14. tension
𝐌𝐚𝐫𝐢𝐚'𝐬 𝐩.𝐨.𝐯
«si può sapere perché l'hai fatto?!» domandai sconcertata dall'azione appena compiuta da Naoto «hai appena detto che è una trappola, perché mi ci hai trascinata?»
Mi guardò con uno sguardo da cane bastonato, aveva agito di impulso e ne era consapevole ma, in quel momento era inutile arrabbiarsi, ormai il dado era stato tratto. Rimasi sorpresa quando mi rivolse un sorriso enorme e mi abbracciò.
«è passato così tanto tempo» disse quasi in un sussurro stringendomi di più a sé. Sciolse l'abbraccio e rimase a guardarmi mentre con le mani stringeva le mie spalle, come per assicurarsi che fossi realmente lì di fronte a lui «non sarai cresciuta molto in altezza, ma sei quasi una donna ora»
«Naoto!» gli tirai una pacca sulla spalla, offesa dal dettaglio su cui aveva posto l'attenzione. Lui rise nel modo più adorabile possibile e si scusò per le sue parole. Mi sembrava talmente assurdo, ma non potevo che esserne felice «quindi tu ricordi»
«mentirei se dicessi che non ho mai dimenticato, ma da quando sono rimasto intrappolato nei sogni, molte cose mi sono ritornate alla mente» ammise facendosi più serio «tutti abbiamo dimenticato ed è stato all'arrivo di Jiu alla Toge, eravamo solo dei ragazzini, ma lei...»
«lei cosa?»
«il potere di Jiu è davvero immenso, ma nemmeno lei ricorda chi è»
Rimasi col fiato sospeso e non ebbi nemmeno il tempo di fare altre domande. Credevo che fossero gli altri a non ricordare ma, evidentemente, c'era qualcosa che nemmeno io ricordavo. L'arrivo di Jiu alla Toge era stato il punto di rottura, ma qualcosa aveva iniziato a incrinarsi molto tempo prima.
«perché l'hai fatto?»
L'incontro con Naoto mi aveva completamente distratta, mi ero quasi dimenticata di essere in un ricordo appartenente a Yoohyeon, ma non appena quella voce giunse alle nostre orecchie, lui mi prese per mano e mi tirò vicino a sé.
Eravamo in un posto che non aveva nulla a che fare con la tenuta di campagna, dopo aver attraversato la porta non eravamo entrati in una stanza, era un luogo all'aperto ed era notte. Aveva tutta l'aria di essere una piccola radura nel mezzo di un bosco, ma era troppo buio per scorgere un qualsiasi altro elemento di riferimento.
«fa tutto parte di un piano più grande, dei piccoli sacrifici sono necessari. Non vorrai mica farmi credere che t'importasse qualcosa» ci fu un attimo di silenzio, dopodiché la persona che aveva posto la domanda, riprese a parlare tra una risata di scherno e un'altra «ti importava veramente. Incredibile. Mi meraviglio di te, ammettilo, se non fosse per l'incantesimo che ti ho lanciato correresti dietro ad una ragazza che nemmeno conosci. Non riesci a capire che ti stanno raccontando delle menzogne per attirarti dalla loro parte?»
«come fai ed esserne così certa? Per conto mio la sua versione è più credibile»
«spero tu stia scherzando»
«me lo sono sempre chiesto, per quale motivo la figlia di Izanami dovesse sottostare alle regole di una scuola come noi comuni mortali, nemmeno tu lo sai, non è così?»
«Jiu e Changkyun» mormorò Naoto tra sé e sé stringendo di più la mia mano «stanno litigando»
«è una cosa così strana?»
«che abbiano da bisticciare? No. Changkyun e Jiu non sono mai andati particolarmente d'accordo, hanno caratteri simili e questo li porta ad essere spesso in contrasto, ma penso di non averli mai visti perdere le staffe. Sembrano entrambi coi nervi a fior di pelle, qualcosa li turba particolarmente e potrebbero saltarsi addosso in qualsiasi momento. Non solo le loro voci lasciano trasparire rabbia e agitazione, i loro pensieri sono confusi, annebbiati dall'ansia di non essere all'altezza della situazione e da delle emozioni a cui non riescono a dare un significato. Sono spaventati»
Stetti ad ascoltare attentamente le sue parole. Naoto era il tipo di persona che amava sdrammatizzare qualsiasi situazione, un ragazzo che dava fin troppo spesso aria alla bocca e usava le parole con leggerezza. Era strano, per me, ascoltare una così attenta analisi dei suoi amici.
