Capitolo 30

~ Invisibile ~

Al mattino i ragazzi trovano Cris che dorme per terra vicino al materasso, abbracciata ad Axl. Tommy le si siede vicino e le sussurra. «Ehi piccola, devi svegliarti.» Axl lo fa per primo, alzandosi e svegliandola di conseguenza.

Lei apre gli occhi, si stiracchia e dice: «Fa freddissimo in questa casa.»

«Se dormi per terra per forza» gli risponde lui sorridendo.

Lei guarda l'orologio notando che rischia di arrivare in ritardo, così si alza in fretta. «Dobbiamo far presto, ho un sacco di cose da fare oggi.»

«Ti fermi un attimo? Perché hai tutta questa fretta? Prenditi qualche giorno per ambientarti.»

«No, ho bisogno di lavorare e tenermi impegnata, se mi fermo penso e se penso sto male e non mi ambienterò mai. Quindi su il culo dal pavimento e andiamo in città» gli risponde seria e determinata.

Lui non ribatte, sa che ha ragione e la determinazione che vede in lei lo sorprende, non è la stessa Cris di quando è partita dieci mesi fa, non sa da dove prende tutta questa forza, ma è felice di vederla in lei.

Arrivano in città con dieci minuti di anticipo. Marco è già al locale, non appena lo vede scherzando lo saluta e gli chiede: «Come mai in anticipo?»

«Non vorrei che la mia nuova socia pensi che non la prendo sul serio» risponde lui al suo tono scherzoso.

«Non corri rischi» gli rivela sorridendo. Si siede al tavolo con lui e gli passa il fascicolo con il suo progetto, mentre i ragazzi portano loro il caffè e le brioches.

Fanno colazione mentre lui sfoglia il progetto con calma, poco dopo al locale arriva l'agente immobiliare chiedendo di lei. Prontamente va a riceverlo al bancone invitandolo a prendere un caffè con loro, per avviarsi dopo a vedere gli uffici per la nuova agenzia, e non appena entrano Pitt ne è scioccato. «È immenso questo posto.»

«Consideri che prima c'era uno studio di medici associati. Vi erano diversi ambulatori, infatti per loro scelta gli uffici che vedete sono stati creati in un secondo momento con delle pareti removibili. Ovviamente abbiamo sostituito i pannelli bianchi con quelli trasparenti come da sua richiesta» risponde l'agente immobiliare. Cris lo ringrazia e si guarda intorno soddisfatta. È tutto come aveva visto nelle foto, l'agente immobiliare le si avvicina e aggiunge, «Come vede i locali sono stati del tutto ristrutturati, l'impianto elettrico è nuovo come da sua richiesta e ho fatto cambiare la porta al primo ufficio sulla destra come mi ha precisato nella mail.»

«Grazie, è perfetto.»

«Bene allora se è tutto a posto, definiamo il contratto e le consegno le chiavi» gli dice lui molto professionale.

«Certo, per te va bene Marco?» chiede conferma lei.

«Sì, è perfetto, vedo che hai già pensato a tutto.» risponde Marco molto colpito.

Firmano il contratto ottenendo le chiavi, l'agente immobiliare li saluta e va via lasciandoli da soli nella nuova ufficiale agenzia.

«Ma quando hai avuto il tempo di fare tutto questo?» le chiede Marco curioso.

«Mi ha aiutato Anna, ha fatto preparare i documenti dal suo consulente quando eravamo ancora in Svizzera, tanto era sicura che avresti accettato. Adesso ci serve solo un inventario di tutto quello che c'è nella vecchia agenzia, per capire cosa è il caso portare qui. Ho già ordinato parte dell'attrezzatura che in agenzia da te so che manca» gli spiega lei.

«Ok, chiamo Simonetta e le dico di cominciare a fare l'inventario, ma in che senso, "cosa è il caso di portare?"» chiede lui sospettoso.

«L'arredamento l'ho già ordinato, voglio dare uno stile particolare all'agenzia. Comunque, trovi tutto nel progetto e rientra nel budget prefissato. Ti va bene? O ci tieni a portarti qui la tua scrivania?» gli chiede lei scherzando, ricordando tutte le volte che lui si innervosiva per quanto fosse sgangherata.

