Invasione

Stanotte non sono riuscita a chiudere occhio nemmeno per un'ora di fila. A quanto pare la sorte di Randall mi sta più a cuore di quanto voglia ammettere.

Ma la verità è che, per quanto abbia il peso del ragazzino sulla coscienza, ho ripensato agli ultimi avvenimenti chiedendomi se avessi potuto agire in maniera diversa... sono partita da Atlanta, poi dopo essere stata per circa tre settimane, forse un mesetto, senza un riparo fisso e le provviste agli sgoccioli ho incontrato quegli stronzi del gruppo di Randall... fortuna che ho avuto l'idea del travestimento subito dopo aver lasciato la grande città.

E ora eccomi qui: insieme a un mucchio di gente che mi guarda come fossi uno di quei cani randagi malridotti e pieni di pulci. Sbuffo infastidita perché in parte è vero... ma almeno non ho la compagnia di quegli animaletti.

Mi chiedo solo se sembro quel tipo di carogna ambulante che azzannerebbe la mano del buon samaritano di turno. Era davvero necessario minacciarmi in quel modo? "Non vi conosciamo e non possiamo fidarci.", le parole di Rick risuonano chiare e tonde, ma Daryl mi ha fatto sul serio girare i coglioni! Avevo già recepito il messaggio e fanno bene a non sottovalutarmi... capisco che sia meglio mettere le cose in chiaro fin da subito, ma cazzo! Il tocco delicato di Shane mi è più che avanzato. E se non fossi stata stordita dalla botta in testa ce la saremmo giocata ad armi pari. Non sto dicendo che avrei sicuramente vinto lo scontro, ma per lo meno gli avrei dato filo da torcere.

Mi rigiro per l'ennesima volta, frustrata, in un vano tentativo di scacciare ogni pensiero dalla mente.

Dopo qualche minuto perdo la pazienza e, sospirando rumorosamente, mi alzo per uscire dalla tenda, scostando il tessuto vicino alla zip, che avevo lasciato aperta per tenere sotto controllo la situazione all'esterno.

Il sole dovrebbe sorgere a momenti e si intravedono in lontananza i primi bagliori che illuminano i contorni delle montagne.

Inspiro l'aria fresca e come d'istinto, i pensieri viaggiano verso la mia famiglia, ai miei fratelli e sorelle, lontani centinaia di chilometri da me... non posso fare a meno di chiedermi se riuscirò mai a incontrarli di nuovo. Chissà se sono sempre vivi... chissà se abitano sempre in quella catapecchia e se Joe gli sta sempre alle calcagna.

Butto l'aria fuori dai polmoni e mi stropiccio gli occhi con le dita. Non è nemmeno giorno e penso a quando mi sarà permesso di riposarmi di nuovo...

Beh, ormai sono sveglia e vispa, tanto vale fare un giro e dare un'occhiata alla proprietà per ammazzare il tempo.

Intorno alla casa si trova il cortile ricoperto di ghiaia che, a ogni passo, fa rumore sotto le scarpe. Accanto ai due castagni, dove prima c'era un'altalena in cui Beth si divertiva a giocare, ora sono sistemate cinque tende da campeggio, che fino a una sera fa ospitavano i membri del gruppo di Rick, insieme a un camper malandato. Continuo la mia perlustrazione e passo accanto ai campi che aspettano di essere seminati. Credo che Hershel d'inverno ci faccia pascolare il bestiame, dato che il freddo non farebbe crescere i raccolti.

Mi sono lasciata per ultimo la parte della piccola proprietà che ho sempre preferito. Mi ricordo della mia vita incasinata che mi ha portato a conoscere la famiglia Greeene.

Mi arresto per un secondo davanti alla porta della stalla. Ho paura che abbiano cambiato proprio questo luogo e il pensiero mi fa esitare a entrare.

