01.00

Magari tutti quei preliminari servivano per far risaltare di più la fragranza del sangue alle narici delicate del vampiro, che ne poteva sapere una donna comune?
Stanca di aspettare il morso, buttò lì: "E il telegiornale? I tuoi pipistrelli non fanno più i prepotenti".
"Ormai devo aspettare la seconda edizione. Ripassano sempre se non mi trovano una prima volta. Ma, in genere, non accade".
Tacquero entrambi, fino all'inevitabile rottura: "Senti, se proprio devi, lavati i denti e mettiti qualcosa, che so, una pellicola, una specie di guanto o profilattico per canini... non voglio prendermi un'infezione!"

"Ma sono pulito, mia cara!"
"No. Prima hai bevuto del succo e prima ancora chissà che altro! Non se ne parla proprio!"
Insistere, insistere fino allo sfinimento.

"Allora accompagnami al bagno, vedrò che posso fare".
"Mi accontenti veramente?"
"Certo, dove posso, vengo incontro alle richieste di una signora. Sono cose personali e ci tengo a lasciare un'ultima buona impressione".
"Sei l'uomo che tutte le ragazze sognano..."
"Così mi lusinghi!"
"...nei propri incubi" finì Johanna, lasciando l'altro senza parole.

La donna si schiarì la voce, spostandosi leggermente di lato e valutando la possibilità di movimento che le si offriva. Qualche centimetro a sinistra e poi la scarpa a punta del vampiro, che non poté evitare di calpestare.

Al contatto, qualcosa parve risvegliare l'orgoglio ferito di Vlad: "Vuoi ancora sfuggirmi?"
"No 'ancora', 'sempre'! Anche se io non dovrei muovere un dito, dal momento che dovrebbe volatilizzarsi qualcun altro".
"Perché non puoi vedere le cose dal mio punto di vista?"
"E tu dal mio?"
"Vorrei farti cambiare opinione sul nostro mondo..."
"Non vedo come. Anzi, sai che c'è? Se te ne vai, cambio anche la serratura, guarda!"

"Non ho mai incontrato una donna più cocciuta e insensibile!"
"Io? L'insistente che non capisce in che situazione si trova sei tu! E, per la cronaca, divento insensibile quando uno mi gela la pelle. Sfido chiunque si trovasse al mio posto ad avere tutti e cinque i sensi funzionanti".
"Ma dolcezza, dovevi dirlo subito! Quello che ti serve è un bagno caldo e tutto si sistema! E visto che ne abbiamo parlato poco fa... Perché non dirigerci? Così ne approfitto per controllare se il mio canino è scheggiato e mi lavo i denti".
"Ero convinta che preferissi portare avanti questo contratto passo dopo passo. Ti sei ricreduto e adesso sei disposto a fare la sauna insieme? A me va bene, però la tua anemia... E tutta la pelle che non ha mai visto il sole (e qui intendo, da capo a piedi, praticamente tutta) verrebbe finalmente esposta..."
Le guance dell'uomo pallido si tinsero di rosa. Cominciò a balbettare: "No, non intendevo... Non mi permetterei di giungere subito... Quello che volevo di-"

La biondina, comprendendo l'intenzione sincera, prese il molestatore per la manica e lo trascinò lungo la stanza. Zoppicava per via della storta e, purtroppo, a causa del buio e della sua insicurezza nell'avanzare, finì contro il tavolino rovesciando il bicchiere che aveva offerto all'ospite indesiderato all'inizio della disavventura. Senza pensare alle conseguenze, tentò di prenderlo al volo, ma fu ferita al dorso della mano da una scheggia di vetro volante.

Immobile. Tutto restò immobile. Nella mente della giovane non si mosse nulla per paura di infrangere anche l'ultima speranza. Liberò infine uno spasimo quando avvertì il sangue caldo scorrerle alla punta delle dita. Fine della storia. Punto. Squarcio e disperazione.

