Segreti svelati

DARYL'S POV

Ormai è passata qualche settimana da quando siamo arrivati alla fattoria di Hershel dopo che hanno sparato a Carl. Il ragazzo si è rimesso in poco tempo ed è stato solo merito del vecchio, che per sua fortuna ha competenze mediche, dato che è un veterinario.

Hershel e la sua famiglia sono molto disponibili: hanno lasciato che sistemassimo le tende appena davanti alla casa e, ora che il fienile è libero dagli zombie, Rick potrebbe anche pensare di renderlo più accogliente per sistemarsi con sua moglie Lori e suo figlio Carl.

Sembra che tutti abbiano trovato il loro posto e la loro routine: Glenn si vede di nascosto con Maggie, la figlia del fattore, Andrea sta tutto il giorno sul camper a fare la guardia con il fucile e gli occhiali da sole e Carol piange la morte della figlia Sophia. Quando lo zombie della bambina è uscito dal fienile insieme agli altri mi si è spezzato il cuore. Ero così vicino dal ritrovarla... mi sono fatto quasi ammazzare per ridarla a sua madre sana e salva ed è stato tutto inutile. Forse se avessi controllato il ruscello qualche giorno prima sarebbe ancora viva... magari dovevo solo prestare più attenzione alle tracce.

Alla fine, per quanto ci rimugini, quello che è successo non cambia: Sophia si è persa nel bosco, non sono stato in grado di rintracciarla, è stata morsa e ora riposa sotto l'ombra di un vecchio salice ai confini della proprietà... e Carol è distrutta.

Invece nel resto del gruppo si sentono le ripercussioni del rapporto teso tra Rick e Shane, suo ex collega e suo rivale in amore. A questo punto tutti, tranne il diretto interessato, si sono accorti che tra lui e Lori c'era qualcosa di sentimentale e ora che il marito è praticamente il capo indiscusso Shane è sempre più scontroso. Teste calde come lui ne ho conosciute fin troppe, a partire da mio fratello.

L'ora di pranzo si sta avvicinando e odio lo schiamazzo della gente che ha fame.

Voglio stare da solo, ne ho bisogno. Esco dalla mia tenda sbuffando e afferro la balestra insieme al giacchetto di pelle per sopportare meglio l'aria fredda della notte. Non ho intenzione di tornare prima di domattina.

Così, attraversando occhiate indifferenti e incuriosite, mi allontano al mio solito posto ai confini con il bosco, dove si trovano i resti di una casa di cui rimane solo un camino di pietra. Le prime volte che mi ritiravo per stare per conto mio, Carol veniva sempre a portarmi qualcosa da mangiare, ma ora ci ha rinunciato. Ammetto di essere stato spesso scorbutico ma le persone devono capire che me la cavo meglio da solo.

Lontano dal chiasso, finalmente conquisto la pace tanto desiderata e mi sento libero da un peso che mi grava sul petto.

Pace che tuttavia dura solo un paio d'ore.

Osservo l'orizzonte e vedo Lori che sta camminando a passo spedito verso la mia direzione. I capelli bruni e lunghi si muovono nella direzione del vento e la camicia a quadri smanicata, con qualche buco e qualche macchia qua e là, mette ancora più in risalto la sua eccessiva magrezza. Nei dintorni non c'è nessun'altro oltre a me, quindi se si è presa la briga di fare tutta la strada deve per forza volere qualcosa.

Sospiro infastidito e mi concentro sul ramo che ho in mano. Tiro fuori il coltello e inizio a intagliarlo per farne un dardo per la balestra.

Continuo a sperare che stia cercando un posto riservato per fare i suoi bisogni ma i suoi passi pesanti si fanno sempre più vicini.

"Stai traslocando nei sobborghi?"

L'unica risposta è il rumore delle cicale e della lama che taglia il legno. Continuo a non guardarla e me ne sto seduto su una roccia all'ombra.

"Senti, Beth è in una sorta di stato catatonico. Abbiamo bisogno di Hershel."

