Capitolo 34

~ Invisibile ~

Una nuova settimana inizia, Cris il lunedì si lascia prendere dal definire il suo piccolo appartamento, sistemandoci dentro alcune cose che ha comprato in giro per il mondo e si occupa di tutta la parte pratica che riguarda l'ufficio, di come sfruttare gli spazi e disporre i mobili. Mentre Marco si occupa di organizzare i rapporti con le agenzie pubblicitarie. Ha visto lei molto decisa e vede in questa sua fretta nel sistemare l'agenzia, la smania di riprendere a lavorare quanto prima, per questo ci tiene a prepararle un buon piano di lavoro.

Il mercoledì inizia con Marco soddisfatto, è in ufficio già alle otto e mezza e parla al telefono con Anna. «Avevi ragione, è stata una buona idea, mi ha chiamato ieri sera e ha accettato.»

«Lo hai già detto a Cris?»

«No, tanto la troverà qui tra poco, ho detto a Roby di venire un po' in anticipo. Io aspetto che Cris arrivi e poi vado via, così le lascio fare gli onori di casa.»

«Ma sei più diabolico di me» gli dice Anna ridendo.

«Ho un appuntamento, non lo faccio per creare intimità tra loro» le risponde sorridendo.

«Va bene, tienimi informata, tra un po' chiamo Cris e faccio la finta tonta, non voglio sappia che è stata tutta una mia idea.»

«Va bene, comunque hai visto bene, Roby è davvero qualificata, è un buon acquisto per noi.» Precisa Marco soddisfatto.

«Lo so, Cris mi ha parlato per mesi di lei, ho dato uno sguardo al suo curriculum giusto per scrupolo.»

«Ok ti lascio, è già sotto, sta salendo.»

«Va bene, ciao.»

«Ciao.» Chiude la telefonata e si rilassa sulla sua nuova poltrona in attesa di andare ad aprire a Roby. Dopo poco suona alla porta, lui la riceve molto affettuoso. «Ciao, non sai quanto mi ha reso felice la tua telefonata ieri sera.»

«Grazie, spero di aver preso la decisione giusta» gli risponde un po' insicura.

«Non sei ancora convinta del lavoro?»

«Sì certo, non avrei accettato se fosse stato diversamente, spero solo di saper gestire la situazione in generale.»

«Roby parliamoci chiaro, siete due donne adulte a prescindere dai vostri trascorsi, qui stiamo parlando solo di lavoro.» Le ricorda in modo molto schietto.

«Me lo ripetono tutti, quindi credo che abbiate ragione.»

«Bene, allora accomodati nel mio ufficio, è quello a sinistra, il tuo è a destra ma ci andiamo dopo, prima firmiamo il contratto.»

«Va bene» gli risponde seguendolo.

«Hai già risolto con l'altra azienda dove lavoravi prima?»

«Sì, è tutto risolto con loro.»

«Perfetto, allora leggi con calma il contratto e se ti va bene passiamo alle firme, ovviamente se vuoi variare qualcosa dimmi pure, se posso ti vengo incontro con piacere.» Si rende disponibile dandole una copia.

Lei la legge con attenzione, lo guarda stupida riguardo al compenso e gli chiede: «Questo è quello che mi offrite?»

«Credo sia adeguato, avrai molte responsabilità qui, in pratica una volta sposata l'idea del progetto tu ne sarai la dirigente. Io ho la parte commerciale da gestire che è molto più articolata di quella che avevo nella mia agenzia, dovrò anche viaggiare e non posso essere sempre presente e Cris si fa carico di tutta la parte pratica, ogni foto che esce da questa agenzia passerà dalle sue mani, anche ciò che faranno gli altri fotografi. Quindi capirai bene che ci serve una figura importante che prenda in mano l'agenzia e la conduca dove il nostro lavoro la vuole portare. Con la tranquillità che mentre noi lavoriamo ogni cosa qui dentro fili liscia, sotto la direzione attenta di una persona capace.»

«Chiaro.»

«Quindi va bene il contratto o vuoi rivedere qualcosa?»

