05. why should I help them?

Dopo aver trovato tutti un libro, ci riunimmo al piano terra per ascoltare quel che aveva da dire la professoressa Misako. Per tutto il resto della lezione non feci altro che pensare alle parole di quella ragazza, se davvero c'erano persone che avrebbero potuto aiutarmi a scoprire cos'era successo, perché non me lo avevano detto? Forse dovevo davvero provare a chiedere aiuto a Changkyun, ma non ero certa di andargli a genio.

«terra chiama Yoohyeon» la frase che mi sarei aspettata di sentire dalla voce di Sana, fu pronunciata da un Naoto divertito che sventolava la mano davanti alla mia faccia «sei ancora tra noi? Guarda che Changkyun se n'è andato da un pezzo!»

«c-come?»

«non fare la finta tonta, abbiamo visto tutti che l'hai fissato per tutta la lezione» scherzò mettendo il braccio attorno alle mie spalle e iniziando a camminare verso il portone per uscire dalla biblioteca «cosa hai detto per far arrabbiare Sana?»

«l'ho fatta arrabbiare?»

«eccome, se n'è andata senza di te, guarda» con un cenno del capo m'indicò il giardino che si estendeva davanti a noi, poco più avanti c'era Sana intenta a parlare con Woosung con un'espressione contrariata «ma non preoccuparti le sei simpatica perciò prima di sera le passerà»

«voi invece perché non le siete simpatici?»

«non ne ho la più pallida idea ma credo che abbia a che fare con Jiu e sua madre»

«hai intenzione di raccontarle anche il sogno erotico che hai fatto su di lei?»

Entrambi ci voltammo sconcertati verso la rossa, io per ciò che avevo appena sentito e lui per la rivelazione fatta dall'amica.

«Yoohyeon, ti giuro che non è mai successa una cosa simile!» negò immediatamente Naoto per poi rivolgersi alla rossa «andiamo, Jiu, dille che te lo sei inventato»

«avreste dovuto vedere le vostre facce, mi avete rallegrato la giornata» ridacchiò alzando le mani in segno di resa «ammetto di essermelo inventata, Naoto non ha mai fatto un sogno simile o, quantomeno, non ce l'ha mai detto. Non ci siamo mai presentate in modo adeguato, ma presumo che Sana ti abbia parlato molto male di me, io sono Minji, ma puoi chiamarmi Jiu»

Guardai la sua mano tesa verso di me ed esitai prima di stringerla, se in precedenza avevo avuto un'impressione abbastanza buona di Naoto e Changkyun, non avevo la più pallida idea di cosa pensare di lei; che fosse spesso sarcastica in ciò che diceva l'avevo capito, come avevo anche capito che la infastidiva quando si parlava di lei in sua assenza, ma non riuscivo proprio a capire se fosse davvero il tipo di persona descritta da Sana.

«sai Naoto, mi stupisce vederti interagire con qualcuno che non sia Changkyun» commentò Jiu unendosi alla nostra chiacchierata senza troppi problemi «a proposito, sai dov'è?»

«credo sia con Gahyeon a parlare di quello strano sogno che continua a fare in questi giorni... E poi non è vero che interagisco solo con Changkyun» rispose in modo sprezzante

«se lo dici tu... Yoohyeon, ho sentito dire che hai perso la memoria e che Naoto non riesce a leggerti i pensieri, deve essere orribile non ricordare chi si è...»

«nella mia testa ci sono più punti di domanda che pensieri, so solo che prima avevo delle abilità che ora nemmeno ricordo e non so come usare» sbuffai «quindi, sì, è davvero orribile»

«delle abilità molto potenti» precisò Jiu. Mi guardava come se volesse leggermi l'anima e scoprirne ogni minimo dettaglio, mi venivano i brividi a pensare che quella sua affermazione potesse diventare una dichiarazione di guerra «riesco a percepirne l'ombra nella tua aura, quando ricorderai chi sei, ritroverai anche le tue abilità. Ma nessuno sembra intenzionato ad aiutarti»

La nostra tranquilla conversazione fu presto interrotta dalla comparsa di quattro uomini in abiti neri; apparvero così, dal nulla, e non avemmo nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo che uno loro con l'ausilio di un martello grande quanto la sua persona aprì una voragine nella terra del giardino.