"Sì, e allora?" chiedo annoiato.

"Quindi devi andare subito in città e riportare qui lui e Rick" dice con fare autoritario inginocchiandosi alla mia altezza.

Ma certo, tesoro, tutto quello che vuoi, cara. Ogni desiderio è un ordine... Dopotutto, tu sei la moglie di Rick...

Continuo a stare in silenzio e sembra che lei non apprezzi la cosa.

"Daryl?"

Questa volta sono costretto a guardarla dritto negli occhi e le faccio capire che la mia risposta è No.

"Il tuo stronzetto è andato a guardare le vetrine. Lo vuoi? Vallo a prendere." dico con tono duro marcando le ultime parole.

Non mi interessa se è la moglie del capo o se rivuole indietro suo marito. Deve smettere di pretendere che tutti siano sempre al suo servizio.

"Io ho di meglio da fare."

Per me il discorso è chiuso, infatti continuo a occuparmi dei dardi, ma la sento alzarsi di scatto e fare un passo in più verso di me.

"Che problema hai? Perché dovresti essere così egoista?"

"Egoista?! Ascoltami, Olivia Oyl!" mi alzo anche io e la fronteggio.

"Ho passato ogni singolo giorno là fuori a cercare quella bambina! Mi sono preso una pallottola in testa e un freccia nel fianco nel mentre! Non venirmi a dire che non mi sporco le mani!" gesticolo con il coltello ancora in mano indicando il punto in cui la pallottola mi ha colpito di striscio. Non mi piace urlare in faccia alla gente, ma stavolta è inevitabile.

"Vuoi quei due idioti? Buon viaggio! Io non cerco più nessuno."

Detto ciò continuo la mia attività con la fronte corrucciata e a ogni taglio ci metto più vigore di prima. Quella stronza mi ha fatto veramente incazzare. Quando mio fratello era stato lasciato solo, ammanettato su un tetto di Atlanta, con i morti alle calcagna, lei non avrebbe alzato un dito per aiutarlo, e non voleva nemmeno che Rick venisse con me per cercarlo.

Non risponde e sento che si allontana delusa.

Mi dispiace solo che Beth, la figlia più giovane di Hershel, debba affrontare la morte della madre senza una figura paterna che la consoli.

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La giornata trascorre senza altre interruzioni in relativa tranquillità.

La notte è calata da un po' e le cicale hanno lasciato il posto ai grilli. La brezza del pomeriggio è aumentata e scaccia via tutte le nuvole scoprendo il cielo stellato... ho fatto bene a portarmi la giacca.

Sono sdraiato per terra con gli occhi chiusi e le braccia incrociate al petto, pensando e ripensando a tutti i sentieri che ho percorso per cercare la bambina e se avessi potuto cambiare la situazione in qualche modo.

Il rumore dell'erba calpestata mi fa scattare sull'attenti e imbraccio la balestra carica. Mi sono sistemato in un punto aperto con pochi alberi, così da tenere sotto controllo la zona vicino a me anche con il buio. Non è uno zombie. Vedo la luce di una torcia che si avvicina e capisco che si tratta di Glenn, il ragazzo asiatico. Abbasso l'arma e osservo la sua andatura incerta e nervosa. Cosa sarà successo per venire a cercarmi anche di notte?

"Qual è il problema?" gli chiedo appena è abbastanza vicino da sentirmi senza che alzi troppo la voce.

"C'è stato un imprevisto" risponde a disagio guardandosi continuamente intorno.

"Stanno tutti bene?"

"Sì, sì... è solo che... beh, in città ci hanno attaccato ed è arrivata un'orda di vaganti... erano talmente tanti che per un attimo ho pensato di essere ritornato ad Atlanta. Stavamo scappando ma c'erano un ragazzo con una gamba infilzata in una recinzione di ferro e un uomo che cercava di liberarlo... appartengono al gruppo dei due che ci hanno attaccato, ma Rick ha deciso di salvarli. Il ragazzo ha perso molto sangue... li abbiamo portati qui, ma non ci fidiamo e ci serve che tu-"

"Ho già capito" lo interrompo.