«È perfetto così» gli risponde lasciando trapelare una piccola incertezza.

La osserva cercando di capire cosa non la convince, ma nel frattempo la porta d'ingresso si apre e si sente Cris parlare al telefono: «Sì Tesò, per domani va bene, penso che arriveremo dopo pranzo, aspetto che Sara finisca di lavorare e ci mettiamo in viaggio. Va bene un bacio, ciao.»

«Buongiorno socia.» La saluta Marco andandole incontro all'ingresso.

«Ciao Marco, scusa ho fatto un po' tardi, c'è Anna in fibrillazione per la pubblicazione del suo libro, tu ci sarai?»

«Certo, ma adesso vieni nel mio ufficio.»

Lei gli risponde andando verso il monolocale. «Arrivo tra un attimo, poso questa roba prima.»

Va nell'ufficio di Marco subito dopo, entrando ignara di chi ci sia con lui dicendo: «Eccomi, dimmi tutto socio.» Vede Roby seduta di fronte a lui con dei documenti fra le mani e si paralizza per pochi istanti.

«Ciao.» La saluta Roby molto timidamente

«Ciao Roby.»

«Volevo solo presentarti l'amministratore.» Le comunica lui sorridendo.

«Direi che già ci conosciamo, quindi benvenuta a bordo. Vi lascio ai vostri documenti, ho delle foto da sistemare. Sono nell'ufficio qui accanto se vi serve qualcosa» dice loro cercando di sembrare più naturale possibile, ma è evidente quanto sia sorpresa.

Marco dopo poco esce dal suo ufficio con Roby mostrandole il suo, le dà una pila di documenti e lei si siede alla sua nuova scrivania accendendo il pc, per cominciare il suo nuovo lavoro.

Lui si avvicina alla porta dell'ufficio dei grafici, dove Cris sta rivedendo le foto del matrimonio di Vale e Serena. «Io devo scappare, ho un appuntamento tra pochi minuti, nel caso Roby dovesse aver bisogno qualche chiarimento puoi farlo tu?» Lei annuisce, pensando che se non sarà Roby a cercarla di certo non le dirà nulla.

Lui va via e dopo pochi minuti, sente i passi di Roby avvicinarsi, bussa leggermente alla porta aperta. «Posso parlarti un attimo?»

Cris si gira con la poltrona, rimanendo seduta e le risponde: «Certo dimmi.»

«Volevo solo capire se...» si interrompe sentendo suonare alla porta.

Cris le sorride, si alza e le risponde: «Intanto iniziamo a capire chi c'è dietro la porta.» E va ad aprire. Roby la segue un po' impacciata.

Trova Beatrice dall'altra parte, e sorpresa la saluta «Beatrice, ciao.»

«Ciao Cris, disturbo?»

«No figurati, entra pure.»

«Mamma che ci fai qui?» le chiede Roby.

«Sono passata solo per lasciarvi questi» risponde mostrando delle tele che tiene in mano, poggiandole al muro.

Cris curiosa sbircia e le dice: «Sono bellissimi.»

«Ne ho tanti a casa, ultimamente sto dipingendo molto e visto che l'ufficio lo state arredando adesso, ho pensato che forse... ovviamente se ti piacciono... Mi farebbe piacere se li prendessi.»

«Grazie, sono davvero belli, secondo me sono quel tocco di colore che ci serve, qui è tutto vetro e listelli neri, tu che ne pensi?» si rivolge a Roby.

«Lo credo anch'io» le risponde distratta mentre controlla le tele che ha portato.

Cris cerca di gestire come può la situazione. «Vi faccio fare un tour dell'agenzia, così tu ti ambienti e tua madre saprà dove trovarti quando viene a farci visita.»

«Se le dici così verrà ogni giorno.» afferma Roby scherzando,

«Meglio, stavo giusto pensando di prendere un'altra assistente quindi se vuoi apriamo alle nove Beatrice» le risponde sorridendo e facendo strada continua, «La prima porta è il mio monolocale, non c'è molto da vedere, devo ancora sistemarlo come vedete.»

«Non ti hanno ancora consegnato la rete per il letto?» chiede Beatrice.

