Un posto sicuro

Dopo essere ritornati dagli altri, non abbiamo perso tempo e ci siamo spostati con il camper nei pressi della staccionata che circonda l'intero campus.

Nessuno si è mostrato particolarmente entusiasta della scoperta, ma del resto,come biasimarli. Dopo le recenti esperienze ci andiamo tutti con i piedi di piombo, perché è proprio vero che non è tutto oro quel che luccica!

Dopo aver parlato brevemente con Lori, Rick si affaccia dalla porta del camper per assegnare ad ognuno il proprio compito.

"Prima di venire da voi, ho fatto un giro veloce del perimetro con Daryl e Alex...la staccionata sembra tutta integra, ma non voglio sorprese. Se rimarremo dovrà essere sicuramente rinforzata, ma per ora mi basta che Carol, Lori ed Hershel facciano una veloce ricognizione. Nel frattempo, io andò dentro con Glenn, Daryl, Alex e Maggie e ci occuperemo dei vaganti. Beth e Carl, voi rimarrete nel camper a fare la guardia."

Vedo il piccolo sceriffo sbuffare e andare controvoglia dentro al veicolo. Capisco che voglia sentirsi coinvolto nelle varie mansioni del gruppo, ma questa volta approvo in pieno la decisione del padre. In fin dei conti è solo un bambino e per quanto se la possa cavare bene con la pistola, non è ancora pronto a situazioni più difficili come questa.

Preparo la mia roba come gli altri, ma non mi sono rimaste molte frecce...devo assolutamente farne altre o altrimenti sarò io a sentirmi inutile! Pieno il caricatore della pistola alcune delle poche munizioni rimaste, afferro saldamente il machete e, dopo aver controllato di avere tutti i coltelli al loro posto, sono pronta.

Noi quattro, mentre aspettiamo Rick, ci siamo appostati davanti al cancello d'ingresso per studiare meglio la situazione e per suggerire possibili tattiche da adottare.

"Dobbiamo stare sempre vicini, non possiamo rischiare che qualcuno venga accerchiato...sono veramente tanti..."

Pensa ad alta voce Maggie guardando il suo ragazzo con un punta di preoccupazione.

Ripensando alla tattica che abbiamo usato all'accampamento dei Vatos, non vedo come potrebbe fallire, ora che siamo in un'area aperta e con una visuale molto più ampia. Là siamo stati sopraffatti perché il posto era stretto, senza sapere cosa ti saresti ritrovato davanti non appena svoltato l'angolo...sì, credo proprio che stavolta potrebbe funzionare!

Intanto lo sceriffo ci sta raggiungendo, mentre si allaccia il cinturone alla vita.

Faccio per aprire bocca per proporgli la mia idea, ma il balestriere mi batte decisamente sul tempo.

"Rick, il posto è grande e i vaganti sono abbastanza diradati tra loro - accenna indicandoli oltre la recinzione - come ci siamo comportati dai Vatos...qui funzionerà."

Fisso per un attimo Daryl, stringendo leggermente gli occhi per capire se la stanchezza mi stia giocando brutti scherzi o se ho sentito bene. Ora il balestriere senza macchia e senza paura sa leggere pure la mente?

"Alex, tutto bene?"

Rick deve aver notato la mia sorpresa, ma mi ricompongo subito e adotto tutt'altra espressione, mostrando il mio lato più sicuro e determinato, che sembra convincerlo per mia fortuna. Mia madre diceva che sarei potuta diventare una brava attrice: se non voglio che qualcuno riesca a capire cosa mi passa per la mente riesco sempre nel mio intento; stessa cosa per quando mento. Sono in pochi a riconoscere una mia bugia...e a questo punto ho il sospetto che anche Daryl riesca a leggermi meglio di quanto creda. Una delle poche persone rimaste con questa dote è immancabilmente Hershel: per lui è come se fossi un libro aperto...non capirò mai come faccia. E' per questo che mi sento tremendamente in colpa a tenergli nascosto il motivo per cui mi trovavo in Georgia, quando i morti hanno iniziato a camminare.

