03. vague

«Yoohyeon!»

Non appena Mizuno aprì la porta per permettermi di uscire dalla presidenza, mi ritrovai davanti Sana e il suo sorriso.

«ti lascio in buone mani» Mizuno si allontanò salutandoci con un semplice gesto di mano

Guardai Sana in attesa che dicesse qualcosa, avevamo litigato e trovarmela davanti dopo ciò che le avevo detto, mi metteva a disagio; sapevo di non essermi rivolta a lei nel migliore dei modi.

«terrificante, vero?» mi domandò con un accenno d'ironia mentre iniziava a camminare nella direzione opposta a quella presa dal professore «il preside intendo»

«non lo definirei 'terrificante', giusto un tantino rigido»

Sana si scoppiò in una risata che riuscì a far ridere pure me. Dopo l'incontro col direttore ne avevo veramente bisogno; non era successo granché, non mi aveva detto nulla che non mi fosse già stato detto, tuttavia mi era parso di rimanere in quella stanza per ore e ore nonostante fosse passata solo una decina di minuti. Forse ero io un po' frastornata da tutta la mia situazione, eppure in quell'uomo apparentemente gentile e autoritario c'era qualcosa che mi aveva fatto salire i brividi lungo la schiena, non tanto da definirlo terrificante ma, abbastanza da mettermi sull'attenti.

«solitamente non riceve noi studenti direttamente nel suo ufficio» continuò facendomi strada in quella scuola labirintica «penso che alcuni di noi non sappiano nemmeno che faccia abbia. Da quando sono qui, l'avrò visto sì e no quattro volte; quando i miei genitori mi hanno lasciato qui, quando Woosung ha per sbaglio ha distrutto parte dell'edificio principale, all'arrivo di Jiu e non appena siamo arrivati qua con te. Meglio parlare di altro, se qualcuno mi sente dire qualcosa finirò in grossi guai. Hai bisogno di vestiti, giusto? Vieni con me»

Woosung aveva ragione, Sana parlava talmente tanto che non lasciava il tempo di formulare una singola frase a nessuno, eppure l'entusiasmo con cui pronunciava ogni singola parola non poteva che mettere il buon umore.

La seguii fino alla sua camera, stanza che prima di che ci vivesse lei doveva essere stata uguale alla mia, fredda e poco accogliente, entrare nella sua stanza era come ricevere un caldo abbraccio. La predominanza dei toni pastello rendeva tutto molto carino e femminile, sulla scrivania erano disposti in perfetto ordine decine di profumi di colori tutti diversi, uno specchio da tavolo, un portapenne che conteneva le matite più carine che potessi vedere e dei quaderni col suo nome scritto con una calligrafia perfetta sulla copertina.

«a te la scelta» affermò aprendo le quattro ante dell'armadio per poi guardarmi meglio con un'espressione sconsolata «sperando che la tua altezza non sia un problema»

«la mia altezza dici ...» mi scappò una risata, non ci avevo fatto caso fino a quel momento ma, la differenza di altezza tra noi era abbastanza evidente e molto probabilmente i jeans che indossavo in quel momento non erano fatti in modo tale da arrivare a quasi una spanna dalla caviglia. Cercò di ignorare quella mia risata facendomi cenno di sedermi sul suo letto, così da non dover star a guardare i centimetri in più della mia altezza che la disturbavano tanto «non ha molta importanza, scegli tu quello che vuoi. Per curiosità, da dove arrivano tutti questi vestiti?»

«qui alla Toge per stimolarci a impegnarci negli studi e nel praticare le nostre abilità viene utilizzato un metodo particolare; dai voti ottenuti nei vari test scolastici si ricavano dei soldi che possono essere spesi per ordinare degli oggetti dai vari cataloghi che arrivano ogni mese. Si può comprare di tutto, ma io spendo la maggior parte di quel che guadagno in vestiti» appoggiò una prima pila di vestiti sul letto e mi guardò «finché non scopri quale sia la tua abilità, dovresti riuscire a cavartela con i voti della teoria, Misako sicuramente comprenderà la situazione»

«ho come l'impressione di aver dimenticato qualcosa di veramente importante sulla mia presunta abilità, ma non ho la più pallida idea di cosa possa essere ...» osservai le mie mani come se la risposta che stavo cercando si trovasse in esse. Fukushi aveva detto che ero capace di cose sensazionali, come potevano essere scomparse nel nulla? Come potevo capire come esserne di nuovo in grado, se si rifiutava di aiutarmi?

«Yoohyeon» mi appoggiò una mano sulla spalla come per consolarmi «le tue abilità torneranno. Le tue ferite sono guarite da sole sotto i miei occhi, ciò significa che non sono sparite e che puoi ancora usarle, devi solo ricordarti come»

«hai ragione, torneranno, ma ... se posso chiedere, qual è la tua abilità?»

«sono felice che tu me l'abbia chiesto!» esclamò come se stesse solo aspettando il momento in cui glielo chiedessi. Si schiarì la voce e si sedette accanto a me «la mia abilità si chiama Rynk, è un bellissimo nome, lo so, l'ho scelto io. È un'abilità che mi permette di legare assieme i sensi di due persone. Dammi la mano»

Feci come da richiesta e attorno ai nostri polsi apparve come un ologramma color rosa acceso con al centro una catena stilizzata.