«No, è un letto giapponese, il materasso è poggiato sui tatami, quei pannelli di legno che vedi sporgere sotto.»

«Come mai hai preso questo?» le chiede curiosa Roby.

«Mi è piaciuto quando sono stata in Giappone e poi dovendo dividere la stanza con il separé mi è sembrato più indicato.»

«Hai ragione» le risponde Roby

«Proseguiamo, quello è l'ufficio di Roby è di fronte c'è quello di Marco, questi a seguire sono gli uffici dei grafici, quella è la sala riunioni e qui dietro al telone ci sono i set, ne abbiamo creati due per poter organizzare meglio il lavoro. Sulla destra c'è una stanza che ho pensato di adibire come cucina o qualcosa del genere, è uno spazio per chi si vuole fare una pausa. In fine dall'altro lato ci sono i camerini e i servizi» spiega loro, poi tornando indietro continua, «Vi va un caffè? Chiamo Pitt e li faccio portare.»

«Ti ringrazio ma io devo andare, ho delle commissioni da fare, vi lascio lavorare» dice loro Beatrice e poi abbracciando Cris le dice: «Ciao bella, stai facendo un buon lavoro.»

«Grazie Beatrice, buona giornata.»

«Buon lavoro Nana, ci vediamo stasera.»

«Certo mamma, ciao.»

Cris chiude la porta e Roby stranita le chiede: «Da quando tu e mia madre...» lascia la frase a metà.

«Sono sorpresa quanto te, comunque considerato che ti chiama Nana... È stata a Lourdes in mia assenza?» le chiede scherzando.

Stranamente la visita di Beatrice ha tolto quello strano imbarazzo fra loro.

«No, mi ha solo detto che ha incontrato una persona con una bella anima.»

«Sarà stata una santa miracolosa» le risponde continuando a tenere un tono scherzoso, poi fermandosi davanti la porta del suo ufficio le domanda: «Cosa volevi chiedermi poco fa?»

«Se non ti spiace...vorrei vedere con te alcuni punti del tuo progetto.» Si interrompe sentendo il cellulare di Cris suonare.

«Scusa è Pitt, se non rispondo viene su in due secondi» le dice facendola sorridere, mentre lei si siede sulla sua poltrona.

«Chi si sta trastullando sulla mia poltrona?» gli chiede subito Pitt curioso, non appena lei apre la conversazione.

«Il nuovo amministratore» risponde lei guardando Roby nella sua postazione.

«Lo avete già assunto?»

«Sì, dobbiamo lavorare, non possiamo perdere tempo.»

«Sì, ma... cioè non...» farfuglia lui.

«Te lo passo così vi presentate e io inizio a mandare le prime foto in stampa» gli risponde passando il cellulare a Roby e le dice: «Digli di mandarci su caffè e brioches, ma non farli portare a lui se no non va più via.»

Lei annuisce e risponde a Pitt, girandosi con la poltrona verso la finestra, guardando il locale. «Ciao matto, mi farai da stalker ogni giorno?»

«Ma sei tu allora? Sono contento che hai accettato.»

«Sì, proviamo e vediamo come va.»

«Andrà bene, io verrei a vivere in quell'ufficio, spaparanzato su quella poltrona invece di stare qui in piedi tutto il giorno.»

«Puoi venire quando vuoi» gli risponde lei affettuosa mentre Cris torna e avendo ascoltato la conversazione, interviene.

«Assolutamente no, non ci fa lavorare più, mandaci la colazione mamma, abbiamo fame.»

«Ciao matto... sì a pranzo vengo giù, a dopo» gli dice Roby chiudendo la telefonata.

Cris si siede di fronte a lei e molto calma e sicura riprende la conversazione lasciata in sospeso. «Quali punti ti sono poco chiari del progetto?»

«Prima di tutto, hai avuto modo di controllare la situazione di Marco con la vecchia agenzia? Non ti chiedo questo perché sono mal pensante, ma è giusto che lo faccia.»