Rick sonda con lo sguardo tutta l'area nella nostra visuale, cercando ogni possibile intoppo, così da evitarlo. Dopo attimi di silenzio, annuncia la tattica decisa:

"Sì, hai perfettamente ragione Daryl, ma non ci schiereremo tutti sulla stessa linea. Quando attacchiamo dobbiamo essere in cerchio: ognuno deve avere le spalle coperte. Solo in questo modo non saremo accerchiati e, se la situazione dovesse mettersi male, possiamo sempre ritirarci e sbarazzarcene uno a uno da fuori lo steccato. Credo che possa reggerne qualche decina...allora qualche domanda?"

Il silenzio fu una risposta unisona e dopo un cenno di capo, lo sceriffo aprì il cancello con l'aiuto di Glenn, dato che era bloccato alla base.

"Wow, stare da quest'altra parte fa tutto un altro effetto!"

Sussurra Maggie dopo che il cancello venne di nuovo sbarrato.

"Mi raccomando, occhi aperti e niente armi da fuoco se non siete costretti!"

Ci avverte Rick.

Avanziamo lentamente e i vaganti cadono uno alla volta dopo che gli è stato inferto il colpo mortale.

Sembravano molti di più dall'esterno: una volta che inizi a lavorare è come se il cervello entrasse nella modalità di pilota automatico. Ormai fare fuori i morti era diventata semplicemente una routine noiosa, delle volte pericolosa, ma l'unica che ti mantiene in vita.

Per andare avanti in questo mondo delle volte sei costretto ad essere brutale, fare scelte difficili e se non sai gestirlo, il rimorso ti divorerà lentamente dall'interno e a quel punto, sarebbe meno straziante e sicuramente più veloce, essere dati in pasto ai vaganti. Non c'è più spazio per le persone deboli, ora vale solo una legge, ingiusta, discriminatoria e senza eccezioni, ma pur sempre di legge si sta parlando: la sopravvivenza del più forte.

La zona sembra libera. ma siamo arrivati davanti la porta di un buio e molto probabilmente, spazioso garage. Aspettiamo qualche secondo, dando il tempo a qualsiasi cosa si celi al suo interno, di uscire alla luce del sole, anche se per ora tutto tace.

Quando sembrava finalmente tutto finito, dei grugniti riecheggiano nell'aria, infrangendo la nostra speranza di un attimo di pace.

"Tenetevi pronti, si procede sempre nello stesso modo!"

Ci fa coraggio lo sceriffo.

Ma appena i raggi del sole illuminano i vaganti, nel vedere la grande orda che si trova dritta davanti a noi, siamo tutti un attimo indecisi se ritirarci a gambe levate o stringere i denti e combattere.

Rick prende la decisione per tutti, sparando il primo colpo che va perfettamente a segno. Velocemente, lo schieramento cambia, ritrovandoci tutti sulla stessa fila, spalla contro spalla a fronteggiare il pericolo, sprezzanti dei possibili e fatali rischi.

Esattamente come poco fa, uno alla volta, i corpi decomposti cadono a terra, formando un piccolo mucchietto che permette di fare inciampare e rallentare quelli dietro.

Quando ne rimangono ancora più della metà, il click della pistola, non appena premo il grilletto, mi annuncia che ho finito i proiettili. Un secondo dopo sento che anche Maggie e Glenn sono nella stessa identica situazione.

Estraggo il caricatore di riserva dalla parte posteriore dei jeans e, dopo aver espulso quello vuoto, lo inserisco nella pistola e rinizio a sparare.

"Ho quasi finito i colpi!"

Annuncio agli altri urlando, per sovrastare il frastuono degli spari.

"Anche io!"

Mi risponde Daryl, dalla parte opposta della schiera.

"Maggie, corri a prendere più proiettili che puoi! Fatti dare i caricatori pronti da Carl, lui sa dove sono!"

Subito, la ragazza si precipita verso il camper, facendo quello che Rick le ha ordinato.

Nel mentre, noi non non possiamo fare a meno di indietreggiare. Sono talmente tanti che escono di continuo da quel maledetto garage che sembrano non finire mai. Non possiamo nemmeno usare le armi bianche perché, a differenza di quelli di prima, non sono diradati, anzi. Sono molto fitti tra di loro e un corpo a corpo sarebbe equivalente a una sentenza di morte.

Un vagante è riuscito ad arrivare a non più di tre metri da me, premo il grilletto, ma non esce nessun colpo. La pistola si è inceppata.

"Merda, merda, merda!"

Sussurro tra me e me lasciando che l'arma cadesse per terra, per afferrare l'arco il più velocemente possibile. Scocco la freccia e lo becco appena in tempo: solo un altro passo e mi avrebbe raggiunta.