Ho sempre adorato gli esseri a quattro zampe e a casa mia avevamo una sorta di ranch con ogni tipo di animale che riuscisse a sopravvivere all'inverno. Ma quelli che preferivo io erano i cavalli. Passavo giornate intere a prendermi cura di loro, anche senza montarli. Sentivo solamente il bisogno di passare del tempo in loro compagnia perché sapevo che non mi avrebbero mai tradita, né usata. Loro mi ascoltavano silenziosi e non giudicavano i miei sbagli e le mie decisioni. Già... sembra da pazzi dire una cosa del genere, ma preferisco tutt'ora di gran lunga la loro presenza rispetto a quella umana. In fin dei conti sono un tipo solitario, amante della natura e dell'avventura... altrimenti l'Alaska non sarebbe casa mia!

Letteralmente immersa nei ricordi, entro nella struttura con il respiro sospeso e apro piano la porta, che cigola facendo un rumore da film horror. Prima di partire l'avevo aggiustata, quello scricchiolio era veramente fastidioso! A quanto pare i cardini si sono arrugginiti... di nuovo.

Per ora lascio stare e mi dirigo verso il box di quello che un tempo ero il "mio" cavallo: Blaze. Una giumenta dal manto dorato con la criniera e la coda color panna, un animale stupendo! Le narici si riempiono del tipico odore di stalla, un misto tra letame e fieno. A molti fa ribrezzo, ma a me piace. Mi fa sentire a casa più di ogni altro luogo. Per ogni box che supero, un cavallo incuriosito sporge in fuori il muso, speranzoso di ricevere qualcosa da mangiare. Li riconosco tutti, tranne un puledro. Il battito del cuore sta accelerando perché mancano solo due box e sono arrivata in fondo alla stalla senza trovare la cavalla. Proprio quando sono sul punto di gettare la spugna, tiro un enorme sospiro di sollievo.

Automaticamente gli angoli della bocca si sollevano in un sorriso genuino e gli occhi sono leggermente velati dalla gioia di rincontrare una vecchia amica dopo un tempo infinito.

"Hey bella! Ti sono mancata un pochino?" le domando, sporgendomi verso l'interno del suo scompartimento.

Questa, non appena sentita la mia voce, si avvicina incuriosita verso di me, facendo sporgere il muso oltre la recinzione del box e io la accarezzo dolcemente.

Ci guardiamo negli occhi per un istante e in quel momento ho sentito un leggero tremolio, come se avesse potuto leggere nella mia anima e mi avesse rassicurato. Non ne ho l'ombra di dubbio, sono certa che nonostante gli anni mi abbia riconosciuta.

"Non sapevi che adesso avere un occhio nero va di moda?" le sussurro, sempre accarezzandola mentre ridacchio.

La nostra reunion viene interrotta da alcune voci appena fuori alla stalla, dove Hershel tiene i vari finimenti e gli attrezzi per la strigliatura. A quanto pare non sono l'unica ad essermi alzata all'alba.

"Sembra che dovremmo aspettare ancora per andare sul nostro sentiero preferito..."

Presa dalla curiosità, mi dirigo verso i rumori, scoprendo che si tratta di Hershel e dell'uomo più o meno della sua stessa età, col cappello da pescatore giallognolo. Ha lo sguardo stralunato, porta una camicia hawaiiana con sotto una canottiera che un tempo dev'essere stata bianca. I suoi gesti sono nervosi ed esasperati, fino al punto in cui mi avvicino per assicurarmi che l'uomo anziano non sia una minaccia.

"Ma non è possibile! Tu sei un uomo di fede, come puoi lasciare che una decisione di questa portata non ti sfiori nemmeno un po'!" gesticola in modo molto animato.

Prima che Hershel possa ribattere faccio notare la mia presenza schiarendomi la voce. Mi posiziono con le gambe leggermente allargate e le mani sui fianchi, così da risultare più autoritaria. In risposta ottengo un paio d'occhi sorpresi per via dalla mia presenza e incuriositi allo stesso tempo. Spero solo di non dargli l'impressione di volergli saltare alla gola per via delle condizioni del viso.

"Tutto ok, Hershel?" domando all'uomo come per supportarlo.