«Certo, nella cartelletta gialla trovi tutto su Marco e anche la chiusura della sua posizione con l'altra agenzia. C'è la visura camerale che dimostra che è tutto a posto, e i documenti sui carichi pendenti e robe simili, come vedrai non ha debiti né fallimenti alle spalle.»

«Perfetto, era giusto un controllo» risponde lei imbarazzata e ancora dubbiosa.

Cris lo nota e le chiede: «Cosa ti preoccupa? Temi che non riusciremo a gestire il nostro rapporto?»

«No, è solo lavoro e credo che abbiamo entrambe la maturità per saper gestire questo rapporto.»

«Perfetto, quindi perché hai ancora quell'espressione dubbiosa in viso» le chiede Cris diretta.

«Non sono dubbi ma ieri pomeriggio ho analizzato bene il tuo progetto. Tu stai investendo tanto, è un grosso passo questo, mi chiedo solo se hai considerato i rischi, non vorrei perdessi tutto, hai lavorato molto durante questi mesi e sarebbe un peccato se dopo...»

Cris la ferma e le risponde sicura: «Non ho investito tutto, trovi la mia posizione in quel piccolo fascicolo a destra, dagli un'occhiata e te ne renderai conto.»

Roby li guarda con calma non riuscendo a mascherare lo stupore.

«Ti serve altro?» le chiede Cris.

«Ma... ma se da sola sei riuscita ad ottenere questo perché mettere su un'agenzia, con tutti i costi che ha?» le chiede meravigliata dai risultati di cui prende visione.

«Perché non voglio vivere da nomade in giro per il mondo, Pitt e Tommy sono qui, voglio mettere radici e questa agenzia mi permette di farlo, e in più posso dare lavoro a diverse persone» le spiega con molta sicurezza.

«Cris ti conosco, so che ti piace aiutare gli altri e capisco perché hai coinvolto Marco, lui ti ha aiutato molto ed è ovvia da parte tua questa decisione, ma devi anche considerare il tutto avendo una visione più ampia, mettendo su questa agenzia devi per forza guardare al futuro e...»

«Ti fermo subito, scusami. Capisco solo adesso che ti manca la premessa che mi ha spinta a crearla. Roby io sono tornata a Milano con la consapevolezza che questo lavoro so farlo davvero, prima non me ne rendevo conto, non prendere questa affermazione come un mio vantarmi, ma come una sicurezza acquisita che prima non avevo.»

«Decisamente sei molto più sicura, lo si vede a prescindere dal tuo lavoro, ma la Cris che conosco io...»

Cris la interrompe. «Qui non siamo Cris e Roby, ma Cristiana Lipari e Roberta Pavan, la Cris che ha pensato quel progetto è una persona che sa organizzarsi e programmare, che non lascia più nulla al caso. Oggi non ragiono più con, "Vediamo come va e poi decidiamo!". Io ho già deciso, so di essere capace di far andare bene questo progetto, per questo sono pronta ad investire del mio. Ma non lo faccio puntando solo sulle mie capacità professionali, ma con la consapevolezza e la sicurezza che mi dà anche la professionalità di Marco, lui è un commerciale straordinario, come io so fare un'ottima foto, lui sa fare ottimi accordi. Lui non è qui per gratitudine, è qui perché è necessario. E non avevo sottovalutato la figura di una persona per amministrare il tutto, pensavo solo di affidarmi ad un consulente esterno.»

«Ma se volevi un consulente ester...»

«Lo pensavo perché non credevo di poter trovare una persona di fiducia, anch'io conosco te e so con che determinazione e precisione lavori, hai le capacità giuste e puoi stare qui fisicamente a gestire tutto dando a me e Marco la tranquillità che ci serve. Quindi decidi adesso se vuoi lavorare qui, non aspettare di vedere come va, qui non c'è posto per le insicurezze.» Le chiarisce tutto con una determinazione che la colpisce molto, lasciandola senza parole. Qualcuno suona alla porta interrompendole.

Cris si alza e le dice: «Sarà arrivata la colazione.» e va ad aprire lasciandola seduta a pensare.

Torna con il vassoio e le passa il caffè, lei versa lo zucchero, lo mescola e le risponde: «Ok, nessuna incertezza, quindi dovrò chiamarti...»