Anche l'arciere deve aver finito i colpi perché con la coda dell'occhio intravedo una serie di dardi che si conficcano nelle teste dei morti.

Maggie arriva appena in tempo...mi erano rimaste solo tre frecce e poi avrei dovuto fare affidamento sui coltelli.

"Maggie, prendi il mio posto! Ci penso io a riempire i caricatori!"

Mi annuisce e frettolosamente, ci scambiamo i posti. Inizio a impilare proiettile dopo proiettile e nella fretta, riesco pure a spezzarmi un'unghia proprio a metà della sua lunghezza. Una fitta di dolore mi sale fino a metà dell'avambraccio, mentre gocce di sangue macchiano la pistola, ma non importa.

"Due pronti!"

Annuncio a gran voce.

Sia Daryl che Rick mi porgono le mani e io gli tiro un caricatore ciascuno.

Il gioco ricomincia senza che il ritmo rallenti di un solo secondo. Dopo un lasso di tempo indeterminabile, i vaganti smettono di uscire e stavolta, me ne occupo io tirandogli con precisione i miei coltelli, mentre gli altri si occupano di alcuni che si erano allontanati dal gruppo principale.

Daryl, grazie al suo coltello, fa cadere anche l'ultimo vagante del cortile, rendendo finalmente l'area esterna pulita. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo, ma la festa non è ancora finita.

"Come facciamo ad essere sicuri che non ce ne siano altri lì dentro?"

Chiedo, sempre con la guardia alta, indicando il grande e buio garage di fronte a noi.

"C'è solo un modo per scoprirlo"

Rick con un'espressione indefinibile, punta la sua pistola verso il cielo e spara un colpo.

Aspettiamo attimi che sembrano un'eternità. Intanto il rumore dello sparo è rimbombato all'interno del garage, amplificandone il volume, protraendolo all'interno di tutta la struttura,ma niente si fa avanti, facendoci tirare a tutti un enorme sospiro di sollievo.

"Ci occuperemo dell'interno domani, è bene risparmiare le forze per il resto della giornata...poi abbiamo tutti questi corpi da bruciare."

Detto ciò, il silenzio di approvazione che si era formato, viene spezzato dal rumore emanato dalla saracinesca abbassata di colpo dallo sceriffo, per scongiurare eventuali e macabre sorprese.

Dopo una più che meritata pausa, ricominciano le danze! Anche se ci siamo tutti abituati, l'odore di marciume proveniente dai corpi delle decine e decine di zombie fa venire il voltastomaco, così uno a uno, li trasciniamo all'estremità del cortile per dargli fuoco.

"E' una mia impressione o diventano sempre più pesanti?"

Chiedo scacciando il sudore dalla fronte con il dorso della mano.

"Se sei stanca, fai una pausa."

"Non intendevo questo..."

Brontolo rispondendo a Daryl e, per fargli vedere che ce la faccio, continuo il lavoro più velocemente di prima. Mi fa innervosire quando la gente insinua che non posso farcela...diavolo, ho passato tutta la vita a farmi il culo e questo mi dice che non ce la faccio!

"Hei, rallenta! Così finirai per farti male!"

Non lo ascolto, e continuo con un'espressione corrucciata.

Lo sento sbuffare alle mie spalle, per poi venire da me e prendermi per un braccio. La stretta non è forte, ma decisa: non accetta che non lo ascolti.

Lascio andare il corpo che stavo trascinando e questo si infrange a terra con un sonoro tonfo. Mi giro di scatto e sono intrappolata tra quegli occhi tanto glaciali quanto inquisitori e taglienti.

"Ho detto che ce la faccio!"

Gli sibilo stizzita a pochi centimetri dal viso.

"Finiscila"

Con uno strattone mi libero dalla sua presa e mi dirigo dritta a prendere il mio arco. Non è possibile che sia l'unico a trattarmi come se fossi totalmente incapace! Cazzo, non si comporta così nemmeno con Carl!

Solo dopo essermi voltata, mi accorgo che ho gli occhi di tutti gli altri puntati addosso. Non mi è mai piaciuto essere troppo al centro dell'attenzione, figuriamoci per una scenata! Alla fine mi dirigo tra la boscaglia, in cerca di qualcosa di fresco da mangiare, dato che le scatolette sono tutte finite. Avremmo dovuto razionarle fin da subito...così almeno sarebbero durate ancora qualche giorno...pazienza, almeno in questo modo ho un po' di tempo per stare in pace per i fatti miei.