"Oh, Alexandra! Sarei venuto subito da te!" ribatte l'altro, ignorando completamente la mia domanda. Nel frattempo Hershel si rimette a pulire una sella, come per tagliarsi fuori dalla conversazione.

"Dale, giusto?"

Mi fa di sì con la testa e strabuzza leggermente gli occhi per dare maggior enfasi.

"Di cosa hai bisogno?"
Si toglie il cappellino e mi si avvicina di qualche passo. Io nel mentre mi sono appoggiata con una spalla alla parete con nonchalance e ho incrociato le braccia sotto al seno.

"Volevo parlarti del ragazzo, Randall. Rick lo ritiene una minaccia e penso che tu sappia già come intende sbarazzarsene!"

"Ho già detto a Rick e a Daryl come la penso. Loro sono di tutt'altra opinione..."

"Ed è proprio per questo che sto parlando con tutti! Mi fa piacere che anche tu tenga alla sorte di una presona innocente."

"Credo che deciderà la maggioranza... anche se sono tutti troppo spaventati da prendere razionalmente una decisione così difficile..." affermo con voce dura.

"Apprezzo il tuo sostegno."

E, una volta che mi ha messo una mano sulla spalla in segno di gratitudine, se ne va, cercando di fare l'impossibile.

Io ed Hershel ci scambiamo uno sguardo d'intesa e io in risposta alzo le sopracciglia, come per dire dei modi stravaganti di Dale.

"Non riesci a dormire, Alexandra?"
"Da quello che vedo, nemmeno tu!" esclamo con una leggera risata che mi viene subito restituita.

"Allora, cosa devo fare? Se vuoi posso anche occuparmi delle vacche o... se c'è una parte della recinzione danneggiata posso aggiustarla..."

Hershel smette di fare il suo lavoro per guardarmi dritto negli occhi e solo dopo qualche secondo mi chiede l'ultima cosa che vorrei sentirmi dire.

"Vorrei che tu mi dica il motivo per cui sei qui in Georgia."

Bomba sganciata.

Mayday, mayday! Qualcuno mi aiuti!

Era proprio perché non volevo rispondere a questa domanda che non mi sono fatta riconoscere dall'uomo! Ora come faccio a dirglielo...

Esito e mi passo una mano sul viso, ormai rassegnata al mio destino... in fin dei conti cosa mai potrà dirmi? Al massimo si incazza e non mi rivolge più la parola... già...

Lo deluderò, mi considererà una che non sa imparare dai suoi errori e una vigliacca. Butto fuori un lungo e pesante sospiro per prepararmi a sganciare, a mia volta, la bomba.

"È complicato, lo sai..."

"E tu sai che io sarò sempre dalla tua parte ad aiutare te e la tua famiglia!"

Vederlo così rassicurante, così... paterno, mi spezza il cuore. Non merito la sua gentilezza e il suo tempo, non me lo sono mai meritato. Abbasso lo sguardo, ripensando al motivo per cui non sono a casa, cercando le parole adatte per spiegare. Sono talmente dispiaciuta che se avessi avuto un altro carattere sarei scoppiata a piangere.

Signore, mi sento incredibilmente vigliacca in questo momento!

"Io... ecco, il fatto è che... beh, c'entrano sempre loro..."
"Papà! Ci serve il tuo aiuto!"

Maggie, che interrompe suo padre dal tempestarmi di domande, spunta fuori dal nulla, salvandomi da morte certa. Ma cosa ci fanno tutti alzati a quest'ora?! Di solito era proprio Maggie a stare a letto fino a tardi.

"Papà, eccoti finalmente! Una vacca è rimasta incastrata nel fango e non riusciamo a tirarla fuori... non senza Otis."

"Se vuoi posso andare a chiamarlo io, basta che mi dici dove si trova."

Colgo al volo l'opportunità di svignarmela che mi è stata servita su un piatto d'argento, ma solo dopo mi accorgo delle espressioni corrugate sui volti di entrambi.

"Oh... io... io non lo sapevo, mi dispiace."

Chino il capo anche io, realizzando la morte dell'uomo.