«No, e non tengo neanche alla mia vecchia poltrona.»

Marco si guarda intorno, mentre lei e i ragazzi entrano nella stanza che vuole adibire ad abitazione e subito Tommy le chiede: «Sicura di voler vivere dove lavori?»

Lei accenna un sorriso e risponde: «Sì, è una buona soluzione, poi questa stanza è più isolata dal resto degli uffici, ho fatto mettere una porta diversa per questo, ci metterò su una targa con scritto "privato" e avremo un punto d'appoggio in città. È comodo anche per voi, quando la sera fate tardi potete rimanere qui.» Prende dalla cartelletta che ha tra le mani, la piantina del monolocale e mostra loro come vuole sistemarla con i mobili che ha già ordinato. «Pensavo di dividere la stanza in due, creando una zona notte nella parte in fondo e lasciare quest'altra dove mettere un bel divano letto, un tavolo e qualche mobile, il tutto diviso da un bel separé in stile orientale, che ne dite?»

Pitt si guarda intorno e le risponde: «Mi sembra un'ottima soluzione, ma quindi non avresti una cucina, cioè non sarebbe una vera casa.»

«La cucina è dall'altra parte della strada, perché metterne una pure qui, poi non ho voglia di cucinare solo per me. Metterò solo un mini-frigo, un lavello, giusto l'essenziale.»

«Allora fammi vedere che mobili hai ordinato e se non mi piacciono li cambiamo!» esclama scherzando. Lei gli passa il cellulare mostrandogli le immagini dei vari mobili.

Tommy sorride non appena vede il letto che ha ordinato. «Ottima soluzione il letto giapponese» dice divertito.

«Almeno evito di dover buttare a terra il materasso» gli risponde scherzando.

Marco li raggiunge e lei gli chiede: «Per te va bene se prendo questa stanza per uso privato?»

«Certo, così sarai puntualissima tutte le mattine» le risponde ridendo.

«Bene, i mobili arriveranno tutti tra questa e la prossima settimana, tu guarda bene il progetto e se riesci in giornata inserisci l'inventario e domani ne riparliamo con calma» gli dice guardando l'orologio, Pitt lo nota e le chiede:

«Da quando hai un orologio al polso?»

«Da quando ho bisogno di dosare il tempo. Sono le undici, quindi sentirei Sara per capire se posso andare a trovare Agnese, voi venite con me?»

«Certo, chi ti molla oggi?» le risponde sorridendo Tommy.

Saluta Marco, sente Sara e vanno in ospedale. Rivedere Agnese per lei non è facile, si sente in colpa per averla trascurata, anche se ha telefonato all'anziana tutte le volte che poteva, ma adesso vederla in quel letto di ospedale le fa venire un nodo alla gola. Entra lentamente nella sua stanza, vicino a lei c'è un'altra paziente, lei dorme. Cris si avvicina, le accarezza la mano e si siede accanto a lei a guardarla dormire tranquilla. Sara nota da fuori che lei non la sveglia ed entra. Si avvicina al letto, accarezza la donna e la chiama sottovoce: «Si svegli Agnese, devo darle le medicine.»

L'anziana apre gli occhi, la guarda un po' stordita dal sonno e le risponde: «È passata l'infermiera a darmi le pastiglie stamattina.»

Sara le sorride e le risponde: «Ma la medicina che devo darle non è una pastiglia, è lì accanto a lei.» Lei si gira vedendo Cris che le sorride.

«Ciao Agnese, come stai?»

I suoi occhi si riempiono di lacrime, non crede ai suoi occhi. «La mia bella Cris è tornata e adesso sto meglio.»

Cris le dà un bacio sulla fronte, lei le prende il braccio e le chiede: «Aiutami a sollevarmi. Se questa dottoressa sbadata mi avesse detto che venivi stamattina mi facevo trovare sveglia. Scusami, avrò tutti i capelli in disordine.»

Gli occhi di Cris si fanno lucidi, l'abbraccia lasciandola poggiare a sé e la solleva mentre Sara le sistema i cuscini dietro la testa. «Ma almeno ti sta curando bene questa dottoressa sbadata o la faccio licenziare?» le chiede scherzando Cris.

