Capitolo 14

Nota Autrice: Prima che iniziate a leggere questo capitolo vorrei fare una precisazione (o forse anche due)
"The Ghost of High Heart" in italiano "Fantasma di Cuore Alto" è un personaggio che compare soltanto nei libri, più precisamente nel terzo. Lo so, in descrizione ho scritto che questa storia sarebbe il seguito della sola serie televisiva e non dei libri, ma in questo caso mi serviva introdurre questo personaggio ai fini della narrazione. Non serve aver letto i libri per sapere chi sia perché tanto lo spiegherò.
Seconda precisazione: da come avete potuto capire sto cercando di rendere giustizia al personaggio di Daenerys, personaggio che insieme a Jon rientra nei miei preferiti e che nell'ultima stagione è stato trasformato in qualcosa di orribile. Sto cercando di farla ritornare alla Dany che tutti noi conosciamo, di farle capire i suoi errori. Perché siamo sinceri, dopo tutto quello che ha passato meritava davvero di finire così? (Stesso discorso varrebbe anche per Jon)
Spero che vi piaccia il modo in cui lo sto facendo e... niente XD
Buona lettura.



Quando Jon montò sul cavallo sul suo volto comparve una smorfia di dolore, Dany lo vide. Era mattina presto e, dopo aver fatto colazione, stavano rimettendosi in marcia. I tre cadaveri della sera precedente erano stati ben nascosti fra i cespugli.

"Sei sicuro di stare bene?" Dany era già in groppa al suo cavallo.

Jon le sorrise. "Sì! Sto bene! Non ti preoccupare, adesso andiamo."

Dany non ne era pienamente convinta, tuttavia Jon non era più pallido come la sera prima ed il sangue sulle pezze sembrava essersi seccato. Allora lo seguì.


Verso mezzogiorno le sue preoccupazioni trovarono conferma.

Il sole era alto nel cielo e i suoi raggi bagnavano la foresta, creando anche splendidi giochi di luce ed ombra sulle foglie degli alberi.

E lo stomaco di Dany borbottava. Ora era iniziato quel periodo della gravidanza dove aveva sempre fame solo che qui, e menomale, la carne di cavallo non era l'unico cibo disponibile come era invece stato quando portava in grembo Rhaego. Jon cavalcava poco più avanti di lei e da qualche tempo era stranamente silenzioso. Dany pensava che volesse stare all'erta di altri eventuali pericoli.

"Jon!" Lo chiamò. "Jon muoio di fame, potremmo fermarci a mangiare qualcosa?"

Nessuna risposta, solo il trottare del cavallo.

Forse sono troppo distante e non mi ha sentito. Dany ritentò. Spinse il suo cavallo avanti, più vicino a Jon, e ripeté la domanda.

"Jon ho fame, potremmo fermarci per mangiare?"

Ancora nessuna risposta. Daenerys si spazientì e si mise a fianco del destriero di suo marito.

Le mani di Jon Snow stringevano a malapena le redini ed erano pallidissime e tremanti. Jon tremava tutto come se fossero nel più freddo degli inverni. La sua testa ciondolava in avanti, come se si fosse addormentato in sella, ma Dany sapeva che non era così. Gli occhi passavano continuamente dall'essere chiusi all'essere socchiusi.

Aveva decisamente una brutta cera.

"Jon? Ti senti bene?... "

Dany gli toccò la mano: pur essendo tremante era viscida di sudore. Ed era rovente.

"La tua mano è.... molto calda."

Oh no, non adesso...

Jon non parve averla sentita. Gli tastò la fronte con il palmo ed il dorso della mano. Sotto la pelle Jon era in fiamme.

"Tu scotti! Hai la febbre alta!"

Era questo che la ferita aveva portato. Dany lo scosse delicatamente per la spalla, cercando di svegliarlo dal suo febbrile torpore. Di rimando Jon alzò di scatto la testa, all'improvviso sveglio.

"D-Dany? Che cosa c'è?" Gli occhi gli luccicavano, poi si guardò intorno e si colpì la fronte con il palmo della mano. "Oh Dei! Non dirmi che mi sono addormentato in sella vero?"