Aspettava tremando che l'avvoltoio la colpisse e serrò gli occhi non appena la mano di gesso le si posò dolcemente sulla spalla.
"Mia dolcissima signora, che cosa vi prende?"

Johanna trattenne un singhiozzo per fare onore a quel po' di dignità che aveva mostrato fin dall'inizio e per non mandare tutto a vampiri. Più il tempo scorreva e più recuperava il desiderio di resistere. Vedeva persino un po' di luce davanti a sé.

"Vlad?"
"Avevo quest'accendino in tasca per le emergenze e per quando voglio fumare un po' di foglie di tabasco. Sai, amo il piccante, nonostante la mia pressione non sia delle più alte. Ma tanto, basta qualche goccetto ematico a tirarmi su".

"Mi lasci completamente sbalordita... Ora capisco quanto si possa essere masochisti: tabasco e accendino. Ti porti dietro due armi letali".

"Ogni uomo ha i suoi vizietti poco salutari, no? Ma ora occupiamoci di questo..."
Prese delicatamente la sua mano, avvolgendo la ferita con uno dei suoi fazzoletti di raso. All'interrogativo comparso tra le ciglia della sua paziente, spiegò: "Prima di tutto vorrei lavarmi i denti, come avevamo accordato".

Johanna lo fissò, sempre più incredula. La meraviglia crebbe in modo esponenziale quando si ritrovò l'accendino nella mano illesa. 
"Mia fonte di vita e ispirazione, se permetti, ti porto in bagno. Con la caviglia che ti ritrovi e la mano in quello stato, mi pare che non ci sia bisogno di ulteriori facilitazioni nei miei confronti. Il mio lavoro lo faccio bello pulito, senza favoritismi".
"Capito, adulatore navigato, andiamo..." 

Non poté coprire la pelle d'oca sulle braccia. L'uomo, dapprincipio presentatosi con esuberanza, stava rapidamente scendendo a cortesie da manuale (come le aveva accennato) per via della prolungata carenza di liquidi.

Sorretta dal vampiro che faticava a controllare gli scatti della mandibola, Johanna fece strada grazie alla luce fluttuante dell'accendigas.
"Baby, hai acqua e sapone?"
"Siamo in un bagno. Secondo te ci troviamo latte e formaggio?"
"Benissimo, allora ti chiedo di fare una cosa alla svelta, però fatta bene".

"Cosa?"

Vladimiro inspirò l'odore del sangue, inebriato dalla vicinanza fortuita alla mano infortunata. Fu un gesto involontario, che tuttavia mise in allarme Johanna.
"Hey?!"
Scosso dallo stato di trance, l'uomo di marmo allontanò la fonte della sua ebbrezza: "Meglio che mi lavi subito i denti".
Prese l'unico spazzolino che trovò, lo nascose sotto a uno spesso strato di dentifricio e mise in bocca. Non fece a tempo a spazzolare che cominciò a urlare e sputare nel lavandino: "Non è alla menta?"
"No, alla salvia e bicarbonato".
"Bicarbonato! Non sai che è pericolosissimo?".
"C'è anche un po' di timo..."
"No, quello neanche si sente".
"Ma il sale dovrebbe aiutare la pressione, no?"
"Non delle gengive! Guarda, tutto corroso" si alzò il labbro superiore con un dito per mostrare le ustioni alla giovane.
"Un bel lavoro, non c'è che dire. Sai, se vuoi ho anche dei sali da bagno che possiamo usare quando ci pare, anche subito..."
"Per carità, vuoi uccidermi?"
"Senza lasciare tracce. Un lavoro pulito, no? Così risolviamo anche il problema delle infezioni".

"Per favore, mia adorata, certe battute non si fanno. Piuttosto, ora che inizia a essere evidentemente urgente, diamoci da fare con il contratto. Passami l'accendisigari, prendi il sapone e inizia a produrre quanta più schiuma puoi".

"Perché?"
"A dopo le spiegazioni".