Saranno almeno due orette che sono a giro per il bosco e non ho ancora trovato nemmeno una traccia di animale, solo vaganti in stato di decomposizione. Sto incominciando a pensare che abbiano fatto scappare tutta la selvaggina.

Finalmente, tra le foglie secche che ricoprono tutto il terreno, scorgo delle piccole impronte. Non sono molto chiare, ma probabilmente è una lepre, nulla di più grande.

Seguo silenziosamente la pista, ma quello che riecheggia nella mia mente è tutt'altro che silenzioso. Per quanto mi sforzi, penso sempre alla mezza discussione di prima con Daryl.

Ripensandoci per bene dopo la sbollita, in fin dei conti si stava solo preoccupando per me...mi sembra così strano da pensare. Mai in tutta la vita ho avuto qualcuno a cui importasse davvero come stavo o se ero letteralmente sommersa dal lavoro e ora...non so...è tutta questa situazione che mi sta facendo uscire di testa. Il fatto di non avere il controllo su quello che ti circonda, l'incertezza...non lo sopporto! Appena ho visto il campus ho avuto sensazioni contrastanti: certo, ero sollevata, ma potrebbe rivelarsi come l'ennesima Atlanta, o la fattoria, o la piccola città...crederò che sarà un posto sicuro solo quando lo vedrò!

Sospiro esasperata, oltre ad avere confusione nei pensieri, anche le orme davanti ai miei occhi diventano sempre più incasinate...meglio lasciar perdere e tornare indietro. Se avrò fortuna troverò qualche bacca sulla via del ritorno, altrimenti ci arrangeremo, come sempre del resto...poi è da un po' di tempo che sono via, non vorrei che imbastissero una caccia all'uomo! Sarebbero capaci di tutto ora con i nervi a fior di pelle...

Torno appena in tempo per la cena con qualche scoiattolo. Carol e Lori stanno preparando una brodaglia di bacche e ghiande che abbiamo trovato per la strada...spero solo che sia più buona di quel che sembra.

Nel momento in cui mi avvicino, Carol mi rivolge un caloroso sorriso che io cerco di ricambiare, ma credo che più di un sorriso sia uscita una smorfia.

"Non è molto...ma meglio di niente..."

Le porgo gli scoiattoli già puliti, che lei passa a Lori. Osseravandola meglio, non avevo mai dato molto peso al fatto che fosse incinta: essendo la più grande di cinque fratelli e sorelle la mamma era sempre con il pancione. Anche a Lori sta crescendo sempre di più la pancia, e le sua corse mattutine per rimettere sono diventate la nostra nuova sveglia, dato che siamo tutti ammassati dentro a quel camper. Quando io ed Hershel l'abbiamo trovato, non era messo nemmeno tanto male...ora invece ha un odore tremendo, spero solo che questa sia l'ultima notte da passarci dentro e che domani scorra tutto liscio...anche se ora come ora sarebbe più facile trovare un chupacabra!

Mi guardo intorno e vedo con grande sorpresa che si sono dati molto da fare nel tempo in cui ero via: quasi tutti i corpi nel cortile sono già stati tutti ammassati e devono averli bruciati almeno la metà...erano molti di più quelli stesi per terra.

Siamo tutti quanti radunati attorno al fuoco, sistemati dal lato interno dello steccato, con pesanti coperte sopra le nostre teste per ripararci dai piccoli fiocchi di neve che cadono dal cielo nuvoloso.

"Bruceremo gli altri domani. Per ora lì dove sono non danno fastidio...e poi non avrebbero finito di bruciare prima che facesse notte: avremmo solo rischiato di attrarre compagnia indesiderata...poi non ce l'avrei fatta a trascinare anche solo un altro cadavere..."

"Non c'è bisogno che ti scusi, Rick. Siamo esausti anche noi e credimi, sappiamo benissimo come ci si sente!"

Esclama Hershel con una mezza risata, accompagnando il tutto dandosi una pacca sulla gamba.

"Già, Hershel ha ragione...dobbiamo trovare in fretta qualcosa da mangiare o di questo passo non andremo avanti a lungo...nel bosco sembra che non sia rimasto niente che i vaganti non abbiamo già preso..."