«Ma no scherzo, è bravissima» risponde l'anziana, mentre Sara la ringrazia,

«Grazie Agnese, questa qui da quando è diventata famosa si è montata la testa.»

«Non è vero, è sempre la mia bella Cris» la difende, fissandola incantata, incredula che sia davvero lì. L'ammalata nel letto vicino si lamenta, «Poverina fa così tutta la notte» dice Agnese guardandola soffrire.

«Tranquilla, ci pensa Sara ad aiutarla, riesci a riposare? Ti trovi bene qui?» le chiede Cris preoccupata.

«Lei poverina soffre tanto, la notte spesso devono venire gli infermieri a darle altre medicine. Però mi trovo bene. Poi la dottoressa Sara è molto gentile con me.» le risponde Agnese, mentre con la mano cerca di prendere il pettine sul comodino.

Cris se ne accorge. «Vuoi sistemarti i capelli?» Lei annuisce e Cris prende il pettine e aggiunge, «Ti aiuto io, sono una brava parrucchiera ricordi?»

Sara torna da loro e dice a Cris: «Adesso dobbiamo andare, purtroppo stando in camera con un'altra paziente non posso farti stare molto qui.»

Cris annuisce finisce di sistemare i capelli ad Agnese, le dà un bacio sulla fronte e le dice: «Torno più tardi, tu riposa.»

«Ciao, grazie di essere tornata.»

«L'avrei fatto prima se avessi saputo che eri qui.»

«Non ti sei persa niente, ero solo più spettinata» le risponde sorridendo.

Cris esce in corridoio e subito chiede a Sara: «Non ci sono delle camere singole?»

«Sì, ma sono a carico del paziente. Roby non ha capito bene le intenzioni del figlio e non si è sentita di prendere decisioni affrettate» la informa Sara.

«Me ne occupo io, falla spostare, rispondo io per tutte le spese» afferma Cris sicura.

«Ok, ma Agnese deve essere d'accordo» la informa Sara.

«Andiamo a chiederglielo» Non ci pensa un secondo e torna indietro.

L'anziana appena la vede rientrare in camera, non si spiega quale sia il motivo. «Che hai dimenticato?»

«Di portarti in una camera più comoda, vuoi?»

«Perché questa non è comoda?»

«Sì, ma qui non posso venire a trovarti quando voglio, se accetti di farti spostare in una camera singola non disturbo le altre pazienti e posso venire più spesso, anche la sera, così ceniamo insieme, guardiamo la tv e se ti va giochiamo a carte, giusto Dottoressa?»

Sara annuisce e Agnese un po' titubante prova a spiegarle: «Quelle camere si pagano e io non...»

«Tu non devi preoccuparti di nulla, ci penso io, lasciamelo fare per favore» le dice tenendole la mano. Agnese acconsente, lei l'abbraccia e aggiunge: «Allora vado a sbrigare tutte le scartoffie e ti faccio trasferire subito.»

«Grazie, sei sempre tanto premurosa.»

«È sempre un piacere prendermi cura di te, mia bella sciura» le risponde sorridendo Cris e va via con Sara.

Torna al locale pranza con i ragazzi per poi tornare in ospedale da Agnese dove trascorre tutto il pomeriggio intrattenendola come può, finché l'ora delle visite arriva, e con lei poco dopo anche Roby, trovandole a giocare a carte.

«Ciao, vedo che oggi stai molto meglio.»

«Certo lei è tornata e stiamo tutti meglio, no?» le risponde Agnese contenta.

«Sì, infatti, poi vedo che ti hanno trasferita in questa camera più bella» afferma accennando un sorriso.

Cris la osserva in modo discreto, non capendo quanto sia sincera la sua risposta e un po' imbarazzata si alza e le dice: «Vado a prendermi un caffè, vi lascio un po' da sole.»

«No, aspetta, venite qui tutte e due.» La ferma subito Agnese fissando entrambe sospettosa e chiede loro: «Va tutto bene fra voi due? Avete chiarito tutto, giusto?»

Cris guarda Roby che con tranquillità le risponde: «Certo Agnese, te l'ho detto, lei era fuori per lavoro. Adesso è tornata e va tutto bene, sono più tranquilla anch'io con lei qui per la tua situazione, ci prenderemo cura di te insieme come abbiamo sempre fatto.»