Mi schiarisco la voce subito dopo, per togliermi dall'imbarazzo del momento, per poi staccarmi dalla parete con una leggera spinta.

"Beh, allora vengo io ad aiutarvi!"

Maggie mi guarda perplessa, per poi passare gli occhi su suo padre.

"Alex, dovresti riposare... non è passato nemmeno un giorno da quando Shane ti ha preso a botte."

"Sto bene" la liquido velocemente.

"Ho passato di peggio... poi dovresti sapere che me la cavo bene in queste cose. Forza, andiamo!" dico con una lieve risata e trascino Maggie via per un braccio.

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Dopo qualche ora passata a far pascolare le vacche, vedo in lontananza Dale. Quell'uomo non si dà mai per vinto a quanto pare! Cammina per il crinale della collina in modo irrequieto. Probabilmente non deve avere avuto molto successo con gli altri... temo che quel ragazzo abbia le ore contate.

Con il dorso della mano, scaccio le goccioline di sudore dalla fronte. Nonostante sia ottobre inoltrato, il sole picchia a metà mattina! Devo abituarmi al più presto a questo clima o ci divento matta!

"Alex, per ora abbiamo finito! Lasciamole a pascolare per il resto del giorno e stasera le riportiamo nel recinto!"

La voce di Maggie mi distrae dai miei pensieri.

Le faccio di sì con la testa e mi dirigo verso la fattoria. A giudicare dalla posizione del sole, deve essere l'una passata, e la fame inizia a farsi sentire! Non vedo l'ora di farmi una bella doccia fresca!

Finalmente, dopo aver riportato il cavallo nella stalla, mi avvio verso la cucina per prepararmi qualcosa da mettere sotto ai denti. Trovo dentro Carol che, gentilmente mi offre un sandwich che accetto molto volentieri. Scambiamo due parole, le solite cose che si chiedono appena conosci qualcuno, solo che non ha toccato l'argomento della famiglia e io non ho indagato.

Le conversazioni di circostanza non sono mai state il mio forte, ma questa era a dir poco surreale! Entrambe eravamo a disagio in modo evidente - in parte anche a causa delle condizioni del viso, come al solito- : la civiltà ha smesso di esistere in un batter d'occhio e adesso cosa chiediamo a una persona? "Vuoi un po' di carne secca di scoiattolo che ho nel borsone?" Oppure è meglio puntare sugli zombie più strani mai visti? In ogni caso non credo che d'ora in poi ci siano molte conversazioni civili tra sconosciuti.

Prima di uscire la ringrazio ancora per il cibo e afferro dalla fruttiera una mela e la addento avidamente. Ho sempre adorato il suo sapore, e ora lo apprezzo più che mai.

Alla fine la giornata passa e, dopo aver riportato le mucche nel recinto, ho intenzione di farmi una meritatissima doccia. A quanto pare però, dovrò rimandare i miei piani e puzzare come un animale, dato che sento delle voci piuttosto alterate per via di una discussione. I protagonisti sono Rick, Daryl e T-Dog, un altro componente del gruppo. Un afroamericano dalla testa completamente rasata e con qualche chilo di più addosso. Sono tutti e tre davanti al capanno degli attrezzi e solo ora noto che vicino alla serratura c'è un lucchetto aperto.

"Hei, che succede?" domando dopo essermi avvicinata a loro.

I loro volti sono preoccupati, tranne quello del balestriere, che non lascia trasparire alcuna emozione, esattamente come ieri sera.

"Allora?" insisto.

"Randall è scappato e non troviamo né Dale né Shane" sentenzia Rick, portandosi le mani ai fianchi.

Non promette per niente bene... non mi preoccupa tanto il fatto che non si trovi Dale: lui può essere in giro a convincere qualcuno a risparmiare il ragazzino. Shane invece... tutta un'altra storia, e se è la prima impressione quella che conta davvero, ho un brutto presentimento. Potrebbe benissimo essersi scagliato contro Randall con la stessa violenza con cui mi ha picchiata. Considerando anche la frustrazione e la pressione che ha accumulato dopo il mio cambio d'identità può fare molto peggio.

