringendosi contro il suo petto ma non abbandonando mai lo sguardo dai nuovi arrivati. "Ed ora? Cosa facciamo? Cosa faremo?"
Ho anch'io tante domande quanto te amore mio, ma adesso solo il tempo ci darà una risposta.
"Cominciamo con l'andar loro incontro. D'accordo?"
Dany annuì e corse più velocemente che poté a cambiarsi d'abito dietro il paravento. Jon aveva invece indosso i vestiti della sua prima permanenza a Roccia del Drago.
"Sei pronta Dany?" Chiese dopo un po' d'attesa seduto sul bordo del letto. Adorava ammirare le curve ed i movimenti di Dany mentre si cambiava dietro il paravento ma ora vi erano degli ospiti da accogliere.
"Sì."
Daenerys uscì fuori.
Oh dei quanto sei bella Dany. Indossava un abito color avorio a maniche corte e senza spalle ed il sorriso che aveva in volto la faceva apparire ancora più bella.
Jon avanzò verso di lei.
"Sei bellissima." Le disse prima di baciarla.
"Grazie." Il sorriso sparì dalle labbra di Dany velocemente come il sole autunnale. "Jon tu credi... insomma... "
"Cosa c'è amore mio?"
"Beh... ecco... " Dany deglutì nervosamente. "Credi che dopo che avrò spiegato loro tutto saranno capaci di... di perdonarmi?"
Gli occhi di Dany era leggermente lucidi, osservò Jon.
Lui le prese il viso fra le mani e la guardò fisso nei suoi occhi violetti. "Oh Daenerys, ne sono più che certo. Vedranno chi sei veramente, vedranno la meravigliosa persona che ho visto io in te. Tu così piena di gentilezza, di bontà e di amore che vuoi solo il meglio per tutti. Ti perdoneranno."
Dany sospirò ed appoggiò la testa sulla sua spalla. Piangeva.
Jon le accarezzò i capelli. "E ti dico la verità: sfiderei benissimo qualsiasi abitante di Approdo del Re a passare tutto quello che tu hai passato in quei giorni e non sentirsi arrabbiato con il mondo intero."
Dany aveva smesso di piangere e rialzò la testa, guardandolo. "Anche tu hai sofferto tanto, troppo, ed anche per causa mia. Ma ora lasciamoci tutto questo alle spalle e guardiamo avanti. Io e te ed il nostro bambino in nuova vita."
Jon non avrebbe mai saputo definire tutto l'amore che provava per lei e nemmeno in quel momento ci riuscì. Ne uscì fuori solo uno di quei sorrisi sghembi che piacevano tanto a Dany.
Anche lei rispose al sorriso.
Oh sei così bella quando sorridi.
"Ti amo." Disse Dany. "In questa vita e nella prossima, oltre la terra ed oltre il cielo, oltre le stelle, il sole e la luna, oltre il ghiaccio e oltre il fuoco."
"Anche io ti amo." Rispose Jon ma si limitò a dire un semplice: "Infinitamente."
Si avviarono insieme, mano nella mano, lungo il cammino verso l'ingresso del Castello.
Quando le pesanti porte furono aperte, Tyrion, Ser Davos, Sam, Gilly ed il bambino entrarono subito nella sala del trono. Jon avrebbe voluto accoglierli con parole semplici per esprimere il ringraziamento suo e di Dany per il loro aiuto ma, prima che potesse aprir bocca, Tyrion parlò.
"Allora è vero quello che si dice in giro: Daenerys Targaryen è risorta."
Dany annuì. "Sì. E vi giuro su ogni cosa che non sono più la persona che ero un tempo." Si fermò un attimo e guardò ognuno dei nuovi arrivati profondamente negli occhi. "Quel disastro che io ho causato, quelle morti che ho provocato... vi chiedo di perdonarmi. Avevo perso il controllo e tutto quello che avevo in testa era quel dannato Trono. Ma ora non è più così e mai più lo sarà. Ora tutto quello che voglio è stare insieme a Jon e vivere una vita felice con lui."
Mentre parlava delle perle lucide le si erano affacciate agli occhi. Jon le strinse la mano per darle conforto e lei ricambiò la stretta.
"Vi prego, vi prego credetemi. Ho sbagliato, ho terribilmente sbagliato ed ha pagare il prezzo dei miei errori sono stati degli innocenti!"
Guardò per un attimo Jon. Di tutta risposta lui le sorrise.
Dany avanzò verso Tyrion. "Mi dispiace per i tuoi fratelli." Poi verso Sam. "E mi dispiace per tuo padre e tuo fratello. Mi dispiace per tutto, tutto credetemi."
Tyrion non aveva staccato lo sguardo da lei, così come gli altri. Quando Dany ebbe finito il suo discorso nella sala discese un lungo silenzio tombale.
Un silenzio che venne interrotto solo da un altrettanto lungo sospirare di Tyrion. "Sai come scrisse Septon Barth, Primo Cavaliere di Re Jahaerys il Buono, Daenerys?"
Dany fece segno di no con la testa.