«Tu confermi tutto?» chiede sospettosa a Cris.

«Certo, adesso posso andare a prendermi il caffè, hai finito con l'interrogatorio?» le domanda scherzando Cris.

«Sì, ma torna subito, e portaci due tè, lo prendiamo sempre insieme a quest'ora» le dice l'anziana contenta di rivederle insieme.

«Ok, due tè a limone con il miele» risponde, andando verso la porta. Si ferma un attimo e chiede: «Ma hanno il miele nei distributori qui sotto?»

Roby sorride e le risponde: «No scema, abbiamo le bustine nel cassetto del comodino e se non le avete prese nel cambio della camera, io ne ho alcune in borsa.»

«Perché gliel'hai detto? Volevo vedere quanto ci metteva a cercare il miele in giro per l'ospedale» interviene Agnese scherzando.

«Sempre simpatiche voi due!» esclama ironica Cris uscendo. Prende il caffè ed esce un attimo a fumare, cercando di non lasciarsi illudere di quei momenti che ha appena vissuto e convincendosi che anche quelli che verranno tra poco saranno solo una finzione.

Torna dentro, prende le bevande calde e le porta su, vedendo Roby che l'aspetta a metà del corridoio: «Tutto a posto?» le chiede passandole un bicchiere.

«Sì, le ho solo detto che venivo a cercarti visto che ci mettevi tanto.»

«Scusa, sono uscita a fumare.»

«Non era per quello, solo volevo... io non le ho mai detto nulla... e non voglio... Credo le faccia bene pensare che noi...» le dice con molta difficoltà, tanto da non riuscire a finire nemmeno una frase.

«Avevo capito, va benissimo. Torniamo dentro sé no chiama le infermiere a cercarci» le dice accennando un sorriso, Roby ricambia e la segue.

«Non vi fidate mai di me, dovevi mandarla a cercarmi?» esordisce scherzando Cris non appena rientra.

«Sei tu che ti perdi sempre. Ti sei persa pure al cinema quando sei andata prenderci i popcorn, te lo ricordi?» le chiede divertita l'anziana.

«Non mi ero persa al cinema, c'era solo confusione al bar» precisa Cris mentendo, ma si vede, si trattiene dal ridere.

«Sì, per questo la vecchietta due file dietro di noi quando siamo uscite ti ha ringraziato per i popcorn, mi sembrava strano che ne avessi mangiati tanti tornando al posto» le dice ridendo Roby.

«Ok va bene, ma non è colpa mia se c'era un'altra vecchietta che le somigliava tanto al cinema, ho capito che non era lei solo dopo che mi ha ringraziato. Lei di solito mi diceva sempre, "Ma sei andata a prendere il mais nei campi?"» si giustifica Cris facendole ridere e Roby interviene.

«Se è per questo mi ha mandato a cercarti dicendomi che eri andata a prendere il tè a Londra.»

«Guardate quanto siete belle quando ridete insieme.» Fa notare loro Agnese.

«Già, ma non ti distrarre, dai le carte sciura, oggi mi sento fortunata, vi batto entrambe» interviene Cris per smorzare il disagio.

«Ma se perdi sempre» le ricorda l'anziana mischiando le carte, poi mentre le divide chiede loro: «E adesso dove vivete?»

Roby prontamente risponde: «Dai miei per adesso, poi...»

Cris la interrompe. «Poi speriamo di trovare una casetta da comprare, penso sia il caso di smetterla di pagare affitti a vuoto.»

«Mi sembra una buona idea.»

Iniziano a giocare e l'anziana ancora un po' dubbiosa, vedendo entrambe concentrate sul gioco, chiede a Cris: «Ma quando sei andata via a gennaio, perché quando mi hai salutato in chiesa sembrava che avevate litigato?»

«Non volevo che lei accettasse il lavoro e abbiamo litigato per quello, ma aveva ragione, era un incarico importante e ha fatto bene ad accettare» le risponde subito Roby.

«E tu non dici niente?» chiede Agnese a Cris.

«Che devo dire? Parla sempre lei. E comunque, io ho chiuso.» risponde mettendo giù le carte, vincendo la mano a scala quaranta e subito dopo si alza e dice loro: «Adesso devo andare al locale a dare una mano a Tommy, tanto ti lascio in buone mani.»