"Cosa facciamo ora?" chiedo accigliata.

"Riuniamo gli altri, magari loro hanno visto qualcuno" risponde il ricciolino.

Ci scambiamo tutti un'occhiata d'intesa, per poi radunare le altre persone davanti casa. Dale è qui con noi, quindi all'appello mancano solo Shane e "il prigioniero". Rick inizia a spiegare agli altri la situazione, quando all'improvviso qualcuno chiama, o meglio, urla il suo nome dai confini della foresta: Shane.

"Rick!"

Ci voltiamo tutti verso di lui e lo vediamo barcollante, con il naso spaccato e il sangue che gli cola fino alla bocca.

"Rick, quel bastardo è scappato!"

Si avvicina con grandi falcate, ma ha un comportamento fin troppo teatrale... non me la racconta giusta.

Gli altri sono spaventati e anche io non mi sento tranquilla.

"E come avrebbe fatto a scappare?" mi intrometto con una punta di sarcasmo incrociando le braccia al petto.

In risposta ricevo un'occhiataccia e lui continua a parlare con Rick, come se non avessi detto niente.

"Quel bastardo mi ha aggredito! Sono svenuto e lui è scappato."

"Il ragazzino peserà cinquanta chili da bagnato. Come ha fatto a mettere KO uno della tua stazza?"

Stavolta è stato Daryl a parlare, dando voce ai miei pensieri: questa storia puzza in partenza.

"Mi ha preso dalle spalle e non ho potuto difendermi" si giustifica Shane in modo poco credibile.

Se davvero lo ha attaccato quando era di spalle, perché avrebbe il naso rotto? Le due cose insieme non si spiegano. Poi come avrebbe fatto a uscire da un capanno con la porta chiusa da un lucchetto spesso?

"Va bene, organizziamoci per le ricerche. Io e Shane andiamo verso est, Daryl e Glenn: voi coprite la direzione opposta."

Mormorii di assenso generale e preoccupazione si sollevano in tutto il gruppo. Non ho intenzione di starmene proprio ora con le mani in mano! Dopotutto, conosco il ragazzino meglio di loro e potrei farlo ragionare.

"Vengo anche io con voi!" dico con un tono che non ammette repliche.

Nonostante ciò, Daryl mi liquida velocemente dicendo che una persona in più, "malconcia come te" avrebbe solo coperto le tracce e che sarei stata più utile qui. Ma per chi mi hanno preso?! Per una sprovveduta?! Non faccio nemmeno in tempo a lamentarmi che sono già partiti. Intanto il sole è calato e l'oscurità non farà altro che rendere tutto più complicato. Spero solo che la situazione si risolva per il meglio.

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Sono passate all'incirca un paio d'ore e non sono ancora tornati. La tensione tra i membri del gruppo è palpabile e se mancheranno ancora a lungo Lori finirà per impazzire. D'altro canto Carl è completamente l'opposto: ha fiducia nel padre e vorrebbe rendersi utile anche lui. Anche se è piccolo ha perso l'innocenza dei bambini e anche lui è entrato nell'ottica della sopravvivenza. Sento che farà molta strada quel ragazzino.

Mi sposto a rimuginare sugli scalini dell'entrata con un accendino in mano, mentre gli altri sono dentro al riparo. Non faccio altro che accendere e spegnere la fiamma con la speranza che il tempo passi più velocemente. Dopo qualche altro minuto Daryl e Glenn sono di ritorno.

Come sospettavo, il balestriere dà a tutti la conferma che Shane avesse mentito. Hanno trovato lo zombie di Randall, trasformato ugualmente in quell'orribile creatura nonostante non avesse nessun segno di morsi o graffi. Sono addolorata per la fine del ragazzino... ma sono agitata perché so che mi farò scivolare le emozioni addosso, facendo finta di non averlo mai conosciuto. È morto perché gli hanno spezzato il collo... e l'unica persona che ne sarebbe stata capace è Shane. Ora tutto torna: la sua storia era piena di buchi fin dal principio. Ci abbiamo visto giusto nel sospettare di lui.