Il capo vuole che interroghi i due. Evidentemente non si fida abbastanza di Shane da affidargli il compito... come dargli torto.

Spero che Rick non abbia sbagliato a portare da noi quegli sconosciuti e che non ci siano ancora più casini del solito.

RICK'S POV

"Cosa?! Lori, stai bene?!"

"Rick, sì, sto bene... non avevo altra scelta. Ho chiesto a Daryl e lui mi ha detto di cavarmela da sola e così ho fatto!"

"Lori... è solo che... sarebbe potuta finire male, molto male. Non posso perderti... Carl non può perderti..."

Le accarezzo dolcemente la guancia e le do un bacio sulla fronte. Non posso credere che abbia rischiato la vita in un incidente stradale solo per riportarmi a casa. Se solo avesse guardato la mappa prima di mettersi in viaggio avrebbe visto il vagante in mezzo alla strada e non sarebbe successo nulla. Sospiro guardandola negli occhi. Il solo pensiero di perderla mi angoscia in una maniera allucinante.

"Non c'era bisogno che tu venissi a cercarmi: ti avevo detto che sarei tornato presto, e così è stato. Devi fidarti di me, Lori..." le sussurro guardandola con un velo di dispiacere.

In quest'ultimo periodo sento che tra noi le cose sono cambiate drasticamente: non siamo più complici come prima e non facciamo che litigare. Si sta allontanando da me e mi sembra di essere impotente. Tutto quello che mi importa è proteggere la mia famiglia e ciò che ottengo è l'esatto opposto: prima sparano a Carl, poi l'incidente di Lori.

Qualcuno dietro di noi si schiarisce la voce per far notare la sua presenza, interrompendo i miei pensieri e la nostra silenziosa lite: Shane.

"È tutto pronto, andiamo."

"Pronto per cosa?" chiede Lori con sguardo interrogativo e preoccupato allo stesso tempo.

"Abbiamo portato con noi due persone. Dobbiamo sempre decidere cosa fare con loro. Senti, ora devo andare... di' a Carl di stare dove lo puoi tenere d'occhio, non voglio che si avvicini al fienile: è lì che li abbiamo messi." le spiego velocemente per poi incamminarmi con Shane verso l'annesso agricolo.

Una volta arrivati, troviamo Glenn, Daryl ed Hershel: senza dubbio ci stavano già aspettando. Non pensavo che il balestriere si sarebbe fatto convincere tanto velocemente, specialmente a notte inoltrata.

"Rick, ho appena finito con il ragazzo. È cosciente e non sembra che presenti segni di infezione. Purtroppo non camminerà bene come prima, ma tempo qualche giorno e forse potrà già stare in piedi."

"Ok, grazie, Hershel. Shane, hai già legato anche l'altro, vero?"

"Sì, sì, già fatto... ascoltate tutti: questi due fanno parte del gruppo di quelli che hanno cercato di farvi fuori. Non possiamo e non dobbiamo rischiare e tu, Rick, tu lo sai meglio di chiunque altro."

Shane mi fissa insistentemente, quasi stento a riconoscerlo: sembra del tutto un'altra persona dal mio collega di pattuglia, che in teoria è anche il mio migliore amico.

Appoggio le mani ai fianchi per prendermi un attimo per ragionare.

È vero che erano con quei tizi, ma non ci hanno minacciato. Anche se l'uomo, appena eravamo arrivati mi ha puntato contro il fucile, non mi è sembrato pericoloso o una minaccia... a pensarci bene io avrei reagito esattamente nello stesso modo se degli sconosciuti si precipitassero verso di me in una situazione di pericolo.

"Posso pensare io a entrambi: so come farli parlare." suggerisce Daryl, probabilmente notando la mia indecisione.

A dire il vero l'idea non mi piace, ma è l'unica cosa che possiamo fare.

"Va bene, ma non usare le maniere forti. Non subito almeno. Solo se non collaborano."