Cris la ferma subito e sorridendo le dice: «Non provarci, sempre Cris e non sperare che io ti chiami Roberta.»

Decisamente sono più rilassate, il discorso di Cris credo che abbia dato inizio ad un nuovo rapporto, è riuscita a creare quella separazione netta tra lavoro e vita privata che Roby non riusciva ancora a fare.

Cris beve il caffè e le chiede: «Bene, hai altri dubbi sul progetto?»

«No.»

«Ok, allora se riesci in mattinata mi serve che mandi la mail alla concessionaria, è tutto nella cartelletta trasparente lì in basso. La macchina dovrebbe essere già pronta, devi solo ultimare la pratica.»

Roby dà un'occhiata veloce alla pratica e le chiede: «Hai preso un Suv?»

«Sì, lo trovo comodo. Mandi tu la mail dopo? O me ne occupo io?» la interroga velocemente, sapendo che è quello che da sempre pensavano di prendere.

«Certo, mi occupo io degli acquisti adesso.»

«Bene, allora se non hai altre domande vado a fare il mio lavoro.»

«Nessuna, è tutto chiaro» le risponde sicura.

«Bene» le dice Cris alzandosi, ma appena arriva vicino la porta si ferma e aggiunge: «Dimenticavo di dirti che pensiamo di fare una piccola inaugurazione con il gruppo di lavoro e gli amici, dillo anche a Chiara se le fa piacere venire. Dopo con chi ci vuole seguire continueremo i festeggiamenti a cena, se vi va basta che lo comunichi a Simonetta, farà lei la prenotazione.»

«Ok, in settimana ti faccio sapere.»

«Sabato ci saranno anche Anna, Cesare e Jessy, così avrai modo di conoscerli, noi collaboriamo con l'agenzia pubblicitaria di Anna, quindi potrà capitarti di dover lavorare anche con lei ed è bene che vi presenti. Jessy invece ti può essere d'aiuto per il marketing, chiamala se ti dovesse servire un consiglio.»

«Ok, grazie per i suggerimenti.»

«Di nulla» le risponde notando che lei continua a muoversi sulla poltrona come se qualcosa le desse fastidio.

«Non sei comoda con la poltrona?»

«È un po' scomoda sinceramente»

«Aspetta, devi solo regolarla» le risponde Cris avvicinandosi.

«Come si fa?» le chiede un po' imbarazzata.

«Posso?» le domanda avvicinandosi per mostrarle il meccanismo. Lei annuisce sentendosi scoperta senza avere la scrivania a dividerle.

Cris le va vicino, schiaccia qualcosa sotto la seduta. «Qui sotto puoi regolare l'altezza con la leva e con il pulsante la morbidezza della seduta, sullo schienale di lato ci sono due levette che fanno scendere la struttura interna in base alla tua altezza per sostenerti bene la schiena e farti stare comoda» le spiega mentre le regola il tutto e poi le chiede: «Come la senti così?»

La guarda ritrovando la sua Cris, sempre premurosa e attenta nei suoi confronti. «Molto meglio grazie. Hai scelto ogni cosa con molta cura, è strano che in un'azienda il proprietario si preoccupi di prendere poltrone tanto sofisticate per far sentire comodi i dipendenti. Anche lo stile mi piace molto e le pareti trasparenti che dividono i vari uffici. Hai creato davvero un bell'ambiente.»

«Grazie, ho solo cercato di creare un ambiente luminoso, le pareti trasparenti mi sono sembrate una buona soluzione, ma puoi sempre chiudere le tende, la luce passa lo stesso. Anche se preferisco l'effetto trasparenza che si ha entrando in agenzia.»

«Anch'io lo preferisco, non è un ufficio opprimente, anzi hai reso un ambiente molto gradevole.»

«Grazie, dobbiamo solo aggiungere un po' di colore senza eccedere, i quadri ti tua madre secondo me sono perfetti. Se ne ha altri glieli pago ovviamente. Mi piace come dipinge e poi mantenere lo stesso stile secondo me è meglio.»