"No Jon, ma tu stai tremando come una foglia."

Lui le sorrise e si strinse nel mantello. "È solo il vento."

"Davvero? Io non sento soffiare neanche il più lieve venticello. In compenso però c'è un bel sole che scalda e tu che bruci di febbre." Dany lo guardò seria e gli strinse la mano sudata. "Devi fermarti e riposare."

Jon rise. "Io non ho la febbre. Non c'è bisogno che ti preoccupi per me, dovrei essere io piuttosto a prestare ogni più piccola attenzione a te e al nostro miracolo dopo quello che vi ho fatto."

"Tu l'hai fatto per amore e ci stai aiutando nel modo migliore possibile, ieri sera ne è stata la più evidente dimostrazione. Ma adesso ti prego, per il tuo bene, smonta da cavallo e stenditi un attimo." Per dimostrargli che intendeva sul serio Dany scese. "Ora fallo tu. Andiamo." Jon la guardò e sospirò, senza dire nulla. Spettro, che nel frattempo si era accucciato ai piedi di Dany, vantava più colore di lui. "Aegon Targaryen per tutti i nostri antenati, scendi da quel cavallo e vieni a riposare! Ora!"

Non voleva alzare la voce con lui ma doveva convincerlo in qualche modo.

Sbuffando, Aegon Targaryen ubbidì e, zoppicante, si andò a sdraiare sotto un vecchio olmo.

Dany invece prese per le briglie entrambi i cavalli e li condusse lì vicino, poi grazie a dei rami caduti poco lontano dall'olmo, accese un fuoco e ci mise ad arrostire due salsicce prese dalla sacca delle provviste. Jon la guardava lavorare silenzioso.

"Dovresti provare a schiacciare un pisolino." Gli disse Daenerys mentre faceva girare lo spiedo dove erano infilzate le salsicce. "Ti gioverà e ristorerà. Hai a malapena chiuso occhio di questi tempi Jon, gradirei che prestassi maggiore attenzione al tuo sonno."

"Mi sento bruciare... " Rispose lui. "Potresti abbassare lievemente la fiamma per favore?... mi sento bruciare... "

Dany prese una pezza e la bagnò con l'acqua della sua borraccia. Poi la pose sulla fronte di Jon. "Va meglio?"

"Sì.... oh che bella sensazione... "

"Lieta che ti piaccia. Ora controlliamo un po' questa ferita."

Più lentamente che poté Dany disfò le bende ma ugualmente ad ogni movimento Jon sussultava di dolore. Quando tutto fu tolto un grande fiore di sangue secco si svelò di fronte ai suoi occhi. Sangue secco e pus. Il vino aveva svolto bene il suo lavoro, ma non completamente. Se non curata efficacemente, presto avrebbe potuto soccombere un'infezione.

"Devo cambiarti il bendaggio. Puoi restarne senza per un attimo?"

Jon, che aveva chiuso gli occhi ed appoggiato la testa contro il tronco dell'albero, annuì debolmente.

Dany andò a prendere ancora la sua coperta e la sua borraccia. Dalla prima ne tagliò via due pezzettini che sarebbero serviti come bende, dalla seconda versò invece qualche goccia d'acqua sulla ferita di Jon.

"Basta con il vino. Presto arriveremo all'Occhio degli Dei sul Tridente e lì cercheremo un guaritore, va bene?"

Un altro annuire ancora più debole. "Se io dormo cinque minuti non ti dispiace?" Chiese Jon con un filo di voce.

Dany sorrise per rassicurarlo e gli tolse un ricciolo che era rimasto incollato alla fronte per il sudore. "Per niente. Cerca di riguadagnare le forze d'accordo? "

Lo ricoprì con la sua coperta.

L'ultimo annuire di Jon si affievolì mentre lui scivolava nel sonno.




Un sonno che divenne ben presto febbrile: si muoveva, borbottava nomi di cose o persone. Dany ogni tanto gli passava la pezza bagnata sul viso e allora poteva sentire bene.

"Dany... " Era ciò che ripeteva maggiormente.