Mentre la padrona di casa eseguiva l'ordine bizzarro, la creatura della notte si avviò con l'accendino verso la finestra serrata. Facendo ben attenzione a non bruciarsi i polpastrelli, aprì il vetro e i battenti, lasciando che una fievole luce lunare facesse capolino nella sala da bagno. 

"Ma che fai? Sei impazzito?"

Vlad si portò l'indice alle labbra, imponendo il silenzio. Rimise in tasca l'accendino e si asciugò il sudore ghiacciato che gli aveva imperlato la fronte. In un gentile sussurro si accostò all'improvvisata lavandaia: "Come sei messa?"
"Mi pare di essere a buon punto..."

La schiuma aveva riempito metà del lavandino e continuava ad aumentare. Soddisfatto, il parente dei chirotteri colmò di spuma la coppa che aveva formato con le mani e trasportò la nuvola bianca e profumata sul davanzale, spargendola ben bene. Fu imitato subito dalla donna, che non si astenne dal lanciargli uno sguardo interrogativo. Quando tutta la schiuma fu aspersa, il vampiro consegnò nelle mani di Johanna l'accendino.

"Ora, mia cara, dovresti avvicinare la fiamma alla superficie bagnata e aspettare che salga il fumo..."
Con un movimento elegante, la creatura notturna prese la mano della donna e la accompagnò in intricati disegni rasenti al davanzale bagnato. Un fumo dolciastro raggiunse le loro narici, facendoli arretrare di un passo.

Johanna a quel punto alzò gli occhi verso l'uomo che le stava tremante di fianco: "Ebbene?"
"Ebbene, credo sia ora di darci una mossa con il patto..."
"No, stai bene?"
"Relativamente, se non conto il bruciore alle gengive, alla gola e i crampi alla mascella..."
"Allora stai benone. Pensavo che con l'acqua ti saresti sciolto o qualcosa del genere. Ma con rammarico vedo che non è così".

"Certo. L'acqua non ha mai ucciso nessuno in modeste quantità".
"L'idiozia invece sì".
"Quello che abbiamo appena fatto ha senso, credimi".
"Vorrei proprio. Pensa, c'è gente che prima di morire (e lo sa che morirà a breve) viaggia, ama, crea. Io, prima di morire, lavo davanzali. Logico, vero?"
"Gioia delle mie papille, quante volte ancora dovrò ripeterlo? Il rituale del sapone ha il suo perché. Adesso torniamo a noi".

Alla donna gocciolava ancora la mano: il fazzoletto era intriso di sangue insaponato. Il bruciore era forte, ma non ci badava, tanto era tesa.

"Tesoro, accomodati sul bordo della vasca, così andremo meglio entrambi. Ti prometto che sarò abbastanza rapido".

"Lo spero, anche perché la finestra è aperta e là fuori non c'è solo Sergeij..."
"Non devi nemmeno pensarci! La finestra con il sapone ora è un'ottima barriera repellente. Anche se è spalancata, non verrà dentro nessuno".
"E se rimangono fuori a sbirciare?"
"In questi casi è il nostro pudore ad allontanarci".
"Non l'avrei mai detto... E perché tu sei ancora qui allora?"
"È un varco unidirezionale, per intenderci. Si può solo uscire, non entrare".
"Quindi se esci, non entri più?"
Il vampiro annuì, accompagnandola sul bordo vasca: "Adesso, accomodati". Non sarebbe di certo uscito in quel momento, inutile illudersi.

Un sospiro lungo diversi secondi, poi un assenso che scosse la testa bionda illuminata dalla luna.
"Sì, sbrighiamoci, non ne posso più".
Vlad le si genuflesse di fronte, appoggiando una mano gelida sul ginocchio di Johanna. Una sonora protesta. Era quello della caviglia dolorante. Cambiò ginocchio.

A pochi centimetri dal proprio naso, la giovane poté contare le ciglia dell'uomo che l'aveva privata del sonno, mentre il respiro si faceva sempre più erratico mano a mano che le loro labbra si avvicinavano.

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