«Sì, ti raggiungo dopo dai ragazzi» interviene subito Roby.

«Torno domani a pranzo e ti porto qualcosa di buono. Sara mi ha detto che non ti piace il cibo dell'ospedale» le dice Cris.

«Mi danno sempre pastina» si giustifica l'anziana vedendole mettersi la giacca. Cris le si avvicina, le dà un bacio sulla fronte e le dice affettuosa: «Ti vizio io da domani.»

Poi si sposta e mentre si sta allontanando dal letto Agnese le chiede: «A lei non dai un bacio?»

«Dopo che si è approfittata delle nostre chiacchiere per vincere, sono io che non lo voglio» risponde scherzando Roby.

«Ecco brava, io gliel'avrei dato senza che se ne accorgesse e adesso non posso più farlo. Dai vado, noi ci vediamo dopo al locale» interviene Cris scherzando avvicinandosi alla porta.

«Certo» risponde Roby dandole le spalle.

«Amore...» sussurra Agnese.

«Cosa?» le chiede Roby, mentre Cris sta per uscire.

«Certo Amore. Così le avresti detto se tutta la scenetta che avete fatto qui fosse stata vera, così come le avresti dato un bacio quando sei arrivata e lei te l'avrebbe dato quando è andata via. Sono vecchia e malata, non rincoglionita» le risponde Agnese.

«Amore aspetta» dice Roby alzandosi, si avvicina a Cris e le dà un bacio leggero sulle labbra.

«Ok, adesso posso andare?» le chiede quasi stordita da quel bacio.

«Sì», le risponde Roby guardandola negli occhi e sento il suo cuore, non vedo cosa vi è dentro ma so che ha stordito anche lei sfiorare le sue labbra. Cris esce chiudendo la porta dietro di sé e lei chiede ad Agnese: «Sei contenta adesso?»

«Io si, e tu?»

«Sì.» le risponde accennando un sorriso.

Guardo Cris rimanere un attimo ferma poggiata al muro fuori da quella stanza, ancora scioccata dal sentirsi chiamare Amore, sentendo quel bacio leggero sulle sue labbra, ma si riprende tornando alla realtà.

Va al locale entrando dalla cucina, dove Tommy vedendola rientrare con quell'espressione strana sul viso le chiede: «Che ti è successo?»

Lei accenna un sorriso e gli racconta quanto è successo con Roby e con una nota di rammarico aggiunge « era solo una finzione, non vuole far capire nulla ad Agnese di quello che è successo tra noi. Pensa sia meglio per lei non farla preoccupare per noi.»

«Ah... e ti è sembrato finto il bacio?»

«Non lo so, è stato un attimo, però mi ha guardato e lo so che vedeva davvero me, ma...» si interrompe. non capendo nemmeno lei cosa le hanno trasmesso i suoi occhi.

«Ma cosa?»

«Mi sembrava spaventata, sai come quando si sentiva in colpa per qualcosa, dispiaciuta, non lo so forse è stato il doverlo fare per forza, per far stare tranquilla Agnese.»

«Può darsi, ma di sicuro sta reagendo meglio di quanto pensassi.»

«In questo momento mi sto solo convincendo che è stato tutto finto e comunque, devo evitare gli orari in cui va lei da Agnese, non è facile fingere in quel modo e credo che lo sia di più per lei.»

«Perché? Anzi, io credo sia un modo per riavvicinarvi.»

«No, credo sia solo un modo per torturarci. Oggi in un'ora abbiamo ricordato alcune cose che facevamo insieme. Tommy io sono quella che le ha fatto del male e farle recitare questa scenetta adesso, dopo che ha fatto di tutto per dimenticarmi, mi sembra di farle più male che bene e io finirei solo per illudermi e in questo momento non posso permettermi di farlo.»

«Non voglio illuderti piccola, lo sai. Voglio solo che tu stia bene, ma credo che lei volesse dimenticare la Cris che le ha fatto del male. Quella che è tornata e adesso vede è la Cris che le ha sempre fatto solo bene. Non so come ti ha guardata, ma io spero che lo faccia più spesso possibile, perché lei lo sa chi sei davvero» le dice sincero.