Il mio nome. Questo la faceva sorridere ma quello che Jon diceva dopo no.

"Dany... scusa... s-scusami.... tutto brucia Dany... t-tutto brucia... "

"Ssh... va tutto bene." Daenerys lo baciava sulla bocca, sulle guance e sulla fronte. Voleva trasmettergli il suo amore. "Io sono qui Jon. Niente sta bruciando."

Quando venne il momento di consumare il pasto Dany lo tenne sempre d'occhio. Accanto a lui ora era andato ad accoccolarsi Spettro. Lei mangiò velocemente ma per lui fu un impresa.

"Jon... È ora di mangiare." Lo scosse per destarlo dal sonno.

Jon alzò un poco il capo. I suoi occhi erano due pozze grigie lucide di febbre. "Eh?"

"Devi mangiare. Guarda che cosa ho qui." Dany gli pose dinanzi un pezzetto di salsiccia. Il grasso di cui era unto le colava lungo le dita. Lui guardò un attimo il boccone di carne prima di aprire debolmente le labbra.

"Bravo così..." Dany lo imboccò.

Ci volle il suo tempo, perché Jon masticava molto lentamente, ma alla fine mangiò tutta la salsiccia.

Per te in questo momento andrebbe bene del brodo, lo so, ma te lo preparerò stasera. Ora la carne ti darà forze.



Verso sera cominciò a dire di avere freddo e a tremare ancor più di prima. Non si erano mossi da quella radura all'ombra dell'olmo, perciò Dany non dovette ordinargli di smontare da nessun cavallo. Da un mosaico scarlatto, la gamba di Jon si era tramutata in un rosso cupo, a tratti nero, sinistro e maleodorante. Dany aveva scandagliato la sua mente alla ricerca di conoscenze guaritrice, ma quelle poche di cui disponeva erano momentaneamente inutili. E l'impotenza la distruggeva.

"H-ho freddo... Ho t-tanto freddo... "

Fece sdraiare Jon accanto al fuoco, ma questo diminuì di poco i suoi brividi. Si stringeva nella coperta rabbrividendo e sbattendo i denti.

"È solo un'allucinazione della febbre Jon... "

Quanto avrebbe voluto dargli qualcosa per calmarlo. Latte di papavero magari, quello che usavano i maestri per lenire i dolori o anche del vino dei sogni, per far sì che riposasse tranquillo. Ma non avevano niente di tutto questo. Solo normali provviste da viaggio.

Spettro avvolgeva il suo padrone con la sua candida pelliccia ma anche questo dava uno scarso risultato.

"H-ho f-f-freddo... "

Cosa posso fare?! Dany guardava Jon rabbrividire per un freddo non reale sotto la coperta.

"Venite da me." Disse una voce fra le tenebre.

Cos'era stato? Qualcuno aveva parlato... No. È solo la tua immaginazione. Forse era la stanchezza della giornata che si faceva sentire.

"Mi hai capito ragazza? Venite da me." Ancora quella voce.

Era reale.

"Chi sei?." Chiese Dany. "V-vieni fuori."

Dall'oscurità emerse una nana albina. La sua pelle era più bianca della luna, i suoi capelli candidi erano così lunghi che toccavano il terreno, i suoi occhi rossi due lanterne scintillanti nel buio.

È una vecchia. Pensò Dany. Solo una vecchia nana. Una vecchia nana parecchio bizzarra.

La nana si avvicinò a Jon ma Daenerys le si parò davanti. "Cosa vuoi da lui? Sta male e non deve essere disturbato."

"Lo vedo che sta male." Rispose la sua strana interlocutrice. "Per questo voglio aiutarlo."

Doveva fidarsi?  È una possibilità... eppure anche Mirri Maz Duur si disse disposta ad aiutarti e quell'aiuto lo pagarono Drogo e Rhaego.

Memore dell'esperienza vissuta con la maegi, Daenerys era titubante ad accettare la richiesta della nana.