«Sono d'accordo, appena lo saprà ti riempie l'agenzia e non devi darle nulla a lei fa piacere essere apprezzata.»

«È davvero brava.» Cris si allontana facendo un lungo respiro, Roby poggia la schiena alla poltrona guardando la scrivania piena di documenti. Poi alza lo sguardo vendendo Cris allontanarsi in corridoio, grazie a quelle pareti di vetro riesce a seguirla e vederla lavorare nell'altro ufficio.

Non credo che userà mai le tende, ogni tanto alza lo sguardo e si ferma ad osservarla.

Quelle pareti sono uguali a ciò che le divide, una barriera trasparente di un qualcosa che non raffigura nulla perché nulla è successo, e quando Roby avrà chiarito i suoi dubbi spero che saprà trovare la forza di aprire quella porta di vetro e tornare da lei.

Si fa ora di pranzo, Roby la vede ancora intenta a lavorare. Ad un tratto però il cellulare di Cris suona. «Ciao Tesò, ma oggi ti manco così tanto che mi chiami di continuo?» ride e poi continua, «Sì è andata bene...certo glielo dirò... ma tu come fai a saperlo? Certo Marco...È già ora di pranzo?... Sì, se non ci fossi tu morirei di fame...Va bene dai, sto scendendo a mangiare... non serve che mi richiami... un bacio Tesò, ciao.»

Roby suo malgrado ha ascoltato la conversazione, c'è tanto silenzio essendo solo loro due e le loro porte sono aperte. Ho notato come è cambiata la sua espressione, è inevitabile vedere quanto l'abbia turbata.

Cris passa davanti il suo ufficio e si ferma vicino la porta. «È ora di pranzo, andiamo?»

Roby accenna un sorriso e le risponde: «Sì, tra un po' scendo.»

«No, adesso, hai già lavorato quindici minuti in più, quindi rientri quindici minuti dopo» le dice Cris sorridendo e lei insiste.

«Sto terminando, mi manca poco, così di pomeriggio posso occuparmi di un'altra cosa.»

«Signora Pavan è ora di pranzo e ha già sforato di... adesso sedici minuti l'orario di lavoro, si accomodi fuori, grazie» le parla con tono fermo.

Roby distoglie lo sguardo dai documenti, si alza e le dice indispettita: «Dottoressa Pavan, sono laureata, dopo di lei dottoressa Lipari.»

«Signora va bene per me, non ho nessuna laurea.»

«Dopo il successo con le mostre, la merita ad honorem» le risponde Roby sorridendo, Cris ricambia riconoscendo il loro prendersi in giro in quelle poche battute.

Mentre scendono Cris le dice: «Ricordami di darti le chiavi dell'agenzia quando risaliamo.»

«Ripassiamo al tu adesso?»

«Sì, il lei formale, lo uso solo in caso di richiamo» le risponde scherzando.

«Ti diverti a fare il capo?» le chiede sorridendo.

«Non mi piace farlo e poi avrai più potere tu lì dentro. Io posso solo far foto, tu decidi tutto il resto.»

«Bene, almeno hai le idee chiare su come sarà in futuro» le dice quasi con presunzione.

«Certo, ma il capo resto comunque io e tu più di otto ore lì dentro non puoi starci» ribatte rimettendola al suo posto.

Non appena fuori dal palazzo Cris vede Chiara dall'altro lato della strada ma fa finta di non vederla e intrattiene Roby conversando. «Anna non vede l'ora di conoscerti, spera che ci possa essere un buon rapporto di collaborazione.»

«Certo, da come ne parli sembra molto in gamba.»

«Lo è davvero» le risponde Cris, alimentando in lei quella gelosia che deve nascondere a sé stessa.

Roby, si accorge di Chiara solo quando le è tanto vicina da sentirle dire: «Ciao, non sei andata in ufficio oggi?»

«Si... ma...» farfuglia Roby rimanendo ferma con lei davanti alla porta del locale, mentre Cris decisamente soddisfatta dice loro.

«Io entro, scusate.» E passa in mezzo a loro entrando felice al locale.

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