«Non dirmele queste cose, non mi fanno bene. Vado a telefonare ad Anna, così le racconto dell'agenzia e mi distraggo un po'» gli risponde come chi cerca un porto per non naufragare.

Durante la settimana si tiene impegnata come può per sistemare l'agenzia, con i primi mobili che iniziano ad arrivare. Marco dopo un'attenta visione del progetto, a metà settimana le spiega il suo punto di vista: «Il progetto è perfetto, non avevo capito che hai già fatto l'accordo con l'agenzia pubblicitaria di Roma e hai i contatti di alcune delle migliori di Milano. In tutto questo vuoi mantenere il lavoro che facevo io in agenzia...»

Lei lo interrompe e gli spiega: «Sì, quello non lo eliminerei, è sempre una buona base e i tuoi clienti sono ormai consolidati, poi non voglio lasciare senza lavoro nessuno. Quello è un ottimo modo per far fare pratica agli altri fotografi, voglio seguirli personalmente.»

«Ok, la trovo un'ottima idea, ma se tu ti occupi della parte pratica dei servizi, io di quella commerciale con i clienti che sono sicuramente molti e più impegnativi dei miei, ci serve un amministratore, qualcuno che segua la contabilità, il personale e inizialmente ci dia una mano anche con il marketing. Anna ti ha aperto una strada perfetta, ma dobbiamo pubblicizzare bene l'agenzia, non voglio distruggere il lavoro che hai fatto con lei.»

«Pensavo di trovare un buon commercialista per la parte amministrativa, non credo ci serva avere un amministratore interno e per la parte pubblicitaria, chiediamo a Jessy può occuparsene lei.»

«Potrebbe funzionare, ma se io e te siamo sempre fuori ci serve una persona che stia sempre qui fisicamente per tenere tutto sotto controllo e in più bisogna organizzare i vari appuntamenti, Simonetta non riuscirebbe a far tutto. Fidati di me, un amministratore interno ci permetterebbe di lavorare più serenamente, ci serve un buon dirigente d'ufficio a tenere tutto sotto controllo, mentre noi facciamo il nostro lavoro.»

«Va bene, ma puoi occuparti tu di questa cosa? Io non ne capisco nulla di amministrazione, quindi vedi tu o chiedi ad Anna se può indicarci qualcuno di fiducia.»

«Certo ci penso io» la rassicura lui.

Va a trovare Agnese sempre a pranzo, e non va più al pomeriggio quando sa che ci troverebbe Roby. Così come si tiene lontana dal locale dalle diciannove alle venti circa, avendo capito che è l'orario in cui ci trova Roby con Chiara.

Oggi Cris ha una giornata molto piena, è venerdì e dopo una settimana di telefonate ai fornitori, stamattina finalmente le consegnano tutto. Già dalle otto lei è in agenzia a seguire il montaggio della prima scrivania, mentre scarta le poltrone, provandole divertita.

Alle nove e mezza si reca al locale dove l'aspetta Marco. Ieri sera l'ha informata che stamattina avrebbe fatto il colloquio al primo candidato come amministratore. Il suo cellulare suona, lei risponde: «Ciao Tesò, come mai mi chiami così presto?» le chiede stranita.

«Per sentire se sei in forma.»

«Sono più che altro incasinata stamattina» la informa velocemente, vedendo Marco farle cenno di andarsi a sedere con lui al tavolo.

«Allora rilassati e fai questo colloquio con molta lucidità e professionalità.» L'ascolta con attenzione, vedendo insieme a Marco, Roby.

Si siede salutando velocemente Anna: «Ok Tesò, ci sentiamo dopo» chiude la telefonata guardando entrambi dubbiosa. «Ditemi.»

«Ho contattato Roby vedendo che su LinkedIn ha dato disponibilità per un nuovo impiego e credo sia la persona giusta per noi.» Prende subito la parola Marco.

«Ma io...» Tenta di rispondere Roby, interrotta dal piccolo Riccardo che le salta sulle gambe.

Serena dietro di lui le saluta e chiede a Cris: «Allora ti ricordi di domani?»

«Domani cosa?» chiede lei distratta.

«Il matrimonio, hai detto che verrai?»