Trasalii. Mi parve di sentire qualcuno toccare la mia spalla, un tocco leggero, quasi impercettibile.
«Maria, che succede?»
«ho avuto come l'impressione che qualcuno mi picchiettasse col dito sulla spalla...» dissi quasi temendo di essere sentita da chiunque potesse esserci alle nostre spalle ma, quando ci voltammo, non c'era nessuno, c'era solo una porta
«dovremmo attraversarla?»
Annuii. Non sapevo cosa potesse aspettarci al di là di quella porta, ma eravamo lì proprio per scoprire più cose possibili su Yoohyeon, dovevamo attraversarla. Abbassai la maniglia e varcammo la soglia. Davanti ai nostri occhi c'era un'enorme stanza in rovina appartenente ad un'epoca lontana dal nostro presente. Un tempo doveva essere stata di uno splendore che riuscivo solo ad immaginare, oramai era infestata da piante rampicanti ed erbacce, alcune delle colonne che sostenevano il soffitto erano cedute, gli stendardi bianchi con lo stemma dorato infissi alle parenti erano stracciati e ridotti a brandelli sul pavimento. Del tappeto rosso che avrebbe dovuto stendersi su tutta la navata centrale ne rimaneva solo un pezzo ai piedi delle scale del rialzamento dove era posto un trono.
Tuttavia, quello che sembrava essere un luogo abbandonato da diversi anni, non era stato affatto abbandonato; sul trono era seduta una ragazza dai capelli rosso fuoco, troppo lontana per distinguerne i tratti del viso, e in piedi a diversi metri di distanza da lei si trovava un uomo in divisa bianca e dai lunghi capelli biondi raccolti in una coda.
«qui è tutto diverso...» disse Naoto mentre ci nascondevamo dietro ad una delle colonne. Mi fece cenno di tacere ed ascoltare quello che le due persone nella sala avevano da dirsi. Non capii cosa volesse dire con quella frase, ma mi limitai a fare ciò che aveva suggerito con i gesti.
«fammi indovinare, sei qui per chiedermi di guarire tua moglie? O forse i figli?» chiese la rossa disinteressata. Teneva la testa appoggiata alla mano chiusa a pugno e non guardava in faccia l'uomo al suo cospetto. Sospirò. «non farò nulla del genere»
«non vi disturberei mai per tali futilità. Sono qui per proporvi un accordo» all'affermazione dell'uomo la ragazza si lasciò sfuggire una risata di scherno. «potrà sembrare ridicolo che un semplice uomo come me voglia proporre un accordo ad una divinità, ma sono certo che ascoltare le mie parole sarà di vostro interesse»
«continua» lo esortò incuriosita da quale sciocca proposta avesse in mente quell'uomo
«la guerra si avvicina, il paese rischia di cadere in balia di forze maggiori se non prendiamo provvedimenti. Il paese ha bisogno dell'aiuto e della benedizione di una Dea»
«cosa ti fa pensare che io voglia creare un'alleanza proprio con voi inutili umani? Perché dovrei farmi coinvolgere quando potrei semplicemente stare a guardare lo spettacolo che voi umani ripetete costantemente dalla notte dei tempi? Gioverei della situazione senza fare il minimo sforzo, come sempre del resto. Tuttavia... sono curiosa. Curiosa di sapere, cosa ti ha fatto pensare che io possa voler stringere un accordo proprio con te, che hai osato sedurre una delle mie amiche e indurla a voltarmi le spalle. Non credere che mi sia dimenticata dei tuoi loschi piani per creare una nuova stirpe»
«a dire il vero, contavo proprio sul fatto che ricordaste chi io sia» ammise iniziando a camminare avanti e indietro davanti alla rossa come per provocarla «e credo vi farà piacere sapere che il sottoscritto è a conoscenza del luogo in cui si trovano tre delle amiche che state cercando da due decenni a questa parte»
«cosa vuoi di preciso»
«sapere come ottenere l'immortalità e creare la stirpe suprema. Le persone che nascono col dono sono sempre meno e la maggior parte di esse perde le proprie abilità. Voglio creare un luogo in cui i bambini nati con il dono possano crescere, imparare a dominare le loro capacità e, una volta adulti, procreeranno dando alla luce bambini con abilità ancora più sorprendenti»
«non funzionerà mai. L'hai detto tu stesso, la maggior parte dei bambini nati col dono lo perde al raggiungimento dei sedici anni»
«per questo motivo dovete essere voi a scegliere chi è idoneo al progetto. Poi un giorno nascerà il bambino che sarà in grado di uccidervi e porre fine alla vostra tormentata esistenza! Questo sarà lo scopo della mia accademia! La Toge Academy sarà il luogo in cui nascerà colui che potrà cancellare l'unica portatrice della maledizione da questo mondo»
Ci fu un attimo di silenzio assoluto, dopodiché a rossa accavallò le gambe e si protrasse in avanti.