"Molto bene, allora io qui non servo. Vado di pattuglia" sentenzia Shane con fare irritato e, andandosene, urta leggermente la spalla di Daryl, che per fortuna resta impassibile. Si passa poi la mano sui capelli cortissimi, come è solito fare quando è incazzato, poi sparisce dalla mia visuale.

ALEX'S POV

Poco a poco riacquisto i sensi. Apro gli occhi, ma vedo tutto sfuocato. Man mano che sbatto le palpebre, le cose attorno a me acquistano dei contorni più definiti. Mi sembra di essere sballottato come un marinaio nella nave in tempesta che, nonostante i suoi enormi sforzi, non riesce a governare il timone.

A giudicare dall'odore devo essere finito in una stalla o in qualcosa di molto simile. Il fieno si mescola alla puzza della carne putrefatta e sento vicino a me il ronzio delle mosche. Non so quanto tempo sia passato dal primo momento in cui ho aperto gli occhi, ma credo di aver perso i sensi un paio di volte. Prendo un respiro profondo per farmi coraggio: devo risolvere questa faccenda al più presto o ci rimetto la pelle!

Provo ad alzare lentamente la testa, ma una fitta alla base del cranio mi costringe alla posizione iniziale. Quello stronzo di Rick deve avermi colpito con il calcio della sua pistola, altrimenti non avrebbe potuto darmi una botta così forte!

Con il passare dei minuti, riesco finalmente a essere abbastanza cosciente da padroneggiare i movimenti. Realizzo solo ora che ho le mani legate, strette dietro alla schiena e un bavaglio sulla bocca. Provo ad alzarmi, ma è tutto inutile perché la corda è fissata in qualche modo in fondo alla parete e ogni mio tentativo è vano. Guardo disperatamente attorno a me, nella speranza che ci possa essere qualsiasi cosa che mi aiuti in questa impresa disperata, ma per mia sfortuna la penombra non facilita l'impresa.

Noto un chiodo più sporgente degli altri sulla parete adiacente a quella in cui sono costretto, ma è troppo lontano e, a parte quello, non credo che della paglia sia molto utile in queste circostanze. Mi rimane solo di tentare di chiamare Randall, anche se non penso che ci abbiano rinchiusi nella stessa struttura, sempre che sia sopravvissuto specialmente dopo tutto quel sangue perso.

Non faccio neanche in tempo a mugugnare il suo nome, che la porta davanti a me si spalanca rivelando una figura maschile. Non è né Rick, né Glenn, né Hershel: ha una faccia che non mi piace per niente. Sembra che il suo naso si sia rotto più di una volta, a giudicare dalla rigonfiatura che si ritrova. Ha i capelli cortissimi, per poi non parlare della sua stazza: è in forma e si vede lontano un chilometro che si tratta di uno con cui non vorresti avere niente a che fare. Con un solo sguardo è come se mi avesse già ucciso. È evidente che vuole intimorimi con la sua aura sopraffacente. Indossa una maglia a maniche lunghe molto aderente che gli mette in risalto le braccia muscolose e il petto possente. I suoi muscoli sarebbero evidenti anche nel buio più pesto. Non c'è dubbio che in uno scontro corpo a corpo non avrei scampo, ora a maggior ragione che sono legato.

Dopo essersi chiuso la porta dietro, mi squadra dalla testa ai piedi. Il suo sguardo penetrante mi destabilizza e mi sento profondamente in soggezione, ma cerco di non darlo a vedere... negli anni mi ci sono abituato.

"Dove sono?!" mugugno, nonostante sia imbavagliato.

Non mi risponde, probabilmente non ha capito una sillaba di quello che ho detto e avanza con una disinvoltura pietrificante. Si piega sulle ginocchia per abbassarsi alla mia altezza e si avvicina ancora, fino ad arrivarmi a un palmo dal naso.

Non smetto di guardarlo accigliato.