Ma una nuova prospettiva si fa largo nella mente di tutti: se Shane ha davvero ucciso il ragazzo e ora si trova da solo con Rick... può voler dire solo una cosa: ha messo in scena tutto questa storia per uccidere anche lui. Ma per quale motivo vorrebbe farlo? Non ho osservato i suoi comportamenti così bene da capirlo... e in più non conosco le dinamiche antecedenti al mio arrivo. Potrebbe essere successo di tutto.

Proprio nel momento in cui realizzo le vere intenzioni dell'uomo, il rumore di uno sparo, seguito dopo un breve intervallo da un altro, ci fa mettere tutti sull'attenti. A questo punto spero solo che Rick stia bene...

In un batter d'occhio ognuno impugna le proprie armi, pronti all'azione. Siamo tutti un fascio di nervi e, come se non bastasse, Lori corre da una parte all'altra della casa alla ricerca di Carl, che sembra sparito nel nulla. L'ho visto non più di mezz'ora fa, dove cazzo è sparito quel ragazzino mentre eravamo tutti qui?!

Daryl si offre per controllare cosa sia successo, ma non appena si mette in marcia, in lontananza si intravedono dei morti: sono davvero tantissimi... sembra quasi che sapessero la nostra posizione e che ci stessero dando la caccia! Scoppia il panico ed Hershel impartisce ordini per "riconquistare" la fattoria. Non so bene cosa stia dicendo. Ho lo sguardo puntato sull'onda di vaganti che tra qualche minuto ci travolgerà. Saranno almeno un centinaio, no, decisamente di più. Riesco a vedere che alcuni di loro indossano ancora i vestiti da lavoro, uno ha un camice da infermiere macchiato di terra e sangue. Sono lenti, si muovono con passi scoordinati e imprecisi, ma non per questo sono meno pericolosi.

Delle urla disperate mi riportano nella realtà e mi accorgo che intorno a me non c'è più nessuno. Mi catapulto nella direzione delle grida e scopro che proprio dietro la casa, uno zombie solitario ha atterrato Dale e gli sta squartando il ventre. L'uomo urla disperato dal dolore. Il sangue, insieme alle interiora, non gli fuoriesce solo dall'addome, ma anche dalla bocca. È una visione a dir poco raccapricciante. Sta soffrendo in maniera terribile e le sue ferite sono troppo gravi per essere curate e nemmeno Hershel, che era un veterinario, può farci niente.

Velocemente mi ricompongo e riesco a uccidere il vagante senza troppo sforzo, dato che era già occupato. Nel frattempo sono arrivati anche gli altri e Daryl si inginocchia su Dale e consta che per lui non c'è più nulla da fare. Sento le donne stringersi in lacrime e mi porto una mano alla bocca, sconcertata. Sta soffrendo, così, sotto gli occhi di tutti, Daryl prende in mano la situazione e dopo aver scrutato ognuno di noi come per convincerci che sia la cosa giusta da fare, mette fine alle sue sofferenze una volta per tutte. Non abbiamo tempo di piangere la sua morte: decine e decine di zombie affamati si riversano su di noi.

Ci sparpagliamo in ogni direzione e mi trovo sola ancora una volta. Cerco con la mano il coltello, che tengo sempre nella fodera attaccata alla cintura, ma mi rendo conto di essere completamente disarmata.

"Merda!" impreco tra me e me.

Gli zombie si stanno avvicinando troppo: in questo modo mi circonderanno e non avrò più scampo. Già li vedo che protendono le braccia ossute verso di me, alcune con la carne lacerata da morsi, altre con i vestiti strappati, accompagnando i passi con movimenti delle fauci che reclamano la loro dose di carne fresca. La maggior parte di loro è senza labbra e pelle intorno alla bocca, quindi l'osso della mandibola e i denti sono i primi a sporgere.