«credo proprio che abbiamo un accordo»
Naoto ed io ci scambiammo uno sguardo colmo di sorpresa. La Toge Academy, il luogo che credevamo essere la salvezza dei ragazzi con delle abilità sovrannaturali non era altro che l'ennesimo posto in cui quelli come noi venivano sfruttati per uno scopo irrealizzabile. Non eravamo altro che burattini facenti parte di un piano ideato dalla pazzia e della sete di potere che accomunava tutti gli esseri umani.
L'uomo ringraziò la rossa e si voltò diretto all'uscita. Come se la perdita di quelle che per noi erano certezze non fosse stata abbastanza, vedere che l'uomo che aveva architettato tutto non era altri che l'attuale preside della Toge Academy, era come un coltello rigirato nella piaga. Dentro di me avevo sempre saputo che il preside potesse avere dei secondi fini ma, come potevo immaginare che nascondesse un piano di tale malvagità?
D'altra parte il mondo sembrava esser caduto addosso a Naoto. Lui che aveva sempre visto il preside come un salvatore, l'esatto opposto di ciò che erano gli uomini dal camice bianco che tanto temeva, si sentiva profondamente tradito.
«Naoto... se l'avessi saputo, io...»
«non devi fartene una colpa...» mi rassicurò tirando su col naso, come per evitare di mettersi a piangere «le tue visioni mostrano il futuro, non il passato. Quell'uomo ti ha accolto come ha accolto tutti noi, ci ha fatto credere di essere al sicuro e circondati da persone che ci volevano bene. Non devi assolutamente sentirti in colpa, tu non c'entri nulla con quell'uomo»
Rimasi in silenzio. Non c'era assolutamente nulla che potesse rendere quella scoperta meno dolorosa, qualsiasi cosa avessi detto sarebbe stato come buttare del sale sopra ad una ferita aperta.
«Yoohyeon,» disse evitando in tutti i modi di incrociare il mio sguardo. Stava cercando di farsi forza, c'era qualcosa di più importante in quel momento. «lei non è la persona che crediamo che sia. Ho scoperto delle cose in questo mondo che mi fanno venire i brividi solo a ripensarci... non dovevate venire qui»
«come? Sei stato tu a dirle di dire a Gahyeon che c'erano delle porte da aprire, non avremmo mai potuto lasciarla venire qui da sola...»
«no»
«cosa no?»
«io non le ho detto nulla del genere... nel momento in cui sono riuscito a stabilire un contatto, sono riuscito a dirle solamente che si era creato un collegamento tra i nostri mondi dei sogni, ma poi la strega ... la strega le ha detto delle porte.»
«la strega? Ti riferisci a Siyeon... non è così?» ero così confusa. Ci aveva indotti ad entrare nel mondo dei sogni facendoci credere che avremmo potuto ritrovare i ricordi perduti di Yoohyeon per poi tentare di intrappolarci al loro interno. A cosa puntava? Quale era lo scopo di quell'inganno? «non ha assolutamente senso...»
Mi scorsi per vedere oltre la colonna di marmo, l'uomo di poco prima non c'era più, nella stanza eravamo rimasti solo in tre.
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Sarà passato un secolo dall'ultimo aggiornamento, ma eccoci qui.
Come dice Naoto in questo capitolo, Yoohyeon non è la persona che abbiamo avuto modo di vedere finora e credo che ormai vi siate fatti una certa idea sul suo conto :)
Attirare i ragazzi nel mondo dei sogni ... quale sarà mai l'obiettivo della nostra cara Siyeon?
Cosa vi aspettate per il prossimo capitolo?
Mi raccomando, supportate me e questa storia lasciando una stellina ★
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