Capitolo 22

*Alexandra's pov, la settimana dopo*

-Mi manchi, Lex. Ho già voglia di tornare.- La voce di Josh mi dá le farfalle nello stomaco anche attraverso il telefono.

-Anche tu.- Mi stendo sul letto e mi metto un braccio sugli occhi, oscurando la vista. Posso quasi immaginarmi la presenza di Josh nella stanza. Quasi.

-Cosa stai facendo di bello?- domando.

-Parlo con un angelo americano- mormora.

-Woah, Franceschi!- esclamo, arrossendo. -La distanza ti fa bene in termini di dolcezza.

-Mia sorella stamattina mi ha suggerito di dirtelo- continua.

-Ecco, hai infranto le mie speranze.- Fingo disappunto nella voce, ma in realtà sto sorridendo.

Josh sospira. -Sai...

-JOSHINO, POSA QUELLA CANNA, TI SEI GIÀ FATTO ABBASTANZA DI EROINA- grida qualcuno improvvisamente, facendomi sobbalzare.

-Non sono al telefono con mia madre, idiota! Esci dalla stanza.

-Oh, non è tua madre? E chi è?... Alex! EHI, CIAO ALEX! JOSH TI AMA, RICORDATELO. IO SONO CHRIS E TI VOGLIO BENE.- Allontano istantaneamente il telefono all'orecchio alle grida di questo presunto Chris. Non posso evitare di ridere quando sento il suo pesante accento: è adorabile ma disturbante allo stesso tempo.

-È meglio che vada. Chris sta saltando sul letto. Brutto segno.- Sembra preoccupato, e mi fa ridere.

-Okay. Ci sentiamo.

-Ti amo, Lex.

Sorrido. -Anche io. Ora vai, prima che Chris si faccia male.

-Hai ragione...- Giusto in tempo per sentire un tonfo.

-Chris? Tutto bene?- domanda Josh.

-A CHRISTOPHER JAMES MILLER VA SEMPRE TUTTO BENE, BABBANO...- La linea si interrompe e in camera mia c'è di nuovo silenzio. Siamo stati al telefono per un'ora, circa, ma sono sembrati cinque minuti...

Sospiro. Rimango sdraiata sul letto con il braccio sugli occhi per chissà quanto tempo, finché qualcuno non entra in camera sedendosi alla mia destra.

-Ehi, Lexie.- È Kellin. Sento la sua mano posarsi sul mio braccio e accarezzarlo. -Tutto bene?

-Solo stanca, Kells. Nulla di che.- Mi tiro su a sedere e sorrido, fronteggiando mio fratello.

-Stasera Pam e Austin festeggiano il sesto anniversario, e ci hanno invitati al Kold, sai il locale dietro al ristorante di papá?

Annuisco.

-Beh, ci saremo anche io e Kate, vuoi venire con noi?

-A fare il quinto incomodo? Non ci penso neanche.

-Al massimo sarai il sesto incomodo: viene anche il nipote di Pamela. Senza contare che ci saranno tante altre persone... che non conosciamo ma- Si stringe nelle spalle -tanto per fare amicizia.

-Okay... vengo... solo per 'fare amicizia'.- E poi ho voglia di uscire, quindi perché no?

-Okay, ti aspetto alle nove in salotto.- Kells si alza ed esce dalla stanza, lasciandomi con due ore per prepararmi e un paio di pensieri inutili che mi volteggiano per la testa. Mi alzo e accendo lo stereo, inserendo il cd 'Toxicity' dei System Of A Down. Alzo al massimo e mi fiondo in bagno a farmi la doccia. Non ci metto molto a prepararmi per le uscite, quindi sto sotto l'acqua bollente il più a lungo possibile.

Alle otto sono di fronte all'armadio con un asciugamano nei capelli e la biancheria intima addosso.

Addocchio un paio di pantaloncini di jeans e una canottiera nera di seta, scollata sulla schiena piuttosto che sul davanti. Come scarpe, scelgo le solite Vans nere.

Dato che mi rimane ancora un sacco di tempo, mi impegno nell'asciugare i miei capelli in modo che ricadano lisci sulle spalle e nell'applicare un po' di fondotinta e di mascara. Mmh... mai stata più in tiro di così.

Si sono fatte le nove meno dieci, così spengo la musica e riordino il bagno. Scendo le scale, trovando Kellin e Katelynne seduti sul divano a guardare un qualche film. Lei bella come al solito, la cosa che le invidio di più sono i suoi splendidi lunghissimi capelli neri ondulati (per non parlare del suo fisico, andiamo, è perfetto!). Col tempo ho anche scoperto che è una ragazza simpaticissima e davvero dolce, e mi ha sempre trattata come una sorellina. È molto carina come persona, mi piace. Sono felice che Kells abbia compiuto il grande passo facendo la proposta.

**

Arrivati al Kold sento già da fuori una musica jazz che si diffonde nell'aria. Sospiro. Non mi piace la musica jazz, per niente. Però si intona con l'atmosfera del locale: classico e raffinato.

Quando entriamo, notiamo subito la tavolata di persone con a capo il professor Carlile e sua moglie Pamela. Appena ci vedono, ci vengono incontro sorridenti.

-Ehi, prof, auguri- saluto Austin dal basso. Già, lui è altissimo. Supera il metro e novanta, se non erro. Io sono ferma al metro e settanta. Yep!

-Hai finito la scuola, Alexandra, per te ora sono solo Austin.- Mi sorride e mi porge la mano. Gliela stringo con calore.

-Alex! Non ti vedo da così tanto.- Pam mi bacia le guance e mi sorride con dolcezza.

-Dovremmo uscire più spesso... comunque auguri, Pam!- Le sorrido e insieme ci dirigiamo verso il tavolo, mentre Austin presenta Kellin e Kate a tutti gli ospiti.

-Alex, lui è mio nipote. Sua madre è la mia sorella adottiva.- La donna mi conduce da un ragazzo seduto da solo, in silenzio. Non sembra tanto socievole.

Sono costretta da Pam a sedermi tra lui e Austin, di fronte a mio fratello e a Kate. Così, mi giro verso il ragazzo misterioso e, nel momento esatto in cui inizio a fare le presentazioni, so che non ce ne sarà bisogno. Ci conosciamo già.

Lui è Luke Hemmings.

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Ragaaaaazze
Ciao!
No, non ho niente di importante da dire
Solo che, ultimamente ci sono così pochi commenti :( mi farebbe felice riceverne un po' di più, solo per capire.
Uhm... comunque... abbiamo raggiunto le 700 visualizzazioni! In così poco tempo oltretutto! Poco più di un mese, direi. Grazie!

)Veri (

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