«Certo, mi hai solo colta di sorpresa, ho una mattinata molto piena.»

«Va bene, allora vi lasciamo lavorare» le risponde prendendo il piccolo che si butta addosso a Cris per darle un bacio.

«Ciao Papero, più tardi giochiamo» gli dice lasciandolo tra le braccia della madre che si allontana con lui, torna a guardare i suoi interlocutori, «Dicevamo?»

Roby evidentemente a disagio risponde: «Stavo dicendo che io...»

Il telefono di Cris suona interrompendola. «Scusa è Simonetta devo rispondere.» Apre la conversazione osservando Roby in visibile disagio. «Simo dimmi... Sì, quelli falli mettere nel monolocale... ok, finisco qui e arrivo.» Chiude la telefonata e ci riprova «Allora ridicevamo...»

«Tieni zia.» La distrae nuovamente Riccardo portandole un pezzo di brioches.

«Grazie Papero» gli risponde mentre, Serena torna a riprenderlo scusandosi, lei guarda Roby e Marco e propone loro: «Credo sia meglio spostarci su, un ufficio dovrebbe essere pronto, dovremmo avere meno distrazioni.»

«Io veramente...» Tenta di parlare nuovamente Roby.

«Fammi indovinare? Non sapevi che lui ti ha fatto venire qui per il colloquio, come io non sapevo che ci saresti stata tu» la interrompe Cris.

«Già» risponde lei imbarazzata.

«Ragazze voglio solo che parliamo di questa cosa con calma e poi prendiamo una decisione ponderata» interviene prontamente Marco.

«Per me va bene, parlarne non ci costa nulla, tu che ne pensi?» chiede Cris a Roby.

«Va bene» risponde lei sempre più imbarazzata e insicura.

Si spostano nel palazzo accanto, entrano in agenzia dove ci sono cartoni e pezzi di polistirolo sparsi ovunque. Cris sicura di sé, fa strada a Roby e Marco che la seguono.

«Avevi ragione, le scrivanie di vetro sono davvero bellissime.» Nota Marco vedendola nell'ufficio dove sono appena entrati.

«Questa però non sembra una scrivania» interviene Roby.

«Questa stanza pensavo di adibirla a sala riunioni, a me non serve un vero ufficio, non sarò quasi mai in agenzia» risponde Cris.

«Mi sembra un'ottima idea» aggiunge Marco.

«Va bene, adesso illuminaci sul perché siamo qui, avrei dovuto capirlo quando ieri sera mi hai chiesto di esserci anch'io, ma non pensavo che lei cercasse lavoro. Dicendo questo penso di manifestarti il disagio di entrambe» afferma Cris imbarazzata quanto Roby, trovando conferma nella sua espressione,

«Va bene, posso capire il vostro disagio, ma io un tentativo lo faccio comunque. Come dicevo, in questi giorni ho notato che Roby ha dato disponibilità per un nuovo impiego su LinkedIn, dove ho avuto modo di vedere il suo curriculum, e sinceramente credo sia la persona più qualificata per il ruolo che serve a noi.» Fa una pausa passando una copia del progetto a Roby e le spiega meglio, «Come puoi vedere dal progetto che ha preparato Cris, il lavoro è ben diverso da quello che facevamo nella mia vecchia agenzia, qui parliamo di clienti con un elevato potenziale. Il giro d'affari è decisamente molto più interessante e grazie al master che hai fatto in marketing ci saresti utile nella fase iniziale per impostare il lancio dell'agenzia. Roby considera che qui non avrai tutti i paletti che di sicuro ti sono stati imposti nell'azienda in cui sei adesso, e da cui posso capire il perché vuoi scappare.»

Lei prende la parola, mentre Cris ascolta con attenzione la loro conversazione. «Sicuramente il lavoro che voglio lasciare non è quello che mi aspettavo. Ma riguardo alla tua proposta credo che non...»