Dico con seria preoccupazione mentre mi massaggio le tempie per provare a calmare il mal di testa lancinante.

"Ho fame mamma"

Dice d'un tratto Carl portando l'attenzione di tutti su di lui.

Un sorriso amaro si dipinge sul volto di Lori e su tutti noi. Nessun bambino si meriterebbe di avere costantemente lo stomaco vuoto e di essere svegliato dai crampi della fame.

"Lo so, tesoro...mi dispiace ma abbiamo finito tutto..."

Carl è visibilmente deluso, mentre sua madre mi lancia un'occhiataccia truce...la prossima volta dovrei darmi un morso nella lingua.

"Scusa...non avrei dovuto toccare l'argomento."

Le rispondo con la mascella serrata, con gli occhi persi nel fuoco.

"Domattina ci occuperemo dell'interno...con un po' di fortuna non dovremo cercare scorte per un bel pezzo."

Rick finisce di dirci come sarà scandita la giornata di domani e, dopo aver ascoltato attentamente e aver scambiato le ultime chiacchiere, ci corichiamo a letto. Stanotte non sono di guardia, quindi il mio obiettivo è fare un bel sonno ristoratore.

Mi addormento con questo bel proposito, che dopo appena qualche ore va subito a farsi benedire e questa volta il motivo è il non sapere cosa si annidi dentro le mura del campus.

Esco piano piano, senza svegliare nessuno, sperando che l'aria della notte mi tranquillizzi.

Sono di schiena contro il camper e appoggio la testa inclinandola leggermente all'indietro per vedere meglio il cielo stellato. Il tempo si è rimesso e senza le luci della città, le stelle sono più lucenti che mai...per un momento mi è sembrato di essere tornata a casa.

Chiudo gli occhi, accogliendo beatamente questa sensazione di pace, ma delle voci provenienti dal tettuccio del camper, mi distolgono dai pensieri.

"Oh! E' già ora?"

Chiede quella che sembra la voce di Rick.

Appena apre bocca la seconda persona, un vortice di emozioni si fa strada nel mio stomaco, è impossibile non capire chi sia e questa cosa, per quanto allettante possa sembrare, mi spaventa da morire.

"Già. E' il mio turno...no, quella non mi serve."

"Sei sicuro di voler fare la guardia solo con la balestra?"

"Sì...poi se succedesse qualcosa voi vi svegliereste in un secondo, tu specialmente..."

"Hai ragione, buonanotte Daryl."
"Ci vediamo domattina"

Rick scende la scaletta e una volta voltato l'angolo, dato che non si era accorto di me, ci mancava poco che ci scontrassimo. Non appena ha notato la mia sagoma nell'oscurità, ha subito messo mano alla sua pistola, ma prima che potesse estrarla dalla fondina, l'ho bloccato.

"Tranquillo, io non mordo"

"Non dormo abbastanza per l'ironia, Alex"

Dice mentre apre la porta con un'espressione divertita.

"Già...nemmeno io...notte."

Dopo avermi salutata, lo sceriffo si chiude dietro la porta.

Pensandoci meglio, io e Daryl non abbiamo più parlato dalla nostra "discussione"...magari già che siamo soli, è il momento adatto per aggiustare le cose...o forse quello che mi è appena venuto in mente sarà solo il pretesto per un altro litigio, ma pazienza...tanto non ho altro da fare.

Salgo anche io la scaletta che conduce sul tetto, attenta a non fare rumore.

"Sei venuta a fare qualche altra battuta?"

Chiede Daryl senza nemmeno voltarsi dalla mia parte. Cavolo, quell'uomo ha un udito pazzesco! ...e se avesse anche qualcos'altro di pazzesco? Ok, ora basta, Alex. Datti un contegno, per la miseria!

"No..."
Mi avvicino fino a sedermi accanto a lui.

"Ti do noia?"

"Anche se fosse, ti sei già seduta, quindi..."

Dice guardandomi negli occhi per la prima volta.

"Perché sei qui?"

Chiede dopo lunghi attimi di silenzio.

"Non avevo sonno"

Mi guarda come per dire "bugiarda", ma in fin dei conti è vero...una mezza verità almeno...

Sospiro e lascio ciondolare le gambe oltre il bordo del tetto, mentre un vento gelido ci arruffa leggermente i capelli.