«mi basta toccare la pelle di qualcuno per creare un legame come questo, e non appena una di noi due dovesse provare del dolore, l'altra lo percepirebbe come suo» si pizzicò il braccio e, effettivamente, io percepii un leggero fastidio al mio, proprio come se me l'avesse pizzicato, dopodiché sciolse quel legame e il sorriso che aveva sulle labbra iniziò a sparire «quest'abilità mi permette anche di prendere parte del dolore di qualcuno e farlo mio, cosicché quel qualcuno soffra meno. Ho provato a fare lo stesso il giorno in cui ci siamo incontrate ... ma nonostante le tue ferite, non sono riuscita a percepire nemmeno l'ombra del dolore che avrebbero dovuto procurare. Per un momento ho pensato che non stessi più provando dolore perché per te era già troppo tardi, ma poi le tue ferite hanno iniziato a rimarginarsi. Mizuno dice che la mia è un'abilità di cui pochissime persone nella storia hanno potuto vantare e, se è capitata a me, allora devo farne buon uso per aiutare le persone ed è ciò che voglio fare. Aiutare le persone ...»

«hai aiutato me» anche se avevo dei dubbi sulla Toge Academy, non potei che cercare di risollevare il morale di Sana che in quel momento sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. Lei voleva aiutare le persone, ma come poteva farlo se passava la sua vita dentro le mura di quella scuola, se così si poteva definirla «non so esattamente cosa sia successo al nostro incontro o prima, ma Mizuno mi ha detto che stavo scappando da qualcuno e che tu e Woosung mi avete aiutato a sfuggirgli»

Mi guardò e si sforzò di sorridermi, mi nascondeva qualcosa; qualcosa che riguardava il nostro incontro e il motivo per cui era scappata dalla Toge. Tuttavia, in quell'istante capii che forse le cose stavano in modo diverso rispetto a come avevo pensato fino allora, forse Sana avrebbe voluto dirmi il perché della sua fuga, ma semplicemente non poteva.

«che ne dici di andare a vedere Woosung distruggere un po' di roba?» propose scacciando via tutta l'atmosfera malinconica che si era creata «adesso ha lezione con Mizuno per imparare a gestire la sua abilità al meglio»

Non potei rifiutare, un po' per curiosità di vedere l'albino all'opera e un po' perché prima che potessi dire qualsiasi cosa Sana mi trascinò con sé fino alla palestra, dove Woosung aveva lezione. Rimanemmo nascoste dietro alla porta, probabilmente non c'era permesso assistere.
A mia grande sorpresa, l'albino non era l'unico in quella palestra, assieme a lui c'era pure Jiu, solo a guardarla riuscivo a percepire l'abissale differenza tra Sana e lei. Se ne stava in piedi con le braccia conserte a osservare Woosung distruggere una lastra di cemento che pochi istanti dopo essere andata in frantumi, tornava intatta, i capelli rosso fuoco le ricadevano lungo la schiena ed erano messi in risalto dalla giacca nera del completo che indossava. La sua figura emanava un'aura indescrivibile, si riusciva a percepire la sua superiorità nell'aria, lei non era come tutti gli altri, era quello l'effetto che faceva avere davanti la figlia di una dea?

«Woosung non sei abbastanza concentrato» Mizuno riprese l'albino dopo che aveva mandato in pezzi la lastra di cemento per l'ennesima volta «devi distruggere solo un'area precisa, non tutta la lastra»

«so quello che devo fare» affermò arrabbiato per i suoi insuccessi «vorrei vedere lei concentrarsi con una che continua a fissarla come se fosse inferiore a lei! Mi dà sui nervi!»

Jiu non tentò nemmeno di replicare, rimase in silenzio con un fare annoiato ad ascoltare quelle lamentele.

«è sempre così?» domandai a Sana

«purtroppo sì. Woosung e Jiu sono gli unici ad avere abilità che agiscono direttamente su degli oggetti, quindi devono seguire lezioni come questa insieme. Lui fa del suo meglio ma Jiu lo provoca sempre e finisce per perdere la pazienza facilmente, se potesse polverizzarla, lo farebbe molto volentieri» sospirò e uscì da quel nascondiglio improvvisato per andare a placare l'ira del suo amico.

Non comprendevo. Jiu non aveva fatto assolutamente nulla per provare Woosung, lui se l'era semplicemente presa con lei perché non riusciva a fare ciò che il professore gli chiedeva, perché Sana era corsa subito in suo sostegno incolpando la rossa di qualcosa che non aveva fatto?

Mi chiedevo da cosa nascesse tutta quell'ostilità nei confronti suoi e dei suoi amici, volevo sapere di più sul motivo per cui avrei dovuto evitarli a tutti i costi, ma dubitavo fortemente che fare quelle semplici domande a Sana avrebbe portato a delle risposte. Forse avrei dovuto concentrarmi sul ritrovare i miei ricordi e non immischiarmi nelle loro faccende personali ...

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