Se non fosse stato per Naoto, che mi aveva afferrato il braccio e tirato con sé, sarei sprofondata in quel buco senza nemmeno rendermene conto.

«vediamo un po'» sbuffò Jiu levando dai suoi vestiti la polvere che si era alzata a causa dell'attacco dell'uomo. Sembrava calma, come se una situazione simile fosse parte della quotidianità, ma allo stesso tempo innervosita per l'interruzione della nostra chiacchierata «voi arrivate qui, vestiti esattamente come ci si aspetterebbe da agenti di qualche organizzazione, e ci attaccate senza nemmeno dire quale sia il vostro scopo... Non credete che vada oltre la soglia della maleducazione?»

Rimasi affascinata dal suo modo di fare tranquillo, ciò che aveva detto Sana riguardo alle sue abilità doveva essere sicuramente vero, doveva essere molto potente e sicura di sé per non farsi intimorire da quei quattro. Gli uomini vestiti di nero sembrarono ignorare completamente ciò che la rossa aveva detto, due di loro iniziarono ad attaccarla con le loro armi, mentre gli altri due puntarono su me e Naoto. Eravamo entrambi in difficoltà, cosa potevamo fare? Lui poteva solo leggere i pensieri ed io non avevo la più pallida idea di cosa ero in grado di fare, in pratica eravamo già morti.

«dovete avvertire i professori» ci suggerì Jiu innalzando tra noi e gli uomini con le sue abilità un muro ricavato dal terreno «correte!»

Non ce lo facemmo ripetere due volte, iniziammo a correre verso la biblioteca, che in quel momento era l'edificio più vicino, per chiedere aiuto a Misako, ma la mia corsa fu interrotta pressoché subito; mi ritrovai con una gamba intrappolata in un pezzo di ghiaccio che partiva dalla lama di una spada conficcata nella terra.

Naoto non si accorse nemmeno di quel che stava succedendo ed io non feci nulla per farglielo notare, da quel che sapevo, le mie ferite si rimarginavano da sole, quindi il pericolo era nettamente inferiore rispetto a quello in cui si sarebbe trovato lui.

«il capo ha detto di portagli la rossa, che ne facciamo di questa?» domandò l'uomo avvicinandosi puntando la lama al mio collo

«falla fuori» gli rispose quell'altro mentre io tremavo incredula per la freddezza con cui aveva impartito l'ordine.

Chiudere gli occhi fu più forte di me in quel momento, ma non sentii nulla. Ero morta? Era quella che molti definivano una morte indolore? Era strano, se ero morta, perché mi pareva di essere ancora viva e avevo la sensazione di essere al sicuro?

«state bene?» aprii gli occhi e alzando lo sguardo incontrai quello tranquillo di Fukushi, non avevo idea di come avesse fatto, ma era riuscito a sottrarmi dal mirino di quei due uomini e mi teneva tra le sue braccia.

«mi hai salvata...come..?»

«proteggervi è il mio compito, ogni volta che siete in pericolo nelle mie orecchie suona come un campanello d'allarme, così posso venire subito da voi» spiegò facendomi appoggiare i piedi a terra. Ci trovavamo sull'estremità del tetto dell'atrio esterno che si affacciava sul giardino e da quel punto si potevano vedere Jiu affrontare i due uomini vestiti di nero e Naoto bloccato nello stesso esatto modo in cui lo ero io poco prima. Lo sguardo di Fukushi era fisso sulla figura della rossa e sembrava molto attento ai suoi movimenti «quella ragazza è straordinaria, riesce a balzare da un'abilità a un'altra in modo quasi impercettibile e la maestria con cui si muove è davvero impressionante... ho visto solo una volta un potere simile, è passato così tanto tempo che pensavo fosse scomparso...»