"E' solo che...niente, lascia stare. Scendo, buonanotte"
Faccio per alzarmi, ma lui mi coglie di sorpresa trattendomi dolcemente per un braccio, nulla a che vedere con la stretta di questo pomeriggio.

"Hei"

Mi volto per guardarlo negli occhi e mi sciolgo completamente in quello sguardo. Ragazza mia, sei senza speranza! Hai zero forza di volontà! Abbasso la testa e improvvisamente i miei jeans sono diventati interessanti quanto non lo sono mai stati.

"E' normale sentirsi strani per questo posto..."

Lo guardo di nuovo incuriosita, ma allo stesso tempo con le sopracciglia abbastanza ravvicinate per la preoccupazione.

"Ma sei fai prendere il sopravvento alle emozioni...a quel punto sei morto..."

Morto? Non sto capendo a chi si riferisca, perché se avesse parlato di me avrebbe detto morta, no?

Deve aver intuito la serie di domande che si stanno formando nella mia testa, così si schiarisce la voce e torna a guardare l'oscurità all'orizzonte.

Con lui è sempre così: fai un passo avanti, si apre un po' e ti permette di conoscere una piccola parte della sua anima, e poi ti sbatte la porta in faccia e la chiude a doppia mandata.

Decido di sfidare la sorte e di avvicinarmi ancora di qualche centimetro, abbastanza perché le nostre giacche e i nostri pantaloni si sfiorino e poi, mi appoggio delicatamente con la testa sulla sua spalla. Questo dolce contatto, anche se intralciato da strati e strati di tessuto, è in grado di provocarmi mille brividi su tutta la pelle.

Al contrario di quanto mi aspettavo, non mi respinge. Credo che stia per avvolgermi la vita con la sua mano, ma invece me la appoggia dietro la schiena, proprio accanto alla mia, questa volta pelle contro pelle. Vorrei tanto stringergli la mano, abbracciarlo e cercare un po' di conforto da l'unica persona che so che è in grado darmelo, ma è già un enorme passo avanti tutto questo. L'ultima cosa che voglio e che si chiuda di nuovo...e va bene così.

E' strano, ma credo di stare bene dopo tanto tempo, sento che per una volta le cose stanno iniziando a girare in nostro favore...speriamo solo che la fortuna sia clemente.

"Ok, gente! Iniziamo a ripulire l'interno! Ora come ora, terremo gli alloggi degli studenti per ultimi e per prima cosa, controlliamo se c'è una mensa, un'infermeria e i luoghi comuni. Voglio con me Daryl, Glenn, Alex e Maggie, tutti gli altri si tengano pronti a qualsiasi cosa. Carol, ormai tu hai una buona mira, sali sul tetto di quello sgabuzzino e tieni d'occhio la situazione. Non dovremmo metterci molto, ma non si sa mai...bene, direi che possiamo andare!"

Smetto di occuparmi di Blaze e imbraccio tutte le mie armi, senza le quali ormai mi sentirei come se fossi nuda davanti a una folla di spettatori...già non proprio piacevole...

Entriamo in silenzio dall'entrata principale e cominciamo a perlustrare ogni singolo angolo della struttura. Fogli e cartacce sono sparsi su tutto il pavimento, mentre nelle pareti ci sono diverse macchie di sangue e alcuni buchi di proiettile. Percorriamo un lungo corridoio senza incontrare neanche un vagante, fino ad arrivare alle porte della mensa. Glenn sbircia dalla piccola sezione di vetro della porta, per poi girarsi verso di noi con un'espressione corrucciata.

"Ce ne sono molti lì dentro...che facciamo? Ce ne occupiamo ora o proseguiamo?"

"No, facciamolo ora. Abbiamo bisogno di cibo e là dentro potremmo trovarlo."

Rivogliamo tutti un cenno di approvazione a Rick e, quando quest'ultimo apre le porte, ci infiltriamo tra i tavoli silenziosamente, e dopo esserci sparpagliati, li eliminiamo con i coltelli.

Non ci volle molto perché la mensa fosse ripulita.

Mi avvicino a grandi falcate verso il bancone della cassa, per passare dall'altra parte con un salto, ritrovandomi davanti alla cucina.

"Ragazzi, qui non è rimasto molto..."

Dico raccogliendo tutto quello che ancora è commestibile, alquanto delusa.

Sento dietro di me gli altri che sospirano e subito dopo, Maggie mi raggiunge per imitarmi.