Distolgo lo sguardo dalla visione vomitevole e corro all'impazzata verso la baracca in cui Hershel tiene tutti gli attrezzi e lì, grazie a Dio, trovo un machete dalla lama mezza arrugginita e l'impugnatura mangiucchiata dai topi. Con questo posso aprirmi un varco fino alla stalla. Le macchine sono troppo lontane da raggiungere e senza un cavallo sarà difficile avanzare fino alla casa. Per ogni vagante che abbatto schizzi di sangue mi macchiano il viso, le braccia e i vestiti. Ho una paura matta che le ferite, ancora semiaperte, si possano infettare. In quel caso non ho idea della gravità dei danni che potrei riportare o se basta del sangue per trasformarsi.

Dopo un lungo slalom tra corpi in decomposizione arrivo finalmente alla stalla. Non posso lasciare che gli animali vengano mangiati vivi da quei mostri! Non è la fine che voglio per Blaze!

Una volta all'interno mi chiudo la porta alle spalle e la blocco, incastrando tra le maniglie il manico del rastrello che serve per raccogliere il fieno. In questo modo guadagno abbastanza tempo per liberare tutti i cavalli dopo che ho aperto la porta sul retro. Quando finalmente arrivo al box di Blaze, la trovo troppo nervosa per sellarla e, come se non bastasse, gli zombie dall'altra parte della stalla hanno sfondato la porta. La cavalla si imbizzarrisce e non riesco a calmarla in nessun modo. Per fortuna ha già la testiera addosso, altrimenti non saprei come gestirla.

"No, Blaze! Tranquilla, bella! Non abbandonarmi proprio ora!" la supplico disperata.

Dopo una fatica enorme, riesco a trascinarla fuori. Con uno slancio la monto a pelo e la sprono in direzione della casa. Essendo cresciuta in un ranch, sono abituata a cavalcare perfino in queste condizioni, ma i primi problemi sorgono quando incontro altri vaganti. La faccio rallentare e riesco a fare fuori un paio di teste, ma Blaze non è abituata alla loro vicinanza e con uno scatto improvviso per poco non mi disarciona.

Alla fine arrivo alla casa, evitando le carcasse ambulanti che mi sono lasciata alle spalle, e quello che trovo è un delirio. Lori urla disperata il nome di suo figlio insieme a Carol, mentre Hershel copre il loro rumore con quello degli spari di fucile.

"Dove sono Maggie e Beth?" gli urlo per farmi sentire.

"Beth è insieme ad Andrea e a Patricia. Maggie è con Glenn. Loro stanno cercando di ucciderli con le macchine." mi informa tra uno sparo e l'altro.

Osservo in lontananza e trovo Beth insieme alle due donne: Patricia, la moglie di Otis e un'altra bionda che dev'essere Andrea.

Mi guardo in giro e non so cosa fare... mi trovo disorientata.

"Papà! Dobbiamo andare via da qui!" urla Beth disperata.

"No! Questa è la mia fattoria, io morirò qui!"

"Hershel, guarda quanti sono! Non possiamo farcela!" mi avvicino cercando di farlo ragionare.

L'uomo sembra poco convinto, ma si allontana comunque insieme alle donne.

Quanto a me, invece, rimango indietro a fronteggiare i vaganti per guadagnare tempo, in modo tale che gli altri possano raggiungere il furgoncino celeste e darsela a gambe. Una volta finito mi volto, ma ho perso di vista tutti quanti e non ho la più pallida idea se siano sempre vivi o di dove si siano diretti. Mi guardo intorno con la speranza di vedere qualcuno che non sia morto, quando ad un tratto sento un urlo di donna. Senza pensarci due volte, mi precipito verso la sua provenienza, per scoprire che si tratta di Carol: è stata accerchiata da una decina di vaganti e lei è disarmata. Dal nulla, sbuca anche Daryl con la sua moto ed insieme, ne uccidiamo il numero necessario affinché la donna salga in sella dietro al balestriere. È stata una fortuna aver trovato loro due: se non avessi sentito le grida disperate di Carol, a quest'ora vagherei verso il nulla assoluto.

"Ho perso di vista gli altri! Non ho idea di dove siano diretti!"