Marco la interrompe sotto gli occhi attenti di Cris che cerca di capire le intenzioni di lei. «Scusa se ti interrompo, vi riassumo in breve il mio pensiero, tu sei senza ombra di dubbio la persona di cui possiamo fidarci di più e decisamente più qualificata di tanti altri che spero di non dover prendere mai in considerazione. Quello che vi chiedo adesso e di mettere da parte la vostra vita privata e concentrarvi solo su quella lavorativa. Tu Roby hai di fronte una posizione che pochi ti offriranno, sia per la libertà di azione che per l'aspetto economico. E tu Cris, avresti la serenità di sapere i tuoi affari in mano ad una persona fidata, perché ti fidi di lei, giusto?»

«Certo» risponde Cris sicura.

«Ecco, quindi, secondo il mio parere professionale, credo che questa sia un'opportunità per tutti e tre, per poter lavorare e portare avanti questo progetto nel migliore dei modi. Ho voluto fare questo incontro a tre per spiegarvi il mio pensiero, che dal punto di vista lavorativo è inattaccabile, per darvi modo di riflettere bene sulla decisione finale, che solo voi due, da persone adulte e responsabili potete prendere. Adesso vi lascio da sole a parlarne sperando che riusciate a concentrare il tutto solo sull'aspetto lavorativo.» Si alza ed esce dalla stanza.

Si guardano entrambe ancora un po' a disagio, Roby titubante prende la parola, «Io non...»

Cris la ferma. «Ha ragione lui, se guardiamo la sua idea solo da un punto di vista lavorativo, è la soluzione migliore. Quando ho preparato il progetto pensavo di affidarmi ad un consulente esterno, ma sicuramente avere un amministratore interno è decisamente meglio e considerando che in ogni caso dovresti lavorare più con lui che con me, dal punto di vista personale non sarà difficile da gestire per entrambe» lo dice tutto d'un fiato sperando che lei abbia visto la sua sincerità.

Roby sfoglia il progetto prendendo tempo, poi le risponde: «Sei tornata da poco, troppo poco per poter capire in che modo gestire questa cosa. Per me è stato già difficile riuscire a gestire quell'incontro con Agnese.»

Cris legge il suo imbarazzo sul suo viso e le dice con tono calmo: «Io non voglio farti star male e se questa situazione può farlo in qualunque modo per favore rinuncia. So che è presto, ma so anche che qui non saremo costrette a fingere come con Agnese.»

«Cerca di capirmi, io sto ancora cercando di portare avanti la mia vita e questa cosa...» le dice lasciando la frase a metà, senza alzare lo sguardo su di lei. Ha di nuovo quella strana espressione di paura in viso.

«Se questo lavoro ti impedirebbe di farlo allora rifiuta. Non voglio crearti problemi con la tua compagna.» le dice Cris rimanendo calma. Intuendo che la sua paura possa essere dovuta a questo.

Lei la guarda e subito interviene. «No Chiara non...»

Cris non la lascia finire. «A me non importa di Chiara. Voglio solo che tu faccia ciò che ritieni sia meglio per te. Sai bene che non ne capisco molto di gestione aziendale né di quello che fai dove lavori adesso, ma se qui puoi avere ciò che altrove non troveresti, spero tu prenda una decisione a prescindere da me. Capisco il tuo disagio e per questo sto evitando di starti fra i piedi più che posso, anche da Agnese e al locale...»

«Non occorre che lo fai.»

«Invece sì. Roby io ti ho fatto sin troppo male e non voglio in nessun modo fartene altro. Non posso tornare indietro e cancellare nulla, voglio solo sapere che tu stai bene» afferma con gli occhi lucidi.

«E tu come stai?»

«Non è di me che stiamo parlando adesso e non te ne devi preoccupare. Valuta questa proposta con calma, secondo i tuoi interessi e accetta solo se la ritieni vantaggiosa sotto ogni punto di vista. A me andrà bene ogni tua decisione» le risponde alzandosi, e andando verso la porta aggiunge: «Dirò a Marco di darti il tempo che ti serve, parlane solo con lui di questa cosa, io mi occupo di altro.»

«Ok», le risponde rimanendo seduta fissando il progetto.

Cris raggiunge Marco all'ingresso e passando davanti a lui gli dice: «Dalle tempo.»

«Dove vai?» le domanda, vedendola uscire tanto di fretta.

«A fare due passi, torno tra un po'.»

«Ma per te va bene?» le chiede fermandola davanti la porta.

«Sì, ma ne parliamo dopo, scusami adesso ho bisogno di uscire.»

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