Le altre aule erano tutte dedicate allo studio, quindi oltre a qualche merendina e delle bibite prese dalle macchinette, non abbiamo trovato niente degno di nota.

Ci dirigiamo verso la fine dell'edificio, facendo fuori qualche altro pigrone che non si era ancora accorto della nostra presenza, fino a trovarci davanti a due porte.

Cautamente, apriamo la prima, per scoprire che si tratta di una specie di infermeria di fortuna, con un lettino e degli scaffali con varie medicine. Prendiamo tutto.

Manca solo una porta e il grosso del lavoro è stato fatto.

Rick afferra saldamente la maniglia, per poi spalancarla con forza dopo due spintoni.

"Oh, finalmente! Era ora che trovassimo qualcosa d'interessante!"

Esclamo buttandomi a capofitto nella stanza, dopo essermi accertata che non ci fossero vaganti al suo interno.

"Gente, se questo affare funziona, potremmo avere l'acqua corrente e farci una doccia calda! Ma ci pensate?!"

Il generatore che ho davanti è bello grande...probabilmente serviva a mandare avanti questo posto anche in casi di emergenza.

"Qualcuno sa come farlo funzionare?"
Chiede lo sceriffo osservando le varie manopole e pulsanti.

"Fa vedere"

Daryl si rimette la balestra in spalla con una mossa abile e poi appoggia entrambe le mani ai lati dell'armadietto con tutti gli interruttori per osservare meglio.

"Mmh, sembra che sia a secco..."

Dice indicando una freccetta rossa.

"Gli altri indicatori sembrano a posto, ma senza carburante non possiamo sapere se funzioni o no"

Sentenzia alla fine.

"Allora andiamo a fare un prelievo dal camper, così lo scopriamo subito."

"No, Rick, Il camper è meglio tenerlo sempre con il pieno nel caso dovessimo partire all'improvviso."
Osserva astutamente Maggie

"Hai perfettamente ragione...vorrà dire che controlleremo qui intorno..."

Ritorniamo al camper con il nostro piccolo bottino di cibo, che non esitiamo a consumare. Siamo troppo stanchi e affamati per le misere razioni...vorrà dire che se non troveremo niente negli alloggi andò di nuovo a caccia.

"Non voglio illudervi: qui le cose potrebbero anche funzionare, ma per ora non abbiamo trovato nulla di che...ci sono tante cose da sistemare, prima di tutte la sicurezza. Lo steccato va per forza rinforzato, non è in grado di reggere molto peso...e dovremo pensare a un modo per tenere l'area abbastanza sgombra senza sprecare i proiettili rimasti..."

Ci informa Rick, mantenendo il suo tono neutrale, che tuttavia non riesce a mascherare la sua leggera preoccupazione.

Noto che Lori sta fissando insistentemente suo marito da un bel pezzo...credo che lui se ne sia accorto, ma sta facendo di tutto per non guardare nella sua direzione. Dopo la fattoria e dopo Shane, le cose tra loro non sono andate molto bene...credo che ci fosse qualcosa tra Lori e Shane, altrimenti non si spiegherebbe tutto questo rancore...a meno che non ci sia sotto qualcos'altro. Comunque non sono affari miei e non dovrei preoccuparmene, ma Rick è il capo e non può permettersi distrazioni, non ora in questa situazione. Durante tutte queste settimane avrò scambiato sì e no giusto qualche parola con Lori e non la conosco così bene da sapere cosa le passi per la testa...meglio tenersi fuori dalla loro intimità, com'è giusto che sia.

Dopo una breve pausa per farci passare giù il cibo, ci rimettiamo tutti all'opera, tranne Lori, Carl e Beth.

Come al solito, per controllare tutti gli appartamenti ci siamo divisi a coppie e io sono finita con il merviglios...ehm, il burbero balestriere.

Alex, devi darti in tutti modi una calmata! Vabbè che sei in preciclo con gli ormoni alle stelle, ma per carità, datti un cazzo di contegno! Concentrazione!

"Uh, guarda cos'ho trovato!"

Quasi urlo mostrandogli una tavoletta di cioccolata fondente.

Senza pensarci due volte, la apro e ne prendo un pezzetto. Il resto lo condividerò più tardi con il resto del gruppo. So che Carol ha un debole per la cioccolata.

"Vuoi?"

Chiedo porgendogli la tavoletta sempre masticando il pezzo che ho in bocca. Mi risponde con una smorfia divertita e cenno di no con la testa.

