12. tea party
𝐆𝐚𝐡𝐲𝐞𝐨𝐧'𝐬 𝐩𝐨𝐯
Avevo varcato la soglia della porta aperta dalla chiave che era comparsa nelle mie tasche, sotto ai miei piedi non c'era più il pavimento di legno del corridoio, c'era dell'erba. Mi ritrovavo all'esterno della magione, però era diverso da quando eravamo arrivati nel mondo dei sogni; nel cielo splendeva il sole, soffiava una leggera brezza che trasportava con sé i canti delle cicale. Sembrava essere piena estate.
Poco più avanti, nel giardino, sotto ad un enorme albero c'era un tavolo bianco apparecchiato in modo impeccabile e ricoperto con decine di piatti pieni di dolci.
Sentii delle voci avvicinarsi e, quasi di impulso, mi nascosi dietro al tronco dell'albero. Era la prima volta che entravo in un ricordo, non sapevo se le persone appartenenti ad esso sarebbero state in grado di vedermi o meno, non potevo rischiare di modificare il corso degli eventi.
«muovetevi altrimenti la sorpresa sarà un fiasco!»
«sarà un fiasco se continui ad urlare in questo modo, Minji la porterà qui tra poco, andrà tutto liscio come l'olio»
«ma dobbiamo sederci o dobbiamo rimanere in piedi?»
«che razza di domanda è?!»
Quelle voci mi parevano famigliari, forse anche troppo, quando decisi di sbirciare rimasi senza parole; vicino al tavolo c'erano cinque ragazze vestite con abiti dell'inizio '800, due di loro erano Handong e Siyeon e poi c'ero io. C'erano anche due ragazze che non riuscivo a riconoscere, una dai lunghi capelli castani, quella che tra tutte aveva la voce più alta e una dai capelli a caschetto molto chiari, quasi biondi, che tra tutte sembrava essere la più seria.
Se quello era un ricordo in cui ero presente pure io, perché io non ricordavo chi fossero? Anzi, perché non ricordavo proprio che fosse successo?
«arrivano!» la castana soffocò quello che avrebbe dovuto essere un urlo di gioia
E subito dopo che Yoohyeon arrivò nel giardino accompagnata da una Minji dai capelli biondi, urlarono tutte all'unisono un "buon compleanno". Yoohyeon non sembrava essere un granché stupita, come se avesse già il sospetto che le avrebbero organizzato una festa, ma dal dolce sorriso sul suo volto si capiva che apprezzava che fossero tutte riunite all'ombra della chioma del grande albero.
«sapete che non mi piace festeggiare, mi fa sentire vecchia»
«hai solo 2468 anni, non sei così vecchia»
«grazie di avermelo ricordato, Siyeon. L'immortalità è una maledizione, non dovremmo celebrarla, soprattutto perché un giorno rimarrò inevitabilmente sola a ricordare questi momenti»
«te l'avrò ripetuto migliaia di volte, noi rimarremo insieme per l'eternità» ridacchiò Minji spingendo la ragazza a sedersi a capotavola, per poi sedersi alla sua destra «quindi festeggiamo un altro anno passato assieme!»
«e tutti gli anni che passeremo insieme in questa meravigliosa tenuta di campagna» aggiunse Handong bevendo del tè da una tazza di porcellana decorata con fiori sulle tonalità del rosa «vi ho già detto che amo la Francia?»
«a tal proposito,» il sorriso svanì lentamente dal volto di Yoohyeon, lasciando spazio a un'espressione malinconica «la Francia è in pace da ormai trentaquattro anni, non ci sono più guerre e le persone che muoiono sono molte meno. Dobbiamo spostarci»
«sì, ma non oggi» dissi io... cioè, la me del ricordo. Prese un pacchetto decorato con della carta bianca e un nastro verde e glielo porse «questo è da parte mia, ho pensato che sarebbe potuto servire»
Yoohyeon aprì la scatola e al suo interno trovò una catenina d'oro, come la vide capì subito il motivo per cui la me del ricordo gliel'avesse regalata.