"Dobbiamo andare anche noi. Qui non c'è più nulla da fare" asserisce freddamente e fa ripartire il chopper.

Daryl ha detto che prima di arrivare alla fattoria si erano fermati nella superstrada, ed è proprio il luogo in cui siamo diretti, con la speranza che anche il resto del gruppo vada nello stesso punto. Il tragitto è silenzioso, scandito solo dal rombo della moto e dal rumore degli zoccoli di Blaze sull'asfalto, e ostacolato dalla presenza di alcuni vaganti che, Daryl evita abilmente, mentre io faccio fuori con il machete quelli troppo vicini. La cavalla si sta piano piano abituando alla loro presenza ed è sempre meno agitata quando ne incontriamo uno.

Non faccio altro che guardarmi intorno, non solo per la costante minaccia dei non-morti, ma perché spero con tutta me stessa di avvistare qualcuno.

Quando ormai comincio ad aver perso le speranze, ecco che dall'angolo della strada adiacente a quella che stiamo percorrendo, sbucano due macchine. Come per istinto, dato che per via del riflesso del sole, non riusciamo a vedere chi sia alla guida dei due veicoli, sia io che Daryl gli puntiamo contro le nostre armi.

Gli sportelli si aprono, per rivelare T-Dog insieme a Lori e Beth nella prima macchina; Glenn e Maggie nella seconda. Tiro un grande respiro di sollievo: anche Maggie è salva. Smonto e vado in contro alle due ragazze per abbracciarle. Successivamente scambio cenni di capo e mezzi sorrisi anche con gli altri.

"Hershel? Avete visto vostro padre?" domando alle due con una ruga di preoccupazione che mi solca la fronte.

Il loro silenzio mi fa temere il peggio.

"No, non sappiamo dove sia o... se sia sempre vivo..." risponde infine Maggie.

"E Carl? Rick? Qualcuno li ha visti?" chiede Lori portandosi entrambe le mani ai capelli, non scorgendo la sua famiglia tra di noi.

"Ho visto Carl insieme a Rick. Non devono essere molto lontani" fa Daryl prima di risalire in moto.

"La migliore possibilità che abbiamo per raggiungerli è nella superstrada dove abbiamo lasciato le provviste per Sophia" continua a spiegare agli altri come aveva fatto con me poco prima. Ho appreso che Sophia era la figlia di Carol, morta qualche settimana fa. Per questo la donna aveva quell'aria inconsolabile, infatti appena udito il nome è scossa da un sussulto, ancora profondamente segnata dall'avvenuto.

"Sì, sono d'accordo" risponde l'uomo di colore.

"Bene, allora non abbiamo tempo da perdere. Andiamo!"

Dopo l'esortazione di Daryl ci siamo messi tutti in fila a mo' di carovana, con lui e Carol in cima, mentre io e Blaze per ultime. Dopo poco meno di un'ora arriviamo al punto prefissato e, con grande sollievo, troviamo ad aspettarci Rick, Carl ed Hershel. Ci sorridono tutti e tre in lontananza, visibilmente sollevati.

Finalmente il gruppo è riunito, anche se non senza perdite: Andrea, Patricia e Shane. Non posso dire di essere troppo dispiaciuta per la morte di quest'ultimo e, a dire il vero, la cosa mi spaventa. Ci stiamo abituando così tanto ad essere circondati dalla morte, che la perdita di qualcuno che non sia un nostro caro ci tocca fino a un certo punto, come se fosse semplicemente un'altra brutta notizia. Le circostanze della sua morte non sono state spiegate, il che mi fa ripensare agli spari che hanno attirato la valanga di morti su di noi. Potrebbe essere stato il ricciolino, colpendo il compagno, oppure è stato morso e Rick gli ha sparato per non farlo trasformare.

In ogni caso non ha più importanza e, ora che finalmente siamo tutti insieme, dobbiamo fare il punto della situazione.

Non possiamo rimanere così scoperti nella strada, senza provviste e quasi disarmati, specialmente ora che sta arrivando l'inverno.


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