Con un movimento fulmineo allunga una mano per togliermi il bavaglio dalla bocca, mentre fa scivolare l'altra dietro la sua schiena estraendo un coltello affilato. Quello che Rick aveva offerto a Hershel in confronto è uno stuzzicadenti. Alla vista dell'arma mi irrigidisco ancora di più: so perfettamente che non si tratta di una semplice visita di cortesia, ma non pensavo neanche che avrebbe subito iniziato con le maniere forti.

Muove il coltello verso di me e, anche se ho paura, mi rifiuto categoricamente di scongiurarlo di risparmiarmi, anche perché non servirebbe a niente e non mi stacco dal suo sguardo nemmeno per un secondo.

Con uno strattone deciso mi libera dalla corda.

Sorpreso, mi massaggio i polsi guardando l'uomo con sguardo interrogativo, ma questo, subito dopo aver riposto l'arma nel fodero, mi afferra con forza dal colletto della camicia.

Mi fa alzare per poi sbattermi contro la parete su cui, fino qualche attimo prima, ero legato.

"Cosa volete da me?" gli chiedo ignorando il dolore della botta improvvisa.

"Sono io quello che fa le domande. Se vuoi la tua pellaccia sana e salva, devi dirmi la verità. Chiaro?!"

Non rispondo e continuo a guardarlo nel modo più minaccioso possibile.

"È chiaro?!" urla e tira ancora di più il colletto della camicia.

Piano piano mi solleva, come se volesse dimostrarmi che per lui non sono altro che un fuscello, e sono costretto a stare sulle punte degli scarponi per respirare. Se non apro bocca inizierà a picchiarmi e prima o poi scoprirà che sotto alla stoffa ci sono due cosine che di solito agli uomini piacciono tanto.

"Anche se ti rispondessi, crederesti a ciò che ti dico?"

"Questo è tutto da vedere."

Molla la camicia, facendo un paio di passi indietro, in modo da lasciarmi il mio spazio. Nel mentre la sua espressione cambia, diventando quasi impenetrabile.

"Iniziamo con il tuo nome."

"È Alex." gli rispondo a denti stretti, maledicendomi in mille modi per non essermela filata alla prima occasione.

"Bene. Allora, Alex, perché il tuo gruppo ha attaccato Rick?"

"Chi ti dice che non sia stato il contrario?"

So che non dovrei essere scontroso, ma è pur sempre vero che non ho la certezza di chi abbia iniziato la sparatoria.

"Non farla più difficile di quanto non lo sia già. Non voglio andarci pesante." dice con tono piatto accompagnato da un falso sorriso.

Al mio silenzio, il ghigno scompare e dal nulla mi sferra un colpo sul mento che arriva a spaccarmi il labbro inferiore, cogliendomi del tutto impreparato.

"Menomale che non volevi andarci pesante" dico stordito asciugandomi la bocca con il dorso della mano, dopo aver sputato il sangue che il colpo mi aveva fatto uscire.

"Volere è diverso dal dovere e tu senz'altro mi hai costretto. Allora, vuoi dirmi del tuo gruppo o prima devo pestarti come un cane?"

Sospiro pesantemente.

È incredibile che in un modo o nell'altro debba sempre avere a che fare con persone di questo stampo!

"Non so chi ha iniziato a sparare..."

"Spiegati meglio."

"Stavamo cercando delle provviste e con un po' di fortuna un accampamento, o un posto da renderlo tale. Eravamo in cinque. Due di loro si sono allontanati per perlustrare la zona e un altro è andato a cercarli, dato che non sembrava che avessero intenzione di tornare. Ho sentito degli spari e sono arrivati i morti. Quel bastardo di Doug è scappato e ha lasciato me e il ragazzo nella merda. Per scendere dal palazzo dove ci eravamo appostati lui si è ferito. Non so se saremmo riusciti a toglierci da quella situazione se non fosse arrivato Rick."

"Tutto qui?" chiede scettico con le braccia incrociate sul petto.

"Tutto qui."

"Quante persone ci sono nel tuo gruppo?"

"Noi cinque" dico senza esitazione.

Alza il mento per osservarmi meglio. Smetto di respirare. Il tempo sembra essersi fermato.