"Tutti gli uomini sono peccatori, ci insegnano i Padri del Credo. Persino i più nobili fra i monarchi e i più cortesi fra i cavalieri possono ritrovarsi travolti da ira, lussuria e invidia, e commettere azioni che li colmino di vergogna e insozzino i loro nomi. E i più vili fra gli uomini e le più malvagie fra le donne possono parimenti essere buoni di tanto in tanto, giacché amore, compassione e pietà albergano persino nei cuori più neri. Noi siamo come gli dei che ci hanno creati: forti e deboli, buoni e cattivi, crudeli e gentili, eroici ed egoisti. Tenetelo a mente, se desiderate regnare sugli uomini."
Ancora altro silenzio.
"Noi siamo come gli dei che ci hanno creati." Ripetè il Folletto. "Io non credo negli dei ma so che l'essere umano è un grande unico mistero e che la vita è fatta di tantissime strade, infinite strade, e tu ne hai appena imboccata una nuova. Se non ci fossi stata tu a quest'ora migliaia di persone starebbero ancora in catene e i draghi non sarebbero mai tornati al mondo."
Tyrion la guardava fisso.
"Tu sei una brava persona Daenerys Targaryen ed hai sempre voluto fare la cosa giusta, ma quando troppi dolori ti hanno colpito nel profondo allora è stato difficile rialzarti senza Fuoco e Sangue."
Ora Jon poteva vedere le lacrime che scendevano lungo le guance di Dany.
"Grazie." Mormorò lei.
"Anche io ti perdono." Disse Sam intervenendo nella discussione. "Tutto ciò che hai passato... beh io non sarei riuscito a uscirci sano. E mio padre e mio fratello, ci ho riflettuto e ho realizzato che non furono proprio un esempio lampante di amore famigliare... tutti i loro abusi nei miei confronti..."
"Grazie anche a te."
Ora potrò parlare anche io? Si chiese Jon.
Decise di prendere parola. "Diteci che sta succedendo a Westeros." Disse. "Perché Bran non ci lascia in pace? Non vogliamo più il potere, non siamo più una minaccia!"
"Bran..." Sospirò Ser Davos sconsolato. Per Jon era una bella cosa rivedere l'anziano cavaliere che era stato con lui per così tanto tempo. "Temo ragazzo mio, che rimanga ben poco di Brandon Stark nel nuovo re."
Jon non comprendeva. "Come? Cosa intendi dire?"
"Ciò che il Cavaliere delle Cipolle intende dire è che tuo... cugino non fa ciò che dovrebbe fare un monarca. " Fu Tyrion a rispondere. "Non sta vicino al suo popolo in questo momento di dolore, non distribuisce cibo dalle cantine reali per darlo a quei sempre più numerosi poveri. No. È freddo, distaccato e non agisce. Dorne e le Isole di Ferro si stanno ribellando e lui che fa? Manda un esercito al Nord per acciuffarvi e portarvi ad Approdo." Un sogghigno comparve sul volto del Folletto. "Ma non vi preoccupate. Il re l'ha ordinato ma noi fedeli sottoposti non abbiamo fatto sì che venisse eseguito."
Jon tirò un sospiro di sollievo e rivolse a Dany un sguardo.
Lei si stava accarezzando il ventre come a proteggere il loro bambino da tutte quelle cose dette.
Fu Gilly la prima ad accorgersene. "Ma tu sei... " Si avvicinò a Dany e le tastò lievemente il ventre.
Sorrise ed anche Dany sorrise. "Sì, io e Jon aspettiamo un bambino."
"Veramente?!" Davos, Tyrion e Sam pronunciarono questa parola all'unisono, increduli.
"S-Sì." Rispose Jon un po' imbarazzato dal come era stata anche scoperta la cosa. "E lungo la strada ci siamo anche... beh ecco.... sposati."
Era certo che tra non molto gli occhi sarebbero saltati fuori dalle orbite dei suoi tre vecchi amici.
"Sposati presso gli Antichi Dei." Precisò Dany. "A Grande Inverno."
Raccontò loro di Sansa e della sua decisione di voltare pagina.
Alla fine Tyrion rise. E ne' Jon ne' Dany ne capirono il motivo.
"Visto ragazzi?" Disse il Folletto. "Ve l'avevo detto che questi due avevano in serbo qualche sorpresa per noi! Per non parlare del fatto che siete famosi ormai."
"Famosi?" Chiese Jon. In che senso?
"Sì, famosi. Ormai tutti nell'Incollatura e nelle Terre dei Fiumi parlano di due gentili giovani che si fermano ad aiutare i poveri contadini attaccati dagli uomini di ferro. Come si chiamano? Ah già! Aegon e Dany."
Jon ridacchiò e rivolse alla moglie uno sguardo divertito. "In effetti abbiamo avuto proprio una bella fantasia."
Il Folletto riprese parola, le mani intrecciate dignitosamente dietro la schiena. "Voi avete visto in che stato stanno versando i Regni e avete cercato di porvi rimedio nel vostro piccolo. Siete due persone che hanno sofferto tanto, troppo, ma che si sono sempre rialzate, avete sacrificato tanto ma nonostante ciò continuate ad amare la gente, volete solo il bene degli altri e... "
"Dicci subito dove vuoi andare a parare!" Esclamò Jon spazientito dopo questo infinito resoconto delle loro vite.
Ser Davos sorrise. "Quello che il Folletto vuole dirvi amici miei, è che noi, qui riuniti davanti a voi vi stiamo chiedendo di diventare i nuovi sovrani dei Sette Regni."
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