«dobbiamo aiutarli in qualche modo» affermai tirando leggermente la manica del suo yukata «Jiu può anche cavarsela, ma Naoto non può nulla contro quei tizi, tu devi aiutarli»

«io dovrei aiutarli?» si voltò verso di me e mi guardò con aria di sufficienza, non capivo il motivo di quello sguardo, la mia richiesta mi sembrava del tutto normale «perché mai dovrei farlo? Sono solo dei ragazzini insignificanti, non vorreste che io li salvassi»

«invece è quello che voglio e tu lo farai. Mettiamola così, la mia non è più una richiesta, è un ordine»

«ho sempre amato il vostro tono autoritario» a quel punto Fukushi non poté tirarsi indietro, fece comparire nella sua mano destra una katana e prima di gettarsi a capofitto contro quegli uomini, decise di darmi un avvertimento piuttosto inquietante «io eseguirò l'ordine, ma vi prego di accettare il mio consiglio: non affezionatevi troppo, prima o poi, la morte incomberà su tutti loro e voi non potrete farci nulla»

«questo non sarà il giorno in cui accadrà» affermai più per convincere me stessa

«in ogni caso, ho bisogno del vostro aiuto. In condizioni normali potrei fare tutto da solo attingendo a parte del vostro potere ma ora come ora mi è impossibile perciò dovrete rimanermi vicino»

«qualunque cosa pur di aiutarli»

Dopo quella mia affermazione Fukushi teletrasportò entrambi nel bel mezzo del combattimento che si stava tenendo in giardino, attirando l'attenzione di tutti i presenti. Prima che qualcuno potesse porre una qualsiasi domanda, il bakeneko sfoderò la sua katana e trafisse tre dei quattro uomini vestiti di nero in un tempo così breve da rendere le sue azioni impercettibili.

«un altro passo e il ragazzo è morto» affermò l'unico uomo rimasto puntando una pistola alla tempia di Naoto, nonostante la minaccia, Fukushi sembrava intenzionato a porre fine anche alla vita del superstite

«fermo dove sei» ordinò Jiu bloccando ogni movimento del bakeneko con un solo gesto della mano «non so chi tu sia, ma non permetterò che tu metta a rischio la vita di Naoto»

«la sua vita la stai mettendo a rischio tu con questa sceneggiata» ribatté Fukushi infastidito dal fatto di essere stato fermato «gli hai servito la vittoria su un piatto d'argento»

«se non vi dispiace, io ci terrei a vivere» esortò Naoto «quindi, sempre che non vi dispiaccia sia chiaro, litigate in un altro momento»

«la rossa» disse l'uomo tenendo il dito sul grilletto, pronto a fare un buco in testa a Naoto al nostro primo passo falso «voi potete tenervi il ragazzo e la rossa viene con me»

«il tempo dei giochi è terminato» sbuffò lei sbloccando Fukushi e facendo qualche passo verso l'uomo «io non avrei voluto farlo, ma mi avete costretta»

«non avvicinarti» ripeté l'uomo ponendo più pressione sul grilletto, un altro passo e Naoto ci avrebbe lasciato le penne, dovevamo inventarci qualcosa al più presto. Qualunque abilità volesse utilizzare Jiu, non sarebbe mai stata veloce quanto il proiettile di una pistola puntata alla tempia

«verrò con te» la rossa alzò le mani come in segno di resa facendo un altro passo avanti « non è forse quello che volevi?»

Calò il silenzio, l'arresa di Jiu sembrava irreale, da quel che mi era stato raccontato, mi sarei aspettata tutt'altro. Pure l'uomo sembrava diffidente, eppure quando giunse proprio davanti a lui, liberò immediatamente Naoto.
Tuttavia, non finì così, una volta liberato il ragazzo, la rossa creò una lama simile a quella utilizzata in precedenza dai nostri nemici e trafisse l'uomo. Egli, come ultimo atto della propria vita, puntò la pistola verso la testa di Naoto e premette il grilletto.

«NO!» urlammo all'unisono Jiu ed io, dopodiché tutto il giardino fu inondato da una luce bianca accecante...

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