Dei timidi raggi luminosi penetrano dalle assi della porta chiusa e delineano i contorni del volto dell'uomo. Probabilmente provengono da una lanterna o da qualcosa di simile o forse è già giorno. Noto che contrae la mascella.

"Cazzate" afferma all'improvviso.

Non ho giocato bene le mie carte.

Mi sferra un altro pugno, stavolta dritto nello stomaco. Il dolore mi fa piegare in due, ma l'uomo mi afferra dai capelli per tirarmi su con uno strattone. È in questo momento che realizzo che non indosso più il mio cappello da cowboy.

"Abbiamo già fatto una chiacchierata con il tuo compagno di merende e lui ha sputato fuori tutto, quindi non ti conviene mentire."

Merda: a quel ragazzino gli dovevano cucire la bocca, altro che la gamba!

"Sono trenta persone. Ci sono anche donne e bambini, non sono tutti pericolosi. Io sono arrivato per ultimo e credimi, non ci tenevo a rimanere troppo a lungo" confesso alla fine, dopo un lungo sospiro.

"Quindi perché ti sei unito a loro?"

"Per un tetto, in cambio di un paio di braccia per cacciare."

"Vorresti forse dire che dello stupro di quelle due ragazzine di fronte al loro padre non sai nulla?!"

Lo guardo con gli occhi spalancati e le labbra leggermente discostate, più allibito che mai. Se lui lo sa, significa che Randal c'era quella notte! Avevo sentito solo voci al riguardo e, basandomi su quello che dicevano le donne, non era la cosa peggiore che avevano fatto.

"Non sono come loro" affermo disgustato.

"Come pensavo..." quasi sussurra.

Mi dà improvvisamente le spalle, come se se ne volesse andare, ma poi si gira di scatto e mi sferra l'ennesimo pugno, che ricade sullo zigomo sinistro, seguito da molti altri, non tutti della stessa intensità.

Alcuni sono attutiti dall'imbottitura che ho sulle spalle, ma di questo passo non durerà per molto tempo. Provo a schivare i pugni e a difendermi in qualche modo, ma sono sempre debilitato dalla botta in testa e ogni tentativo è completamente inutile.

Con una mossa di autodifesa che avevo imparato da giovane, finalmente riesco con fatica a bloccargli il braccio. Approfitto della sua momentanea sorpresa per precipitarmi verso la porta e cercare una via verso la salvezza.

Tuttavia, lui è più veloce e riesce ad afferrare la camicia proprio sul petto. Faccio di tutto per divincolarmi, ma questo non fa altro che aumentare la pressione sui bottoni che alla fine cedono rivelando con sua enorme sorpresa un'imbottitura giallognola mezza strappata che celava il mio seno.

"Non è possibile... non può essere possibile!" esclama allibito dallo stupore.

Abbasso lo sguardo sul mio petto e ho la conferma che ormai è inutile continuare a fingere.

Nel frattempo le posizioni si erano capovolte ed è lui quello più vicino alla porta, infrangendo in mille pezzettini ogni mia speranza di fuga.

"Posso spiegarti..." alzo entrambe le mani come si fa per calmare un animale spaventato e cerco di prendere tempo per fuggire, ma non mi viene in mente nulla; i rumori provenienti dall'esterno sono ovattati, come se non ci fosse altra vita eccetto che la mia e quella dell'uomo di fronte a me.

Lui si avvicina di nuovo, cosa che mi porta a indietreggiare fino a ritrovarmi con la schiena bloccata alla parete. Un guizzo poco rassicurante luccica nelle sue iridi e mi fa temere ancora più di prima della mia incolumità. Un nodo in mezzo allo stomaco mi toglie il respiro e sento che le gambe sono percorse da un leggero tremolio. Preferirei trovarmi circondata da zombie piuttosto che ancora una volta in una situazione del genere!

"Se mi tocchi urlo!" provo ad avvertirlo, ma lui continua ad avvicinarsi più arrabbiato di prima, quasi come se l'avessi profondamente offeso nascondendo il fatto di essere una donna.

