03.00

Una pallida luce lunare accarezzava i riflessi tremolanti allo specchio.
Sulla sua superficie liscia uno sguardo attento si perdeva in se stesso, seguendo la fiamma danzante dell'accendino, quando uno strillo lacerò l'aria.
Il vampiro trasalì e si precipitò in cucina (lasciando una scia fiammeggiante dietro di sé) per controllare che la sua preda non fosse stata reclamata da qualcun altro.
La vide inginocchiata a terra, inerme, sul volto un preannuncio di rigetto.

"Vlad, toglilo".
"Cosa?"
"Toglimelo dai capelli!" Johanna aveva quasi le lacrime, indicando il pipistrello che le si era ancorato in cima al capo.

"Oh, quello... Ma prima vieni subito, c'è qualcosa di più urgente!"
"Sarebbe?"
"Il tuo specchio non funziona. Mi osservavo prima con l'accendino e la luce lunare: non ho mai avuto un aspetto così deprimente!"
"Ti fai i complimenti da solo? Con una torcia sotto al mento lasceresti un'impressione ancora più mortificante..."
"Ti prego, non prendermi in giro".
"La finisco se mi togli di dosso l'affare".

Vlad notò proprio allora il piccolo animale arpionato alla radice dei capelli di Johanna. Batté le mani, finalmente ricordandosi di una cosa davvero importante: "Il tg!"
"Cosa?"
"Dobbiamo far entrare anche gli altri pipistrelli. È arrivata la seconda edizione".
Stremata dalla velocità con cui le stramberie si susseguivano, Johanna alzò le spalle: "E che problema c'è? Tanto di spazio ne abbiamo e di capelli pure".

Il vampiro notò che la battuta celava una certa impazienza, perciò si affrettò a spostare il nuovo arrivato sul suo dito.

"Come hai fatto?" Lo stupore della donna era evidente. Sapeva che un chirottero equivaleva a una gomma da masticare in termini di attaccamento alla chioma. Per levarselo di torno bisognava per forza adottare soluzioni drastiche, come un bel taglio di capelli...

"Tito è un pipistrello pulito ed educato. Sa quando è ora di smettere di giocare e cominciare a lavorare, vero?" lo carezzò un affettuoso e intenerito cugino alla lontana.
L'esserino alato spalancò le fauci minuscole, chiamando a raduno una cinquantina di suoi consanguinei che aspettavano fuori dalla finestra.
In meno di trenta secondi tavolo, sedia, mobili e soprammobili, lampadario e divano furono conquistati dalle truppe delle caverne.

Spiazzata da quell'invasione, la padrona di casa fece di tutto per non cedere all'isteria.

"E adesso, come lo guardiamo il tg?"
"Mia cara, siediti e lascia fare a loro..."
Con una disinvoltura degna di un gentiluomo, il vampiro fece accomodare la sua pupilla sul sofà, lasciando poi, nel sedersi a sua volta, un po' di spazio tra i loro corpi.
Nel frattempo, un nugolo palpitante si diresse sul televisore, volandogli attorno. Come una pioggia scrosciante cadde improvvisamente sul pavimento, rimanendo, infine, del tutto immobile. Solamente uno tra tutti i topi aerei continuò a svolazzare attorno alla tv e, una volta trovato il punto giusto, si abbarbicò sullo schermo come una civetta.

"Tito è pronto per essere sintonizzato".
"E gli altri? Che hanno?"
"Ah... Fanno sempre così, non farci caso. In realtà ne basta uno per essere aggiornati. Il punto è che i pipistrelli sono animali che soffrono la solitudine e non riescono a non portarsi dietro la famiglia. Quando è ora del telegiornale, chissà perché, si pietrificano e fanno da cassa di risonanza".
"Ma poi si riattivano?"
"Un po' di latte dovrebbe bastare".
"Una goccia a testa?"
"No, un sorso".
"Allora sono litri di latte, Vlad..."

L'uomo delle tenebre accennò a un sorriso di circostanza, avviandosi verso la creaturina in attesa. Con estrema delicatezza cominciò a massaggiare un orecchio al pipistrello. Tito, in segno di gradimento, alzò un'ala e, poco dopo, la tv si accese, mostrando in primo piano un volto esangue scavato da due profonde occhiaie. Il presentatore si asciugò un rivolo di saliva che gli colava al lato della bocca non appena si udì una voce fuori campo bisbigliare: "Siamo in onda!"