"Io non chiedo sangue ragazza-drago." Disse lei come se avesse letto i suoi pensieri. "Tutta la magia che conosco è quella dei miei sogni, quei sogni che gli dei mi mandano. Voglio veramente aiutare te e l'Eletto."

"L'Eletto?" Dany non comprendeva.

"Aye, il ragazzo che ora giace nella febbre è il Principe che Fu Promesso, Azor Ahai rinato."

Mentre parlava la nana si era avvicinata a Jon e da una borsetta a tracolla aveva tirato fuori erbe che Dany non conosceva. Cominciò a sminuzzarle con i denti e ad imboccare Jon.

"Azor Ahai ha trafitto il tuo cuore Nissa Nissa ed è anche rinato dal sale e dal fumo come era stato scritto. Ora potete sconfiggere La Lunga Notte."

"Ma... abbiamo già sconfitto gli Estranei!"

La nana rise mentre imboccava Jon con una strana erba viola. "Tu credi ragazza-drago? Io ti dico che il potere è stato passato ed ora il corvo ha l'anima di ghiaccio. Gli dei mi hanno mandato altri sogni: ho visto un drago sciogliere il ghiaccio con il suo fuoco, ho visto un lupo con le ali volare verso il sole e risplendere di gloria, ho visto due colonne di luce che reggevano un palazzo di mattoni rossi. Ho visto il corvo senza piume e senza piume è orribile, l'ho visto trafitto nel cuore e lui ridiventava un semplice pulcino morto."

Rise ancora. Aveva qualcosa di strano la sua risata.

"Dove siamo?." Domandò Dany. "E... come fai ad avere queste visioni?"

"Cuore Alto è un posto dove dimorano gli Antichi Dei." Rispose la vecchia. "Sono venuta qui dopo che la mia Jenny ed il suo Principe delle Libellule sono periti a Sala dell'Estate." La voce della nana parve incrinarsi per un attimo.

Sala dell'Estate? Rheagar è nato a Sala dell'Estate mentre quel disastro aveva luogo.

"Jenny... Jenny di Vecchie Pietre? La ragazza plebea di cui il principe Duncan si era innamorato e che poi aveva sposato?"

La nana annuì e con le sue vecchie e pallide mani raggrinzite rimboccò la coperta a Jon. "Conosci la sua storia?"

"Per sposare lei il principe Duncan rinunciò al suo titolo di Erede al Trono di Spade e da allora in poi fu conosciuto come il Principe delle Libellule. Entrambi perirono nell'incendio di Sala dell'Estate nel 295 DC. Si dice che Jenny fosse amica di una strega dei boschi... che sei tu."

Gli occhi rossi della nana riflettevano la luce delle fiamme come due rubini. "Già, Sala dell'Estate è stato il mio dolore più grande."

Ora Jon dormiva pacato, niente più mormorii febbrili e fremiti.

La nana fece per andarsene ma si fermò un secondo dinanzi a Dany. "Se conosci la canzone della mia cara Jenny, potresti cantarmela e fare un favore alla mia vecchia anima?"

Daenerys lo fece.

"Su nelle sale dei re scomparsi, Jenny danzava con i suoi fantasmi, coloro che aveva perso e coloro aveva trovato... "

Andò avanti: cantò di come Jenny incontrasse i fantasmi scomparsi da così tanto tempo che non riusciva a ricordare i loro nomi, di come facendola danzare su quelle vecchie pietre umide le facessero andar via il suo dolore. Di come avessero danzato dall'inverno all'estate all'inverno successivo e man mano la sala si fosse spogliata dei muri. E di come Jenny non volesse mai andarsene via.

"Tu non andrai via ragazza-drago." Disse la nana mentre le tenebre la inghiottivano di nuovo. Dany non riusciva a vedere dove fosse, ma sapeva che era lì vicino. "Tu rimarrai e compirai il tuo destino insieme a colui che eri predestinata ad incontrare."

La sua voce svanì nella notte e solo allora Dany distolse lo sguardo dai cespugli per volgerlo verso Jon. Si avvicinò a lui e lo baciò sulla fronte: non era più bollente come prima.

"Io ero predestinata ad incontrarti." Gli sussurrò.

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