"Non ti avvicinare!" lo richiamo con la mia vera voce.

Gli avvertimenti sono vani, così sono costretta ad aggrapparmi alla mia ultima possibilità.

"Hershel, aiut-"

Ma lui soffoca la mia disperata richiesta tappandomi la bocca con la mano. A questo giro non me la passerò bene, non ora che sa che sono una donna.

DARYL'S POV

Appena finito con il ragazzino, mi fermo un attimo fuori dal fienile per fumare.

All'orizzonte si vedono già le prime luci dell'alba... mi ci è voluto più del previsto.

Quasi subito Shane si avvicina a me e mi chiede se ho fatto qualche progresso. Gli dico quello che ho scoperto, non c'era motivo di tenerglielo nascosto: faceva parte di un gruppo di circa trenta persone, non tutte dalla reputazione idilliaca. Addirittura il ragazzino è stato spettatore di uno stupro... che viscidi pezzi di merda!

La cosa che mi ha insospettito è che Shane, una volta acquisite le informazioni, ha tirato fuori una scusa del cazzo per allontanarsi. Lì per lì non gli ho dato troppa importanza, ma ora tutto torna.

Mi ero allontanato un attimo per riferire a Rick i progressi, quando delle urla provenienti dal granaio mi fanno tornare di corsa sui miei passi.

Non sembrano grida troppo virili... eppure sono sicuro che le donne sono tutte occupate in casa o alle tende. Che Andrea si sia avvicinata e uno dei prigionieri l'abbia aggredita?

Entro nel fienile e vedo proprio Shane davanti all'uomo. Gli ha afferrato un braccio e a giudicare dalla sua faccia gli deve aver tirato un bel po' di pugni procurandogli un occhio nero, la rottura del labbro inferiore e vari lividi sugli zigomi e sulle sopracciglia. Ora che lo osservo meglio l'ha proprio conciato male: il sangue che gli cola dal naso è sceso fino al collo e ha macchiato i vestiti.

"Che stai facendo?"

Shane si volta sorpreso, dato che non mi aveva sentito entrare. Solo ora noto che durante la scazzottata gli ha strappato la camicia, o meglio le ha strappato la camicia sul petto. Si era addirittura messa dell'imbottitura sulle spalle per farle sembrare più robuste.

Shane ha avuto il coraggio di ridurre così una donna.

Quel figlio di puttana l'ha picchiata.

"Brutto pezzo di merda!"

Lo prendo per un braccio e lo allontano subito da lei.

"Avevamo già le informazioni che ci servivano, non c'era bisogno di conciare così anche lei! Lo sapevi!"

Prima che possa controbattere arrivano pure Rick ed Hershel, evidentemente allarmati anche loro dalle urla. Restano entrambi sorpresi dalla scena che hanno di fronte; solo il vecchio si fa avanti verso quella che è in realtà una donna sulla trentina, forse un po' più giovane.

Osservandola meglio, i tratti del suo viso sono evidentemente femminili: ciglia folte, labbra carnose, lentiggini e il contorno della mandibola delicato. Non capisco come abbiano fatto prima a non sospettare niente.

"Alexandra? Allora sei davvero tu!" esclama il vecchio.

Angolo Autrice:

Ciao a tutti! Finalmente ora sapete la vera identità di quello che sarà uno dei personaggi principali della storia. Volevo farvi notare che quando Alexandra era travestita da uomo si comportava come tale in tutto e per tutto, per non destare sospetti (si riferisce a se stessa usando i pronomi maschili, quando invece viene scoperta, ritorna ad utilizzare quelli femminili).

Spero che la scrittura sia chiara...mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate per adesso e le vostre aspettative per il terzo capitolo. 

Secondo voi come si sono conosciuti Alexandra ed Herschel?

Se vi va lasciate un commento e una stellina per aiutarmi a crescere...grazie in anticipo a tutti coloro che lo faranno!💕💕

Al prossimo capitolo!

Sofia❤️

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