"Certo che quelli che stavano qui, per permettersi stanze così grandi dovevano essere proprio dei ricconi..."

Osservo mentre rovisto tra i vari oggetti.

"Già"

Avevo scordato quanto di poca compagnia può essere delle volte.

"Qui non c'è niente, andiamo"

Annuisco e lo seguo nell'altro mini appartamento.

Anche in questo non è rimasto molto...la solita fortuna...

Apro le ante del grande armadio per rimanere colpita dalla quantità di vestiti che ci sono sempre dentro e, osservandoli meglio, capisco anche il motivo. Sono quasi tutti vestiti lunghi, abbastanza eleganti, non esattamente adatti per correre e affrontare mandrie di zombie.

Con la testa un po' tra le nuvole, ne prendo uno che mi attira particolarmente. Non è niente di troppo elaborato, anzi: è di un azzurro pastello, lungo fino alle caviglie, con una leggera scollatura tenuta su da due spalline sottili e con la schiena totalmente scoperta. Me lo posiziono addosso reggendolo con una mano all'altezza del petto, mentre con l'altra allargo un po' la gonna. Osservo pensierosa la mia figura allo specchio e solo dopo qualche secondo, noto che anche Daryl, dietro di me, sta osservando la mia immagine riflessa, per poi distogliere subito lo sguardo, come se fossi riuscita a bruciarlo.

Per istinto, butto via il vestito nell'armadio, chiudendo le ante, mentre l'arciere continua a guardarmi in un modo strano.

"Non ho mai avuto un vestito...io e le mie amiche li vedevamo solo nelle pagine delle vecchie riviste..."

Gli spiego continuando a rovistare.

Tra una cosa e l'altra, siamo arrivati all'ultima camera da letto...e faremo meglio anche a sbrigarci perché tra non meno di una ventina di minuti calerà il buio e saremo costretti a consumare la batteria delle torce elettriche trovate da Glenn.

"Pronta?"
Chiede il balestriere afferrando la maniglia.

Gli faccio di sì con la testa, tendendo l'arco nel caso ci siano vaganti all'interno.

Con uno strattone, apre la porta, anche lui con la balestra carica puntata verso l'interno, ma quello che abbiamo davanti è l'ultima cosa che ci aspettavamo di trovare.

"Oh cazzo! E ora che facciamo?"
Chiedo con un sussurro al mio compagno.

Davanti abbiamo un uomo impaurito sulla quarantina, che fa scudo con il suo corpo a due gemelli poco più piccoli di Carl e a quella che probabilmente è sua moglie. Poco più indietro c'è anche un altro uomo più grande, forse sulla cinquantina.

"Chi siete? Cosa volete da noi?"

Chiede spaventato impugnando malamente un coltello.

"Giù le armi!"

Gli ordina Daryl con tono che non ammette repliche.

L'uomo ubbidisce e alza le mani tremanti.

A questo punto entriamo anche noi nella stanza, richiudendo la porta alle nostre spalle.

"Cosa ci fate qui?"

Domando confusa, sempre con l'arco teso.

"All'inizio...la guardia nazionale ci ha radunato tutti qui...poi i mostri sono entrati ed è scoppiato il panico...credo che noi siamo gli unici ad avercela fatta..."

Risponde la donna, parlando per la prima volta.

Io e Daryl ci scambiano un'occhiata eloquente, capendo che queste persone non sono mai uscite dal campus per tutti questi mesi...se le prendessimo con noi ci rallenterebbero e, cosa più grave, non riuscirebbero a fare la loro parte, ma allo stesso tempo non possiamo lasciarli così.

"Vi prego, non fateci del male!"

Implora la donna.

"Non lo faremo se non ce ne darete il motivo."

Rispondo con voce ferma e sicura.

Daryl si avvicina e inizia e perquisire i due adulti, lasciando stare i bambini, che corrono subito a ripararsi dalla loro mamma.

"Daryl, dobbiamo dirlo a Rick"

"Sì...lo so..."

Sbuffo abbassando l'arco. Queste persone non sembrano offensive...non hanno armi e si sono difesi solo con dei coltellacci da cucina. La coppia con i bambini sembra a posto, ma è l'altro uomo a insospettirmi...lo sguardo con cui osservava i bambini mentre si rifugiavano dalla madre...non saprei...spero solo di sbagliarmi.

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