Vlad spiegò alla donna che chi faceva il tg non aveva modo di bere prima, per cui rimaneva a digiuno per tutta la nottata dal momento che saltava la possibilità di andare a caccia. Era così rivelato il mistero dell'aspetto stravolto del notiziario stesso.
"Anima mia, se qualcosa ti dà fastidio, chiudi gli occhi e copriti gli orecchi".
"Perché mai?"
"La seconda edizione è arricchita con contenuti speciali..."
"Per esempio?"
"Scene tagliate, hard core, pulp, cult, ecc."
"Va bene. Quindi?"
"Sarebbero vietate al di sotto di una certa età..."

"Secondo il vostro modo di contare, immagino. Si possono guardare dopo i...?"
"Due anni".
"Allora tu non hai problemi".
"No, potrei guardarle, solo che non fanno per me".
"Ti impressioni? Ormai sei adulto da un pezzo..."
"Ma il mio animo è sempre puro e ingenuo".
"Sempre secondo i canoni vampireschi, a quanto pare. Sai che sei un bel tipo?"
Un'esclamazione di gioia: "Lo sapevo! Sapevo che il tuo specchio mentiva!"

Per non annientare quella falsa illusione che pareva avere un'importanza esistenziale per il suo ospite, la padrona di casa tacque e prestò maggiore attenzione al notiziario. Le immagini tremavano, le voci erano dei sussurri rauchi e spesso chi parlava perdeva il filo del discorso. Ben presto Johanna venne colta dal sonno, seduta sul comodo divano. Per la prima volta poteva concedersi un attimo di pace senza preoccuparsi di venire attaccata e la sua testa cominciò a ciondolare sempre più, fino a che non trovò un solido appoggio alla sua destra...



Si svegliò di soprassalto, col respiro mozzato. Aveva dormito in presenza del suo potenziale assassino! 

Ed era ancora viva.
Un rapido esame complessivo non rilevò alcun segno di morso o dissanguamento sul suo corpo, eppure... quella fitta lancinante che aveva al capo?

Portò le mani alla testa e trovò immediatamente cosa c'era che non andava: Tito si era appollaiato nuovamente tra i suoi capelli.
A parte lui, gli altri intrusi erano ancora stesi per terra e Vlad non si era mosso dal suo fianco, lasciando che la propria spalla le facesse da cuscino.
Aspettandosi una battuta, la biondina rimase in silenzio, ma dopo un po' si sentì a disagio e, scostandosi di più: "Che vi prende? Siete tutti immobili, a parte questo zuccherino di Tito. Sembra che abbiate visto un fantasma..."

Nessuna reazione. Ricordandosi che, per farli sloggiare, sarebbe bastato del latte, Johanna si diresse a grandi passi verso il frigorifero, prese il cartone e, afferrando il primo piatto pulito, fece per versare.
L'atto rimase sospeso nel vuoto perché Vlad, stralunato, le aveva trattenuto il braccio: "Che stai facendo?!"
"Cerco di versare del latte per darlo da bere ai tuoi amici e per avere così la casa sgombra..."
"Con questo latte?"
"Non è scaduto, eh".
"No! Questo è latte vaccino!"
"Eh, perché, che latte vuoi? Di riso?"
"Assolutamente no! Non puoi avvelenarli! Devi dare loro il latte giusto".
Perplessa e irritata, la donna rimise il cartone in frigo: "Oh, come mi dispiace... Se avessi saputo... Proprio oggi sono a corto di latte di pipistrello, guarda!"
"Capra!"

"Come scusa?"
Il pugno era già pronto.

"Ho detto capra. Serve quello di capra..."

"Ti pare che tenga un supermercato in cucina?"
E con quella frecciata tappò una filippica sullo svezzamento dei chirotteri.
"Che si fa con loro?"

Johanna aveva già preso la scopa per buttarli fuori dall'appartamento, ma venne fermata immediatamente dall'ospite.

"Acqua? Di quella dovresti averne ancora, no?"
La donna lo fissò negli occhi e annuì, prendendo una piccola pentola e riempiendola con l'acqua del rubinetto.