«così non rischierai più di perderla»
«non l'ho mai persa» precisò ridacchiando. Prese dalla tasca una chiave molto vecchia che aveva incastonate in sé sette pietre, sei più piccole sullo stelo e una più grande sull'impugnatura, e la infilò nella catenina. Anche se ero lontana, avrei potuto riconoscere quella chiave ovunque, era la stessa chiave che Changkyun portava sempre al collo «ma così sarà sempre dove voglio che sia, grazie Gahyeon»
Quel ricordo aveva tutta l'aria di essere felice, eppure il nastro della mia chiave era blu; avrebbe dovuto trattarsi di un ricordo triste. C'erano molte cose che non mi tornavano oltre a quello: la chiave di Changkyun, gli abiti di un secolo passato, la pace, la morte e l'immortalità. Ma la cosa che tra tutte non riuscivo proprio a spiegarmi, era la mia presenza e il fatto che io non avessi nessun ricordo di quel momento.
«in un mondo ci sono tante porte, le più pericolose sono quelle che non vedi, ma sono anche quelle più importanti» il ricordo sembrò congelarsi e alle spalle di Yoohyeon comparve un coniglio, alto e con smoking e cappello a cilindro; quello doveva essere il coniglio di cui Siyeon ci aveva parlato.
«non appartieni a questo luogo» commentò lei alzando la tazzina di porcellana per bere un sorso di tè «non dovresti essere qui»
«prendetelo come consiglio o come menzogna» continuò chinandosi leggermente al fianco sinistro della ragazza «una porta è stata aperta»
«se avessi voluto un tuo consiglio, ti avrei invitato al ricevimento del tè» si lamentò voltando il capo proprio nella mia direzione «ora non ho tempo per i tuoi giochetti, ho un impegno ad attendermi, quindi sparisci prima che ti tagli una zampa per farne un portafortuna»
«come desiderate»
Il coniglio svanì nel nulla, proprio come era apparso. Yoohyeon ripose la tazzina sul piattino e si rivolse a me.
«sei riuscita ad aprire la porta del mio mondo» mi fece notare rivolgendomi un sorriso orgoglioso e malinconico allo stesso tempo «hai fatto progressi, piccola Gahyeonie»
Non trovai il coraggio di parlare. Quella non era la stessa Yoohyeon che frequentava la Toge Academy, dal suo modo di atteggiarsi con quel coniglio e dalle parole con cui si era rivolta a me non sembrava assolutamente la stessa persona che conoscevo io. In quel momento, sembrava quasi come se a parlare fosse Jiu.
«puoi avvicinarti, non mangio mica» ridacchiò facendomi cenno di prendere posto alla sua sinistra, dove poco prima stava seduta la me del ricordo, e così feci «i ricordi... poter rivivere infinite volte momenti del passato, non è forse affascinante? È la prima volta che entri in un ricordo?»
«sì...» rispondere alle sue domande mi metteva una pressione mai provata prima, riuscivo a percepire quanto lei fosse potente e ciò mi metteva paura «in realtà, io ho aperto la porta del mondo dei sogni, è stata Siyeon a guidarci ai ricordi... ma tu come... come riesci a fare questo?»
«se mi stai chiedendo come riesco a interagire con te, per dirlo in modo semplice, è perché ho creato un incantesimo che permette alla mia coscienza di dividersi in più pezzi per sorvegliare delle cose che dovrebbero rimanere segrete. Sai, Gahyeonie, ci sono molte cose che posso fare, ma in questo momento non ha importanza. Se tu sei qui, immagino che ci sia anche Minji... da qualche parte nel mio mondo, intendo»
«sì, certo, anche lei è qui» mi affascinava. C'erano moltissime cose non sapevo sul mondo dei sogni e dei ricordi, cose che lei sembrava conoscere come le sue tasche, avrei voluto che mi insegnasse tutto al riguardo, ma prima... prima cosa dovevo fare?
«procede tutto come secondo i piani, magnifico» Yoohyeon si alzò dalla sedia e con un gesto della mano mi fece capire che dovevo seguirla. Si fermò davanti ad una delle porte finestre che davano accesso all'edificio principale «il mondo dei sogni è un posto pericoloso, te lo spiegai al nostro primo incontro. Per questa volta ti concederò il mio aiuto, ti darò la possibilità di sbirciare nel futuro, usa bene questa opportunità e fai attenzione a non perderti»
Aprì la porta ed io l'attraversai sotto il suo sguardo attento. Ciò che scoprii poco più tardi, si rivelò essere più spaventoso di quanto potessi lontanamente immaginare.
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HEY HEY HEY
Sono ancora viva!
So che questo capitolo è abbastanza corto e pure i prossimi saranno più o meno di questa lunghezza, ma voglio lasciare ancora un po' di suspense :D
Mi raccomando, supportate me e questa storia lasciando tanti commenti e una stellina ★
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