Guardò Vlad, dubbiosa. L'espressione tetra del vampiro non era sparita da quando si era svegliata. Lasciando la teglia sul tavolo, con le mani libere scostò i capelli scompigliati e imbrillantati dalla fronte perlacea della creatura notturna.
"Che c'è ancora? Non ti pare di darmi già abbastanza problemi? Con questa faccia non fai che aumentare la mia voglia di defenestrarti. Anzi, sai che faccio? Ti do anche una bella spinta..." tirandolo per l'orecchio riuscì a fare due passi verso la finestra prima di bloccarsi del tutto.

"Cara..."
"Costosissima!"
"Per favore. Sto cercando le parole. Ecco, forse così... Prima al telegiornale hanno dato una notizia atroce".
"Sarebbe?"
"Pare che presto io e il mio gruppo dovremo cambiare città perché se ne sta avvicinando un altro, più grosso e influente".
"Ma è una notizia magnifica!"
"No, non puoi capire! Il trasloco, le valigie, la nuova casa, i vicini, l'area di caccia, la luce, l'aria, la luna, la brillantina e-".
"Stop!" Johanna gli sorrise: "A ogni cosa il suo tempo. Intanto perché non cominci già a recuperare le valigie?"

"Mi aiuteresti a riempirle?"
"Guarda, penso che una persona basti per coprire l'intera capienza..."

"Baby! Come sei tremenda..."
"È la lontananza – che avverto già ora – che mi fa dire certe cose. Non sai quanto non mi mancherai".
"Sarà poi vero?"
"Che intendi?"
"Pensaci bene. Sei sincera?"

La donna si voltò a guardare i volatili striscianti che formicolavano sulle gambe del tavolo per raggiungere la pentola traboccante. Quella notte aveva visto di tutto, ne era certa. Aveva provato orrore, schifo, inquietudine, sorpresa, impotenza, rabbia e frustrazione. Aveva incontrato Vlad e ci aveva passato ore interminabili continuando a parlare per scoraggiare silenzi e azioni violente. Non sempre riuscendoci.
Aveva avuto tempo o spazio per sé, per capire che le stava succedendo? Non ci aveva nemmeno fatto caso. Con un essere come quello che aveva al fianco, pensò, i sentimenti si irrigidiscono perché non lo si vuole accettare, non si vuole accettare la propria fine, soccombendo all'ignoto.

Aveva provato qualcos'altro? Simpatia, affetto, gioia? Entusiasmo, benessere, tranquillità? Con Vlad...
Tornò a fissarlo con un'espressione enigmatica. Non lo sapeva. Non era sicura di nulla. Desiderava solo andare a letto e rimandare tutte le constatazioni amichevoli al giorno dopo. Non voleva  di certo vivere in quella maniera per tutte le notti che le rimanevano.

"Vlad, credo di non provare proprio nulla nei tuoi confronti dal punto di vista affettivo. Sei un rompiscatole goffo e relativamente di buone maniere... Però ci fermiamo qui. Non credo che mi mancherai. Penso, anzi, che cercherò di scordarmi questa notte".

Una lacrima rigò la gota dell'uomo di gesso che annuiva lentamente: "Per me è stata una notte indimenticabile. Non ho mai trovato qualcuno che mi rifiutasse dopo tutte le avance. Solitamente le donne e le ragazzine mi corrono tra le braccia, offrendo già il collo scoperto e attendendo con gemiti e fremiti autoindotti il posarsi delle mie labbra... Perché voi no, mia cara? Che cosa vi ripugna del mio essere? (E con questo vi annuncio che è scattato il meccanismo per cui vi darò spesso del voi e mi ridurrò allo stato di draculite acuta)".

Un brivido. Poi: "Vlad, non ce l'ho con te. Tuttavia tengo molto di più alla mia incolumità. Per questo motivo non mi interessano certi giochi pericolosi".
"Anche se in palio c'è la mia vita?"
"Che cosa significa? Finora ho sempre sentito che la spacciata ero io".
"In realtà lo siamo entrambi".

Gli occhi famelici del vampiro saettarono alla finestra, come se aspettassero di scorgere qualcuno.

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